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Reputazione Forum
10 GoodSu AgroBio
- Compleanno 01/20/1984
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Biografia
Nato a Pontedera (PI) il 20 gennaio 1984
- diploma di perito agrario nel 2003
- laurea in scienze biologiche molecolari nel 2010
- laurea in scienze agrarie nel 2012
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Paese o zona di provenienza
Bergamo, Italy
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Interessi
Agro-energie; Viticoltura; GIS
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Occupazione
Agronomo e formatore tecnico
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Ho visto che negli ultimi giorni c'è stato molto fermento su questo tema. Molti ragionamenti che ho visto scritti, in effetti rispecchiano ciò che spesso sento dire dai vari agricoltori con cui mi trovo a parlare di Biogas. Ognuno riporta, giustamente, la propria esperienza, negativa o positiva che sia. Spesso, per cercare di ragionare in maniera costruttiva, faccio questo ragionamento e lo dico anche agli agricoltori: ..il biogas, di per se, è una tecnologia molto semplice, basata su di un principio che lo è altrettanto. Esiste la possibilità di trarre energia da biomasse di varia origine (scarti e non) e questo ritengo sia una cosa positiva. Tutto ciò che è stato costruito attorno, non deve far perdere di vista il concetto di base che ho appena citato. Dico ancora che la produzione di energia tramite biogas, è un'attività produttiva vera e propria e come tale richiede un alto investimento professionale e una buona capacità gestionale. Se non vi sono questi due presupposti, non credo che possa divenire una fonte di reddito ma anzi un'attività fallimentare. Purtroppo e lo dico con rammarico, chi ha investito in impianti senza valutar bene la loro sostenibilità in termini produttivi e gestionali (sostanzialmente sovradimensionando), ha fatto un investimento fallimentare. Ma non è colpa del Biogas, del PSR o di altri. ...tanto di cappello a chi ha saputo vendere l'impianto. Io consiglio sempre: calma, calma e ancora calma. Valutiamo bene, c'è un impianto per tutti.
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E perché mai?
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Salve a tutti, se a qualcuno può interessare (direi ai Lombardi), la Regione Lombardia ha prorogato il termine di scadenza del bando PSR "misura19" inerente al sostegno sviluppo locale leader, al 15 Gennaio 2016. E' rivolto a Gruppi di partenariato locali ai quali possono partecipare anche le aziende agricole. Con questa misura è finanziato anche l'investimento in ENERGIE RINNOVABILI. Un saluto. Roberto
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Io sono un Agronomo e faccio consulenza nel settore delle agroenergie (biogas e biomasse), non rappresento nessuna ditta costruttrice e aiuto gli agricoltori nella scelta del giusto impianto, adatto alle loro effettive capacità nonché esigenze. Se vuoi posso darti una mano, senza impegno. Un saluto, Roberto
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Impianti per lo sfruttamento energetico delle biomasse
AgroBio ha risposto a Az. Agr. La Capannaccia nella discussione Bioenergie
Lo dico perché, dalle modalità che racconti ("stanno cercando coltivatori di mais"), pare che sia dietro una società o una banca che con l'agricoltura ha a che fare poco. In più quando tiri in ballo molti "attori" nella filiera produttiva, con molte variabili in gioco (la coltivazione di mais), si vanno a ricreare quelle condizioni che hanno portato al fallimento molti impianti del Nord Italia che producono biogas senza avere terreni e che quindi si trovano in balia del mercato, il quale, lo sappiamo, ha troppe oscillazioni per garantire una redditualità annuale sulla quale basare un business plan. -
Impianti per lo sfruttamento energetico delle biomasse
AgroBio ha risposto a Az. Agr. La Capannaccia nella discussione Bioenergie
Allora probabilmente si tratta di un impianto di Biogas. Però dalle modalità che racconti, sembra un fallimento annunciato. -
Impianti per lo sfruttamento energetico delle biomasse
AgroBio ha risposto a Az. Agr. La Capannaccia nella discussione Bioenergie
Non saprei, perché se non sappiamo che tipo di biomassa vorranno sfruttare e che tipo di impianto costruire, non so quantificare. Posso intuire che, trattandosi del viterbese, sia biomassa legnosa e quindi cippato e forse è un gassificatore. Quando hai dati più precisi, facci sapere. Un saluto -
Impianti per lo sfruttamento energetico delle biomasse
AgroBio ha risposto a Az. Agr. La Capannaccia nella discussione Bioenergie
Ciao, a che tipo di impianto di riferisci e che tipo di biomassa intendi utilizzare? Un saluto -
Colture e sottoprodotti dedicati all'alimentazione di impianti biogas
AgroBio ha risposto a DjRudy nella discussione Bioenergie
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Per un corretto dimensionamento dell'impianto, purtroppo, le variabili in gioco sono molte e quindi, spesso, prendendo come esempio impianti di conoscenti, amici, ecc.. si rischia di fare paragoni che sviano da quella che potrebbe essere una soluzione ideale. Variabili come: - temperatura di fermentazione - regime di SS a cui lavora l'impianto - alimentazione del bestiame - logistica e organizzazione della stalla - corretta gestione della biologia dell'impianto - corretto insilamento o stoccaggio delle eventuali biomasse solide. - etc. Fanno si che ad un impianto da 100 Kw correttamente progettato e dimensionato possa essere sufficiente il liquame di 200 vacche in lattazione, oppure se progettato male, ce ne vorrà di più. Non tutte le ditte costruttrici hanno le soluzioni ideali per ogni caso, per esempio se un'azienda ha a disposizione solo letame perchè alleva vitelli, dovrà rivolgersi alla ditta che offre una soluzione costruttiva adatta a lavora con tenori di SS del 10-11%. La stessa ditta, ad esempio, non andrà bene per chi alleva suini e quindi viaggia con il 2-3% di SS. Non deve essere l'azienda che cerca di adattarsi all'impianto offerto ma piuttosto, cercare tra tutte le aziende quella che offre la soluzione impiantistica migliore per le biomasse che sono disponibili in azienda.
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Con circa 250-300 vacche in lattazione (Frisone) puoi raggiungere l'autonomia di liquami per 100 KW.
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.. significa 0,236 euro/kWh che produci. L'impianto da 100 kw, se ben dimensionato, funziona benissimo anche con soli liquami (anche solo letame). La questione di aggiungere altre cose, come ad esempio insilati, farine, etc. Sta a significare che l'impianto è stato sovradimensionato e che quindi per funzionare a regime ha bisogno di aggiunte. Certo, uno può farlo anche come scelta propria, tenendo presente però che non puoi oltre il 30 % in peso di s.s. sul totale (per mantenere la tariffa di 0,236). Consapevole, inoltre, che i tempi di rientro si allungano perché cala l'utile.
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Dipende da molti fattori, in primis direi: - investimento iniziale (banalmente quanto ti costa l'impianto) - la biomassa utilizzata (che ci riconduce poi alla tariffa spettante Comunque si può dire che su un impianto da 100 Kw, con un investimento iniziale di circa 600.000 euro e che funziona a liquami, con la tariffa di 236 euro/MWh, il vantaggio c'è e come.
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Dal punto di vista del Biometano, sono stati fatti (anche se in ritardo) dei grossi passi avanti. Il GSE ha infatti emanato le specifiche tecniche per l'allacciamento degli impianti di Biometano, per cui, adesso, le ditte si stanno organizzando di conseguenza. Per quanto riguarda invece gli incentivi, quelli li possiamo già calcolare in base a ciò che era stato detto nel DM del 5 Dicembre 2013. Per dare più o meno un'idea delle dimensioni. Si ha la convenienza con impianti da 300 KW in su, a livello di dimensioni.
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Ciao Giovanni, con la tariffa attuale e con la complicazione data dall'esaurimento del plafond (questione legata all'iscrizione ai registri del GSE), non è conveniente costruire adesso un impianto da 1 MW. Ammettendo che tu ci riesca, cioè ottenga i permessi ecc.. Non riusciresti a sostenerlo economicamente. Adesso, però, si aprono buone prospettive per il biometano, quindi possiamo valutare quella possibilità. Se vuoi approfondire la questione, ti lascio la mia mail: info@agrobio.biz Un saluto, Roberto
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