Il presente lavoro non vuole essere una dispensa esaustiva in merito all’alta densità in senso generale, troppo sarebbe lo spazio richiesto, ne una trattazione completa della cerasicoltura in Italia, bensì un’analisi di esperienze reali e recenti.
Si daranno quindi per scontate alcune nozioni, rimandando ad eventuali lacune dei lettori, alle apposite discussioni nel forum.Tappe storiche della cerasicoltura ad alta densità
La serie GiSelA
Quelli sopra indicati sono i cloni di GiSelA maggiormente indicati e più importanti disposti in ordine crescente di calo di vigoria rispetto a Prunus avium che è rispettivamente del 50-55 %; 60-65 %; 65-70 %.
La serie PIKU
Attualmente sono disponibili sul mercato i cloni PIKU 1, 3, 4.
- PIKU 1 65-70 %
- PIKU 3 80-90 %
- PIKU 4 65-75 %
D’altro canto un’eccessiva vigoria oltre a non essere compatibile con le forme d’allevamento ed il numero di piante per ettaro di questi impianti porta ad un’eccessiva produzione in termini quantitativi che si scontra quasi sempre con una riduzione della pezzatura e della qualità dei frutti.
Le principali forme di allevamento
L'aumento del numero di piante per ettaro ha comportato ad una radicale rivisitazione delle forme di allevamento che sul ciliegio più che su altre specie è stato evidente. Fino a pochi lustri fa la erano ancora in auge le vecchie forme espanse con piante che raggiungevano tranquillamente 10-15 metri di altezza ed investimenti ad ettaro di circa un centinaio di piante.
In merito agli impianti ad alta densità di questo articolo, è bene soffermarsi solamente sulle forme per altissima densità, le quali sono poi quelle adottate nelle prove in campo che si andrà a descrivere dopo.
Asse colonnare: è un’evoluzione del fusetto ovvero un’asse centrale uniformemente rivestito di brachette fruttifere.
- Impianto rete antigrandine
- Impianto telo anti pioggia
- Impianto antibrina
- Impianto di microirrigazione.
Le prove attuali
Sono prese in analisi prove di impianti di varietà Ferrovia e Kordia su tre sistemi di allevamento diversi: asse colonnare, fusetto e forma a V.
Analisi dei costi
Lo stesso discorso è applicabile alle coperture antipioggia, con qualche riserva per alcune zone italiane, dove potrebbe rendersi non necessaria.
Le esperienze fino ad ora acquisite indicano un ritorno dell'investimento variabile dai cinque ai sei anni prevedendo un prezzo delle ciliegie nel range di 350-380 €/q.le.
Prospettive future
La sfida maggiore a cui dovranno essere preparati i produttori futuri sono infatti i costi della manodopera, la rapida fluttuazione dei mercati ed un mercato esigente quanto inflessibile per quanto riguarda la qualità del prodotto. Con questi presupposti è impossibile pensare di continuare con sistemi ormai obsoleti e non più economicamente sostenibili.
I lavori presentati in questo convegno dimostrano come ci sia ancora spazio a patto di affidarsi a professionisti e prevedere un’elevato imput tecnico. La ciliegia è uno dei prodotti meno soggetti a flussi importatori causa caratteristiche dei frutti che mal si adattano a lungi trasporti. Questo dovrebbe essere un incoraggiamento a coloro che si apprestino a questo settore, considerando le quotidiane importazioni di frutta e verdura anche extra-continente.