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Laura Vaiarini

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Tutti i contenuti di Laura Vaiarini

  1. Chiedo scusa se annoio per una domanda che è poco più che di giardinaggio: stiamo facendo estirpare un vigneto, alcune viti di testata, come era solito fare, sono di uva da tavola. Una di queste è una varietà ignota ma molto buona e vorremmo propagarla. A chi verrà con l'escavatore (a giorni) chiederemo se riuscirà a cavarla mantendo il pane di terra per tentare un trapianto, in ogni caso volevo sapere ORA, ai primi di febbraio, al nord, cosa posso fare per tentare un eventuale innesto. Posso cioè prelevare delle marze? Lunghezza? Vanno disinfettate? Può andare bene conservarle sotto sabbia umida in una cella frigorifera?
  2. Buongiorno, vorrei rinnovare il fosso di scolo del mio terreno, adibito a giardino/parco. Il fosso è ormai pieno di terra e le pareti sono ormai franate. Dispongo di un vecchio aratro monovomere, fisso, di una classica fresa e mi farei prestare uno scavafossi portato, di quelli con la ruota dentata. La terra adiacente al fosso deve rimanere soda, non intendo lavorarla. Avevamo pensato di "rompere" il solco con l'aratro, passando con il trattore a cavallo del fosso, in entrambi i versi. Poi, sempre utilizzando l'aratro alzato o magari una pala che riesco a farmi prestare, passeremmo a buttare all'interno del fosso la terra alzata sulle sponde dall'aratro. Quindi appena le condizioni lo permettono (ora la terra è molto secca), passeremmo con lo scavafossi.
  3. Sì sì infatti, praticamente il concetto è quello di buttare la prima fetta verso la porzione di campo che dovrà poi essere arata, tornare indietro (alcuni mi hanno consigliato di pestare questa fetta di terra mentre si torna indietro) e quindi cominciare l'aratura vera e propri entrando nel solco.
  4. Penso di aver capito ma il mio aratro butta la terra a destra, non a sinistra.
  5. Non mi è molto chiaro...in pratica il fosso che già esiste non viene in alcun modo toccato? In pratica mi stai consigliando di fare come quando si vuole arare un pezzo di terra senza lasciare fossi ai lati, con la prima passata in cui si butta la terra all'interno del quadro che si vuole arare, poi si torna indietro pestando la terra e quindi si ricomincia nel verso opposto. E' così?
  6. Grazie per la risposta! Ne approfitto per un'altra domanda: la stessa pressione di esercizio di una motopompa si può ottenere sia agendo sul regolatore di pressione installato sulla motopompa sia variando il numero di giri del motore. C'è qualche differenza o è sempre meglio lavorare al minimo di giri o comunque ci sono pressioni per raggiungere le quali occorre necessariamente alzare il numero di giri del motore?
  7. Buongiorno, se a valle di una semplice pompa centrifuga come questa: inserisco dei limitatori di pressione come questi: dovrebbe succedere che la pressione in uscita dai limitatori si mantiene minore o uguale a quella impostata dai limitatori. Cosa succede però se una volta entrati in azione i limitatori si continua a dare gas? Visto che la pressione oltre i limitatori si mantiene costante, cosa cambia, la portata?
  8. Purtroppo Federico non ho capito il procedimento che suggerisci. Il nostro aratro rivolta la terra verso destra.
  9. Effettivamente hai ragione, anche se la terra è attualmente completamente diserbata ed incolta da anni.
  10. Buonasera, dovremmo arare un rettangolo di terra di 1000 mq, circa 60 x 17 m, disponendo di un vecchio aratro monovomere fisso. Uno dei due lati lunghi del rettangolo è delimitato da una rete di recinzione mentre l'altro è delimitato da un piccolo fosso di scolo. Vorremmo arare senza ritrovarci la terra spostata. L'aspetto economico legato a consumi, tempo perso, etc non ci interessa (fermo restando che vogliamo utilizzare i nostri macchinari). Avevamo pensato di arare due volte: la prima volta partendo con la ruota dentro il fosso di scolo, in modo da ritrovarci, al termine dell'aratura, con il solco vicino alla rete. Poi passeremmo a zappare e quindi ad arare una seconda volta, partendo questa volta dal solco vicino alla rete. In questo modo dovremmo ottenere di nuovo la scolina nel punto di partenza. Ovviamente c'è da lavorare doppio. Pareri? Esistono procedimenti e tecniche migliori per casi come questi?
  11. Facciamo un esempio pratico: voglio sostare in pendenza. Cosa è più sicuro tenere innestato e cosa invece si può mettere in folle?
  12. Buongiorno, due domande su una classica botte portata per diserbo e irrorazione, dotata di motopompa a membrana: può capitare che la si stia utilizzando collegata ad un tubo magari distante decine di metri. Quando finisce l'acqua nella botte, l'utilizzo della motopompa "a secco" comporta dei danni? Seconda domanda: tenere azionata la presa di potenza ma chiudendo il rubinetto generale della pompa (di cui spesso sono dotate), è sconsigliabile?
  13. Grazie per le risposte. Va premuta la frizione ogni volta che si agisce su questa leva? O, come ho sentito dire, sarebbe persino meglio modificarne la posizione a trattore spento?
  14. Buonasera, vorrei delle delucidazioni su quella leva posta a sinistra del sedile, in basso, che dovrebbe innestare la presa di potenza. Può essere spostata in tre diverse posizioni verticali: quella centrale dovrebbe essere il folle, le altre due corrispondono una alla condizione di presa di potenza innestata, l'altra non mi ricordo. A destra del volante, poi, è presente un pulsante che comanda elettricamente l'effettiva rotazione della presa di potenza. Vorrei capire un po' meglio a cosa serve la leva di cui sopra e per quale motivo "funzionale" per azionare la pdp è necessario sia agire su questa leva che sul pulsante in plancia.
  15. Ciao, la posizione di folle nei cambi manuali corrisponde ad una situazione in cui gli ingranaggi non sono collegati all'albero motore. Alcuni trattori presentano però posizioni di folle anche sugli inversori, sulle leve delle "gamme" o sul selettore dei riduttori (lepre, tartaruga, ciocciola, vedi i Same/Deutz). Che differenze ci sono?
  16. Sono bracciante agricola per 6-7 mesi all'anno in un'azienda agricola. Mio padre dispone di circa 6000 mq di terreno agricolo di sua proprietà. Sfruttando poi eventuali affitti di terreno, può avere senso aprire una partita iva per coltivare il minimo indispensabile per cercare di guadagnare 3000-4000 euro, almeno per coprire le mancate mensilità invernali? Rimanendo sotto i 7000 euro/anno e potendo facilmente dimostrare che la coltivazione diretta di questi terreni non rappresenta la mia professione principale, posso non pagare i contributi INPS? E naturalmente, la partita iva è compatibile con un contratto di bracciante agricolo a tempo determinato?
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