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Steu93

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  1. Secondo voi, che tipi di versoio si addicono di più al sovescio? Vedo che quelli allungati, circa 1,50 m di lunghezza, lavorano molto bene. Sembra vadano forte in Nord-Europa. Guardando le foto, sui Cappon vedo montati solo quelli.
  2. Discorso Ecoschema 5: tecnicamente se si vogliono massimizzare le fioriture delle essenze seminate e contrastare le infestanti bisogna fare almeno uno sfalcio estivo. Ma non te lo lasciano fare. Di essenze pollinifere che potrebbero competere con le infestanti, escludendo le rampicanti che ci salgono sopra avvinghiandosi, mi viene in mente solo la Crotalaria Juncea. Che sarebbe anche ottima da sovescio. Ma non è ammessa. Comunque è pur sempre alloctona e farla disseminare mmhhh... Ci sarebbero tante cose da dire, tanti aspetti tutti contenuti negli impegni e nelle restrizioni imposte dall'Ecoschema 5 che sono folli. A partire dal fatto che secondo Il Ministero esistono solo gli apoidei come impollinatori da salvaguardare. Che cosa si può pretendere da gente che scrive già i regolamenti così? Lincenziarli in tronco non sarebbe peccato. Alla fine, come quasi sempre di questi tempi, verrà premiata la furbizia più che l'utilità ambientale. Le fasce "tampone" sarebbero doverose in molte situazioni (e non tanto perché tamponano). Ma, con una popolazione rurale ridotta all'osso, ed essendo venuta a mancare la loro funzione d'integrazione economica (legna, bachi da seta, frutta etc.); è necessario che la comunità intera se ne faccia carico e le paghi per il prezzo che valgono; e che, almeno per la "manutenzione" si ricorra al libero e consapevole volontariato. Io qualcosa faccio, gratuitamente e ben volentieri, ma è un goccia d'acqua nel deserto. La verità è che a nessuno glie ne frega un cazzo; e la soluzione comoda è scaricare sugli agricoltori responsabilità, oneri e impegni di tutela ambientale che nemmeno se lavorassimo come schiavi potremmo mai sperare di adempiere. Insomma: se si fanno slogan di riqualificazione rurale, poi bisogna scendere in campo e sporcarsi le mani; oppure creare redditività. Delle due l'una. E poi a chi prende le decisioni non è appunto chiaro l'aspetto demografico: si ragiona come se ci fosse ancora un quarto della popolazione nazionale che lavora nelle campagne. Perché manutenere i corridoi ecologici, ad esempio, non ha mica la stessa produttività oraria che arare il campo. Considerazioni banali... eppure...
  3. Per il discorso fatto sopra, se @superbilly1973 fa il sovescio galattico portato fino al 30 giugno, causa obbligo di set-aside, comunque almeno i 2/3 dell'azoto di quel popò di roba il sorgo non li vede, ma spetteranno al grano. E tanto di più di quei 2/3 tante più graminacee c'erano nel prato da sovescio: degradazione relativamente lenta. Dunque, se parliamo di solo N, il problema non sembra sussistere per il grano. Il digestato di sorgo si converte velocemente in nutrienti? Leggo che quello di triticale sì.
  4. https://youtu.be/y4TDnVbqO3U?si=gZzwCjpPRI4ujT0a https://www.risoitaliano.eu/alberto-lasagna-la-siccita-in-un-libro/
  5. Ecoschema 5 alla fine sono molti più i rischi d'impestarsi di qualcosa che i vantaggi, sui seminativi s'intende. IL 2023 festa grande (quasi 800 euro/ha), ma nel 2024 voglio proprio vedere cosa rimarrà dei promessi 500 euro/ha. Io non lo farei assolutamente. Sovescio tutta la vita a condizione di mettere oltre l'eventuale coltura estiva anche l'autunno vernina dopo, che sia da reddito o sia da cover; in modo che venga sfruttata, mantenuta in circolo la fertilità del super-sovescio a base di leguminose che avrai fatto. Bon io ho appena letto il testo e ho scoperto che a meno di 3 metri da campi coltivati senza apposite restrizioni nell'uso dei fitosanitari bla bla, bla bla non ti lasciano inerbire per l'Ecoschema 5. Vogliono la fascia tampone in sostanza. Non è del tutto sbagliato, ma nemmeno del tutto corretto, a mio modestissimo giudizio. Ci sono molte zone marginali, ad esempio in presenza di canalizzazioni, che potrebbero essere sfruttate per fare dei miglioramenti ambientali con un certo impatto, soprattutto in un'area degradata. Bene, almeno, che non siano necessarie sementi certificate. Io vorrei farlo comunque a perdere, senza remunerazione, a scopo naturalistico (non solo per gl'impollinatori diurni tanto amati a Bruxelles; e non solo per gl'impollinatori tout court; come se il degrado ambientale colpisse solo gl'impollinatori... guardano troppa pubblicità del Mulino Bianco a Bruxelles!!!) visto il degrado in cui versa la campagna del mio paesino. Si tratta della sponda, di una grossa sponda di terra di un cavo acquifero sopraelevato rispetto al piano del campo limitrofo. Umida. Larga 4 metri e lunga 300. Ma prima dovrei liberarmi della sorghetta che la infesta....
  6. @superbilly1973 però chiedeva del sorgo... @superbilly1973A fine settembre della veccia rimane ben poco: tutti i baccelli si saranno già aperti in estate e avrà disseminato ovunque. Infestante tremenda.... Mais bio è chiaro che uno deve arrangiarsi ed è comunque una costruzione di fertilità che arriva da lontano. Non è che la veccia ti sputa metà dell'azoto accumulato durante l'estate. Ma il 30% sì. La produzione contenuta (se non fosse per carenza di nutrienti, lo sarebbe per la semina tardiva e quindi a causa di una varietà meno produttiva) viene compensata dal modico sovrapprezzo del mercato biologico. Che io sappia, colture così mangione in biologico si mettono solo dopo anni di prati miglioratori e relative deiezioni. Come una volta, del resto. Altrimenti è un suicidio. Rivoluzione agricola inglese - ricordo male? Comunque il 30 giugno certo è tardi, tardi anche per il mais su pacciamatura crimpata: dalle date che leggo. Ma qui non si sta parlando di biologico. Sono uscito dal seminato. Servisse almeno a qualcosa questo set-aside del balle. I faunisti l'hanno già smontato. Alla fauna selvatica servono aree complesse, altro che il set-aside di Bruxelles.
  7. Un ragazzo della mia zona che ho ho conosciuto lo scorso anno che fa mais, mi diceva che per il set-aside mette veccia villosa in purezza e poi appunto a fine giugno ci semina mais. Ora non vorrei dire cazzate, di mais ne so quasi nulla, ma mi pare che risparmiasse 2/3 di azoto minerale. Conta che la veccia villosa a quel punto può sfiorare i 300 kg/ha di azoto TOTALE. Poi i tempi di cessione sono un'altra storia. Di sicuro se vuoi massimizzare la cessione al mais devi trinciarla. A quello stadio puoi addirittura rullare con crimper la veccia e seminarci dentro il mais su sodo avere la veccia come pacciamatura anti-infestantj: è un classico del mais biologico in semina diretta: il periodo è quello: seconda metà di giugno. Seme a settembre di quali essenze non saprei... Seme veccia villosa: no in quel periodo almeno qui al nord iniziano a maturare i baccelli dei fiori più bassi. Dunque no: non puoi farci il seme. Seguo con interesse per il discorso sull'Ecoschema 5, anch'io mi chiedevo le essenze più adatte a sgomitare in mezzo alle infestanti. E sopra tutte la rampicanti, perché appunto ci si arrampicano sopra: vecce, cicerchie, vigna etc. . Ho delle zone incolte su cui pago l'affitto e in cui cresce solo sorghetta. Mi piacerebbe provare.
  8. Eh annate normali non ci spererei troppo: quest'anno, non avessimo fatto impermeabilizzazione extra come mai è stato fatto in quest'azienda, ci saremmo beccati il Cadmio oltre soglia di sicuro. Sfortunatamente avevamo una varietà che sembra assorbirne tanto. Insomma passare da 45-50 €/ql a 25(nel peggiore dei casi)-35 non è piacevole.... Ma - chiedo d'assoluto profano - la medica in terreni leggeri o di medio-impasto oppurtunamente sfondati, si può irrigare buttando su l'acqua, oppure serve obbligatoriamente rotolone o pivot? Negli ultimissimi anni non di rado si è dovuto bagnare i prati (ma non di medica) causa siccità invernale e primaverile.
  9. Mi scuso per il ritardo biblico nelle risposte, c'è sempre troppo lavoro da fare in azienda 🙃 Premetto che il CREA e in Università a Grugliasco si sono recentemente interessati alla diversa dinamica del carbonio fra pacciamatura e sovescio in risaia. Non solo del carbonio, ma anche degli altri nutrienti. Ne è stato fatto un convegno il 1° dicembre - mi sono dimenticato di segnalartelo, magari t'interessava e così peraltro c'incontravamo. Dalle prime prove e analisi emerge sostanzialmente quello che già era deducibile a-priori: riassumo brutalmente: sovescio se si vuole tenere una quantità decente di carbonio va fatto con la semina in asciutta: due settimane di attesa prima della semina in sommersione - come da manuale - non sono proprio il massimo, ecco. La pacciamatura verde o paciugo, invece, non interrando la massa (e idealmente non trinciandola, anche se qualcuno trincia per terminare), ha una dinamica dei nutrienti scalare virtuosa che risolve il problema della forte immobilizzazione tipico del sovescio, e SI PRESUME che alla fine una quantità decente di carbonio rimanga alla fine della coltivazione: ma questo è tutto da dimostrare. Sai bene poi che da Bruxelles rompono le scatole con la metanogenesi delle risaie. Che comunque da dati che ho letto è infima rispetto alla quota di metano totale che buttiamo ogni anno in atmosfera. Vabbeh... Ma magari sbaglio io! Sulla minima lavorazione è vero: sommersione invernale è la pratica che la valorizza di più in risaia sia come contenimento delle infestanti sia come degradazione delle paglie, peraltro con metanogenesi ridottissima. Così dicono gli studi fatti. Il punto però è che la possono fare in pochi fortunati! Io già nei nostri due tenimenti isolati (che è già una fortuna avere!) la farei a rotazione. Ma non credo proprio che mi daranno mai acqua per farla. Io essenzialmente faccio minima lavorazione in questo momento per non interrare troppo i semi delle infestanti. Per il futuro sto già pensando di acquistare un aratro leggero a 7 od 8 vomeri per massimizzare la produttività del lavoro. Tengo il pentavomere Lemken per sovesciare e per i pochi terreni limosi bastardi. Col terreno umido risicolo non so però quanti vomeri posso permettermi. Su terra in tempera con il Fendt 820 tirerei tranquillamente un eco-aratro da 8 a 20 cm: anche da 9 su terreno con alta percentuale di sabbia. Ma se becchi la primavera sbagliata piovosa? Io non voglio arare d'autunno: non me lo posso permettere come livello di sostanza organica stabile. Io devo lavorare per arricchire i terreni depauperati da lungo tempo. Io punto a giungere, negli anno, a un terzo della superficie aziendale all'anno di concimazione verde. Non avendo deiezioni né colture da rinnovo, mi sembra l'unica soluzione per migliorare le cose. Ma per arrivare a quel punto devo prima organizzare perfettamente l'azienda. Il pH: sto iniziando a fare le misurazioni quest'inverno. Sapevo che la sommersione maschera i problemi di mobilizzazione da eccessiva acidità. Comunque fino agli anni 80' - 90' la mia azienda ha coltivato foraggere: trifogli, bietole, mais e, chiusa la stalla, faceva rotazione fra riso e soya (tranne in terreni bassi problematici dove le produzioni sarebbero state ridicole) con fino a 52 ql/ha di produzione. Dubito quindi di avere pH che si sono sballati in così pochi anni. Io ribadisco che non sono agronomo e quindi devo studiare, ma sento parlare di acidificazione superficiale dei suoli a monosuccessione a riso; ma non di cosa la causa: tecnici dicono che non è la sommersione, che anzi tende a portare il pH al 7. Immagino allora che il guaio sia legato al ciclo della sostanza organica. In fatto di rotazione, a me sembra che la soluzione migliore siano le foraggere da "export" anche senza deiezioni (nel senso che non sono fattibili viaggi per caricare letame o liquami). Compenserei l'impatto sul terreno facendo appunto concimazione chimica dei sovesci. Il mio sogno erotico è quello di ruotare fra medicaio e risaia, dove i terreni lo permettono: il vantaggio dell'alternanza fra prato poliennale e risaia poliennale è che dovrei riplasmare il terreno (scassare il fondo essenzialmente e poi ricompattarlo) solo una volta ogni 7 anni circa. Invece con le valbe 50% - 50% ogni due anni devi fare una lavorazione profonda; e poi di nuovo l'impermeabilizzazione. 'E anche per questo che dico che la risaia avrebbe come rotazione ideale i prati.
  10. Ti ringrazio per i consigli! Proprio per le ragioni che hai elencato, e per il fatto che d'altra parte cacca animale non ne abbiamo più, sono giunto alla conclusione che senza un po' di rotazione colturale non si riesca ad incastrare decentemente la pratica della concimazione organica in risaia. Anche a seminare in asciutta, si tratta comunque di fare tutto all'ultimo: per fare tanta superficie in asciutta all'ultimo bisogna avere l'azienda sistemata alla grande, anzitutto a livello fondiario. La pratica più veloce è appunto la pacciamatura verde per sfruttare gli erbai - conosco le sue diverse varianti usate in biologico e chi le usa, e io stesso ne ho provata una - ma le varietà sono limitate e spesso ci sono altre limitazioni (tipo l'odore vicino ai centri abitati...). Selenio però va benissimo: è l'ideale per questa pratica. Orzo e triticale si possono tranquillamente seminare a novembre con lo spandiconcime. Io faccio conto di seminare in fretta e furia le leguminose appena mietuto e seminare le graminacee finita la raccolta in generale. In ogni caso bisogna ritornare a fare concimazione organica PESANTE, altrimenti viviamo di rendita sul passato dei nostri terreni e non credo che i nostri figli/nipoti ci ringrazieranno per questo...
  11. Eh bisogna trovare il modo di farsi il seme della veccia villosa... Vedo da documenti francesi del metodo MERCI di una 15ina di anni fa che a suo tempo non costava una cippa in Francia. Ora tra inflazione fisiologica, ma soprattutto il fatto che le cover-crop sono un nuovo business sementiero in Italia, verremo spennati di sicuro. Magari in Francia se le facevano a mo' di cooperativa.... Sarebbe la soluzione ideale del resto! Viva la collaborazione!
  12. Esempio: loiessa consociata a veccia villosa. Mi dicono che a volte, a seminare assieme, la prima prende il sopravvento sulla seconda - credo perché sia stata seminata troppo presto. Dunque c'è forse la necessità di seminare la loiessa più tardi, dopo metà ottobre; e seminare la veccia prima: seconda metà di settembre. Pianura Padana ovviamente. Altro esempio: poniamo orzo foraggero e veccia villosa consociate. Credo che la veccia villosa vada seminata "per tempo"; perché altrimenti l'orzo, anche seminato a metà novembre, ai primi caldi rischia di saltarle sopra. La veccia ci mette tempo ad ingranare. Però si avvinghia: grosso vantaggio. Coi trifogli forse c'è meno margine di "errore" nel tempismo, e c'è da stare più attenti alla dose di semina della graminacea. Tutte queste conoscenze sono andate perse: nessuno sa più fare queste cose nella mia zona. Si sperimenta a casaccio e prima o poi si ritroveranno - per carità! Ma partire da qualche base è meglio che da 0...
  13. Non hai capito: non hai capito che stavo dicendo esattamente il contrario di quello che hai inteso. Da decenni nella mia zona è rimasta solo concimazione chimica. Si sono perse le conoscenze passate credendo che si potesse andare avanti così all'infinito. Il sodo nella mia zona è che si sta depauperando la sostanza organica stabile. Quindi sì, della lobotomizzazione c'è: almeno che tu non ritenga una buona scelta stra-guadagnare fregandosene del territorio (come infatti sta avvenendo). "Le scuole tecniche sono per asini"?!?!? Dove avrei mai detto una cosa del genere? E comunque le scuole tecniche non sono in contrasto con la "cultura alta" in Occidente almeno da Galilei, se non da Platone in origine, ma sicuramente Archimede. Farsi domande sulla natura a partire dai problemi tecnici degli artigiani è uno dei contributi rivoluzionari di Galilei. Hai voglia lavorare senza teoria: le macchine agricole si costruiscono conoscendo la Fisica; l'Agronomia si fa conoscendo la Chimica e così via. Il contrasto tecnica-teoria non ha alcun senso. @CultivarSé l'Italia è in un circolo vizioso educativo. Hai ragione su tutta la linea: una scuola come la pensi tu non c'è in Italia. Basta vedere come sia socialmente accettato l'abbandono di qualsiasi genere di spazzatura in giro per le campagne (e per i centri abitati). Credo che in alcune fasce inerbite lungo le strade, tra non molto l'erba crescerà nella plastica, a forza di accumulare.
  14. A questo punto arriva la domanda da un milione di dollari: consociazione graminacee-leguminose: TEMPISTICHE DI SEMINA: 1) per fare in modo che le une non prendano il sopravvento sulle altre; 2) differenza fra leguminose rampicanti (si sfrutta appieno lo spazio tridimensionale) e non (lo spazio è quello che è); 3) bisogna tenere conto che alcune graminacee seminate troppo presto tendono ad ammalarsi: come orzo e grano. Se quindi serve un rapido insediamento per fare da barriera anti-vento alle leguminose ("nurse-crop" dicono oltre-Atlantico), bisogna andare su avene e segale. Qui nella mia zona c'è chi ha fatto gran pasticci in questo senso... Sono andate perse le conoscenze su quali siano i tempismi corretti per le consociazioni. Decenni di lobotomizzazione dell'agricoltore producono questi risultati.
  15. Effettivamente non so se ci sia modo, perlomeno finanziariamente accessibile, di quantificare l'N rilasciato dalle radici nel terreno. Tutti i calcoli si fanno solo con la biomassa asportata, pulita ed essiccata sulla stufa o cose del genere. D'altra parte... che il terreno, ma anche le produzioni della coltura da reddito appena successiva, migliorino con il mix graminacea + leguminosa, ebbene è stato confermato anche in letteratura. Considerati i dati di un paper coreano che ho letto e che tratta appunto questo tema (sul riso fra l'altro). In particolare: si sono confrontati orzo e veccia villosa in purezza oppure i tre mix: uno è 50% e 50% (s'intende delle rispettive dosi di semina in purezza), il secondo è veccia 75% e orzo 25%, il terzo veccia 25% e orzo 75%. Quello che ha cattura più azoto è il secondo mix, ma solo di 7 kg/ha in più del terzo mix: che invece è quello che ha catturato più P2O5 e K2O: l'unica differenza statisticamente significativa è sul K2O, ma solo 10 kg/ha in più del secondo mix. Perché dico questo? Perché, nonostante queste piccole differenze di elementi minerali, eppure la produzione di riso è stata notevolmente superiore con il terzo mix, "a preponderanza" di graminacea (135 kg/ha orzo + 22,5 kg/ha veccia villosa), superando gli 85 ql/ha senza alcuna nutrizione minerale aggiuntiva (ovviamente il terreno aveva già una certa fertilità organica passata). L'autore conclude che probabilmente il terzo mix è quello che ha garantito una nutrizione più costante, da cui l'elevata produzione di granella. Di sicuro, dopo la coltura estiva ci va un'altra coltura, che se non è da reddito è una cover-crop, se si vogliono sfruttare i benefici di un popò di concime verde come quello ne grafico di sopra. Che sarà una pianta mangiona o un mix con una quantità adeguata di buone forchette: brassicacee oppure graminacee da corsa cattura-nitrati seminate presto. In questo contesto, il problema del riso è che ha radici superficiali. E dunque è chiaro che assolutamente d'autunno bisogna seminare qualcosa presto che peschi quello che è rimasto e si sta mineralizzando. Se i consumi di gasolio non esistessero, direi anche che converrebbe trinciare fine fine per minimizzare la densità del sovescio, cosicché poi si possa interrare a bassa profondità, dove il riso arriva a pescare. Ora che mi ci fai pensare, per colture appunto con radici superficiali, se non si fa pacciamatura ma sovescio converrebbe trinciare (sia per non imboccare sia per spingere la degradazione) e discare. Ho visto anche un video di eco-aratro che ara a 15 cm la facelia trinciata. Tecnicamente avrebbe potuto ararla direttamente - credo - con un altro tipo di aratro. Bisogna però sempre capire cosa una vuole fare nei termini della nutrizione della pianta. Resta il fatto che trinciare costa.
  16. Sempre dal Rodale Institute in Pennsylvania orientale. In questa prova, il massimo accumulo di azoto nella biomassa della veccia villosa non coincide con la fioritura di tutti quanti i palchi (momento giusto per la crimpatura), ma con circa il 65%: 7 giugno in questo caso. Non viene specificata la varietà. Se dunque davvero la Purple Bounty è al 50% della fioritura intorno al 22 maggio in Kansas orientale: è tanta roba. Anche se non farà magari 280 kg/ha di azoto, se ne fa 220 permettendoti di liberare il campo presto c'è già da festeggiare. BIsogna capire se il momento di massimo accumulo differisca "tanto" (sono sempre pochi giorni, ma fanno al differenza per le semine) da varietà a varietà, oppure sia più o meno uguale.
  17. Tema interessante questo. Stavo giusto leggendo in questi giorni del fatto che le graminacee folte proteggessero dal freddo le leguminose in consociazione.
  18. Qualcuno che fa biologico semina i miscugli, sia come prato da pacciamatura, sia come foraggio in rotazione. No: altri non ne ho visti, se non con un'altra leguminosa ahah: trifoglio incarnato: se non altro spettacolare quando fiorisce tutto assieme.... E profumo zuccheroso irresistibile quando trinci: come una droga: rimarrei a sniffare per ore. Capisco perché i suini ne vadano matti. Nonostante a chi la compra sembra che costi cara, per chi la fa da seme non so quanto possa rendere: le produzioni di granella sono ridicole. Lo dico perché, già che siamo in tema, le risaie vercellesi sarebbero un bel posto dove fare il seme certificato delle vecce. Perché l'elevatissimo tasso di sommersione tiene puliti i campi; e perché la sommersione garantisce contro la disseminazione collaterale di infestanti tanto tremende. Azoto a gratis a input ridicoli. Hai lo sbattimento di falciarla e lasciarla seccare al sole per poi raccoglierla con la mietitrebbia - vero. Ma alla fine la raccogli a luglio: difficile che faccia brutto tempo. Io devo ammettere che ci ho pensato.
  19. beh, nordica è nordica 😁 Quella dello scorso anno era Hungvillosa, ed effettivamente arrivava dall'Ungheria. Veccia villosa però, non Vicia Pannonica. Ne viene rimarcata la cazzutaggine invernale. Pirla io che non ho controllato quando ha terminato la fioritura, sulle ripe, mannaggia!
  20. Parliamo di cose belle: https://www.youtube.com/watch?v=Kyxw-Ij1-Pg Questi distinguono fra: Woollypod vetch (Vicia Villosa sottospecie dasycarpa): varietà come Capello e Namoi; e Hairy vetch (Vicia Villosa sottospecie ???): varietà come ??? . A dir loro, la prima parte forte se seminata in primavera e patisce di più il freddo. La seconda parte forte in primavera se seminata in autunno e del freddo se ne fa un baffo. Sinceramente qui vengono commercializzate entrambe senza distinzione. Ad esempio quest'anno ho messo la Capello (dall'Australia naturalmente...). Manca informazione seria e attendibile sull'argomento. E anche sui cicli vegetativi. Ma essendo che una arriva dall'Ungheria, l'altra dall'Australia e così via, comparare i cicli è impossibile. Ho già citato la precocissima Purple Bounty (hairy vetch) che si sono selezionati in Pennsylvania per poterla crimpare già a inizio giugno vs terza settimana di giugno com'erano costretti a fare prima della sua selezione. Ecco come si presenta il 22 maggio nel Kansas orientale: https://www.youtube.com/watch?v=mCIGbE5oVkU
  21. Poi attenzione, ti dirò di più: ammettere a misure in parte o in toto volte alla tutela della fertilità del terreno le risaie a monosuccessione è quantomeno paradossale. Non solo: per queste misure, uno dei criteri di quantificazione e attribuzione del punteggio (da cui poi la graduatoria che determina l'accesso al contributo) è proprio il basso tasso di carbonio organico nei primi 30 cm di suolo. Perché? Perché la pratica colturale di monosuccessione risicola è la responsabile della povertà organica del terreno. 'E come dare l'aspirina a uno che si ubriaca ammerda sistematicamente. Rende l'immagine? Se proprio si vuole finanziare le BPA, la risaia a nulla o scarsa rotazione da decenni avrebbe bisogno di avere un unico finanziamento a parte, specifico: una certa misura di rotazione colturale con obbligo di cover-crop. Tutte le altre misure bisognava lasciarle alle altre coltivazioni regionali. Sono soldi buttati darle alle risaie in circolo agronomico vizioso. E io ci sono dentro, quindi parlo contro i mie interessi - si badi. E veniamo anche agli interessi finanziari: col riso si guadagna bene; i soldi del PSR li avrebbero bisogno in altri settori agricoli. Vergognoso come si metta sullo stesso piano l'agricoltore di collina che fa fatica a fare quadrare i conti con il risicoltore benestante. In sintesi: la risaia doveva essere esclusa da tutte queste misure. Non ne aveva bisogno né finanziariamente né più di tanto agronomicamente perché ci sono cose ben più gravi e prioritarie. Quando incontro altri agricoltori piemontesi che non coltivano riso confesso di vergognarmi fino nelle viscere. Abbiamo un trattamento di favore spudorato.
  22. Non serve a nulla tutto quel carbonio in un suolo che già fa fatica a degradare le paglie del riso. Evapora come metano con la sommersione e l'anaerobiosi. Senza dare da mangiare ai microrganismi decompositori nelle giuste proporzioni della loro dieta, i residui non vengono umificati. Senza rotazione con colture d'asciutto, la risaia avrà sempre problemi nutrizionali. Quindi tanto vale mettere una graminacea cattura-nitrati di razza se si è concimato forte l'estate precedente, se non si può mettere una brassicacea. Poi io vorrei capire come e quanto la suola della risaia influenzi la perdita di nitrati. In terreni quasi impermeabili come quelli di Baraggia potrebbe essere molto bassa; ma non ho dati appunto. La semina in asciutta mi fa schifo: deserto in un territorio già ignobilmente desertificato; oltre al fatto che non è idraulicamente sostenibile; tanto più quando c'è poca acqua. Piuttosto faccio rotazione per ridurre la pressione dalle malerbe acquatiche e curare la fertilità. Rotazione con idrico-risparmiose + semina in acqua con sommersione precoce è il mix giusto per affrontare la carenza idrica (nella nostra zona; nella tua se non hai l'acqua di default è chiaro che non c'azzecca nulla). Mi spiace ma qui quasi tutti quelli che fanno cover nel vercellese compravano quello che costa meno compatibilmente col fatto che possa essere seminato tardi e anche in situazioni di ristagno perché nel frattempo si va a Courmayeur col macchinone da 100 k a svernare nella casa del papi, mica si sgobba a fare le scoline. Dunque loietto. Poi lo terminavano appena possibile, dopo il 21 marzo (che cazzo serve?). I finanziamenti pubblici fatti così sono solo un dilapidare le casse regionali per fare arricchire i furbetti. Se proprio bisognava finanziare, fosse dipeso di me avrei finanziato in base al risultato finale: al tempo di permanenza della cover-crop in campo, con premi a salire in funzione della biomassa prodotta, e obbligando a diversificare: onde evitare che si compri e si semini quello che costa di meno. E se il prato non è cresciuto cazzi dell'agricoltore: è un PSR del resto, nessuno l'ha obbligato. Non è la PAC, è un PSR. Uno deve sapere fare il proprio mestiere. Con l''incompetenza e con le carezze si fa solo i gioco dei furbi e dei disonesti. Un po' di pugno di ferro e dispotismo illuminato farebbe bene a questo paese.
  23. Sei in Baraggia vercellese? Perché se si usa così tanto lolium multiflorum, viene da pensare che le condizioni del terreno nella stagione brutta siano disperate. Anche se è da anni che i disonesti accalappia-contributo lo usano per spendere il meno possibile appunto incassare il contributo PSR.... Spero che la ragione non sia quest'ultima. Detto ciò, i loietti siamo su 56:1 C/N . Ed è questa la ragione, assieme all'allelopatia nei confronti dei giavoni, che lolium multiflorum è un prato da pacciamatura ideale per il riso. Se guardiamo invece all'uso come sovescio: meh... Per la stessa ragione che nella risaia serve tenere il carbonio più basso possibile, sbilanciare nei confronti dell'azoto, delle sostanze organiche mature a basso C/N, idealmente coi microrganismi utili per i quali, come dice @CultivarSé servirebbe l'anno di asciutta estiva per farli lavorare al meglio. Questo lo ammette anche la ricerca di ENR, che pure suo malgrado è invischiato con l'industria: ma la scienza è scienza fortunatamente: si dicono le cose come stanno; non come fa piacere che vadano. Inoltre i loietti sono degli scarsoni a catturare il potassio: solo 0,3% di K2O sulla percentuale totale di massa secca (s'intende pianta finita, che ha completato il suo ciclo nutritivo). Per esempio l'orzo e le avene e la segale, al medesimo stadio, ne contengono 2,5% di K2O. Senza contare - dicono ancora i dati - la percentuale di azoto sulla massa secca totale catturato, nei cereali a paglia autunno-vernini è maggiore (non di tanto) a ciclo completato, ma molto maggiore quando le cover sono ancora "piccole": sotto ai 10 ql/ha di massa secca. La segale e l'avena sativa sono quelle più performanti sotto quest'ultimo punto di vista. Ciò significa che se si vuole far la corsa contro il tempo a catturare i nitrati, sono di brutto preferibili alla loiessa. @CultivarSé Sì, chiaro che più aspetti più costruisce carbonio: ma il fatto è che la fioritura coincide anche con il punto di massimo accumulo di azoto e non solo. Dunque se vuoi terminare prima per non tirarti in casa troppo carbonio, sacrifichi la pianta per le sue capacità di cattura-nutrienti. Spiegami però la cosa del "dove arriva il carbonio": io sono un povero ignorante, non ho studiato. Intendi in quali molecole complesse è contenuto il carbonio? Cioè che le tabelle non distinguono fra molecole, con relative funzioni nutrizionali etc. , ma conteggiano solo l'elemento?
  24. Considerando le piante in antesi: la segale ha un C/N di circa 40:1 e le avene, a seconda delle sottospecie, siamo dai 35:1 ai 40:1. Comprensibile che non si degradino velocemente, a meno di avere un sacco di azoto disponibile (e non solo) in circolo nel suolo. L'orzo è tutta un'altra storia: C/N di circa 20:1 (!!!). Tanto è vero che, si è dimostrato che la consociazione orzo + leguminosa autunno-vernina è particolarmente indicata per le risaie, che hanno le paglie di riso a valori oltre 120:1, e abbondanti peraltro, e in più la sommersione nella stagione calda che mette tutto sotto-vuoto.
  25. Ma aratura diretta? Vedo che la segale alta come il trattore, se si usano i dischi di taglio, si riesce a rivoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=rVQSURYk1DA qui il signore sta arando troppo stretto per la biomassa che c'è lì, ma comunque la mette sotto; https://www.youtube.com/watch?v=4QcQiHS7TTk qui anche senza dischi di taglio L'avena è peggio? Chiedo essendo sempre curiosone.
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