Vai al contenuto

PSA75

Members
  • Numero contenuti

    149
  • Iscritto

  • Ultima visita

Tutti i contenuti di PSA75

  1. PSA75

    soia

    confermo.... in passato mi sono tenuto per tanti anni la soia per riseminarla l'anno dopo, e non mi ha dato mai nessun problema. Comunque attento al gruppo come giustamente ti ha detto dino62
  2. grazie dell'ottimista.... pur trovandomi d'accordo sul fatto che come dici tu il problema è strutturale nella mentalità e cultura, e che l'omogeneizzazione di questa sia un grande "incompito" ....D'Azeglio diceva.... fatta l'italia ora dobbiamo fare gli italiani.... mentre il Duce diceva.... governare gli italiani non è difficile, è inutile... Sono però al contrario di te convinto che alcune aree possano farcela... e non mi riferisco SOLO alla pianura padana, dove in certe zone l'agricoltore è estinto da tempo lasciando spazio al terzista o nel peggiore dei casi.... alle mogli degli industriali improvvisate contadine ma di estremo successo..., ma anche in zone semi-marginali, dove unita alla cerealicoltura, possano inserirsi anche elementi di zootecnia, produzioni di nicchia e... perchè no magari agrituristiche... Ma solo la forza economica di un gruppo può permettersi questo...
  3. albe Se rileggiamo attentamente i nostri post iniziali.... soprattutto i primi due tre, vedremo che le nostre posizioni non sono poi così distanti. Tu tocchi dei problemi reali ed importanti, ma secondo me possiamo ragionarci per trovare delle ipotetiche soluzioni (ovviamente il tutto migliorabile con la discussione) Mentalità collaborativa, correttezza, lungimiranza, Mentalità collaborativa: E'vero che certi figli sono peggio dei padri, anche se credo che i figli di oggi siano comunque più aperti dei loro nonni nel senso complessivo, quindi secondo me i tempi non sono poi cosi IMMATURI come si pensa.... la cultura, e la mentalità sono un qualcosa che cresce dentro di noi, e l'unico modo per coltivarla e farla crescere dentro altre persone è …. parlarne in continuazione. Correttezza: (battuta) certo che vivi proprio in un luogo pieno di furboni te !! (scherzo è così quasi dappertutto) l'esperienza del commerciante con i gruppi di acquisto è equivalente a quello degli industriali che non rispettano i contratti.... DEVONO SALTARE.... , e gli agricoltori che si son fatti abbindolare ?? ovvio non sono in grado di ammettere il loro errore, ma secondo me è proprio da quell'errore che un giorno dovrete ripartire. Chi non è corretto o usa sotterfugi prima o poi salta.... (nella mia zona chi faceva il furbone ora è li in semi-miseria). Correttezza tra persone... quando si è capito che solo insieme si sopravvive, la correttezza vien da sola, perchè altrimenti sei fuori ed allora vediamo come te la cavi ! Lungimiranza: L'agricoltura è rischio, l'imprenditorialità è rischio, i mercati sono rischio, gli agenti atmosferici sono rischio... ovviamente è rischio anche l'aggregazione , ma soprattutto la gestione affidata ad un terzo. Ma pensate che quando Elkann ha affidato la Fiat a Marchionne non abbia assunto un rischio ? Veniamo più vicino.... ma siete sicuri che vostro figlio sarà in grado di gestire la vostra azienda da solo ? E vostro padre come la pensava ? Quante persone sono fallite nella vita ???? La vita è rischio, ma io preferisco correrlo assieme ad altri, non a caso ho citato uno fra tutti la protezione in caso di malattia. (piccola digressione....(quando un popolo ha una cultura di 5.000 anni contro gli appena 2.500 della nostra, bisogna cercare di capirlo, non criticarlo) lo sai che la parola rischio in cina non esiste ? Per definire rischio loro utilizzano l'associazione di due ideogrammi dove uno significa PERICOLO, ed uno significa OPPORTUNITA') Questo per dire che il rischio (soprattutto in italia) è inteso con la sola accezione negativa, mentre va inteso anche come possibilità che le cose vadano bene.... come il più delle volte succede. Ora proviamo a fare delle ipotesi pratiche.... non ho completato i miei “ragionamenti”, quindi perdonatemi se non sarò preciso, anzi, aiutatemi ad esserlo... (e comunque parliamo di cerealicoltura), non ci ho ancora pensato agli altri settori. Mettiamo il caso che domattina (diciamo fra qualche anno) i vari psr o pac acquisiscano punteggi maggiori sono in caso di aggregazione tra aziende.... Che ne dici ??? credi che qualcuno cominci pensarci ? e/o ad impostare qualcosa ? E successivamente (qualche anno più tardi del punto superiore), i psr preveda importanti interventi ad hoc in caso di aggregazione funzionale delle aziende. E mettiamo (ancora più in la negli anni) che il psr venga concesso SOLO previo piano industriale, garanzie, redditività ecc... che un piccolo cerealicoltore non può sostenere..... Prova ad immaginare questo futuro (anche se per certi aspetti ci siamo già dentro), non credi che la mia ipotesi sia già più fattibile ???? ecco perchè nel post precedente ho chiamato in causa la politica ed i sindacati, loro possono fare molto, ma dobbiamo essere noi a chiederglielo, (ovviamente quando i tempi siano maturi di modo che non sia un fiasco)... ...E i sindacati.... perchè non gli chiediamo di avviare un programma di analisi dei loro agricoltori (visto che hanno in mano tutti i dati) per cercare di far convergere le aziende che per alcuni aspetti sono complementari??? I sindacati (che fanno anche il caf) sanno tutto di noi, e sanno anche con chi andiamo d'accordo.... e se fossero loro a fare “il primo passo” per rompere gli indugi, le timidezze e gli orgogli.... (tipo quando da bambini volevamo baciare una ragazza ma ci vergognavamo.... e se faceva lei il primo passo era molto meglio.....), chiamando dei gruppi di agricoltori e provare ad accennare il discorso ?, magari implementato con dati reddituali, opportunità, risparmi, sicurezze, protezioni ecc... ???? E' così impossibile ???? per baracuda :-) non faccio parte di una società ... sono un contadino....fiero di esserlo
  4. grazie DINO62, grazie HP90 e grazie anche a te PINOLO Le soluzioni sono a volte molto difficili me ne rendo conto .... L'apertura del canale di panama è stata tentata da più imprese in momenti diversi prima di ottenere un risultato ritenuto prima impossibile. Ma non puoi pretendere di farti finanziare l'opera se non dimostri la fattibilità ed il ritorno economico a chi sgancia i soldi, e una buona paga agli operai che eseguiranno il lavoro. Spiego l'esempio. Nelle vostre parole c'è (a mio modo di vedere) la chiave di volta per "avviare" maggiori processi di aggregazione/collaborazione. Se l'impresa di : 1)rendere più compatta la cerealicoltura italiana 2) di aumentarne la collaborazione 3) di stimolarne l'aggregazione 4) di introdurre nuovi stili imprenditoriali/gestionali e di coltivazione 5) di creare massa critica sia per gli acquisti che per le vendite a contratto è considerata titanica (aprire "un canale verso il futuro") prima bisogna convincere gli attori in gioco che la partita è indispensabile, utile e redditizia. Tu pinolo hai secondo me messo la prima pietra per il cambio di mentalità "del popolo" ossia piccole/grandi collaborazioni tra vicini. (*) Se nascono collaborazioni tra vicini in cose piccole (già a mio parere il carromiscelatore è una cosa molto grande), allora il processo è avviato. Attenzione però il proverbio "patti chiari, amicizia lunga" è fondamentale per rendere la cosa fattibile, profittevole, equa e duratura (*)+(**). Quindi il primo fondamentale passo è (a mio parere) convincere gli agricoltori della necessità, utilità e profittabilità della collaborazione. Successivamente (da qui in poi la cosa sarà sempre più complessa, ma sicuramente più avvincente), quando gli agricoltori si saranno resi conto ed avranno fatte loro queste convinzioni, si procederà (in maniera graduale) ad inserire nuove e più complesse forme di collaborazione (magari l'acquisto in comune di qualche macchinario) (*) IL passo successivo a mio parere sarebbe quello che ho indicato nei msg precedenti dove gli agricoltori si mettono in società (*) mediante separazione del terreno (che viene concesso in affitto alla società, ma rimane di proprietà degli agricoltori) e questa società lavora e gestisce il terreno dei soci e magari esegue lavori per terzi o acquisisce altri terreni in affitto o... (e perchè no) a sua volta acquista dei terreni che magari i soci da soli non riuscirebbero a comprare.... e così la smettiamo di cedere le campagne a certi industriali speculatori.... cosa sono gli asterischi ? (*) la politica (**) i sindacati (*) la politica c'entra in tutti i punti nel senso che dovremmo NOI chiedere alla politica che avviasse un progetto forte per avviare la collaborazione tra agricoltori, anche mediante contributi, o sgravi, ma soprattutto leggi semplici che non creino conflittualità tra gli agricoltori La politica ovviamente dovrebbe agevolare tutti i passaggi che ho indicato sopra. Ma ricordiamoci una cosa, se l'idea, la richiesta, la pressione non parte da noi.... scordiamoci qualsiasi risultato, ed ecco che (**) i sindacati giocano qui un ruolo importante di pressione sulla politica e nell'assistenza legale per formalizzare le collaborazioni per evitare i conflitti. I sindacati non lo fanno ?? Abbiamo un'arma..... la tessera ( ecco il fattore economico del canale di panama), e chi se ne frega se qualcuno mi guarda storto... ma quando si tratta del mio futuro... prendo per il collo chiunque !!! Ecco spiegato l'esempio del canale di panama... Cambiamo mentalità noi, proponiamo NOI alternative, e portiamole avanti. Difficile, ma non impossibile.... Io comunque sono corso avanti per spiegare il mio progetto, ma il cambiamento è lungo, il primo passo è parlarne, parlare con il vicino, con il segretario del sindacato, con l'amico deputato/senatore, con gli amici, i figli ecc.... con tutti. Il primo gradino è creare la mentalità, la convinzione diffusa.
  5. PSA75

    Grubber

    certo, mi riferivo ad un rialzamento più pronunciato e comunque regolabile a seconda della situazioneO0
  6. Invito tutti non solo a rileggere il messaggio iniziale, ma a rileggere tutta la discussione per capire bene cosa intendevo dire. Premetto che le critiche che ho ottenuto, sono per me molto utili , ringrazio soprattutto chi come albe86 ha espresso una proposta... ,concordo con Mapomac che il tema di questa discussione sia il problema del mercato dei cereali.... e....come ho ripetuto in molti msg, la necessità di affrontarlo con idee, opinioni e proposte, sempre se quest'ultima aggiunta non è considerata una digressione. mi verrebbe da quotare tutti e rispondere ad uno ad uno con il rischio però di andare fuori tema, ma... lasciatemi fare una sintetica argomentazione che risponde in qualche modo a tutti A) concordo con mapomac.... non bisogna solo leggere giornali di trattori o guardare la tv.... , ma bisogna informarsi per bene sulla reale situazione, su come va il mondo, e capire che il mondo non solo è cambiato, ma sta cambiando anche ora che scrivo... e se ci limitiamo ad utilizzare la tv come finestra sul mondo.... beh, è come pretendere ci cercare pianeti extrasolari con il binocolo.... (quote: baracuda) su qualli basi dici questo,ho letto i tuoi msg.. ma se continui cosi caro amico mi rifiuto di leggere,ma tu compri cinese B) info per baracuda... …. non sono io che compro cinese, MA TUTTI NOI... TE COMPRESO... Guarda bene il MADE IN.... di quello che compri, anche se c'è made in italy o france o altro....forse non nel 100% dei tuoi acquisti, ma in molti casi i componenti sono indiani o cinesi... e poi (altra chicca per baracuda così stanotte non dormirai) ci sono tre tipi di made in cina 1) MADE IN CINA (classico) 2) MADE IN PRC (popular republic of cina) 3) il C E ....(LETTERALMENTE IDENTICO al nostro C E della comunità europea che NON indica (quello europeo) il luogo di produzione, ), con l'unica differenza di una dimensione leggermente maggiore ed uno spazio tra la C e la E maggiore, e significa CHINA EXPORT !!!! ed è utilizzato come specchio per le allodole !!!!! (in genere abbinato ad un made in prc scritto in piccolissimo)!!!! infine (baracuda prenditi il sonnifero stanotte), il 46% delle merci mondiali (e mi riferisco al valore unitario e non al valore economico) viene prodotto in Cina.... e attraverso operazioni di dumping arriva a noi. Ti faccio un esempio, (mapomac mi perdonerà, ma il fine giustifica i mezzi...e poi giuro che la smetto). Lo sai qual'èra fino a pochi mesi fa per alcuni settori, la prerogativa per mettere il made in italy? …. che la componente costo di produzione (generico) di un bene sia dovuta per una percentuale maggiore (non ricordo quale credo l' 80%) a fattori di produzione in italia... (facciamo un'ipotesi sull'occhialeria). ...e se provassimo a pensare che molti degli occhiali da sole che abbiamo (made in italy) sono prodotti completamente in cina al costo di 1,2 dollari l'uno? che poi arrivano in italia (viaggio compreso)a 2,2 dollari e dentro il capannone italiano in un'ora gli applicano la stringa con la marca, la linea commerciale , il made in italy , gli fanno il controllo qualità e lo confezionano (costo di un operaio per un'ora circa 30 €), per ottenere il maggior costo in italia.... non ho finito, e se lo stesso occhiale fosse poi ceduto dall'industria alle catene di rivendita a circa 50 euro, e poi rivenduto a noi da negozio al modico prezzo di 150/200 euro.... che ne diresti del "made in italy" ?... Quindi quando sento dire "io compro solo italiano in OGNI settore", mi vien da ridere.... per alcuni prodotti è possibile, ma nella maggior parte no. Non amo i cinesi, ma non per questo non devo aprire gli occhi. Concordo inoltre con chi dice che il problema è politico o …. mafioso... (so che potrei sembrare antipatico, ma vai a rileggere il msg dove dicevo che il politico è frutto del suo popolo ed espressione della sua stessa mentalità....) Per Albe sul problema dei contratti riso non rispettati... tutte , ma dico tutte non li hanno rispettati ? Se tutte le industie non hanno rispettato i contratti, beh allora vivi in un postaccio pieno di furbacchioni e ti consiglio di emigrare... Se invece qualcuno (magari controvoglia), ma li ha rispettati, beh sta sicuro che la selezione naturale colpirà anche le industrie, stai sicuro anche perchè io con chi fa il furbo non ci lavoro!!!, magari ci guadagnerò di meno, ma è una questione di principio... prima o poi sarà il furbacchione a saltare, il corretto invece avrà sempre futuro davanti a se. Qualcuno parlava del Canada o della delocalizzazione “agricola”... (lasciamo perdere la delocalizzazione industriale che andiamo fuori tema).... Io ho DUE amici, soci, che hanno venduto il terreno qui (a 60.000€ l'ettaro) e sono andati in Canada (con ovviamente l'appoggio di un lontano parente emigrato nel dopoguerra per le questioni burocratiche), ed hanno acquistato terra a 2.000 dollari canadesi l'acro.... fanno frumento e.... il loro centro raccolta.... manda anche in italia.... e sono felicissimi. Quindi se uno vuole le possibilità ci sono..., ma siccome abbiamo molti famiglia e radici (come loro del resto), e siamo sicuramente meno avventurieri, o alziamo bandiera bianca strizzando lacrime, o restiamo qui e cerchiamo di migliorare la posizione comune, cambiando il proverbio “mors tua vita mea” , in “vita tua vita mea”... fine digressione... Torno al tema. Il sistema dei contratti (spiegato nei primi messaggi iniziali), credetemi funziona, ed io ne sono la prova, (visto che ne faccio largo uso). “attaccatemi su questo”
  7. non capisco... perdonami... puoi spiegarti meglio ? oppure, c'è qualche passaggio nei miei msg che non ti è chiaro ? Comunque in merito alla qualità cinese.... o meglio, dei paesi emergenti in genere.... io starei attento.... i tempi son cambiati.... Non voglio andar fuori discorso ed i ragionamenti sui p.emergenti sono solo di contorno. Preferisco pensare assieme e te e a tutti gli utenti delle ipotesi/idee per rendere la nostra cerealicoltura competitiva nei confronti prima di tutto dei nostri cugini europei, e poi .... con il resto del mondo.
  8. battute sulla delocalizzazione a parte... ... e momenti tristi sulla situazione di molti cassintegrati...., ma questa è la realtà.... Veramente io non sono riuscito a trovare alternative all'evoluzione che ho prospettato finora..... ... alternative CHE PARTANO DA NOI.... no fantomatiche soluzioni che arrivano dall'alto... veramente continuo a chiedermi e a chiedere in giro se qualcuno ha idee migliori e più fattibili.
  9. Sono d'accordo che ci vuole tempo .... ma ti do un dato sulla reale situazione Cinese e con quale arroganza e supponenza NOI continuiamo a chiamarci paese sviluppato e loro paese emergente. Sai quanti italiani hanno una denuncia dei redditi superiore a 200.000€ ? Te lo dico io ... 100.000 persone ( lo 0,2% della popolazione) Lo sai quanti cinesi hanno un reddito superiore a 200.000€ ??? La bellezza di 72.000.000 (lo 0,5% della popolazione) Quante automobili Ferrari possiamo comprare noi italiani ? quante i cinesi ?? Quanti prodotti di alta gamma, con lo style made in italy, ad alto valore aggiunto possiamo comprare noi italiani e quanti i cinesi ??? lascio a te la risposta se la globalizzazione ha degli effetti positivi o negativi o se sia meglio tornare ad economie chiuse da dazi e gabelle... fatti due conti, il processo di crescita dei cinesi è più veloce di quello che sembra, solamente che noi Europei e Usa (loro in primis) vorremmo che fosse ancora più veloce.... Hai mai sentito parlare in queste settimane di guerra delle valute, di come il ministro del tesoro USA (Tim Geithner) chieda costantemente alla cina di procedere con un veloce apprezzamento della valuta locale cinese (yuan o renmimbi che dir si voglia) ? Proprio per far aumentare il tenore di vita della popolazione cinese, per far aumentare sua la capacità di spesa (per acquistare i nostri prodotti), oltre che ridurre la competitività sui costi.... Gli effetti positivi della globalizzazione (e della crescita della cina, dell'india e del brasile) credimi, sono più vicini di quanto si creda.... Sempre se gli stati sono intelligenti da mettersi d'accordo e trovare una soluzione agli attuali squilibri, altrimenti.... beh .... non per fare il catastrofista, ma.... una situazione simile si è verificata negli anni dal 1933 al 1937.... Comunque per tornare all'argomento competitività agricola, io credo che per essere competitiva la cerealicoltura italiana, (visto che prima della cina, deve confrontarsi con la cerealicoltura europea), debba effettuare un salto di qualità... O troviamo delle soluzioni o la vedo dura.... Penso che "copiare" dalle cerealicolture del nord Europa sia l'unica strada, quindi secondo me i cinque punti focali siano 1) aggregazione 2) economie di scala 3) contrattazione diretta produzione/industria con produzione di quello che SERVE all'industria 4) mentalità/imprenditorialità di tipo industriale per la gestione dei fattori produttivi (fissazione dei prezzi) 5) nuovi "stili" produttivi e sperimentazione continua.
  10. per Albe Intanto ti ringrazio per la tua proposta Non ne sono d'accordo , ma ripeto , viva le ipotesi di soluzione al problema Tralascio discorsoni sulla teoria economica che sarebbero solo tedianti e non ci porterebbero da nessuna parte. Tralasciamo anche l'aspetto degli accordi bilaterali, delle regole UE, della WTO ecc... Tralasciamo infine tutti i discorsi e le dispute tra gli economisti in questi 3 anni di crisi... Ma ti dico 2 cose, una in merito ai dazi ed una in merito alla globalizzazione: DAZI: Mettiamola semplice.... ipotizziamo che noi mettiamo un dazio su alcuni prodotti agricoli cinesi, giusto o sbagliato che sia, adduciamo la motivazione di una compensazione tra i costi di produzione e le regole ambientali meno stringenti... (faccio per restare nel tuo argomento)... BENE,,, e la Cina che fa ???? sta zitta ??? ... non credo proprio, allora la Cina dice, a me non me ne frega niente... questo è il mondo se volete produrre a prezzi più bassi fate come noi e fregatevene delle leggi ambientali che VOI europei avete fatto e che io (CINA) non condivido, quindi, per ritorsione la Cina mette un dazio su un bellissimo prodotto finito italiano (magari di punta), mettendo in ginocchio quella industria... E via con le ritorsioni (un dazio noi, uno loro e via dicendo), inutili quanto dannose che (sempre per farla semplice) negli anni 30 hanno portato all'autarchia (quota novanta, battaglia del grano), la grande depressione, le guerre commerciali , l gli accaparramenti di materie prime ed infine (ma guarda un pò) la seconda guerra... (mi fermo qui senza fare troppe analogie....) GLOBALIZZAZIONE.... La globalizzazione è come la materia e l'antimateria rispetto ai dazi.... Con i dazi intendo mantenere alto il mio tenore (paesi avanzati) e basso il tenore dei paesi emergenti, (cosa impossibile che porta a insostenibili tensioni) Con la globalizzazione invece, cerco di far in modo che anche nei paesi emergenti crescano i costi di produzione, cresca il loro tenore di vita, in modo da arrivare a ridurre le discrepanze con noi e loro, fare in modo che non siano solo loro ad esportare i beni a noi, ma che il loro tenore di vita cresca affinchè pure loro possano comprare i nostri prodotti, e la competitività sui costi venga meno.... Mi fermo qui perchè con certi argomenti andremo fuori del seminato rispetto alla discussione.... Quindi (perdonami se te lo dico così) la tua soluzione non solo non funziona, ma porta a grandi dolori e sofferenze.... Continuo ad insistere sulle economie di scala, in quanto, poco o tanto, i margini migliorano, ed è l'unico modo che abbiamo per stare al passo con i nostri cugini europei.... (oltre che fare una qualità costante ed in adeguate quantità) Insisto anche che in tutti i settori sta avvenendo da anni la concentrazione... TUTTI, dalle auto, ai trattori, alle aziende estrattrici, meccanica, tessile, banche ecc... TUTTI, e tutti ci riescono, non vedo perchè non ci debba riuscire l'agricoltura...... Io ho una grande paura... Credo che in molti sanno che l'agricoltura così non può regggere, ma molti agricoltori pensano e sperano che... : - se il mio vicino "salta" gli compro la terra e poi sono a posto-, oppure : - tanto io sono più bravo e non mi metterò mai con quello che non capisce un c.-, oppure ancora...:- la mia terra rende moltissimo e la sua nulla-, oppure ancora ; - io non ci sto con quello che lavorerà sicuramente di meno di me- ecc... ecc... ecc... E... da buoni individualisti, pensano che la sorte peggiore capiti sempre all'altro !!! Beh, mal comune non è mezzo gaudio... ma fregatura per tutti !!!!
  11. PSA75

    Grubber

    crc, è quello che pensavo anch'io Tra l'altro, stavo immaginando che una doppia dischiera (con attacchi da sollevatore) applicata dietro un grubber o un dissodatore, nel caso ci siano zolle troppo grandi, mediante il prolungamento del terzo punto (della dishciera) si potrebbe alzare un pochino la prima fila di dischi in modo da ridurre un pochino "il muro" creato dalla dischiera alle zolle , riducendo l'effetto saltellamento e mantenendo un (seppur minore) ma discreto affinamento.
  12. :2funny: beh devo dire che la battuta sul cibo immondizia è davvero simpatica. a parte questo, l'aggregazione serve per sia ridurre i costi operativi, che per la creazione di massa critica per l'ottenimento di sconti, contratti più favorevoli ecc..., che per la liberazione di risorse umane che possono essere impiegate in altro modo (come dicevo acquisendo in affitto o in lavorazione terreni altrui). Per non parlare dei costi fissi, tipo contabilità, domande psr, controlli interni, condizionalità, ammortamenti, manutenzioni... senza tralasciare forse l'aspetto umano più importante a mio parere, la tutela in caso di malattia... che non è poco. In tutti i settori l'aggregazione crea valore aggiunto per i motivi semplici e motivi complessi tipici di ogni settore, non vedo perchè non in agricoltura.
  13. PSA75

    Grubber

    Per cortesia vorrei farti 4 domande in merito a questo post: 1) non capisco di che residui colturali si tratta nel video , girasoli ? 2) stava preparando il terreno per la semina del grano ? 3) nel terreno argilloso di quel tipo, una doppia dischiera ondulata al posto del rullo è possibile che faccia un lavoro migliore ? (in tutte le situazioni del terreno: bagnato in tempera e asciutto ? 4) per ottenere una migliore "stabilità" di lavoro e distribuzione dei pesi, non sarebbe ottimale avere i ruotini di profondità al grubber ? grazie Ciao
  14. Volevo chiedere una cosa, Per arrivare all'estremo del sodo su sodo o sodo + minima lavorazione, non sarebbe ottimale avere oltre alle trattrici a cingoli, anche le mietitrebbie a cingoli ?, visto che molte volte il problema del calpestamento è proprio della mietitrebbia ??? Qualcuno è in questa situazione ? Grazie Ciao
  15. Scusate una domanda, Con la Semeato seminate il grano, e i girasoli E la semina della colza e della soia ? Mai provate ? Se si, come vengono ? Se no, per quali motivi ? Potrebbe essere la Semeato una seminatrice polivalente ? e sostituire tutte le seminatrici mediante l'utilizzo di una sola ? potete per cortesia aiutarmi a capire le differenze tra le 3 semeato TDAX TDNG TDNG3000E ??? grazie mille ciao
  16. Confermi allora che il problema siamo noi come popolo ??? ...delle manifestazioni degli studenti che capiscono.... ci starei attento.... soprattutto sul problema pensioni.... e lascio stare perchè andrei fuori argomento. OTTIMO!!! Quindi ? Soluzioni ? Sicuri che è stato provato di tutto ???? IO non credo !!! Ma .... i nostri sindacati o associazioni o consorzi hanno provato a costruire "gruppi di acquisto" per fare massa critica (o potere contrattuale come qualcuno ama chiamarlo)? Non credo proprio, o almeno non dappertutto e non con la giusta convinzione. Qualche sindacato ha mai avviato programmi per avviare le "fusioni" delle aziende o parti di esse ?? Non credo proprio.... Provate a pensarci... è davvero impossibile mettere assieme delle aziende ?? Qualche sindacato ha mai avviato dei meeting per mettere in contatto i le imprese utilizzatrici del prodotto agricolo (magari quelle che usano il grano canadese) con gli attori della produzione nazionale per creare delle collaborazioni ??? In alcune zone si... ma si tratta di interventi "quasi" locali dovuti alla buona volontà di molte persone, e non di un progetto a respiro nazionale. Avete mai visto proposte CONVINTE per creare "massa critica" ??? Io non molte... Visto che insisto sul chiedere soluzioni, ve ne do una che ho pensato alcuni anni fa, (ovviamente spero di ottenere critiche). Mettiamo l'ipotesi: Un gruppo di agricoltori.... 2, 3, 5, 10 non è importante.... Si mettono d'accordo e costituiscono una società conferendo i propri macchinari agricoli + soldi ( ovviamente un perito o un commerciante stima il valore dei beni conferiti) Con i macchinari vecchi (+ soldi o finanziamenti) si comprano macchinari più nuovi, più efficienti. Viene mantenuta la proprietà del terreno , ma viene concessa alla società neocostituita la gestione dei terreni mediante contratti di affitto a prezzo di favore... (diciamo al 50 / 60% degli affitti più elevati della zona). La società è gestita da un terzo (non socio e stipendiato, CHE COMANDA SU TUTTI... ), mentre i fondatori (gli ex agricoltori) diventano dei dipendenti della società con un piccolo stipendio fisso, e una parte in percentuale degli utili finali, in più sono soci dell'impresa, quindi partecipano agli utili della stessa o ne beneficeranno in futuro per la maggiore capitalizzazione di questa. Poichè i "dipendenti" sarebbero in soprannumero, si crea anche la possibilità di fare lavori per terzi , o acquisire in affitto altri terreni di altre persone che "mollano". patti sociali a parte.... E' tanto difficile creare questo ???? Io credo di no, o meglio oggi come oggi forse è impossibile, ma quando la redditività si ridurrà ancora, allora queste evoluzioni saranno dei passi obbligati. E' vero che ci sono dei contro (gente abituata una vita a far di testa sua è difficile metterla al lavorare in gruppo, il mio rende di più, paure, gelosie ecc...). Ma immaginate i pro ? Massa critica, crescita sostenuta, futuro meno incerto, sostegno in caso di malattia, possibilità di cooptazione tra i figli, e chi più ne ha più ne metta. Attendo critiche ed altre ipotesi/soluzioni Grazie
  17. Il filo comune è la NECESSITA' di associazionismo forte, di contratti validi (CON OBBLIGHI SIA PER CHI PRODUCE che per chi compra), di produzioni che servono all'industria, che però si scontra con l'ottusità degli agricoltori. Il problema di fondo è comune purtroppo, noi italiani siamo sostenitori del proverbio "chi fa da se fa per tre".... solamente che i tempi sono cambiati !!!!! Ora il proverbio che dobbiamo ficcarci in testa è "l'unione fa la forza"... E' vero, è difficile, forse dovremo (come agricoltura in generale), "morire per poi rinascere", dovremo forse passare momenti bui e lasciare che il mercato "elimini o converta" le persone che incolpano il sistema invece di adeguarsi. Invito gli agricoltori "incazzati e depressi" con il mondo di leggere il libro "don Chisciotte".... trovo delle analogie tra la nostra agricoltura ed un uomo che non voleva adeguarsi ai tempi, e nell'anno 1600 si ostinava a girare con l'armatura del 1400 e nella sua mente voleva tornare al passato (la lotta al mulino a vento è una fantastica metafora)... Ma perchè noi italiani (e sottolineo tutti noi) siamo così individualisti ????? Non mi scaglio contro i politici, i sindacati o le associazioni.... Tanto quelle sono espressione del popolo.... (rispondo a Barracuda) Il politico, il responsabile sindacale o di una grande associazione, non è tanto diverso da noi.... LA MENTALITA' E' QUELLA...., quindi se imprechiamo contro il modo di fare di un politico... beh secondo me stiamo imprecando contro la nostra stessa mentalità... e .... noi non "facciamo quelle cose"... solamente perchè "non ne abbiamo la possibilità o la posizione sociale... (ovviamente ho usato il noi, ma non generalizzo , anzi lodo tutte quelle persone oneste che cercano di cambiare le cose). O si comincia a fare gruppo sia nei contratti di acquisto, che nei contratti di produzione e vendita in modo da fare massa critica , o..... o.... lascio continuare a voi !!!!
  18. PSA75

    soia

    eh il cencio molle è una brutta bestia.... sia per umidità, che per impestare il terreno.,,,, i diserbi li aveva fatti ?
  19. per cortesia vorrei pure io un biglietto grazie
  20. PSA75

    soia

    perdonami Rullo, ma ora sono io a non capire.... 1) nel post 135 ho risposto ad una domanda di un utente con la MIA idea (ovviamente opinabile) 2) la tua risposta al mio n. 135 non è stata sulle mie idee, ma su un esempio che ho fatto (la manipolazione dei prezzi) che era di contorno e non centrale, quindi sei tu che hai contestato su un argomento "macro" 3) nel post che quoto, continui a parlare polemicamente di agco, cnh e claas e politiche industriali... vedo che continui a parlare di macro e non capire quello che volevo dire.... 4)ho fatto esempi concreti sul "mio piccolo" e quelli riguardano la discussione e la domanda iniziale 5) non credo sia corretto giudicare i messaggi altrui in base "a quante risposte abbia avuto...." P.s. prima di rispondermi a questo msg, per cortesia dai una riletta ai miei messaggi iniziali 135 e 138 ... forse c'è stata una errata interpretazione....
  21. Ringrazio ancora Mapomac per avermi invitato a questa discussione. Il Forum è talmente ampio , ben articolato e pieno di interventi che per conoscerlo tutto ci vorrebbero mesi. Premetto che secondo il mio parere, anche nelle aziende agricole ormai la componente “finanziaria” e la componente “strategica” (intese come approccio ai mercati, sia in acquisto come in vendita unita alle scelte di cosa e come produrre), hanno assunto una rilevanza talmente elevata, da essere almeno di pari o superiore importanza rispetto alle scelte agronomiche, (anche se comunque sono tutte e tre legate da filo doppio). Ora, con il rischio di espormi a critiche, anzi, sinceramente è proprio quelle che cerco... vorrei inserirmi nella discussione per provare a dare dei pareri e/o ipotetiche soluzioni. Ci tengo a spiegare ben bene le due righe sopra.... E' l'umiltà che mi spinge a scrivere, non la presunzione di dare soluzioni. E' per questo che ho detto sopra che CERCO le critiche. Come ho spiegato nella discussione Soia ai messaggi 135 e 138, secondo me bisogna fare come fanno le industrie Allego copia...... [opI]….copiare dall'industria. Come fanno gli industriali ? (il concetto è difficile e complesso da spiegare in poche righe, ma proverò ad adattarlo alla "velocità" di un forum). Le industrie, così come noi agricoltori, non possiamo permetterci di essere in balia dei prezzi di mercato, soprattutto perchè i tempi di produzione, i momenti di acquisto dei beni per la produzione e di vendita del prodotto sono diversi, e rischiano di avere prezzi discordanti fuori dal controllo e dalla programmazione. L'unico modo per "difendersi" e rendere l'azienda produttiva e redditizia, è cercare di "isolare" la componente" volatile" (prezzi), dalla componente "valore aggiunto" (propria capacità imprenditoriale). Come ? Qui è il difficile. Le industrie utilizzano dei derivati finanziari per mantenere inalterato il prezzo di acquisto delle materie prime per un dato periodo, e , quando riescono, creano contratti di vendita con fissazione del prezzo, aggiungendo dove necessario un contratto derivato per la copertura del cambio valutario. Cosa impossibile per un agricoltore, ma come dicevo si può "scopiazzare qualcosa" Devo cercare di "collegare" in qualche modo il prezzo di acquisto dei beni per la produzione (sementi, concimi, gasolio, antiparassitari, terzisti) (questi sono i principali), con i prezzi di vendita dei prodotti. Poichè l'aumento del prezzo dei cereali di questi ultimi mesi (probabilmente) lo "pagheremo caro" nella prossima annata (come successo nel 2007/2008), devo tutelare i costi di produzione. Come ? Devo creare contratti di acquisto e di vendita in modo da ottenere STABILITA'. Se oggi vendo il mais verde a 16€, devo già aver fissato da alcune settimane il prezzo del prossimo anno almeno per il concime , terzista e le sementi, (se ci riesco anche per il gasolio) per la futura produzione, altrimenti rischio di trovarmi come nel 2008 ad avere dei costi di produzione con prezzi elevati e prezzi di vendita ribassati... Io per esempio ho già il contratto sui concimi , sul terzista (trebbiatura) e sulle sementi, (sto contrattando il gasolio), ed ho i contratti di vendita al 60% con media di periodo, e 20% spot in campagna, e 20% differito a mio piacimento entro aprile dell'anno successivo. In questo modo, non avrò mai la "botta di fortuna" ad acquistare a prezzi bassissimi, e vendere a prezzi alti, ma nemmeno mi troverò con annate in perdita. In questo modo vado a "smorzare" in modo evidente la volatilità dei prezzi lavorando di conseguenza su uno spread fisso. Quindi (clima permettendo), l'unica variabile che influirà sul reddito sarà la propria capacità imprenditoriale [/i] Qualcuno potrebbe contestarmi la mancanza di potere contrattuale, a parte il fatto che secondo me è un falso problema in quanto la stabilità fa comodo a tutti, (al centro raccolta, al molino, al trasformatore, al rivenditore ed al consumatore), quindi fare un contratto è possibile per qualsiasi azienda. Il problema semmai (e nei precedenti messaggi è stato ben spiegato), è che magari questi contratti sono un pochino penalizzanti per il “piccolo” e ci vorrebbe un cambio di mentalità e ragionare in grande mediante un serio associazionismo. Bene ora viene il difficile.... Se cambiare la mentalità ad una persona e farla cominciare ad utilizzare metodi di gestione finanziaria leggermente più avanzati, come fare per cambiare la mentalità di un popolo ???? Non fatemi prendere frasi di personaggi storici su questo problema perchè mi servirebbero migliaia di righe.... Però, (poiché sono un cercarogne... e mi attendo le critiche....) voglio provare a dare due ipotesi. 1)Noi Italiani diamo il meglio di noi (storicamente siamo pieni di esempi) nei momenti più bui o per meglio dire ad un millimetro dal baratro, quindi per poter cambiare le cose, poiché per ora riusciamo a vivacchiare discretamente, prima di darci una “svegliata” le cose dovranno peggiorare ancora, ed allora “forse”, il mix tra : A) le nuove generazioni B) un aumento dimensionale C) l'intervento europeo sulla PAC D) la globalizzazione E) il pareggio degli squilibri paesi avanzati/paesi ex emergenti F) la separazione tra agricoltori di tipo “mantenimento del territorio/aree marginali” e quelli da “reddito da produzione”, protrà rendere la nostra agricoltura più efficiente. Provo a spiegare i punti : A) le nuove generazioni, è un aspetto palese e ben enunciato nei precedenti messaggi B) un aumento dimensionale: secondo il mio parere vuoi per il mancato adeguamento della mentalità dell'agricoltore, vuoi perchè in alcune zone proprio non è possibile essere redditizi , vuoi perchè qualcuno effettivamente vende il terreno, vuoi per altri motivi, nei prossimi anni assisteremo a due tipi di concentrazione; uno sulla proprietà (alcune aziende riusciranno ad avere un aumento dimensionale acquistando i terreni dalle aziende più piccole e meno redditizie), uno di tipo gestionale dove i terzisti di grandi dimensioni (o aggregazioni tra ,essi) faranno da centro convergente della gestione dei terreni che, si, rimangono di proprietà dei singoli privati, ma attraverso forme diverse (affitto, comodato, ecc...) in capo a questi terzisti, si ottengono economie di scala con dimensioni più vicine alle aziende nord europee. C) intervento europeo sulla PAC; questo aspetto è complesso e in divenire, ma è innegabile che comporta e comporterà sempre più una differenziazione delle scelte strategiche di ogni azienda. D)+E) La crisi globale in atto, la crisi finanziaria, la globalizzazione ecc... sono un argomento ampio ed importantissimo per capire la futura evoluzione dell'agricoltura, l'aspetto è vasto e se ai fondatori interesserà potremmo aprire un argomento anche su questo, (a meno che non ci sia già ed io non ne sono a conoscenza), ma bisogna tener presente che la crisi attuale (finanziaria) ha radici molto più profonde e lontane nel tempo e nello spazio di quanto ci vogliono far credere addossando la colpa a quattro banchieri ingordi, il debito pubblico, i pericoli dell'iperinflazine e della deflazione (che sono dietro l'angolo) incideranno moltissimo nelle nostre scelte imprenditoriali. Non èp detto che dobbiamo diventare professori ed economisti, ma sapere cosa ci aspetta il futuro... e meglio di non saperlo F) la separazione tra agricoltore “da mantenimento del paesaggio” ad agricoltore “di produzione” (tendenza prossima viste le discussioni in ambito dei PAC europea), saranno di sicuro impatto sulla dimensione e quindi sulla tipologia degli attori in gioco Ipotesi 2) Tanto semplice, quanto difficile. (quasi utopica) Gli agricoltori si adeguano in pochi anni a nuove tecniche di lavorazione, a nuove metodologie, a nuovi stili imprenditoriali, migliora l'associazionismo (sia a livello di centri di raccolta che di sindacati...) viene aumentato il ricorso al sistema dei contratti (non solo per il prezzo, ma SOPRATTUTTO per produrre quello che all'industria SERVE e che è quindi disposta a PAGARE), (i have a dream....) ma questa strada è a mio parere molto difficile da percorrere, anche se.... non impossibile. Spetta a noi... (attendo le coltellate......) Grazie per la vostra attenzione.
×
×
  • Crea Nuovo...