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IMPORTANTE!!!!! Ridateci le assicurazioni!
Mapomac ha risposto a Frio87 nella discussione Normative agricole
Si chiama errato uso del forum quello che hai fatto: postare lo stesso messaggio in più discussioni - tra l'altro non attinenti al tuo argomento - , esordire con contenuti "discutibili", non presentarti. Non c'è assolutamente la volontà di toglierti la parola. Presentati nell'apposita discussione, così come avviene puntualmente per tutti i nuovi utenti; eventualmente crea una tua discussione dove esporre il tuo "piano". Se posso permettermi, ricorrerei a formule meno sensazionalistiche, meno urlate e meno demagogiche; già la televisione si rivolge alle pecorelle con codesti toni, basta ed avanza. -
Ecco qualche immagine a te, purtroppo, nota.
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- impianto actinidia
- impianto kiwi
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Mi permetto di dare qualche indicazione sul Grano Saraceno (Fagopyrum esculentum), in quanto spesso confuso o sconosciuto; innanzi tutto, col grano non c'entra nulla. Considerata impropriamente un cereale, non appartiene infatti alla famiglia delle graminacee, bensì a quella delle poligonacee. Il fatto di avere semi amidacei ne caratterizzano una pianta utilizzabile per la produzione di farine. Principalmente viene coltivata nei paesi dell'est, in primis la Russia. Ha un ciclo molto più breve degli altri cereali coltivati, indicativamente 4 mesi. Esige pertanto temperature primaverili inoltrate per la semina essendo particolarmente sensibile al freddo, così come terreni fertili. Motivo in più ritardare la semina è portare lo stadio di fioritura in epoche caratterizzate da notti fresche, tipicamente di fine estate, al fine di migliorare l'allegagione dei fiori e pertanto migliorare la resa della coltura, la quale si attesta indicativamente su 1-2 t/ha. La raccolta può avvenire con le stesse modalità di molte colture da seme, ovvero: sfalcio, essicazione in campo e successiva trebbiatura.
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- buckwheat
- fagopyrum esculentum
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Festa del Primo maggio a San.Pietro in Vincoli (Ravenna)
Mapomac ha risposto a Patrizi nella discussione Manifestazione agricole
Se viene Sten vengo pure io...abbiamo cose importanti di cui parlare. Patrizi Matilde Sten + 3 Mapomac -
Il dato è verosimile. Ovviamente il quantitativo per elemento così calcolato, non è e non deve provenire necessariamente solo dalla concimazione della relativa coltura; va considerata infatti la dotazione del terreno, gli apporti colturali e non degli anni precedenti, ecc.
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Semina primaverile su Sodo + Crimper Roller Crop
Mapomac ha risposto a DjRudy nella discussione Coltivazioni erbacee
Attenzione ! Al fine di verificare validità e convenienza di una qualsivoglia tecnica o pratica agronomica, occorrono prove ripetute su base temporale e spaziale, non bisogno cadere nel frequente, quanto triste, errore di valutare il tutto al primo anno. Nel caso in cui, così come previsto, la resa ottenuta dovesse essere simile o superiore alle pratiche standard, sarà opportuno ripetere l'esperienza per sincerarsi che il risultato sia da attribuire effettivamente alla sinergia cover crop + rullo. Allo stesso modo, nel caso in cui le rese dovessero tradire le aspettative, sarebbe sbagliato screditare la tecnica in sé, senza sapere esattamente cosa abbia prodotto quel risultato; troppe infatti le variabili per poter discriminare tutti gli elementi, in un solo anno ed in limitate casistiche operative. Questo errore di valutazione è avvenuto in passato ed avviene tutt'ora; ha accompagnato in buona parte la nascita e lo sviluppo del sodo, ed in generale dell'agricoltura conservativa, in molte zone d'Italia. Non è più tempo, forse non lo è mai stato, per approcci così superficiali e a-professionali. -
Visita alla Carraro Agritalia 11 giugno 2010
Mapomac ha risposto a Filippo B nella discussione Manifestazione agricole
VISITA ALLA CARRARO 11 Giugno 2010 -Filippo B -alessandro fior -Johndin -ISO -5820jd +2 -Puntoluce -La Padrona -Dj Rudy -Kiki -Jd Fan - mct - maugeo -LucaAgri -Twin Spark+1 -Ross -Centurion75+1 -Kroto -80explorer (forse + 1) -scutnai + 1 -Toxi 82 -Fiat 110/90 -Sprint -Mapomac -
Pranzo del forum sabato 18/04/09 Modena
Mapomac ha risposto a LorenzVigna nella discussione Manifestazione agricole
E perciò ? -
Semina primaverile su Sodo + Crimper Roller Crop
Mapomac ha risposto a DjRudy nella discussione Coltivazioni erbacee
In parte ho seguito pure io l'evolversi di questa "avventura", partendo dai timidi accenni di Dj, seguendo con uno scambio di documentazione, fino ad arrivare alla piacevole sorpresa di veder il tutto applicato e funzionante; considerando la velocità con il quale si è concretizzato il lavoro, non posso che complimentarmi con gli autori. Proiettando questa esperienza in una realtà diversa dal Pisano, pongo alcune considerazioni: - in buona parte del nord Italia (sicuramente in Emilia Romagna), i terreni per le semine primaverili vengono tutti, ove possibile, preparati entro l'inverno; quasi sempre arature a cui segue affinamento. Questo tipo di tecnica colturale, a tuo avviso è compatibile con la semina della veccia ? - sempre riparametrando il tutto ad un'ambiente diverso dal tuo, quando collocheresti temporalmente la semina ? - alla luce di quanto è avvenuto negli ultimi giorni, ovvero terreni eccessivamente umidi e piogge continue, le quali hanno rallentato o complicato le semine, è plausibile prevedere un miglioramento della situazione nel caso di cover crop ? - è legittimo pensare ad una miglior "viabilità" nel campo, ad una minor umidità, ad un minor compattamento del terreno dovuto alle piogge invernali ? ______ - ovviamente hai citato molti punti a favore della tua tecnica, da professionista quale sei però, di certo avrai trovato qualche controindicazione o particolare da rivedere. Quali sono ? - costo della veccia e relativa semina ? -
Cancro del Cipresso : come lo combattete?
Mapomac ha risposto a Siles22 nella discussione Bosco e colture boschive
Trattamenti endoterapici non sono disponibili ? -
Sale ammonico: detto così senza riferirsi ad un contesto agricolo può voler dire tante cose. Infatti l'unione di un acido ed una base forma generalmente un sale. Nel caso dei sali d'ammonio, l'ione ammoniacale (catione NH4 +) a seconda dell'acido con il quale va a combinarsi crea i rispettivi sali. I principali usati in agricoltura sono: - Solfato ammonico, formato dalla combinazione di ione ammonico + acido solforico. E' un concima acido. - Nitrato ammonico, formato dalla combinazione con l'acido nitrico. Lievemente acido, considerato quasi neutro. Piccolo appunto se posso. Il solfato ammonico aggiunto nei diserbi, sicuramente migliora l'efficacia del trattamento. Il principale motivo per cui ne viene consigliato l'uso è da ricercarsi nella durezza dell'acqua, ovvero la quantità di sali disciolti in essa; principalmente calcio e magnasio. In presenza di questi ioni, il principio attivo glyphosate può legarsi a questi ed inibire così l'efficacia del trattamento. L'aggiunta di solfato ammonico previene questo, veicolando meglio il p.a. nella pianta. Oltre all'uso di acqua dura, la stessa situazione può riscontrarsi nel caso di specie di infestanti particolarmente ricche di calcio negli spazi cellulari. Il purtroppo famoso Abutilon theophrasti è inoltre capace di rilasciare calcio sulle pagine della foglia, inibendo così l'efficacia del glyphosate.
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barbatella, astone, piantone???
Mapomac ha risposto a peppe.boys nella discussione Coltivazioni arboree
Sono sostanzialmente tre differenti tipi di piante impiegate nell'impianto di rispettivamente: vigneto, frutteto, orticole (generalmente). Barbatella Pianta di vite, generalmente ottenuta mediante talea innestata. Il portainnesto viene innestata al tavolo e messo in forzatura, segue quindi una fase di radicazione ed allevamento in vivaio. Alla vendita generalmente si ha una pianta di 1 anno, sia per il portainnesto che per il nesto. Astone Piante di una specie generalmente frutticola, a seconda della specie e della tipologia d'impianto possono esserci molteplici differenze. Essenzialmente si ha: - Astone autoradicato: pianta non innestata ottenuta per seme oppure per propagazione agamica (i così detti franchi). Utilizzato per specie da legno ad esempio. - Astone innestato a gemma dormiente: l'innesto avviene a fine estate, su portainnesto già presente in vivaio, il quale potrebbe essere stato ottenuto per seme oppure per propagazione agamica. - Astone innestato a gemma vegetante: l'innesto avviene al risveglio vegetativo. In ambo i casi, principalmente, alla vendita si ha un pianta composta da un portainnesto di 2 anni ed un nesto di 1 anno. Piantone "Stadio" di piante generalmente biennali/poliennali, utilizzate essenzialmente per la produzione della barbabietola da seme. -
Voucher in agricoltura - A chi convengono ?
Mapomac ha risposto a Mapomac nella discussione Normative agricole
Con la Finanziaria 2010, sono state apportate alcune modifiche. Le quali ampliano ed in generale migliorano ed agevolano l'uso dei voucher in agricoltura. Studenti - giovani con meno di 25 anni, iscritti ad un corso di studio universitario, possono essere impiegati in qualsiasi periodo dell'anno, diversamente dalla normativa precedente che prevedeva solo sabato, domenica e periodi festivi. - le aziende agricole potranno usufruire della collaborazione degli studenti per tutti i lavori stagionali, quali raccolte, trapianti e potature ecc. - studenti non universitari: viene confermata la situazione; ovvero impiego solo durante i giorni festivi e durante i periodi di festa. - tutti gli studenti possono essere impiegati per prestazioni occasionali in favore scuole, università ed enti pubblici locali. Disoccupati e cassaintegrati Viene confermata la possibilità di questi soggetti di collaborare ai fini di integrare i sussidi provvidenziali, con aziende di qualsiasi settore produttivo. Nel caso però di aziende agricole il loro impiego è riservato solo a quelle con volume d'affare inferiore ai 7000 € / anno. Lavoratori part-time Ne viene inserita la possibilità collaborare con aziende diverse da quella con la quale è già stipulato il contratto part-time. Così come per disoccupati e cassaintegrati vale la stessa restrizione che ne riserva l'impiego alle aziende di fatturato inferiore ai 7000 € / anno.- 45 risposte
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Come detto in precedenza ed altrove, l'intervento meccanico sembra preferire forme in parete, lineari, con ridotto sviluppo orizzontale. Nel caso di forme in volume come i vasetti, vien difficile pensare ad una macchina in grado di operare efficacemente. Ipoteticamente, ma non ho riscontro alcuno, a livello manuale potrebbero essere provati abbacchiatori pneumatici per la raccolta delle olive; a questo punto però, probabilmente converrebbe operare direttamente a mano. (foto modificate)
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- carbaryl
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Alcune immagini di un intervento su melo, evidente l'asportazione dei fiori: non sempre viene mantenuto il fiore centrale, e sono visibili sensibili danni a foglie e germogli.
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- carbaryl
- diradamento
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Un importante passo avanti è stato fatto nel campo della peschicoltura. Il CRA-Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura comunica che è stata ottenuta una prima versione della sequenza genomica del pesco. Questo importante traguardo scientifico è il risultato di una iniziativa internazionale - "International Peach Genome Initiative" (IPGI) - a cui il nostro l'Italia partecipa assieme a ricercatori americani, spagnoli e cileni. Rivoluzione in arrivo nella peschicoltura, grazie alla mappatura del DNA del pesco
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Locomobili a vapore. Restauro, uso e legislazione.
Mapomac ha risposto a Junker nella discussione Trattori d'epoca
Aggiungo un'altre esemplare, datato 1920, anch'esso dorme ormai da parecchi anni a cielo aperto. Decisamente migliori le condizioni rispetto "all'ibrido" di qualche post fa, sembra quasi completa di ogni sua parte. Ho colto l'occasione per verificare la presenza di differenziale; ho cercato di evidenziarlo nelle foto, ma risulta pressoché nascosto da carter e telaio. Domanda: quella specie di argano solidale con la ruota sinistra a cosa serviva ? Essendo esso azionabile solo con la macchina in movimento, o no ?- 218 risposte
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Effettivamente non è in termini assoluti una novità: in molti paesi è pratica consolidata da diversi anni, specie in Germania su melo. E' bene innanzi tutto chiarire come il diradamento meccanico così eseguito non può essere applicabile a tutte le specie. Su melo e pesco, per la particolare morfologia botanica da ottimi risultati, mentre non si può dire lo stesso di susino e altre drupacee. Nei primi casi infatti la presenza di fiori singoli o corimbi, unitamente ad un'elasticità maggiore del legno permette di effettuare l'operazione con buone soglie di efficienza. Il diradamento se effettuato con allegazione già in atto, aggiunge una quota di frutti persi per la produzione di etilene derivante dalle ferite apportate dalle fruste; gli stessi devono necessariamente cadere onde prevenire lo svilupparsi di frutti quasi sicuramente segnati o deformi. In termini generali i fattori limitanti possono essere: - la già citata soglia psicologica, - rischio di gelate tardive, - forme di allevamento non adatte: occorrono infatti forme in parete con sviluppo orizzontale ridotto ( - possibili danni alla vegetazione, i quali esplicano il maggior danno nella possibile trasmissione di malattie ed infezioni. I pro: - elevato abbattimento del monte ore di manodopera /ha per il diradamento: nell'ordine di un risparmio di circa 100 h/ha, - alternativa valida al diradamento chimico: sempre più difficile specie dopo l'eliminazione del Carbaryl, - risultato subito visibile e correggibile in tempro reale, - adozione di una tecnica stabile e duratura nel tempo a differenza di p.a. di possibile futura revoca, - utilizzabile anche in agricoltura biologica. Il costo di indicativo di 7000*€*non è poi così elevato, considerando il monte ore di manodopera risparmiato per anno e la possibilità di associarsi nell'acquisto. http://www.riviste.provincia.tn.it/ppw/TerraTre.nsf/0/64714E1A2A4CA0F6C1257444003A13B4/$FILE/8diradamento.pdf?OpenElement Riferimenti: http://www.riviste.provincia.tn.it/ppw/TerraTre.nsf/0/4A2B87826A391156C12575C5003E15C1/$FILE/6frutticoltura.pdf http://www.riviste.provincia.tn.it/ppw/TerraTre.nsf/0/64714E1A2A4CA0F6C1257444003A13B4/$FILE/8diradamento.pdf http://www.infokeeper.it/keeperfiles/creso/attach/DirmeccanicoVittone.pdf
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La stima reciproca è tutto... Grazie agli altri !
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Inserisco delle foto "fresche" di una macchina già vista in altre discussioni. Si tratta di diradamento meccanico applicato su drupacee, al momento della fioritura; a differenza di altri casi applicativi, dove l'intervento viene eseguito post-allegagione Nel caso specifico su pesco, dov'è possibile ben vedere il confronto tra pre e post trattamento.
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Locomobili a vapore. Restauro, uso e legislazione.
Mapomac ha risposto a Junker nella discussione Trattori d'epoca
Purtroppo no, come dicevo ho dovuto affrettarmi nel fotografare; conto a questo punto di tornare e riuscire meglio nell'intento. Generalmente, sugli altri esemplari che conosci, come avveniva il collegamento ?- 218 risposte
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Locomobili a vapore. Restauro, uso e legislazione.
Mapomac ha risposto a Junker nella discussione Trattori d'epoca
Questo "relitto" giace abbandonato ormai da diversi anni in un piazzale; come alcuni di voi sanno, mi ero promesso di andarlo a fotografare. Mi scuso per le foto un po' bizzarre, ma ci sono cresciuti gli alberi attorno e non ero proprio sicuro di uscire incolume dal reportage...Eventualmente tornerò per scatti migliori. Appena giunto sul posto, non ho potuto fare a meno di notare la presenza di un motore "incastrato" nel telaio della macchina, proprio sotto il posto di guida. Che caspita di soluzione è questa ?- 218 risposte
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Nazareno Strampelli, il Senatore Cappelli e storie d'altri grani...
Mapomac ha risposto a Mapomac nella discussione Coltivazioni erbacee
Ringrazio per i complimenti, ma davvero non dovete. Giriamoli virtualmente al vero autore dell'articolo. Condivido le vostre rimostranze in merito ai possibile disagi, dovuti "incentivando" l'uso di seme non selezionato. Si spera se non altro nel riconoscimento di chi vorrà investire sulla qualità del proprio prodotto, confidando nelle leggi di mercato, le quali potrebbero entro pochi anni tagliar fuori prodotto e produttori mediocri. Su questo però, va detto, lo scetticismo è d'obbligo. -
Irrigare a Striscia....sì ma non a goccia. Si può?
Mapomac ha risposto a MicroIrrigo nella discussione Coltivazioni arboree
Presentata così sembra interessante; praticamente uniti i pregi di impianto a goccia e per aspersione. Tu stesso però, indichi come non ancora presenti questi irrigatori. E' davvero così ? Nemmeno un prototipo ? Qualche foto ?- 3 risposte
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- irrigazione
- irrigazione a goccia
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Nazareno Strampelli, il Senatore Cappelli e storie d'altri grani...
Mapomac ha pubblicato una discussione in Coltivazioni erbacee
Riporto interamente un'ottimo articolo di Dario Bressanini, eccellente autore di contenuti inerenti spesso anche il mondo agricolo. In questo caso è presentata la storia del progenitore dei grani odierni: il Senatore Cappelli. Una storia poco conosciuta, quanto importante; la vera biografia del frumento oggi conosciuto, il quale deve buona parte delle sue caratteristiche al lavoro di un genetista italiano, tal Nazareno Strampelli. Strampelli in completa controtendenza, già un secolo fa, capì l'importanza della selezione genetica e dell'ibridazione delle specie al fine di ottenere miglioramenti produttivi e qualitativi. Oltre a fondamentali passaggi storici legati allo sviluppo dell'agricoltura italiana e di conseguenza dell'intero paese, dalla storia del Senatore Cappelli, è possibile trovare altri spunti in merito alla recente diatriba OGM. Quello che lo scienziato italiano fece in assenza di conoscenze genetiche, allora sconosciute, e con tempi molto dilatati, è quanto oggi si ottiene con l'uso delle biotecnologie: con efficacia, rapidità e precisione allora impensabili. A questo si aggiunge l'ennesimo tassello minante molti cattivi usi di "territorialità", "tradizionalità", "origine", "autoctono" ecc. Seppur tutte virtù di prodotti, popoli e costumi, spesso si cede il passo a forzature anacronistiche, ancor prima che di convenienza. __________________ Forse a qualcuno di voi sarà capitato di trovare, in un cesto gastronomico natalizio da gourmet, dei pacchi di pasta prodotta con un grano duro dal nome curioso: Senatore Cappelli. Sappiate che avete tra le mani la testimonianza del lavoro di uno dei più grandi genetisti agrari che il nostro paese abbia mai avuto, Nazareno Strampelli, e che purtroppo ancora in pochi, in Italia e nel mondo, conoscono. Nato il 29 maggio 1866 a Crispiero, frazione del comune di Castelraimondo, in provincia di Macerata, e laureatosi in agraria a Pisa, cominciò agli inizi del ‘900, senza conoscere le scoperte di Mendel, a studiare il frumento con l’obiettivo di migliorarne sia la qualità sia la produttività. Strampelli si concentrò soprattutto sul miglioramento genetico del grano tenero attraverso incroci (“ibridismo”) con semi provenienti da ogni parte del mondo, contrariamente all’opinione dei suoi oppositori, come Francesco Todaro, che sostenevano il “selezionismo” suggerendo invece una lenta selezione dei frumenti autoctoni scegliendo di volta in volta le piante migliori per le caratteristiche desiderate. Todaro considerava l’apparizione degli ibridi una “moda” destinata a passare. La storia gli avrebbe dato torto. Il grano Rieti Originario Sin dalla metà del XIX secolo il grano Rieti Originario, coltivato da tempo immemorabile nel capoluogo sabino, era molto apprezzato in tutta Italia, tanto che nel 1879 veniva venduto a 50 lire il quintale contro le 24-32 lire degli altri grani. Tutti in Italia lo volevano seminare. Scriveva il Comizio agrario di Cremona: "S’è visto infatti che gli stessi appezzamenti di terreno seminati parte a grano rietino, e parte a grano nostrano somministrano prodotti per qualità e quantità differentissimi, avendo i primi superato sotto ogni rapporto, di gran lunga questi ultimi" Era talmente desiderato che la produzione non riusciva a soddisfare tutte le richieste, e molte erano le frodi in commercio, con altri grani meno pregiati spacciati per Rieti. Il Rieti ha il grosso pregio di resistere ad una malattia, la ruggine, ma ha il difetto di essere soggetto all’”allettamento”, cioè al ripiegamento fino a terra della pianta a seguito di vento o pioggia. Strampelli, che nel 1903 vinse la “Cattedra ambulante di agricoltura” a Rieti, era molto incuriosito dalle qualità del Rieti: “Naturalmente, trovandomi a Rieti, i miei lavori dovevano cominciare dal frumento Rieti il quale, coltivato da tempo immemorabile in quella vallata fredda in inverno, calda-umida in estate, in ambiente estremamente favorevole allo sviluppo delle ruggini, è andato selezionandosi attraverso i secoli, acquistando rusticità e divenendo assai resistente agli attacchi dei detti parassiti.“ Scriveva al ministro dell’agricoltura: “Eccellenza, le buone qualità del grano da seme di Rieti son dovute esclusivamente alle speciali condizioni del clima e di questo suolo l’uomo non ha fatto mai nulla per cercare di aumentarne i pregi mentre con accurata selezione fisiologica e metodica si potrebbe arrivare a fare del grano di Rieti il migliore dei frumenti da seme con grande vantaggio di tutta la granicoltura nazionale.” In uno scritto del 1932 Strampelli spiega che il metodo “selezionista” in voga all’epoca fosse inutile su grani, come il Rieti, le cui caratteristiche genetiche forgiate dall’ambiente e dal clima erano rimaste immutate per secoli. Volendo inserire delle nuove caratteristiche era necessario “prenderle” da altre varietà (Strampelli sarebbe sicuramente stato entusiasta delle moderne tecniche biotecnologiche che permettono di inserire geni provenienti da varietà e specie diverse per donare le caratteristiche volute). Ecco allora che Strampelli inizia a raccogliere grani dai quattro angoli del globo ne collezionò più di 250- per cercare di inserire delle nuove caratteristiche nel Rieti tramite incroci. Strampelli aveva già effettuato degli incroci, per fecondazione artificiale, a Camerino, come descrive lui stesso: “A Camerino, sin dal 1900, praticai l’ibridazione del frumento Noè con il Rieti. Mi prefiggevo di ottenere un frumento resistente contemporaneamente all’allettamento ed alla ruggine, per avere una varietà adatta ai terreni del Camerinese […] ove per elevata fertilità il Rieti corica sempre, ed il Noè, che non corica, a causa delle abbondanti nebbie, è fortemente danneggiato dalla ruggine” Il Noè era una selezione francese di un grano russo. L’Ardito e la “battaglia del grano” Uno dei primi grandi successi di Strampelli fu il grano Ardito, ottenuto incrociando il Rieti Originario, che resisteva alla ruggine nera, con il Wilhelmina Tarwe, varietà olandese ad alta produttività, e successivamente incrociando il risultato con l’Akakomugi, un frumento giapponese di scarsa importanza agronomica ma caratterizzato dalla taglia bassa e maturazione precoce. A sua volta il Wilhelmina era un incrocio tra una varietà locale olandese (Zeeuwse Witte) e una inglese (Squarehead). L’Ardito maturava 15-20 giorni prima del Rieti, era alto 80-100 cm, resisteva al freddo e alla ruggine, ed era molto produttivo. Fu grazie all’Ardito e agli altri grani di Strampelli che il regime fascista, in quella che venne chiamata retoricamente “la battaglia del grano”, riuscì ad aumentare la produzione italiana di frumento dai 44 milioni di quintali prodotti in Italia nel 1922 agli 80 milioni di quintali del 1933, senza quasi aumentare la superficie coltivata. Solamente grazie agli sviluppo della biologia molecolare è stato possibile identificare i geni responsabili delle caratteristiche introdotte da Strampelli in quasi tutti i suoi grani a partire dall’Ardito. Il primo gene (chiamato Rht8) è responsabile della taglia ridotta del fusto delle piante di grano, caratteristica che le aiuta a non piegarsi sino a terra per effetto del vento. Il secondo gene (Pdp-D1), ingannando in qualche modo l’orologio “interno” della pianta, le permette di venire a maturazione prima, rendendola insensibile al fotoperiodo (alterando cioè la capacità della pianta di reagire alle variazioni di luminosità dovute al susseguirsi dei mesi). Questi due geni erano presenti nell’Akakomugi e grazie a Strampelli si diffusero in quasi tutti i grani d’Italia e in molti altri d’Europa e del mondo. Strampelli effettuò e descrisse l’incrocio di più di ottocento frumenti, molti dei quali utilizzando il “Rieti originario” come “padre” o “madre”. Una conseguenza inaspettata dell’introduzione dei grani di Strampelli fu la riduzione del rischio, per i contadini, di contrarre la malaria. In precedenza nelle zone paludose ancora infestate dalla malaria il grano giungeva a maturazione nel picco di diffusione delle zanzare malariche. Potendo anticipare la mietitura i contadini migliorarono anche le loro condizioni sanitarie schivando le zanzare. Il grano duro Senatore Cappelli Nel 1907 il deputato del Regno Raffaele Cappelli, permise a Strampelli di effettuare delle semine sperimentali su dei campi di sua proprietà vicino a Foggia, essendo lui stesso interessato all’agricoltura. Come già aveva fatto per il grano tenero, Strampelli selezionò e incrociò sia grani duri autoctoni del sud d’Italia e delle isole sia provenienti da altri paesi del mediterraneo. Nel 1915 selezionò una varietà autunnale con buone qualità di adattabilità e adatta alla pastificazione, ottenuto della varietà locale tunisina Jeanh Rhetifah. È il grano che nel 1923 verrà rilasciato omaggiando con il nome Raffaele Cappelli, nel frattempo divenuto senatore. Strampelli rilascia altre varietà di grano duro come il Milazzo e il Tripolino, ma è il Senatore Cappelli che diventa un successo tra gli agricoltori italiani, nonostante fosse alto e suscettibile all’allettamento. Era infatti molto più produttivo dei grani duri utilizzati in precedenza. Le rese passarono dalle 0,9 tonnellate per ettaro del 1920 a 1,2 della fine degli anni ’30. L’oblio di molti grani locali Il Senatore Cappelli sostituì molti grani duri autoctoni sino a raggiungere, nei decenni successivi, un’estensione pari al 60 per cento della superfice italiana coltivata a grano duro. La stessa sorte era toccata a molte varietà di frumento tenero spazzate via dall’arrivo dei semi di Strampelli, che presto coprirono più dell’80% della produzione italiana. Per questo motivo sino all’inizio della “battaglia del grano”, nel 1925, i frumenti ad alta resa (per l’epoca) di Strampelli in alcune zone d’Italia furono visti con molto sospetto se non con aperta ostilità perché contrastavano con l’uso tradizionale dei grani locali. Scrive Gian Tommaso Scarascia Mugnozza: Fino agli anni ’20, “conservatorismo” e “localismo”, atteggiamenti politici per la difesa della qualità della tradizione tipica delle varietà di frumento locale, si opposero all’ introduzione delle varietà di Strampelli e all’applicazione delle scoperte della genetica. Questo accadeva nonostante la situazione critica dell’economia italiana fosse gravata dal peso dell’importazione di 2.5 milioni di tonnellate di grano ogni anno. Sembra che le cose non siano cambiate a un secolo di distanza, per quanto riguarda l’ingegneria genetica come metodo avanzato per produrre nuove varietà vegetali. Strampelli, che arrivò a Rieti con l’obiettivo di migliorare quel grano, ne decretò l’oblio, proprio grazie al successo dei suoi incroci. Scrive Roberto Lorenzetti nel suo volume “La scienza del grano”: Negli anni ’20 le varietà di frumento basse e precoci di N. Strampelli furono molto contrastate, tanto che la loro coltivazione venne bandita dai soci dell’“Unione produttori Grano da Seme” fondata dallo stesso Strampelli nel 1906. E la stampa locale nel 1924 si affrettò a tessere il panegirico della vecchia varietà Rieti, affermando che “Il Rieti originario è il più ambito grano da seme e, nonostante le novità di questi ultimi anni, resta e resterà sempre vittorioso per la sua resistenza alla ruggine” I nipoti dei grani di Strampelli Negli anni ’60 a loro volta le varietà di Strampelli furono sostituite da altre più produttive ottenute però, quasi sempre, da mutazioni o da incroci a partire dalle varietà del genetista di Castelraimondo, primo fra tutti il famoso grano Creso ottenuto irradiando con radiazioni nucleari il Cappelli. Strampelli non si arricchì mai con i suoi frumenti, scegliendo di non richiedere royalties per lo sfruttamento commerciale dei semi da lui distribuiti. Purtroppo è ancora scarsamente conosciuto, sia in Italia che all’estero, perché malauguratamente la prolificità nell’ottenere nuovi incroci andò invece di pari passo con la scarsità di pubblicazioni scientifiche che il genetista decise di scrivere, quasi che tutto il tempo a sua disposizione dovesse essere impiegato nel lavoro nei campi e in laboratorio e non allo scrittoio. I grani erano le sue “pubblicazioni”. La conseguenza però fu che nel giro di pochi decenni dalla sua morte avvenuta nel 1942, complice forse anche il suo coinvolgimento con il partito fascista, a cui si iscrisse nel 1925 (venne nominato senatore nel 1929), l’Italia e il mondo si dimenticarono di Strampelli. Strampelli fu senza dubbio un precursore dell’agronomo Norman Borlaug, l’artefice della rivoluzione verde e premio Nobel per la pace nel 1970, ignaro dell’operato dell’italiano. Come ci ricorda Sergio Salvi, nel suo libro “viaggio nella Genetica di Nazareno Strampelli”, una lapide all’esterno della casa di Strampelli a Crispiero reca la scritta “dove cresceva una spiga di grano ne fece crescere due”. È curioso che il grano Cappelli, ora diventato un simbolo della “pasta da gourmet”, fosse una volta il comune grano della pasta di tutti i giorni, e che venga da alcuni considerato “autoctono” quando in realtà è una varietà tunisina. Per non parlare degli altri grani di Strampelli che tutto sono fuorché “autoctoni”. Scorre sangue (pardon, DNA) straniero nei grani d’Italia. La tradizione è solo una innovazione riuscita, e a quasi un secolo dalla sua creazione è ironico che ora sia proprio il Senatore Cappelli ad essere considerato “tradizionale” e si cerchi di ridiffonderlo dopo che varietà più produttive, anche se non sempre di migliore qualità, lo hanno sostituito quasi totalmente. Nonostante il grande successo del Cappelli, Strampelli non gli attribuì mai troppa importanza. È possibile che per il genetista quel grano tunisino, non ancora “ibridato” con altre varietà, fosse solo il primo passo per ottenere dei frumenti duri di qualità ancora migliore e con proprietà desiderate, ad esempio la taglia bassa, esattamente come aveva fatto per il frumento tenero. Fu solo con l’uso delle mutazioni indotte dalle radiazioni che la taglia bassa venne introdotta nei “nipoti” del senatore Cappelli che quindi lo sostituirono nei campi italiani. La prossima volta che gustate una pasta Senatore Cappelli ricordatevi di Strampelli, lo scienziato che con la genetica ha migliorato una coltura tradizionale italiana.