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DjRudy

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Tutti i contenuti di DjRudy

  1. Iniziamo a fare una lista: Johndin Puntoluce Dj Rudy Mapomac Basa Kroto Toxi82 mct Filippo b
  2. Ciao mitico patrizi!!! stavolta voglio fare un giro sulla subby! non sento storie!!
  3. Benvenuto ducati. In effetti la prima marcia della serie T5000 con cambio dual command a regime nominale siamo sui 1,5 km/h circa, e non è poco, purtroppo con questo tipo di cambio non si può avere il super riduttore che è disponibile solo nella versione meccanica. Fra un annetto quando arriverà il T5000 auto command con cambio a variazione continua non ci saranno più questi problemi, ma intanto si aspetta...... Con che attrezzo l'hai provato?
  4. Benvenuto e buona permanenza.
  5. Da quello che so il 14 ottobre a Pordenone c'è stato il debutto italiano, quindi penso che sia già ordinabile per la prossima campagna.
  6. benvenuto mitico gian!!!! un altro johndeerista.... argggghhhh
  7. eccolo il mitico conte!!! prevedo l'arrivo di 6430 premium allestimento conte (quindi iper completo): climatrack, caricatore anteriore con pala e forca, TLS, cabina sospesa, frenatura pneumatica e attacco D3, sedile passeggero, 3 distributori, cambio autoquad 24/24 con eco shift, e le solite gomme miserabili:480/70 r 24 e 540/65 r 38 (sennò dice che con le 600 posteriori zappa) :D
  8. Semplicemente perchè se aspettava di averlo con le Michelin a quest'ora non era ancora arrivato. Comunque a sentire quello che dice jd fan hanno una buona resistenza e una buona trazione.
  9. Ciao mitica barbarina, entro domani dovrebbe arrivare anche kiki...
  10. DjRudy

    Case IH Puma

    SERIE PUMA La serie Puma sostituisce la precedente serie MXM 120-190 ed è prodotta nello stabilimento di Saint Valentin in Austria. E' costituita da 2 gamme principali Puma small frame Puma large frame PUMA SMALL FRAME Puma 125 (122 cv al traino, 149 cv alla PTO e in trasporto) Puma 140 (140 cv al traino, 159 cv alla PTO e in trasporto). Puma 155 (155 cv al traino, 167 cv alla PTO e in trasporto). Praticamente sono del tutto simili alla serie New Holland T6000 Range e Power Command, ma in casa Case IH manca il modello più piccolo da 115 cv (o meglio in Italia non è importato dato che in altri paesi vi è anche il Puma 115 che sarebbe il gemello rosso del T6030 Power Command). Motore, struttura, impianto idraulico, assali ecc sono in tutto e per tutto uguali alla serie T6000 Range e Power command descritte NEW HOLLAND T6000 RANGE E POWER COMMAND Le differenze principali tra le due gamme sono: Sul Puma small Frame non è disponibile il cambio semi PS Range command perchè di serie su tutti i modelli vi è il full PS 18x6 o 19x6 (versione con marcia economy) Non è disponibile l'assale anteriore super-steer Cruscotto su montante destro Di serie ha il bracciolo multicontroller 5 e quattro distributori a controllo elettrico (sul T6000 Range e Power command su possono avere anche i distributori a controllo meccanico). Cruscotto montante destro: Cabina Puma Small Frame: PUMA LARGE FRAME Puma 165 (167 cv al traino, 204 cv alla PTO e in trasporto) Puma 180 (182 cv al traino, 208 cv alla PTO e in trasporto) Puma 195 (197 cv al traino, 226 cv alla PTO e in trasporto). Puma 210 (213 cv al traino, 238 cv alla PTO e in trasporto). Praticamente sono del tutto simili alla serie New Holland T7000. Motore, struttura, impianto idraulico, assali ecc sono in tutto e per tutto uguali alla serie T7000 descritte http://www.tractorum.it/forum/trattori-da-campo-aperto-f5/new-holland-t7000-76/ Le differenze principali tra le due gamme sono: Sul Puma non è disponibile l'assale anteriore super-steer Cruscotto su montante destro (identico a quello dei Puma small Frame) La gamma Puma large frame può avere 2 tipi diversi di comandi in cabina: Versione senza multicontroller e distributori a comando meccanico Versione con multicontroller e distributori a comando elettroidraulico ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Aggiornamento gamma 2015 Motori NEF 6700 Tier 4B con SCR + DOC Nuovi modelli: Puma SWB - Puma 150 PS/CVX - Puma 165 PS/CVX - Puma 175 CVX Puma LWB - Puma 185 PS/CVX - Puma 200 PS/CVX - Puma 220 PS/CVX - Puma 240 CVX Quindi sparisce un modello nella gamma SWB e un modello nella gamma LWB. Trattori disponibili non prima di metà 2015 in Italia. Brochure in Italiano PAGINA IN COSTRUZIONE
  11. DjRudy

    Pac

    Il consiglio dei ministri UE il 26.06.03 varò il reg.1782/2003 che dal 2005 per la garanzia prevede: Pagamento unico disaccoppiato per cereali, colture proteo-oleaginose, e leguminose da granella (successivamente anche per carne e latte). Modulazione pagamenti a Ha a seminativo e a capo per carni bovine e ovicaprine, olio d’oliva, tabacco, ecc., spostando gli interventi dalla politica dei prezzi (1° pilastro PAC) alla politica di sviluppo rurale (2° pilastro): 3% 2005; 4% nel 2006; 5% dal 2007 in poi. Ecocondizionalità e norme di buona pratica agricola. Che cosa è la BUONA PRATICA AGRICOLA? ARGOMENTI Erosione del suolo Sostanza organica Struttura del suolo Mantenimento habitat NORME massima copertura del suolo minima gestione suolo in certi casi mantenimento terreni terrazzati osservanza della rotazione gestione delle stoppie uso adeguato delle macchine massimali di densità del bestiame protezione pascoli permanenti cura caratteristiche dei paesaggi evitare cespugli nei terreni agrari Oggi siamo in piena riforma di medio termine che scadrà nel 2013, quindi se tutto va bene fino al 2013 abbiamo il nostro ormai piccolo "contributo ad ettaro" e dopo? Con l'allargamento a 27 degli stati membri di sicuro ci sarà un'ulteriore riduzione del contributo ad ettaro, penso che dopo il 2013 per chi come me ha un'azienda a indirizzo cerealicolo industriale, dagli attuali 250-300 €/ha passeremo a circa 150 €/ha praticamente con questo contributo non paghi neanche la pulizia annuale di fossi e capofossi.... Per il futuro non saranno certo rose e fiori, e penso che la superficie media delle aziende crescerà ancora dato che l'Italia è ancora oggi uno dei paesi con la superficie media per azienda più bassa. Voi che ne pensate?
  12. visto che pomodori?

  13. BREVE STORIA DELLE COLTURE FUORI SUOLO La coltura fuori suolo ha radici antiche. Gli egiziani, infatti, diversi secoli avanti Cristo, avevano già sperimentato la crescita delle piante in acqua; i giardini pensili dei Babilonesi e le zattere galleggianti sui fiumi degli Aztechi o dei Cinesi possono essere assimilati a delle vere e proprie coltivazioni fuori suolo. Queste ultime erano costruite con canne, giunchi o bambù su cui era predisposto uno strato di terreno fertile per la coltivazione di ortaggi; il vantaggio di queste coltivazioni galleggianti era il facile trasporto fluviale dei prodotti al mercato. Boyle (1666) fu il primo sperimentatore a tentare di far crescere le piante in acqua, seguito dall’inglese John Wooward, che nel 1699 coltivando piante in acqua con un diverso grado di purezza aveva notato che quelle poste in acqua contenente del terreno crescevano meglio di quelle mantenute in sola acqua distillata. Il merito di aver stabilito l'importanza dei sali minerali nella nutrizione della pianta va, in ogni modo, attribuito a Justus von Liebig (1803-73), ma furono due scienziati tedeschi, Sachs (1860) e Knop (1861), i veri fondatori dell’idroponica. I loro studi sull'influenza degli elementi minerali sulla crescita delle piante dimostrarono che lo sviluppo normale poteva essere conseguito aggiungendo all'acqua alcuni elementi minerali e in particolare azoto, fosforo, potassio, zolfo, calcio e magnesio. Negli anni che seguirono diversi ricercatori, Tollens (1882), Shive (1915), Hoagland (1919), Arnon (1938), svilupparono nuove soluzioni nutritive, alcune di queste ancora oggi in uso. Le prime applicazioni su scala commerciale della coltura idroponica (Deep Water Culture) furono, comunque, quelle del Prof. W.F. Gericke, fisiologo della California Agricultural Experimental Station, nel periodo tra le due guerre mondiali del secolo scorso. Il sistema nacque come mezzo alternativo alla coltivazione a terra, afflitta notoriamente, allora come adesso, dai problemi di stanchezza del terreno (Jensen, 1997). Il lavoro di Gericke, su ortaggi perlopiù, suscitò un grande interesse in tutto il mondo, grazie a diversi quotidiani e riviste che propagandarono questo nuovo sistema di coltivazione esaltandone i pregi. Le continue richieste di informazioni da parte di coltivatori e hobbisti spinsero, nel 1938, Hoagland e Arnon, professori all'Università della California, a scrivere una circolare: "The Water-Culture Method for Growing Plants without Soil". Nella circolare i due autori riportarono le informazioni necessarie per la preparazione della soluzione nutritiva, insieme, comunque, alla raccomandazione che la tecnica rimanesse nell'ambito sperimentale, ritenendola poco idonea per un’applicazione su vasta scala a causa dei costi elevati di impianto e dei possibili fenomeni di ipossia radicale. Durante la seconda guerra mondiale, l'esercito americano utilizzò l'idroponica per la produzione di ortaggi freschi da destinare alle sue truppe presenti in Giappone. Il motivo fu essenzialmente igienico in quanto, in quel paese, si utilizzavano liquami di origine umana per la concimazione degli ortaggi e questo ne consentiva l’uso solo dopo la cottura. La tecnica suscitò la curiosità degli sperimentatori giapponesi che, negli anni seguenti perfezionarono la versione originale di Gericke e la diffusero tra gli orticoltori locali (deep recirculating culture). Per ovviare ai problemi del sistema di Gericke, nella Stazione Sperimentale per l’Agricoltura del New Jersey si sviluppò il sistema della coltivazione su sabbia o ghiaia (Sand e Gravel Culture) (Shive e Robbins, 1937), iniziando così lo sviluppo delle colture fuori suolo su substrato. Le modifiche apportate, pur stimolando l’interesse commerciale e rendendo la tecnologia più affidabile, non ne incrementarono la diffusione a livello commerciale perché i costi per la realizzazione dei bancali in cemento erano molto alti. Inoltre, le soluzioni nutritive acide corrodevano velocemente i componenti in ferro e/o zincati e lisciviavano i metalli contenuti come impurità nei letti di coltura con il conseguente sviluppo di fenomeni di fitotossicità. L'introduzione della plastica in agricoltura, intorno agli anni ‘60, semplificò alcun aspetti costruttivi (tubazioni, canalette ecc.), e suscitò nuovamente l'interesse degli operatori verso le colture fuori suolo. Negli anni ‘60-’70 grossi impianti idroponici furono sviluppati nei deserti della California, dell’Arizona e d’Abu Dhabi. I ricercatori continuarono a perfezionare la coltivazione in idroponica e nel 1965 Allen Cooper, ricercatore al Glasshouse Crops Research Institute a Littlehampton in Inghilterra, ideò il sistema NFT (Nutrient Film Technique). Il sistema prevedeva una serie di canalette in pendenza in cui scorre una soluzione nutritiva, nelle quali si sviluppano le radici delle piante. L’assenza di un significativo buffer idrico e nutritivo ne hanno, comunque, limitato la diffusione su larga scala di questa tecnica. In Europa i primi impianti di colture senza suolo furono realizzati nel 1963, ma è solo negli anni anni '70 che possiamo parlare di una produzione commerciale fuori suolo significativa dal punto di vista statistico. L’utilizzo di nuovi substrati di natura organica (a base di torba) e di substrati artificiali o naturali (lana di roccia, perlite, pomice, lapillo vulcanico ecc.) con caratteristiche fisiche-chimiche migliori rispetto alla sabbia o alla ghiaia ha aperto la diffusione su larga scala di queste colture. Nel 2000 le colture senza suolo nel mondo si estendevano su circa 22.000 Ha, di cui oltre il 60% concentrati nell’Europa. I paesi del Nord-Europa presentano una percentuale significativa della loro superficie protetta già investita a colture senza suolo (20-50%), mentre nei paesi del Bacino del Mediterraneo questa percentuale non supera il 5 %. Per quanto riguarda l’Italia, nel 1990 esistevano meno di 50 Ha per lo più concentrati in Sardegna. Negli anni successivi si è avuta una certa diffusione delle colture senza suolo in Italia che, comunque, rimane poco utilizzata: oggi si stima che la superficie delle serre utilizzata per colture senza suolo non superi 700-800 Ha, pari a circa il 3% dell’intera superficie protetta italiana. Le tecniche più utilizzate sono quelle che prevedono l’impiego di un substrato, organico (fragola) od inerte (ortaggi e fiori recisi); una discreta diffusione ha avuto il floating system (descritto nel prossimo paragrafo) per la produzione di ortaggi da foglia. Quattro specie coprono da sole oltre il 90% della superficie totale e sono quelle in cui la coltivazione fuori suolo ha dato dei reali vantaggi: fragola (150 Ha), pomodoro (200 Ha), gerbera (80-100 Ha), rosa (180-200 Ha). Fra i substrati maggiormente utilizzati troviamo in ordine d’importanza la torba, la perlite, la lana di roccia, la pomice, il lapillo o altre rocce vulcaniche e la fibra di cocco. Sono, infine, da ricordare altri materiali legati a realtà locali come le vinacce e le alghe marine (utilizzate ad esempio in Sardegna). I primi impianti italiani sono stati realizzati semplicemente trasferendo la tecnologia olandese o danese, senza tenere in debita considerazione le differenti condizioni climatiche ed economiche in cui si trovano ad operare i nostri serricoltori. Ad esempio, in alcune aziende furono installati dei costosi impianti computerizzati chiaramente sovradimensionati rispetto alle esigenze aziendali. Prevedere quanto le colture senza suolo si diffonderanno nel nostro Paese è certo difficile. Certo, non mancano elementi a favore di questa diffusione. L'ormai prossima proibizione dell'impiego del bromuro di metile e la limitazione del consumo di fitofarmaci e fertilizzanti imporranno agli agricoltori di rivedere profondamente le tecniche colturali. Le colture senza suolo, in questo senso, potrebbero giocare un ruolo importante, anche se limitatamente al settore ortoflorovivaistico (comunque, uno dei più importanti nel panorama dell’agricoltura italiana), un po’ come già sta avvenendo in altri paesi del Mediterraneo come la Spagna. Ecco un po' di foto di una mega serra nella zona di Albenga che produce pomodori insalatari fuori suolo:
  14. DjRudy

    Claas Axos 300

    Class completa il rinnovamento delle gamme, infatti dopo l’arrivo di AXION e ARION, ecco la gamma utility da 70 a 100 cv che va a sostituire i Celtis: NUOVA GAMMA CLAAS AXOS. La novità più importante è la sostituzione dei motori JD Power Tech (denominati DPS Deere Power System) 4 cilindri 4500 cc montati sulla precedente gamma Celtis con i Perkins 1004-44T, 4.400 cc iniezione con pompa rotativa, turbo intercooler con wastegate e ERG i quali rispettano le normative TIER IIIA. I modelli saranno i seguenti (potenze massime ISO): 310 da 75 cv 320 da 87 cv 330 da 92 cv 340 da 102 cv Le versioni disponibili saranno 3: AXOS C Dotato di trasmissione totalmente meccanica 10x10 con inversore meccanico sincronizzato, optional è disponibile uno splitter meccanico che raddoppia il numero di marce. Cabina profilo basso PTO 540/1000 rpm ad azionamento meccanico Sollevatore meccanico AXOS CL Dotato sempre di trasmissione 10x10 con inversore elettroidraulico denominato CLASS REVERSHIFT. Cabina a profile basso con tettuccio trasparente PTO 540/1000 rpm ad azionamento idraulico AXOS CX Dotato di trasmissione 20x20 con 2 marce in power shift denominato TWINSHIFT,e inversore elettroidraulico denominato CLASS REVERSHIFT. Cabina a profilo alto con tettuccio trasparente, aria condizionata di serie e sedile passeggero. Sedile con ammortizzatore pneumatico Presentazione sul sito Claas
  15. La serie di zavorre disponibili per i trattori della gamme CASE IH-New Holland Zavorra in ghisa 600 kg Zavorra in ghisa 900 kg Disponibile anche con supporto porta attrezzi: Zavorra in ghisa 1500 kg (componibile base da 600 kg + piastra frontale da 900 kg) Zavorra in cemento 800 kg Produttore Italiano di zavorre: Belle zavorre componibili in ghisa: http://www.cardantec.it/uploads/allegati/Pro_Off_Easymass_Brochure_Basic_Weight.pdf Monoblocco in cemento: http://www.cardantec.it/uploads/allegati/Pro_Off_Hydrac_Counter_Weight.pdf Produttore Austriaco di Zavorre Pateer Qui non si può prendere direttamente bisogna passare tramite un concessionario.
  16. In azienda abbiamo una falciacondizionatrice Marangon Pendolare 285 RFC con condizionatore a flagelli che normalmente utilizziamo con il TL 100. La utilizziamo maggiormente su oietto (circa 50 ha all'anno), e poco su erba medica (circa 15 ha), in 5 anni di lavoro nessun grosso problema, siamo molto contenti dell'acquisto.
  17. DjRudy

    Aratri

    Normalmente aro da 5 a 8 km/h senza particolari problemi. @ Puntoluce se non sbaglio il cambio degli 8000 è sconsigliato l'uso per il traino sotto la quinta marcia, quindi dalla prima alla quarta, mentre dalla quinta in poi si può trainare e se non ricordo male in quindi fa sui 5-6 km/h. Ecco i miei 2 aratri: Pietro Moro trivomere reversibile EUROPA 22, larghezza di lavoro variabile, fuori-entrosolco, ribaltamento con memoria, ruota di profondità e trasporto, profondità di lavoro da 30 a 55 cm, peso 32 q.li. Pietro Moro bivomere reversibile EUROPA 18, larghezza di lavoro fissa, entrosolco, slitta anteriore per rifiniture, ruota di profondità, profondità di lavoro da 25 a 40 cm, peso 12 q.li.
  18. L'unico grande vantaggio di questi attrezzi è non creare zollosità (mentre un ripuntatore la crea eccome, e se il terreno è molto argilloso le zolle sono anche belle grandi) e questo permette di ridurre molto i consumi di gasolio e attrezzature per il raffinamento del terreno, infatti chi lo usa per seminare i girasoli su terreno tipo il tuo praticamente ha smesso di usare l'erpice rotante per la prepazione del letto di semina delle colture a ciclo estivo. Mentre su terreni tendenzialmente sabbiosi tipo i miei, li considero inutili in quanto la fessurazione del terreno dopo una forte pioggia è già richiusa e comunque un terreno sabbioso anche con il ripper non fa grossa zollosità e quindi con il subsoiler non si ha il vantaggio della minore zollosità rispetto alla rippatura.
  19. Parliamo di arieggiatori, attrezzatura che sta pian piano prendendo piede anche in Italia soprattutto tra gli agricoltori che da anni attuano agricoltura conservativa su terreni argillosi. Infatti tale attrezzatura permette la fessurazione e l'arieggiamento del terreno senza però creare ne zollosità ne inversione degli strati. Qui da me ci sono 3 grossi agricoltori che ce l'hanno, e lo usano su terreno argilloso in particolare subito dopo la raccolta del grano passano con questo a circa 50 cm di profondità, poi quando nasce l'erba una passata di grubber (di solito a fine settembre-inizio ottobre), mentre d'inverno tengono pulito il terreno con un passaggio di gliphosate; infine in primavera seminano i girasoli con un semplice passaggio di vibroltivatore per interrare in concime distribuito prima di seminare. Ecco alcuni costruttori: Quivogne Kongskilde Jympa Per chi fosse interessato a tale attrezzatura consiglio di acquistarlo con il rullo posteriore il quale ha la funzione principale di regolazione della profondità e di aiuto al sollevatore del trattore. Normalmente ci sono 3 tipi di rullo: gabbia, ondulato (singolo o doppio) oppure parker; personalmente mi piace il doppio ondulato che permette un'ottima azione disgregante nei confronti delle piccole zolle che si possono formare oltre a un'azione di parziale rottura dei residui colturali.
  20. Ecco i due gemellini BogBalle 1000 litri con dispositivo di bordatura, il primo ha 10 anni di onorato lavoro, l'unica cosa che ho cambiato sono le palette lancia concime sui dischi, per il resto mai fatto nulla e ottima uniformità di distribuzione, il secondo invece l'abbiamo comprato 4 anni fa.
  21. DjRudy

    Irroratrici

    Irroratrici portate, trainate, semoventi, da pochi q.li a oltre 30 q.li di serbatoio, con o senza manica d'aria, qui parliamo di tutto questo. Ecco le irroratrici che abbiamo in azienda: HARDY TWIN serbatoio 15 q.li, barra 12 metri (5 sezioni) con manica d'aria, pompa 163 litri/min. BARIGELLI I/R 4x4 serbatoio 25 q.li, barra 21 metri (7 sezioni) con manica d'aria), computer Teejet, motore JD 4045 turbo 120 cv, pompa 280 litri/min, gomme strette 230/95 r 44, e gommoni da 80 cm.
  22. DjRudy

    Carrelloni Agricoli

    Ecco il mio bernabei 2 assi con cui faccio trasporto di grano da seme, concime e circa 4000 rotoli tra paglia e fieno ogni anno:
  23. Ieri abbiamo fatto una prova di 5 ettari di semina su sodo di Brassica carinata. 2 kg/ha di Gliphosate, semina di circa 10 kg/ha di seme (la brassica carinata è un po' diversa dalla colza e quindi va seminato più seme, il primo ettaro sono andati via 25 kg :2funny: ho fatto un po' di casino con le regolazioni) poi una volta sistemata anche con la tramoggia in linea i 10 kg/ha si fanno senza problemi. Il problema maggiore è l'elevata quantità di residui colturali, in quanto non avevo raccolto la paglia, e proprio questa elevata quantità di residui colturali possono andare ad influenzare negativamente sull'emergenza oltre a ridurre l'efficacia del Metazalaclor (diserbo di post semina). Comunque vedremo cosa succede in queste condizioni limite, diciamo che è esperienza per affinare la tecnica.
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