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Mapomac

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  1. Ma sarà anche grandissimo , ma quest'anno ha prodotto pessime performance.
  2. Caro Conte, quasi niente duro da noi. Vado ad indicare le principali varietà dei teneri: - Mieti: frumento precoce, mutico, quest'anno particolarmente suscettibile alla pioggia. Risulta tutto pregerminato. Produzioni medio-basse. E' ora di smetterla di seminarlo - Bologna: categoria dei "rossi", aristato. Buone produzioni, mediamente sano. - Soissons: altro della categoria dei "rossi". Ottime performance anche su terreni tenaci, salvo concimazioni e dreno. - Trofeo: ottimo indici. - Valbona: nulla da segnalare. - Blasco: nulla da segnalare.
  3. Parli di tenero o duro ? Tenero: 70 q/ha in campi ben seguiti. Tra 50 e 60 nei medio-belli. Gradirei commenti anche sulla qualità. Pesi specifici per i rossi, prossimo sempre ad 80 +/- 2-3 punti. Proteine mediamente intorno a 14 %. Situazione diversa per i precoci, bianchi, vedi mieti: pesi specifici prossimi a 70 e proteine inferiori o uguali a 10.
  4. Potresti intitolarla: "la speranza è l'ultima a morire..." o " l'importante è crederci..."
  5. Mapomac

    Mais

    Ma Albe che roba che mi ti tiri fuori !!! Le prose sono piccole baulature del terreno, tipiche di certe colture, specialmente orticole. Sapevo di alcune prove su bietola, come potete vedere dal link sotto. Di certo ci sono innumerevoli vantaggi prettamente agronomici: - il terreno si scalda maggiormente consentendo di anticipare le semine o allungare i cicli della coltura. - minor ristagno - facilita l'irrigazione, specie se a scorrimento I contro: - impossibile eseguire le prose su terreni argillosi dove in primavere presentano solo alcuni cm di terreno friabile, necessario per costituire le baulature - niente sarchiatura - maggior diserbo - non si concilia a tecniche di semina su sodo successive - costi dell'operazione da aggiungere ai costi della coltura, dove non ne toglie praticamente nessuno - necessità di entrare a primavera con trattori relativamente più grandi di quelli necessari al solo passaggio con seminatrice. Può essere ininfluente in taluni casi, ma non in tutti Insomma, con il mais a 100 la t, bocciato Bietola su prose
  6. Mapomac

    Calendario gare 2010

    Domani tappa a S. Prospero (MO). Gara in notturna !
  7. Io ero in zona nel pomeriggio ed ho fatto un salto. Praticamente stavano smontando tutto e le macchine erano in partenza. Non mi è parso di vedere molta terra lavorata, non credo quindi che la mattina sia stato possibile svolgere molte prove. Peccato.
  8. Se mi dai del ferrarese ancora, altro che del LEI ti do... Veniamo a noi: - chi fa ringrano c'è ancora, ma per fortuna sono pochi e non meritano nemmeno considerazione. Quindi no: non sto parlando di ringrano. - sono sempre d'accordo quando affermi di fare una prima lavorazione post-trebbiatura. Che non sia aratura ovviamente. Purtroppo non trovo riscontro nelle volontà altrui. - il 15 ottobre è un limite temporale, per l'inizio, che condivido. Peccato come invece molti seminino molto prima, pure chi potrebbe, causa poca superficie, cominciare dopo. Alla luce di quanto detto finora, tutte cose di relativa facile risoluzione, si pone il problema della successione colturale, la quale non avrà gli effetti del ringrano diretto, ma poco ci manca. - negli anni s'è ridotto il panorama colturale coltivato, spostandosi quasi tutto su cereali. - fatto 100 la superficie agricola a seminativi, un ottimistico 75 è rappresentato da: grano, mais, sorgo. - va da se come irrimediabilmente non v'è rotazione alcuna che possa evitare una successione cereale-cereale. Pur con la presenza, magari nella stessa azienda, di altre colture come pomodoro o pisello da industria, c'è sempre, almeno in parte, una quota di frumento che succede a stocchi di sorgo o mais. Quello che vado chiedendo è una risposta a questo problema, puntualizzandoci appunto sulla convivenza delle lavorazioni e delle successioni colturali. Constatato questo, come ti approcci alla minima lavorazione o addirittura al sodo ? Tornando invece in termini generali e valutando sodo e minima lavorazione su scala più ampia, ti chiedo questo: tempo fa parlavamo di cover crop, ipotizzandone l'impiego seminando sulle stoppie di frumento per le successive colture da primavera. Nuovamente ribadisco l'interesse a provare, per verificare infatti che le stesse possano alleviare gli effetti delle precipitazioni autunno-invernali e rendere agevole l'entrata in campo a primavera. E' possibile seminare adesso, in Emilia, cover crop ? Con queste temperature ? Senza irrigare ? Quali ?
  9. Alla cortese attenzione del Dott. Dj Rudy, le si chiede consiglio, considerando: - terreni dove quest'anno ci si è piantati con la trebbia; e nemmeno una volta sola. Pertanto argillosi e mal/poco drenati. - la necessità, dimostrata anche dalle rese, di seminare relativamente tardi, onde evitare eccessiva crescita della parte aerea, con sicuri maggiori problemi sanitari & altro. - seminare tardi può voler dire terreno umido Cosa suggerisce in merito ?
  10. Campagna praticamente finita, tranne qualche ritardatario. Superfici in leggera contrazione e raccolta durata 10 gg causa/grazie il bel tempo. Situazione bizzarra e sulla falsa riga di quella dell'anno scorso. Fino a metà maggio campi in ottimo stato e potenzialmente da rese medio-alte; poi: le abbondanti piogge hanno forse mascherato, grazie ad abbondante lussureggiare, sensibili densità di fusariosi; così come l'immancabile vento caldo di giugno ha portato all'inevitabile stretta. Rese mediamente di 50-55 q/ha, le punte migliori registrate sono state di 60-65q/ha. Importanti danni da eccesso di pioggia, esplicati sia in densità di piante per m2 bassa, così come in mancate/parziali allegagioni ed ovviamente importanti attacchi di fusiarium. Le situazioni più critiche nelle varietà precoci, in particolare Mieti, il quale risulta tutto pregerminato e destinato quasi esclusivamente ad usi mangimistici. Inutile ribadire come le rese più basse si siano ottenute in particolari casi di non/mala gestione; non deve di certo stupire. L'annata seppure antagonista ad una normale produzione, ha permesso in campi ben seguiti produzioni di tutto rispetto. Dov'è mancato adeguato diserbo, dove il ristoppio è regola, dove il drenaggio è bandito, dove la concimazione è al risparmio, la produzione è dimezzata. Ma questo si sapeva. Purtroppo situazioni simili non sono isolate. I problemi sanitari seppure manifestando il massimo effetto nel calo delle rese, non limitano solo a questo la loro azione. Da anni ormai c'è maggior attenzione alla sanità delle granelle, espressa essenzialmente nei liveli di DON e micotossine. E' plausibile affermare come quest'anno si presenteranno partite particolarmente "difficili". Se come s'è detto altrove un grosso problema del mercato cerealicolo italiano è rappresentato dalla volatilità dei prezzi, queste situazioni di incertezza sulla destinazione d'uso delle partite stoccate, non possono che accentuare il problema. Vedremo se le rese europee, previste in calo, sapranno compensare questi ed altri problemi e ridare stabilità al prezzo del frumento.
  11. Avevo scritto qualcosa in merito qua: http://www.tractorum.it/forum/macchine-da-raccolta-f8/macchine-per-la-raccolte-delle-colture-orticole-2254/ http://www.tractorum.it/forum/macchine-da-raccolta-f8/macchine-da-raccolta-non-convenzionali-3318/ http://www.tractorum.it/forum/attrezzature-per-colture-specialistiche-f20/raccolta-meccanizzata-finocchio-4417/ http://www.tractorum.it/forum/attrezzature-per-colture-specialistiche-f20/intercettatori-frutti-pendenti-135/ Quello che chiedi non è di facile risposta; se non altro bisognerebbe circostanziare le singole situazioni. Se si ripercorre l'evoluzione dei processi di raccolta dei prodotti agricoli, partendo dagli anni '50 ad oggi, si scoprono essenzialmente alcuni punti comuni, condivisi per quasi tutti gli aspetti della raccolta meccanica. - adattamento delle colture e delle pratiche agronomiche relative, al fine di agevolare la raccolta meccanica. Si pensi alla riduzione della taglia dei frumenti o l'introduzione del carattere genetico "joint less" nel pomodoro dai industria. - evoluzione, che consta quasi sempre in automazione di più o meno numerosi passaggi del processo di raccolta. Si pensi alla selezione ottica su pomodoro da industria o la limitata potenza disponibile per eseguire più passaggi. Rispondendo alla tua domanda, posso fare in via indicativa alcuni esempi. - Chiedi su quali prodotti il processo sia più evoluto. Di certo la raccolta dei cereali ha raggiunto livelli di quasi totale automazione, demandando ad un solo passaggio ed ad una sola macchina l'intero processo. Se infatti si volge lo sguardo agli albori, si scoprono soluzioni che prevedevano in primo luogo il taglio e lo "stoccaggio" del prodotto per poi essere trebbiato successivamente. (mieti-lega e trebbie da posta fissa) - Raccolta della frutta. Se ad oggi l'ostacolo principale è rappresentato dall'avere una macchine economicamente sostenibile e realisticamente efficace per staccare, di fatto, frutto per frutto dalla pianta, si capisce come su questo tipo di raccolta ad oggi sia praticamente impensabile di automatizzare ulteriormente il processo di raccolta. Fino ad ora le uniche novità in merito sono legate a produzioni legate a trasformazioni industriali, che coniugano l'introduzione di una macchine innovativa a nuovi standard produttivi. Mi riferisco essenzialmente alla raccolta delle percoche, resa possibile dalle successive lavorazioni industriali e la raccolta e a quella di alcune ciliegie senza peduncolo, resa possibile grazie ad un mercato compatibile. Vorrei fosse chiaro come spesso non rimanga quasi nulla da inventare di sana pianta, ma solamente da perfezionare o evolvere. Prototipi di ogni tipo sono presenti in letteratura, ma su tali lidi rimangono a causa dell'impraticabilità economica e pratica del tutto. Impraticabilità dovuta a carenze tecniche o incompatibilità con varietà e processi colturali.
  12. Oggi è il compleanno di Puntoluce, l'anno scorso rifiutò il mio regalone, desidero qua esprimere pubblicamente la mia acredine. Poi fate voi...io gli auguri non glieli farei !
  13. Attenzione: non vorrei essere stato frainteso; non affermavo di evitare il secondo trattamento, semplicemente segnalavo possibile scarsa efficacia, causa ritardo. Probabilmente da te, CRC, causa anche clima e situazione diversa questo problema era meno sentito ed il trattamento ha sortito l'effetto desiderato. Scusate il chiarimento.
  14. -Filippo B -alessandro fior+ 1 -ISO + 1 -5820jd +2 -Puntoluce -La Padrona - maugeo -LucaAgri -Twin Spark+1 -Ross -Kroto -80explorer -scutnai + 1 -Mapomac +2/3 -SAN64 -mattia 3645+1 -Case CVX+1 -Zibi -Tere (+1) -Vale -Mcoletto -Alfieri +2 -Geppo+1 -potomac -Cat power -Crokeri+2 -Toni+3 Totale: 47
  15. Come non quotare Giovanni V ! Complimenti !
  16. Anche quanto affermi tu non fa una grinza, però a mio avviso è il momento di ridimensionare il paradigma secondo il quale "dimensione" e "qualità" non possono coesistere. Se può essere vero per alcuni prodotti, e lo è, non vedo perché necessariamente lo debba essere per tutto il resto. Nuovamente viene alla luce il discorso "nicchie di qualità", per l'ennesima volta emergono concetti già espressi altrove: - le nicchie in quanto tali, non possono applicarsi a tutto il territorio. Pertanto, del resto, la moltitudine, che se ne fa ? - le nicchie, hanno mercato ? Sono economicamente sostenibili ? Alcune sicuramente si, altre a mio avviso no; ed è proprio su queste che l'italiano pecca inveendo sulla "cattiveria" del mercato e della concorrenza. L'atteggiamento ottuso di chi ha la ragione in tasca, convito di avere il miglio prodotto, ma guarda caso non richiesto/apprezzato, non confacente alle richieste dei consumatori, è quanto forse inibisce l'elevarsi delle eccellenze italiane.
  17. Vi ringrazio per i vostri commenti. Proprio citando queste ultime righe, vorrei aggiungere una considerazione. Seduto nell'ufficio di una delle aziende, contemplavo nell'attesa un grosso mappamondo appeso al muro. Individuavo l'Italia, la comparavo con l'Europa, poi estendevo lo sguardo al resto del mondo. Vi invito a farlo voi stessi. Le dimensioni in oggetto, quelle dovute al mercato globale, non possono che far comprendere come qualcosa debba necessariamente cambiare. Considerando la vastità delle superfici disponibili, ed il relativo basso livello tecnologico applicato in buona parte delle superfici agricole mondiali (incrementandolo, cosa che avverrà in futuro, aggraverà il fenomeno), credo renda evidente come l'esiguo Stivale non possa competere nella maniera più assoluta perseguendo le attuali metodologie. Se già la Germania, più grande dell'Italia, ha dovuto nell'arco di pochi decenni rivoluzionare il proprio sistema produttivo, tagliando di fatto molte aziende agricole di ridotte dimensioni ed aumentando l'efficenza generale di tutto il comparto, si capisce come l'Italia sia estremamente impreparata e sostanzialmente passiva.
  18. Auguri a Principino !!!
  19. Conclusione Devo essere sincero, mentre scrivevo questo intervento non sapevo bene che messaggio comunicare, ancor meno quanto capirete. Essenzialmente sarei contento di avervi trasmesso una realtà che funziona e produce reddito. Esempi di agricoltura virtuosa, che ha saputo evolversi unitamente ai tempi e al modificarsi dei consumi e delle abitudini. Non so se questa formula potrebbe attecchire in Italia, sbagliato sarebbe copiare pedissequamente il loro modello senza le opportune verifiche. Piuttosto notare come, strutture simili non potrebbero mai sostenersi a fronte di improvvisazione e superficialità, capire come solo delegando e creando un staff di persone competenti e capaci è possibile perpetuare nel tempo, realtà che più assomigliano a vere e proprie industrie piuttosto che aziende agricole. Gli scettici non si giochino subito la carte dei sussidi e degli aiuti comunitari; in Germania non ricevono più di quanto non si riceva in Italia, anzi forse pure meno. Se in principio avevo accennato ad una diversa mentalità, forse è proprio qua dove si devono cercare gli strumenti che hanno permesso queste realizzazioni. Senza scadere nei luoghi comuni, l'andazzo del "lamento passivo" non è di certo insito nel tedesco medio. E se uno Stato è innanzi tutto costituito da persone, beh allora il conto è presto fatto. Non è un caso infatti se: - i fondi necessari per gli investimenti di quanto vi mostro sia in grandissima parte proveniente da banche, le quali evidentemente rivestono il loro ruolo originario: prestare denaro, invece che speculare - i pannelli solari sono costruiti a profusioni su quasi tutti i capannoni nuovi ed è in corso una importante campagna di installazione anche su quelli vecchi - non vi è stato l'abbattimento selvaggio di ogni forma arborea, fenomeno dilagante quanto deleterio in tutta la pianura padana. Mi si dirà necessario per recuperare metri di terra coltivabile, sicuramente; ma non ci si lamenti di danni da vento e siccità. - i fiumi principali sono tutti navigabili, ne Po navigano solo i tronchi. - i terreni rimangono agricoli e non vi è l'urbanizzazione selvaggia quanto deleteria di molte zone italiche, le quali instaurano un circolo vizioso che porta a zone isolate e scollegate dai centri urbani: niente mezzi pubblici e maggio uso di mezzi propri.
  20. Mapomac

    Deutschland über alles

    Per chi non lo sapesse, “über alles” significa sostanzialmente: “sopra tutto”. Beh, forse mettere la Germania sopra tutto il resto, sarebbe pretenzioso e di certo impopolare. Di fatto però, parlando di agricoltura, chi ha modo di conoscere la realtà agricola tedesca non può che rimanere piacevolmente sorpreso dal livello e dalle dimensioni in questione e perché no, specie se di italica origine, dopo dovuti confronti, invidiare certe realtà. Sia chiaro: s’è di termini assoluti ciò di cui si vuol parlare, allora vi sono altre realtà: est Europa, per non parlare degli USA, battono di gran lunga le dimensioni della Germania. Se però si guarda all’insieme delle cose: tecnologia, organizzazione, efficienza, integrazione dell’attività agricola ed ambiente, allora credo possa difficilmente sfigurare innanzi altre situazioni, rendendola per molte cose un termine di paragone e di riferimento. Quello che vado ora a scrivere non vuol assolutamente essere una descrizione tecnica e puntuale della realtà agricola tedesca, già non capisco quella italiana, figuriamoci; semplicemente un resoconto di una mia recente visita, indicando alcuni numeri, concetti ed aziende tipo. Le realtà visitate, situate al nord della Germania (Berlino, Hannover, Rostok, Amburgo), rappresentano una forma molto diffusa: azienda agricola e annessa attività commerciale costituita da una formula assimilabile ai nostri agriturismi. Affiancata pertanto all’attività produttiva vera e propria si trova una struttura dove vi è servizio di vendita diretta, ristorazione, intrattenimento. Diamo qualche numero di una di queste. 1.000, gli ettari di asparago bianco. 300, gli ettari di fragole. 150, gli ettari di mirtilli (in corpo unico). 3.000, i dipendenti nel periodo di punta massima. 300, i fissi. 25, quelli per la sola amministrazione e lavoro “d’ufficio”. 1.000, i coperti serviti durante i giorni di punta dal ristorante. 20.000, l’affluenza giornaliera al complesso nei giorni di punta. 50, le tonnellate di prodotto tra fragole ed asparagi principalmente, vendute giornalmente direttamente. 300, i punti per la vendita diretta al pubblico. Difficile spiegare a parole in cosa consista la formula tedesca per la nuova azienda agricola, spero che le immagini possano colmare le mie lacune nel descriverla. Per quanto ci è stato possibile capire, all’attività in campo viene affiancato uno o più complessi dov’è possibile riscontare i nostri equivalenti ristoranti, outlet, garden, parco giochi. Vuoi per diversa concezione o mentalità, questa soluzione piace e funziona. All’interno della stessa struttura l’azienda vende i propri prodotti, affitta alcuni spazi per altri produttori locali, serve i propri prodotti al ristorante, crea situazioni d’intrattenimento per bambini e famiglie. Le dimensioni in questione sono tutt’altro che comuni e non lasciano spazio ad improvvisazione. Immagino come qualcuno possa storcere il naso innanzi tale “deviazione” dell’attività agricola “pura”. In effetti pure io accusavo confusione, immaginando come l’imprenditore agricolo si sia trasformato in una figura ben diversa, con tanto di parco giochi annesso. Poi ho ricordato i tanti discorsi nostrani su “agricoltura protagonista del territorio”, sul ruolo multifunzionale delle aziende agricole, su una nuova figura dell’agricoltore intesa come protettrice a salvaguardia del territorio ecc. Ricordando queste parole, tutto mi è sembrato avere più senso. Di certo non posso dire con certezza, se questa formula potrebbe avere successo in Italia, c’è evidentemente una diversa mentalità alla base e diversi stili di vita. Di fatto in Germania vi è un rapporto con l’agricoltura ben diverso da quello italiano; nonostante l’importante industrializzazione del Paese e l’organizzazione in grossi centri urbani, vi è ancora l’interesse e l’intenzione di rendere l’intera popolazione partecipe dell’attività agricola. Se ormai pare scontato come il cittadino medio non conosca l’origine di ciò che mangia, si riscontra però nel tedesco medio una sensibilità maggiore, il quale appunto anche tramite questi centri, riconcilia sé stesso ed i figli con un mondo che si era troppo distaccato dalla realtà personale di ciascuno. Asparago Se nel descrivere una speciale ed ubiquitaria produzione italiana, tutti si riferirebbero alla pasta o alla pizza, per quanto riguarda la Germania, questa potrebbe tranquillamente essere l’asparago. Trattare questa coltura, potrebbe sembrare ai più insensato, in molti infatti potrebbero non essere interessati, per di più non essendo prettamente diffusa in Italia, se non in qualche zona vocata, incoerente sarebbe il confronto con l’Italia. Non è proprio così: innanzi tutto l’asparago è una coltivazione particolare, non completamente meccanizzabile e con processi produttivi comparabili con quelli di tanti altri prodotti, presenti anche in Italia. A mio avviso vedere com’è l’approccio all’intera filiera, rispetto a quella italiana, può essere di notevole utilità. Personalmente non ho una gran conoscenza dell’asparago come coltura, ma le persone che mi accompagnavano si. Mi fido pertanto di loro, riportandovi dove e come le soluzioni riscontrate in Germania, non trovano eguale in Italia. ___________ Queste le dimensioni medie degli appezzamenti. Asparago bianco, pertanto con telo. Notare la corriera per portare in campo gli operai. Alcune macchine, semoventi e non, per la raccolta dell'asparago. Come potete vedere si tratta di terreno molto sabbioso e sciolto, facilitando pertanto il lavoro della macchina, il quale consiste praticamente nel rimuovere l'intera prosa dell'asparago, setacciarla trattenendo i turioni e ricomponendo nuovamente la prosa stessa. Entrambe le macchine funzionano abbastanza bene, pur presentando ancora parecchi limiti, principalmente dovuti al non discriminare il prodotto, raccogliendo interamente quanto emerge dal terreno, sia turioni piccoli che grandi. Vi è inoltre una certa sensibilità a pietre e sassi, i quali portano, se presenti in quantità, a fermi macchina frequenti. Con una capacità di lavoro di circa 5 ha al giorno e 30 a settimana, con solo 5-6 persone, si rendono particolarmente utili durante il periodo di fine raccolta, dov'è meno sentita l'esigenza di raccogliere scalarmente per salvaguardare la qualità ed il calibro dei singoli asparagi. Questi i campi prima e post raccolta, sensibili le perdite: in parte dovute agli operatori, in parte a causa dello scarto applicato a fine campagna. I teli durante le raccolte precedenti vengono sollevati dalle macchine stesse per consentire la raccolta e riposti sulla prosa. A questo servono i rocchetti anteriori e lo scivolo in plastica, il telo viene pertanto sollevato sopra gli organi di raccolta. In questo caso essendo l'ultimo passaggio, vengo precedentemente rimossi mediante apposito avvolgitore (visibile in video) Queste alcune immagini degli impianti di trasformazione, sempre di proprietà e gestione dell'azienda agricola. Proprio qua, oltre ad una proporzione 1:100 rispetto alla realtà italiana, mi sono state fatte notare alcuni accorgimenti tanto importanti, quanto banali, ed altrettanto, inverosimilmente, inesistenti in Italia. Si comincia con alcuni semplici attrezzi di carpenteria per il lavaggio e la movimentazione del prodotto, in foto i carrello per svuotare l'acqua e la "barra" per riempire d'acqua i contenitori, alle selezionatrici miste per la realizzazione di mazzetti pre-pesati, ove è possibile decidere a priori la conformazione qualitativa dei singoli turioni per mazzo. A fronte di una spesa di 70.000 € per macchina, si ha un significativo recupero di prodotto, "diluendo" lotti non di I categoria. Differenza tra prodotto raccolto a macchina, sx, e prodotto raccolto a mano, dx. Fragola Sulla fragola vi è ben poco da dire, se non invitare ad immaginare superfici di qualche centinaio di ettari investiti a codesta coltura, sia in pieno campo che serra, ed ipotizzare l'organizzazione necessaria per la riuscita del tutto. Da segnalare, sempre a confronto con la realtà italiana, l'attenzione all'efficienza dei trattamenti ed alle dimensioni delle serre. Per il primo punto la barra frontale irrora anche lateralmente raggiungendo i frutti ed il colletto delle piante, ben diverso da un trattamento tradizionale; considerando i climi tendenzialmente meno umidi di molte zone nostrane, aggiunge un ulteriore tassello all'attenzione prestata anche ai singoli dettagli. Per quanto riguarda le dimensioni delle serre, mediamente più grandi di quelle comunemente diffuse, il motivo è da ricercare nel minor gradiente termico che provoca una cubatura delle serre elevata, uniformando e rendendo omogeneo sviluppo e maturazione dei frutti. Mirtillo L'impianto in foto, 150 ha in corpo unico, è costituito da piante di 12 anni. Per la raccolta ci si avvale principalmente di 2 macchine per la maggior parte del prodotto. Una piccola parte viene raccolta a mano, per prodotto fresco ed usi particolari. Considerando le 3-4 raccolta all'anno del prodotto, ed un quantitativo ad ettaro di 100-300 q, la sola raccolta a mano impiegherebbe qualcosa come 600 persone. Nonostante questo, come s'è detto la raccolta è meccanica, l'impianto occupa a tempo pieno 6 operai. In una foto potete osservare il suolo praticamente torboso, acido pertanto, adatto alla coltivazione del mirtillo. Frumento Solo alcune brevi note per i produttori del forum. Nel nord della Germania, si producono tranquillamente anche 130 q/ha al 15 % di umidità. Questo trattando 3 volte e concimando con solamente 120 Kg/ha di nitrato ammonico. Queste performance sono raggiungibile in gran parte grazie alle temperature più miti ed un monte ore di luce maggiore. Già adesso il sole non tramonta prima delle 10.30, arrivando a 2-3 ore di buio nel mese di luglio. Tutto questo permette un prolungarsi del periodo che intercorre tra la fine levata e la maturazione lattea, favorendo lo sviluppo ed il riempimento delle cariossidi. Indicativamente la trebbiatura inizia ad agosto. Punti vendita Spero le immagini riescano a far meglio comprendere in cosa consistano questi luoghi. Forse indicandoli come vera e concreta realizzazione della parola "filiera", intesa come luogo dove il territorio è protagonista unitamente alla popolazione. Note 50-200, gli € per un affitto annuo di un ettaro di terreno. 2.000, gli € per comprare un ettaro di terreno nel nord sabbioso della Germania. 8 € il Kg, il prezzo medio degli asparagi. 0,50 € il Kg, il costo della pelatura "espressa", post-acquisto. 25.000, gli ha di asparago in Germania, 95 % bianco. Divieto dell'uso dell'acqua dei canali per irrigazione, solo pozzi. 100, gli ha di una azienda piccola in Germania. 1300 € netti, lo stipendio di un operaio specializzato al mese nel nord della Germania, circa il doppio al sud. 40.000 €, il costo massimo ad ettaro del miglior terreno tedesco.
  21. Mi ero segnato questo messaggio, in quanto avevo si una risposta, ma aspettavo conferme. Come detto altrove, è questo il periodo per le dimostrazioni in campo delle prove varietali. Ebbene, pare vi sia ragione di credere come il Real Geta si decisamente scarso nei confronti del Mal del Piede, da sconsigliare per di più, pertanto, nei ristoppi. Passando oltre riscontro troppa superficialità in molti agricoltori. Senza riferirmi a nessuno in particolare, purtroppo non sono ancora chiari alcuni punti chiave. - se comprate varietà decenti, esse derivano tutte da intensi programmi genetici dove nulla è lasciato al caso. E' possibile affermare come l'accestimento delle piante sia programmato e difficilmente influenzabile. - in virtù del primo punto è chiaro come sia necessario il giusto investimento di semi/m2 al momento della semina. Non è possibile pensare di seminare fitto o rado ed il frumento di conseguenza di regolerà. L'accestimento avverrà comunque e l'eventuale danno si esplicherà nelle spighe verdi e basse alla base della coltura, tanto note ai trebbiatori per i problemi che portano. - sempre in riferimento ai punti di cui sopra, è anche opportuno ricordare come non sia corretto ragionare solo in kg/ha di seme. L'indice corretto dovrebbe essere quello del numero di semi/m2, ovviamente al netto della germinabilità; in base a questo si può ottenere il quantitativo di seme per ettaro. - quasi tutti i frumenti duri sono alternativi, ovvero non necessitano, o lo fanno in parte, della vernalizzazione per vegetare. Semine troppo precoci, tanto frequenti ultimamente comportano un rapido accrescimento della parte aerea a scapito della radice. Oltre a precoci e facilitati attacchi fungini, si creano i presupposti per problemi di siccità e stretta. Non è immune nemmeno quest'anno, notoriamente piovoso. Proprio in virtù delle abbondanti piogge le radici non si sono sviluppate ulteriormente, ed in caso di un fine ciclo caldo, ventoso e secco, il problema si potrebbe presentare comunque. - per ogni 100 Kg di granella occorrono circa 3Kg di N. Se questi sono presenti nel terreno, in forma disponibile ovviamente, bene, altrimenti dovete darli voi. Pertanto chi paventa rese invereconde senza concimare, o lamenta scarsi raccolti a fronte di ugualmente scarse concimazioni, eviti di sparlare a sproposito.
  22. Mapomac

    Impianto actinidia

    Non è propriamente la discussione giusta, ma le inserisco qua; sono le immagini di una macchina per l'impollinazione degli impianti di actinidia. Per ogni informazione chiedete pure a Frio.
  23. L'azienda Panini, dell'omonimo produttore di figurine, nessuno la conosce ?
  24. Quali sono i motivi per cui viene raccolta l'erba ? Vi sono motivi solo estetici ?
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