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Bioenergie Italiane: reale opportunità per l'agricoltore?
AGRONOMO ha risposto a DjRudy nella discussione Bioenergie
Volevo porvi un quesito: nessuno di voi si trova in una condizione tale per cui vuole costruire un impianto di biogas a soli reflui zootecnici, ma trovandosi la propria azienda nella fascia di rispetto dei 500 metri dai centri abitati , il comune gli blocca tutto? Personalmente mi trovo in questa situazione e purtroppo mi troverò ahimè costretto a desistere nel mio investimento in biogas... Se qualcuno si fosse trovato nella medesima situazione non esiti a propormi qualsivoglia suggerimento... Grazie anticipatamente.- 218 risposte
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scusate l'intromissione un po distante dalle vostre argomentazioni ma nessuno ha mai sentito parlaredella tecnologia bert della bio4gas italia sembrerebbe una novià assoluta in fatto di digestori che ne pensate?
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Il differenziale a debito a cui facevo riferimento non è altro che la differenza di interesse che ho come risultato dagli interessi attivi che maturano sulla cifra portata in banca a garanzia ed impegnati ad esempio in obbligazioni che mi rendono il 4% netto ed il tasso del mutuo che devo pagare alla banca ad esempio un 5.5% Il tasso differenziale a debito è dato da 5.5%-4%= 1.5% In pratica semplificando è come se il mio impianto fotovoltaico mi costasse annualmente 1.5% di interessi passivi. La questione però è una sola: bisogna avere la disponibilità iniziale dell'intero importo per l'impianto già nelle proprie casse.... non è cosa da poco al giorno d'oggi... A questo punto uno potrebbe asserire che se hai la disponibilità tanto vale autofinanziartelo... Verissimo ed inopinabile...ma vi è anche chi preferisce tenere il proprio capitale e lavorare investendo con i capitali forniti dagli istituti di credito.... Oppure fare a metà ovvero autofinanziarsi per metà e per l'altra metà accendere un finanziamento..... Nulla è sbagliato ogni caso è a se e va valutato singolarmente; soprattutto va contestualizzato temporalmente poichè due o tre anni fa i tassi non erano certo quelli attuali...
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La parte burocratica la sta svolgendo la ditta di cui parlavo sopra con la supervisione del mio geometra aziendale. Per la domanda di connessione sto aspettando la risposta. Ho tre tipologie di tetto:coppi per la parte di azienda dove abitano dipendenti e uffici officina ecc..eternit per le stalle e sandwich per facbbricati a magazzino. Preventivato di rifare a nuovo le coperture in coppi ed eternit con preventivi già fatti e prezzi concordati a metro quadrato con tre imprese distinte, e disgiunte dalla ditta fotovoltaica. Ditta specializzata smatimento eternit. Ditta edile rifacimento tetti Ditta fotovoltaica.
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Allora vediamo di rispondere con ordine e chiarezza: Personalmente mi sono mosso per il fotovoltaico da circa un paio di mesi. Ho avuto circa una decina preventivi di ditte più o meno grandi e più o meno serie. Secondo le mie capacità ne ho tenuti in considerazione due, ad oggi solo uno. Con in mano il business plan della ditta che ho scelto, (il criterio non è stato della miglior offerta, anzi forse ho scelto se non il più caro ma quasi) mi sono recato in diverse banche a farlo valutare dai loro tecnici affiliati. La medesima storia anche qui: a fronte di una decina di banche interpellate sono arrivato a considerarne tre, le quali hanno approvato a pieni voti il piano di ammortamento che avevo presentato, segno che ciò che avevo scelto non andava poi così male... A questo punto mi sono messo a giocare al ribasso con le banche cercando di spuntare le condizioni migliori. Ho preso appuntamento presso la mia azienda in tre giorni diversi con i tre direttori e rispettivi capo area dimostrando che la mia azienda esisteva realmente fornendo tutti i miei dati catastali e la sanità di bilancio della stessa. In partenza tutte e tre mi hanno chiesto garanzie ipotecarie alle quali io ho rifiutato categoricamente. Il passo successivo è stato quello di offrire come garanzia una eventuale liquidità non vincolata quantificata da me in una cifra non superiore al 40% della cifra che erogherebbero per l'impianto. E' stata una proposta alquanto gradita per tutti tanto che si sono prodigati nel fornirmi piani di investimento a tasso garantito. A questo punto, ed in questi gioni mi sto occupando di questo, devo capire quale sia la condizione per me più vantaggiosa tra tasso in uscita che devo pagare per il mutuo e tasso di intersse netto che loro mi offrono sulla cifra che andrò a depositare presso la loro banca. Si parla nell'ordine di un 1,5- 2,5% di differenziale a debito. Inoltre da questa settimana mi sto muovendo nello stesso modo con tre quattro società di leasing giocando sempre al ribasso. Io mi trovo a questo punto come ho fatto con le banche non offrendo nessuna garanzia ne ipotecaria ne in denaro, qui non ho ancora risposte tangibili ma è questione di pochi giorni. Posso fare anche i nomi della ditta a cui appalterò il lavoro e le tre banche con cui sono in contatto ma per ora ha poca rilevanza, preciso comunque che non hanno nessun tipo di collaborazione visto le diverse provenienze: la ditta fotovoltaica è di Milano Una banca è veneta di medio grandi dimensioni, l'altra è di una valle lombarda relativamente piccola e l'altra è una storica banca bresciana anche questa di mede dimensioni. Appositamente non ho approfondito le condizioni dei grandi gruppi bancari perchè sono quelli che versano in condizioni meno rosee e mi hanno offerto minori vantaggi di investimento...
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Allora cerco di chiarire alcune questioni: Primo: l'importo che verrebbe finanziato è del 100% esluso di iva. Non è un problema trovare le banche che ti finanziano il 100% il problema sono le garanzie ipotecarie che chiedono o le eventuali garanzie reali ovvero denaro liquido o ppure obbligazioni ecc. ecc. che devi portare nel loro isituto. Secondo per quanto riguarda il leasing noto alcune lacune, cerco di chiarire alcuni dubbi nel limite della mia conoscenza : Il Leasing fotovoltaico consente di finanziare il costo del bene senza immobilizzare capitali per anticipare l`IVA. Attraverso il Leasing fotovoltaico si puo` disporre dell`impianto con un minimo anticipo sul capitale, inoltre si fraziona l`IVA nei canoni periodici. Il leasing può essere erogato anche per S.A.L. e conviene alle aziende anche per motivi fiscali. Il leasing fotovoltaico offre dei vantaggi: finanziare il costo dell`impianto IVA inclusa, detrarre dal reddito i canoni, definire in modo flessibile: anticipo, durata, ammontare del canone e quota di riscatto finale. Con il leasing fotovoltaico in bilancio non risultano debiti, i costi ed i ricavi si modulano in modo da non produrre reddito. Le Società di Leasing non chiedono particolari granzie alle aziende “solide”, che vogliono installare il fotovoltaico sui capannoni di proprietà. Le garanzie per il leasing fotovoltaico, oltre alla cessione dei contributi derivanti dal conto energia, sono la capacità di restituzione del prestito. In presenza di situazione economica carente si chiederanno ulteriori garanzie (avallo soci, etc.) • Impegno alla cessione notificata dei crediti derivanti dalla tariffa incentivante (Conto Energia) • IVA agevolata al 10% • Per imprese, se impianto strumentale e contratto di durata non inferiore ai 2/3 ammortamento ordinario: ammortamento più rapido rispetto all'acquisto diretto (eccetto Società con contabilizzazione IAS). • Per privati e condomini: possibilità di accedere alla detrazione IRPEF pari al 36% in 10anni (ex Legge Finanziaria 2007, max 48.000 € delle spese sostenute non cumulabile con conto energia) Prefinanziamento Ammesso secondo struttura costruendo. Durata massima 24 mesi. Erogazione successiva al rilascio completo delle autorizzazioni Importo Minimo € 50.000, max nessun limite Durata Massimo 20 anni (in relazione alla delibera assunta) Anticipo Commisurato al profilo di rischio dell'operazione ( in media il 10% del costo finale) Canoni Mensili, trimestrali Tasso leasing Variabile o fisso Assicurazione Polizza All Risk Quanto sopra scritto per dovere di cronaca lo potete trovare in internet tranquillamente in qualche brochure di società di leasing che offre questo tipo di prodotto. Personalmente mi sono già informato e con i tempi che corrono a oggi è un ottima alternativa a chi come me non vuole assolutamente intaccare la propria attività agricola, ( la mia è una società agricola cerealicolo zootecnica) ovvero non dover contribuire con introiti esterni all'attività fotovoltaica, e farla vivere con le proprie forze anche a costo di pareggiare i conti e non guadagnare nulla. Personalmente inoltre oltre a sfruttare il leasing come forma di credito per la realizzazione, opterei per la costituzione di una società ad hoc per il fotovoltaico in cui compaiono flussi di cassa inerenti solo al comparto fotovoltaico, non è una spesa esosa e permette di avere chiari i ricavi e costi in ogni momento; la costituzione ti tale società sarebbe una ditta individuale con partita iva con regime iva normale ordinario, spesa costituzione ditta circa 1000-1500 euro.
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Mi sono dimenticato di porre un ulteriore quesito: nessuno ha mai pensato di realizzare un impianto in leasing? Personalmente sto valutando l'idea e credetemi che a primo acchito non ci sono sono notevoli differenze da un prestito normale di una banca al giono d'oggi... ma anzi vi sono vantaggi, tanto di carattere economico che finanziario e non ultimo nessuna richiesta di garanzie...
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Vorrei porre una domanda di natura economica a chi è proprietario di un impianto di almeno 100Kw e l'ha finanziato al 100% con una banca : vi hanno richiesto delle garanzie ipotecarie, oppure è bastata solo la cessione del credito. Non riesco a trovare nessuna banca dalle mie parti Brescia che finanzi il mio progetto di impianto sui tetti di circa 350kw se non dietro eventuale garanzia ipotecaria o dietro corrispettivo di una somma in liquidità vincolata pari almeno al 50% della somma erogata dall'istituto per la realizzazione dell'impianto medesimo.... E' possibile? Mi era stato detto che non servivano garanzie di nessun genere... invece scopro che per poter accedere al credito per il fotovoltaico bisogna avere le spalle coperte... Come si fa allora a raccontare certe leggende dove ci si illude che il fotovoltaico si autofinanzia...
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Carri autocaricanti per rotoballe o balloni
AGRONOMO ha risposto a Toxi 82 nella discussione Attrezzature da campo aperto
Grazie toxi posso chiederti se non hai mai pensato di modificarla in idraulica per una questione di comodità? In effetti però pensandoci, l'aprire lo sportello manualmente non ti implica una fatica ulteriore visto che si deve scendere dal trattore ugualmente per sistemare le rotoballe con il telescopico, ergo è un optional non così indispensabile.... mi sembra di capire....- 200 risposte
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Carri autocaricanti per rotoballe o balloni
AGRONOMO ha risposto a Toxi 82 nella discussione Attrezzature da campo aperto
Ciao toxi posso chiederti che tipo di apertura posteriore ha il tuo carro, manuale o idraulica?- 200 risposte
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scaricato 4000 litri l'altro ieri 0.61 euro + iva pagamento 30 giorni fine mese
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sollevatori anteriori
AGRONOMO ha risposto a devil man nella discussione Macchine Agricole Varie e Componentistica
io ho appena montato un sollevatore anteriore sauter sul mio jd 7820 euro 3000 piu iva.- 419 risposte
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mi fa piacere che l'amico di pozzolengo confermi quanto ho detto...perchè non vorrei essere preso per il solito bresciano sbruffono...comunque ribadisco le cifre e preciso che io mi riferisco a terreni destinati a colture di mais in avvicendamento a loiessa o creali vernini o erba medica, qui da me non ci sono alternative. Se poi ci spostiamo leggermente a nord a ridosso del confine del consorzio franciacorta oramai rinomata zona vitivinicola, a mio modesto parere solo per il nome e poco per la sostanza, eccetto 4 o 5 produttori veramente eccelsi, non vi dico dove si arriva con i prezzi: siamo nell'ordine dei 450.000-500.000 euro ettaro, che comunque raffrontati alla PLV totale ettariale che si ricava con il vino possono essere giustificati....al di la di ogni commento specifico, sono cifre che non rispecchiano un mercato fondiario reale, bensì un mercato che purtroppo vista la zona si confronta con realtà non agricole, per esmpio artigianali, industriali, dove le logiche di investimento e quindi di guadagno sono completamente diverse...
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Io sono di Rovato provincia di brescia ovest; mi vergogno a dirlo ma i prezzi all'ettaro difficilmente scendono sotto i 150.000 euro. Non sono frottole credetemi: io ho appena acquistato 8 ettari circa e credetemi li ho pagati parecchio di più della cifra che vi ho menzionato. Sia chiaro che parlo di terreni in pianura irrigui con metodo a scorrimento, giusto per precisare. So che aprirò numerose discussioni in merito ai prezzi che vi ho citato con altrettante perplessità in merito all' ammortamento, ma purtroppo la realtà dei fatti è questa. E' un discorso ampio e complesso che affronterò se qualcuno ne sarà interessato, visto che non vorrei che si pensasse che gli agricoltori bresciani o per lo meno quelli della mia zona non siano capaci a fare i conti...
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Vorrei aggiungere un ulteriore elemento alla discussione sempre di carattere economico ma non riferito al breve periodo ovvero al ciclo colturale annuale, ma sul lungo periodo almeno 10 15 anni. Mi rendo conto che sia un discorso che poco si adatta alle numerose realtà geografiche di cui abbiamo parlato ma vi assicuro che dalle mie parti calza a pennello. In sostanza voglio dire che nel bresciano la terra é diventata un vero e proprio bene rifugio. Oramai troppo spesso assisto a cessioni di terreni sia in vendita che in affitto a prezzi folli ( anche 195000 euro ettaro o affitti quindicinali di 1500 euro ettaro annuali ) da parte di gente che non appartiene al settore agricolo, molto spesso sono industriali o grandi artigiani che impiegano il proprio denaro in un bene che ritengono il più sicuro e il meno soggetto all ‘ inflazione. Come ho già detto in un altro post il valore della terra negli ultimi 10 anni dalle mie parti si è rivalutata del 100% ovvero il doppio...il che è tutto dire.... Molti quindi vedono l'investimento fondiario come una speculazione: si aggiunga poi che qui nel bresciano la terra è sempre meno, causa strade, centri commerciali, cave, discariche ecc. ecc. in più con la nuova legge nitrati molti agricoltori allarmati si sono messi disperatamente a cercare terra quindi il valore dei terreni è schizzato alle stelle. Con questo non voglio giustificare alcune cifre irreali per un mercato che vive dei prodotti che raccoglie dalla terra ma la realtà dei fatti è questa: una commistura di agricoltori artigiani ed industriali che per motivi diversi lottano per accaparrarsi la terra non curandosi del reddito che ne potranno trarre ma dalla rivalutazione annuale. Esempio: se 10 anni fa la terra costava 150 milioni di lire ettato oggi costa 150.000 euro ettaro. Si è rivalutata del doppio in dieci anni e nello specifico circa 10 milioni delle vecchie lire o se preferite 5.000 euro attuali…. Ecco perché di alcune cifre fuori dal mercato….come si deduce anche se ci si perde qualche centinaio di euro ettaro anno, l’industriale o l’artigiano non guardano al reddito ma alla rendita comprensiva di rivalutazione e quindi più che in attivo… Per l’agricoltore invece che vive del prodotto della terra poco gli interessa della rendita, è il reddito che lo fa mangiare… Discorso analogo per gli affitti che sono lievitati negli ultimi 15 anni grazie o per colpa, dipende dal punto di vista, del mercato suinicolo: mi spiego la quasi totalità dei suinicoltori bresciani e non solo negli ultimi anni ha investito notevolmente in strutture per aumentare i numeri spesso raddoppiando o triplicando i capi in meno di un lustro visto che il mercato era molto molto florido. Come diretta conseguenza, per lo spandimento dei reflui vi è stato un incremento fortissimo di domanda di terra. Il discorso però purtroppo è sempre stato slegato tra i due fattori produttivi: gli eventuali prezzi esorbitanti di acquisto o di affitto o ancor peggio le ingenti perdite a ettaro dovute a molteplici motivi sia di carattere economico che agronomico venivano supplite dagli enormi guadagni con i suini i quali dal canto loro non sarebbero potuti essere allevati senza la terra…. Ho cercato di chiarire il motivo di alcuni valori fondiari e di affitto che si sono raggiunti negli anni e che non si giustificano con le sole rese areiche. Concordo pienamente quindi nel dire che sotto certi valori di produzione è antieconomico seminare mais ma spesso dietro a quei terreni apparentemente in perdita ci sono realtà che non conosciamo….
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- bayer
- carenza fosforo mais
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Volevo precisare alcune cose a dj rudy per via dei prezzi che ha elencato, visto che coltivo mais a Brescia: Non mi ritrovo molto nei prezzi che ha scritto comunque diciamo che orientativamente il costo dalla semina al raccolto per un ettaro di terreno a mais è di circa 1200 euro nel caso di monocoltura, per chi usufruisce di reflui zootecnici o letame possiamo uleriormente diminuire la cifra di circa 150 200 euro. La plv totale ettaro dalle mie parti con terreno di medio impasto con buona dotazione idrica è di tranquillamente 180 quintali ettaro ma non sono rari i casi di 190 e più.. Quindi tenendo come riferimento il prezzo di 14 euro quintale la plv totale si aggira sui 2400 2500 euro. Profitto in annate discrete : circa 1000 euro ettaro. Entrando nello specifico non mi ritrovo nei costi : semente: dai 150 ai 180 euro ettaro lavorazioni per preparazione letto di semina la semina: 300 350 euro ettaro concime presemina: 5 6 quintali ettaro * 35 euro quintale = circa 200 250 euro ettaro concime sarchiatura: 3 quintali ettaro * 35 euro quintale = circa 100 120 euro ettaro diserbo: non si superano i 60 70 euro ettaro piralide: difficilmente si fa il trattamento sulle prime semine ma se servisse sono 80 euro ettaro raccolta: 120 130 euro ettaro. Non dimentichiamo infine la PAC che è di circa 500 euro ettaro. Spero di averti chiarito il perchè la maggior parte degli agricoltori almeno bresciani bergamaschi cremonesi mantovani milanesi lodigiani naturalmente con tutte le sfumature dovute al terreno alle tecniche agronomiche ecc..ecc. semina ancora mais. Ciò che deve stupirti però non deve essere il profitto ettaro in senso assoluto bensì rapportato al capitale d cui esso scaturisce; Dalle mie parti provincia in provincia di brescia oramai la terra per uso agricolo non si trova a meno di 150.000 euro ettaro. Chi compra terra quindi non deve vederlo come un investimento a breve termine ma come un ritorno nel lungo periodo. Inoltre un' ultima cosa se si analizza la rivalutazione della terra negli ultimi 10 anni dalle mie parti è stata superiore del 100% ovvero i prezzi sono raddoppiati.... Se questa non è utilità....
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John deere serie 5R
AGRONOMO ha risposto a santinojx1100u nella discussione Trattori da campo aperto
Circa un mesetto fa ho acquistato un jd 5090r completo di tutto tranne il sollevatore anteriore e confermo i prezzi da voi postati aggiungendo però che sono in allestimento base... Già solo l'aria condizionata è costata 1950 euro... Inoltre almeno nella mia zona di Brescia vi era la possibilità di accedere ad un finanziamento di tre anni tasso 3.99 con prima rata tra 12 mesi. Personalmente non ho usufruito di tale offerta ho deciso di pagarlo subito accordandomi con un ulteriore sconto pari orientativamente agli interessi che sarebbero maturati....- 1307 risposte
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Mi permetto di dissentire in parte con pepi 936: quanto affermi nell'ipotesi di partenza da cantieri nuovi accade raramente per non dire mai. infatti in un' azienda agricola ad indirizzo zootecnico il più delle volte un trattore ad uso unifeed un ragno e una pala sono macchinari che esistono già, magari non sono all'avanguardia, ma vi sono; discorso diverso per la scaletta: sono d'accordo con te che è una noia, almeno per chi ha i verticali non dotati di fresa, con più trincee da caricare, ed in questo caso se non è presente in azienda l'acquisto lo indirizzerei sul nuovo. Quindi queste spese il più delle volte non bisogna affrontarle o comunque se c'è la necessità si recuperano anche usate visto che sul mercato si può trovare dell'ottima merce con spese contenute e ancora in ottimo stato per questi tipi di macchine(trattori media potenza caricatori in generale). L'ipotesi di comprare un semovente usato la trovo poco realizzabile e antieconomica: non è facile trovarli come li si vuole ( tipo, cubatura, modello, marca.....) per prima cosa, e nell'eventualità positiva la scelta sarebbe a dir poco rischiosa poichè se è stato sostituito.....un motivo ci sarà!!!!!! intendo dire che non sono macchine che si cambiano per il gusto di cambiarle o perchè è uscito il modello nuovo o perchè da un giono all'altro il carro non è più capiente a sufficienza ( come accade per altre tipologie di macchine in cui le mode la fanno da padrone....), quindi sono macchine sono il più delle volte alla fine della loro carriera lavorativa come testimonia anche il loro mercato: praticamente inesistente.... può capitare tuttavia l'occasione di macchine ancora seminuove con pochi anni/ore con prezzi però vicini al nuovo proprio perchè sono ancora seminuove che quindi il più delle volte non ingolosiscono il probabile acquirente! Un'ultima cosa di carattere pratico: spesso, anzi il più delle volte noto che chi possiede un semovente carica i fieni col ragno ( come fai tu) e gli sfarinati con telescopici o pale per una questione di tempi e usure: a questo punto mi chiedo che senso ha avere il semovente se non lo sfrutto in tutte le sue potenzialità? è certamente molto più comodo e maneggevole non lo metto in dubbio; ma 50-60000 euro in più che spendo per il semovente non credo che ripaghino appieno la mia comodità.... tanto più se l'addetto alla preparazione dei carri, come accade spesso in aziende di certe dimensioni, é l'operaio....
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io possiedo un dumper tandem marca roagna con cassone da 6.20 e devo dire che sono ottimi carri forse un pò troppo alti ma comunque robustissimi e con capacità di carico notevoli.sito:ROAGNA