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Nei terreni particolarmente argillosi, spesso purtroppo l'unico modo è appunto quello di non lavorarli se non in tempera. Il fenomeno è alquanto difficile da spiegare, ma possiamo dire che a l'argilla a differenza degli altri componenti della tessitura non è inerte. Grazie alla particolare conformazione cristallina (trattasi infatti pur sempre di un minerale) è in grado di assorbire molta acqua, ed in alcuni casi di aumentare di volume. Grazie alla forza di coesione in queste condizioni è un materiale molto plastico e coeso, basta guardare una cava di argilla. Ecco che quando l'acqua viene a mancare, rimane la caratteristica di coesione, a discapito di quella plastica. Ovvero zolle grosse e dure. Senza reidratazione, risulta ben difficile con qualsiasi attrezzo affinare il terreno. Infatti non si avrebbe disgregazione o rotture delle zolle (la principale azione di ogni attrezzo), ma un semplice taglio. In questi casi a mio avviso, meglio stare a casa risparmiare carburante ed usura delle macchine.
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Quello che dici è giusto, ed è necessario fare una precisazione. Tralasciano l'uso del ripuntantore nelle operazioni pre-impinato e riferendosi al solo campo aperto a mio avviso è necessario dire che: - Se si ricorre a questo attrezzo solo per ovviare a problemi di ristagno idrico e di sgrondo, e per di più se si interviene solo a danno compiuto, forse è il caso di rivalutare alcune scelte agronomiche. In primis sistemazione del terreno. - Se invece lo si vuole utilizzare per rompere eventuali suole di lavorazione, ridare struttura al terreno, areare il terreno ecc, va da se che siano necessari più anni e più interventi. La struttura del terreno è infatti quella proprietà del suolo di aggregare le particelle terrose in modo da creare una massa abbastanza omogenea che contempla macro e micro pori. I primi andranno a riempirsi di aria, i secondi di acqua. Generalmente i terreni pesanti sono più soggetti a degrado della struttura, dove con lavorazioni sbagliate o già con il solo passaggio delle macchine operatrici e della pioggia battente, è facile andare a compromettere quella che è la disposizione spaziale dei glomeruli di terreno (particella di terreno delle dimensioni di 1-2 cm). Dapprima si avrà un'occlusione dei macro pori e nei casi più gravi a quella dei micro. Con prevedibili problemi di asfissia radicale e ristagno idrico. Quello che spesso è tralasciato è che il processo di formazione della struttura è molto più lento di un fenomeno che ne comporta invece il degrado.
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Non sarebbe meglio evitare quello ed altri passaggi, lasciano perdere "per sempre" quel benedetto scasso ?!?!
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Mapomac ha risposto a principino1984 nella discussione Comunicazioni con lo Staff
Grazie........ ! -
Come ben sai, già più volte ho espresso riserve verso che questo metodo, anche se tu sei solo un esecutore materiale...:perfido:
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- abate fetel
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Semmai è difficile trovare fornitori, che sempre ti garantiscano un'analisi corretta e puntuale del compost che ti stanno vendendo.
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Mapomac ha risposto a principino1984 nella discussione Comunicazioni con lo Staff
Novità al riguardo ? -
Parlare di frutteti ad alta densità, potrebbe risultare ai più una novità, ma in realtà sia in Italia che all'estero l'orientamento verso la frutticoltura degli anni a venire, è indirizzata verso questo tipo di impianto. Vediamo quindi di capire di cosa si tratta e quali sono i motivi che fanno di questi impianti quasi una scelta obbligata. Principali aspetti di un f.a.d. • Alta densità d'impianto: variabile a seconda della specie. Indicativamente 3-5 volte un'impianto tradizionale. Prendendo ad esempio il ciliegio, un ceraseto tradizionale, fino a pochi decenni fa era costituito da piante alte fino a 15m. Situazione improponibile causa costi manodopera ecc. Oggi un ceraseto moderno richiede piante non più alte di 4-5 m. Discorso valido anche alle altre specie. L'incremento di investimento ad ha è più spinto nelle pomacee. Non è comunque il solo numero di piante per ha a caratterizzare questi impianti. • Ridotta durata temporale: variabile a seconda della specie. Da 1 anno per la fragola, a 5-7 anni per la melo, ai 10 anni per il pero. • Diverso approccio alle tecniche colturali: "rivisitazione" della potatura, priorità a tecniche alternativa quali piegature, curvature, tagli anulari ecc. Applicazioni di impianti di irrigazione evanzati, antigrandine, ombreggianti. Confusione sessuale. • Pesante intervento antropico, elevata pressione agronomica. Applicazione di tutte le tecniche agronomiche al loro massimo stato dell'arte. Principali motivi per la scelta di un f.a.d. • Maggior resa economica. Da non confondere con maggior resa produttiva. Se prendiamo un impianto ad alta densità ed uno tradizionale, e li confrontiamo sul lungo periodo, a livello quantitativo le rese possono essere maggiori per gli impianti tradizionali. Discorso inverso sul breve periodo e sull'aspetto qualitativo. • Possibilità di seguire i trend commerciali. Esempio lampante il melo. Ad oggi la durata commerciale di una cultivar di melo è di 5-7 anni (vedasai Pink Lady), situazione improponibile per gli impianti tradizionali. • Le esigenze temporali di carattere economico, per quanto riguarda ad esempio il pero, non sono così incidenti come per il melo. L'adozione di un f.a.d. in questo caso è da ricercarsi nella minor richiesta di manodopera, che come risaputo per le colture arboree pesa molto nei costi di produzione. • Maggior qualità del prodotto. In un impianto tradizionale la qualità è spesso inversamente proporzionale all'età dello stesso, nonchè eterogenea anche all'interno di una stessa pianta Da cui la neccessità di raccolta scalare o per calibro-categoria, con un aggravio dei costi. Vedasi discorso costo manodopera. • Precoce entrata in produzione. Aspetto necessario in merito alla questione dei trend commerciali. Soprattutto per il punto 3, penso che questa immagine sia molto esplicativa.  Esempi reali Riporto per cominciare alcuni dati indicativi sulle densità di impianto e sulle forme d'allevamento. Meleto 3-3.5 x 0.80 = 4167-3571 piante/ha = medio-alta densità 3 x 0.50 = 6667 piante/ha = alta densità Forme d'allevamento: splinder, -y modificato, fusetto Ciliegio 6 x 6 - 7 x 7 circa 350-500 piante/ha = bassa densità 4.5 x 4 circa 500 piante/ha 900-1100 piante/ha = alta densità Forme d'allevamento: y trasversale, tatura Actinidia 4.5-5 x 1 = 2000-2222 piante/ha Per quanto riguarda la distanza tra le file, alle nostre latitudini vale la regola che la distanza tra le file deve essere maggiore di 1m dell’altezza prevista delle piante. Questo ovviamente per evitare ombreggiamenti reciproci tra le file, il chè comporterebbe una mancata differenziazione a fiore di molte gemme. Indicativamente è possibile comunque dare questi come limiti fisici per il sesto d'impianto. Alle nostre latitudini vale la regola che la distanza tra le file deve essere maggiore di 1m dell’altezza prevista delle piante. Questo per evitare ombreggiamenti reciproci tra le file, il chè comporterebbe una mancata differenziazione a fiore di molte gemme. Vecchie tipologie (ciliegio) Impianti moderni Alcuni riferimenti Dossier Abate Fetel Solaxe una nuova forma di allevamento per il melo a bassa manodopera Solaxe II Solaxe III Ciliegia tra oggi e domani Peschicoltura intensiva Piccola appendice per i nostalgici Cosa rispondere (o meglio, come rispondo io) alla puntuale affermazione: la frutta buona era quella di una volta, e la frutta si è sempre fatta anche senza questo tipo di impianti... Ah le care varietà antiche.... Anche se prendi una pianta di varietà antica, ti accorgerai che all'interno della stessa pianta, i frutti esterni sono i più buoni. Questo perchè maggiormente esposti alla luce e meglio raggiungibili dai fotosintati. Converrai con me, che una situazione simile è improponibile, nell'ambito di un frutteto, dove si cerca di avere frutta tutta uguale. Inoltre inevitabilmente una pianta invecchiando, differenzia sempre meno a fiore e di conseguenza anche la qualità decade. Ovvio che su piante vecchie e magari di qualche varietà locale, può esserci sempre l'eccezione. Aggiungerei inoltre, che spesso si cita quanto sia buona la frutta dell'albero di casa o della "nonna". Questo è solo in virtù del fatto che la frutta la raccogliete matura. Provata a fare lo stesso anche sulle piante e varietà moderne, vedrete che non sono da meno.
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- abate fetel
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Saluto tutti
Mapomac ha risposto a MAURIZIO TRATTORISTACAPO nella discussione Presentazione nuovi utenti
Caro Maurizio, e per fortuna che ci si doveva vedere a breve... Abbiamo pure dormito sotto lo stesso tetto. Guai a chi pensa male :perfido: Speriamo di vedersi all'Eima ! -
il marronaro è tra di voi
Mapomac ha risposto a ilmarronaro nella discussione Presentazione nuovi utenti
Di che zona sei marronaro ? -
A prescindere dall'uso dell'erpice rotante o meno, in qualunque situazione si abbia terreno fine, con una pioggia neanche troppo abbondante è facile compromettere la struttura del terreno. Leggasi piantarsi, leggasi terreno che si attacca e penso in collina anche gravi problemi di erosione. Ti riporto un'esperienza fresca fresca di oggi. Terreno arato dopo mais, circa un mese fa. Terreno di medio impasto, zolle da arature nella norma. L'eccesiva siccità le ha pressochè conservate fino all'intervento dell'erpice rotante di una settimana fa. L'affinamento era comunque grossolano, rimanevano tranquillamente zolle di 10-15 cm. Inutile abbassare la velocità di lavoro, ho preferito badare alla produttività e pertanto velocità di 3-6 Km/h. Negli ultimi giorni sono venuti più di circa 25mm di pioggia. Risultato, le zolle che erano rimaste si sgretolano anche con le mani. Terreno ad oggi ottimale per la semina. E' sempre pericoloso, (e se devi mettere cereali direi anche inutile) affinare troppo il terreno, a meno che non si sia in imminente semina. Rischieresti di dover effettuare un'altro passaggio e sempre e comunque di rovinare quella che è la struttura del terreno. Spesso trascurata (ignorata) e non rispettata.
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A tuo avviso chi a preferito il Challanger al Warrior, per quale motivo lo ha fatto ?
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- cingolato da aratura
- cingolato idrostatico
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Tecniche di taglio - Tecniche di abbattimento
Mapomac ha pubblicato una discussione in Bosco e colture boschive
Si parlava nella discussione sulle motoseghe, di alcune tecniche di taglio. Pertanto per non creare OT, ho creato questa discussione. Dato che tra noi abbiamo un ottimo conoscitore dell'argomento, ovvero Tommy lascio a lui la parola. Inizio io con le domande. Se non si è ancora capito , ho una discreta soggezione nei confronti della motosega:leggi:. Quindi chiedo: qual'è la tecnica migliore per tagliare diametri maggiori alla lunghezza della barra ? -
Intanto apro la discussione
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Hai dei link in merito ai corsi ?
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Immagino anche che l'addestramento di un operatore non sia poi così immediato. Quanta automazione c'è per le fasi di taglio nelle moderne havesters ? Mi sembra di aver letto, non ricordo dove ma si parla di paesi scandinavi, che spesso sono collegate ad internet per essere in diretto contatto con la basa di lavorazione. Può essere ?
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Qual'è il metodo migliore e più sicuro per tagliare diametri maggiori alla lunghezza della barra ?
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Dalla prima volta che ho visto l'interno della cabina di queste macchine, sono rimasto affascinato... Qua è possibile vedere qualcosa
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Le macchine operatrici come i dozer e le apripista moderne, hanno cabine del tutto simili ai gommati moderni. Pertanto il confort è comunque più che accettabile. Ad oggi non sono tanto i cingoli in se a precludere il confort. Semmai la scelta della cabina e di ciò che concerne il suo montaggio.
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- cingolato idrostatico
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Il sovescio se si ha a che fare con un vigneto non inerbito, può essere ovviamente fatto. Anche se alla fine bisogna aspettarsi un "mezzo sovescio", in quanto dovrai pur passare tra i filari e di conseguenza calpestare la coltura da sovescio. A mio avviso se la si adopera come alternativa all'inerbimento non ci sono problemi. Nel caso invece di vigneto che preveda gestione del suolo tramite lavorazioni e considerando che la vite non è una pianta esigente in termini idrici, valuterei bene l'eventuale asporto idrico. Per quanto riguarda tempi di semina e di interro, ovviamente occorrerebbe sapere di che specie si vuole trattare.
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- green manure
- interfila
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Massey Ferguson serie 8600 Dyna VT
Mapomac ha risposto a DjRudy nella discussione Trattori da campo aperto
Un sistema come il Sped Steer, proposto anche da altre case ? Penso che se ben personalizzabile, sia una novità ben più interessante di altre già proposte in materia di sterzatura. Una su tutte il Fast Steer. -
Auguri caro patrizi...come festeggerai ?
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Il termine corretto non è anche processatrice ? Mi sbaglio ? Quante macchine semoventi ci sono in Italia ?
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Mapomac ha risposto a principino1984 nella discussione Comunicazioni con lo Staff
Infatti pure io ci avevo provato, ma non funziona. Principino ? -
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Mapomac ha risposto a principino1984 nella discussione Comunicazioni con lo Staff
Chiedo qua anche se leggermente ot, in modo che tutti possano leggere. Quando si inseriscono i link hai filmati di youtube, nel post compare l'anteprima del video. Come è possibile affiancarli almeno 2 a 2 e non incolonnati ? (in quanto prendono troppo spazio e sfalsano l'impaginazione)