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Salve a tutti, ho un problema con un vecchio trattore Carraro 4500 DT di mio padre che sto cercando di risistemare dalla sua scarsa cura. Di per sè non ho riscontrato problemi nella manutenzione ordinaria, tranne uno.. Seguendo il manuale di manutenzione del motore 284 ho provato a verificare il livello dell' olio della pompa iniezione, che a giudicare dalla durezza della vite non è mai stata toccata. Ho svitato la vite indicata nell' immagine allegata come "Livello olio pompa di iniezione" indicata dal numero 1. però dopo averla leggermente svitata è iniziato a colare quello che sembrava gasolio.. L'odore era di certo quello ed era anche abbastanza liquido. Ho richiuso subito il bullone per evitare di fare entrare aria nel circuito di iniezione pensando di aver sbagliato, però l'immagine dice chiaramente che quello è il livello dell' olio. Sono un attimo confuso. Poco più in alto c'è un altro dado, ma è solo un coperchio per una vite di regolazione che non ho toccato, ovviamente. Qualcuno che lo sa fare, può ingegnarmi a fare il refill dell' olio della pompa di iniezione? E nel caso ci sia un problema di trasudazione di gasolio avennuto nei decenni di incuria, sapreste dirmi come risistemarla? grazie a tutti per l'aiuto.
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Spesso questo componente viene menzionato, ma non tutti sanno come funziona o non se ne conoscono veramente le funzionalità. Va premesso che ogni motore agricolo (ma non solo, praticamente anche tutti i motori industriali, ma nel caso specifico ci riferiremo solo a motori utilizzati in agricoltura) ne è dotato, dal tosaerba a spinta a in su. I libri inerenti la meccanica agraria spesso contengono dei cenni non sempre dettagliati oppure delle spiegazioni troppo "tecniche" e difficili da capire per chi non ha mai visto un regolatore aperto. Perchè è necessario un regolatore di giri in un motore ad uso agricolo? Un qualsiasi motore agricolo, nel suo utilizzo, è soggetto a continue variazioni di carico. Tali continue variazioni di carico (pensiamo per esempio ad una pressa raccoglitrice, piuttosto che ad un attrezzo per lavorazione primaria del terreno, piuttosto che tutte le altre operazioni che si compiono quotidianamente con il proprio mezzo agricolo) darebbero origine a continue variazioni di regime di rotazione del motore stesso. Dando ovvi ed evidenti problemi. Il regolatore di giri permette al sistema di iniezione di adeguare la portata di carburante in funzione del carico motore, ovvero permette di mantenere il regime di giri preimpostato (entro determinati limiti, che spiegheremo piu avanti). Inoltre, il regolatore serve anche ad impedire uno "sforamento" del regime di rotazione massimo previsto per quel motore. Va ricordato, infatti, che se la pompa fosse in mandata massima (tradotto, desse il gasolio necessario a far sviluppare al propulsore tutta la sua potenza) con motore senza carico o carico parziale, quest'ultimo andrebbe inesorabilmente in fuori giri. Quindi, senza troppi giri di parole,possiamo dire che la presenza del regolatore di giri è obbligatoria. Anche ammettendo che un ipotetico operatore possa condurre un trattore agricolo senza regolatore di giri applicato sulla pompa, provate ad immaginare quale potrebbe essere il risultato qualitativo della giornata di lavoro (pensiamo alla già menzionata pressatura dei foraggi, il continuo cambio di regime "altalenante" darebbe origine a balle prismatiche con una densità certamente irregolare). Va fatta un ulteriore precisazione: il regolatore di giri non è legato esclusivamente ai motori diesel, ma puo' essere applicato anche ai motori a benzina, con comando che agisce sulla farfalla del carburatore (pensiamo ad esempio ai monocilindrici Lombardini, Acme, impiegati sulle motofalciatrici o sui motocoltivatori;inoltre, andando a ritroso negli anni scopriamo che, fino agli anni 60, alcuni modelli Italiani e Stranieri di trattrici erano dotate anche o solo di motore a benzina). Quali sono le tipologie di regolatori esistenti? Possiamo riassumere brevemente i tipi di regolatori impiegati in campo agricolo sostanzialmente in quattro tipologie: • regolatore meccanico a masse centrifughe; • regolatore pneumatico; • regolatore idraulico; • regolatore elettronico. I regolatori elettronici (poi ogni Costruttore ha percorso strade "diverse" per dotare di elettronica i propri motori) si sono diffusi in tempi relativamente recenti, per ovvi motivi. Le altre tipologie invece sono presenti da vari decenni in campo motoristico, nel caso del regolatore a masse centrifughe, l'invenzione va ricercata ben prima della diffusione dei motori Diesel. Brevi cenni generali su di un regolatore integrato all'apparato di iniezione Partiremo "tentando" di spiegare la tipologia più semplice, ossia il regolatore a masse centrifughe. Anzitutto, vediamo come è composto un apparato di iniezione "tipo", nella scansione sotto possiamo vedere un apparato di iniezione Bosch con regolatore di giri integrato nella pompa in linea: (immagine 1*) Va precisato infatti, che il regolatore di giri a masse centrifughe puo' essere, come nel caso sopra, integrato con la pompa (e quindi tutto è all'interno di un carter, leveraggi compresi), oppure esterno, come nel caso della scansione sotto, tratta da documentazione SAME: (immagine 2 ) Anche da questa scannerizzazione, possiamo carpirne i principali componenti, si potra' notare (ma lo vedremo meglio più avanti), i leveraggi esterni per il comando acceleratore (in ingresso al regolatore) e i leveraggi verso la pompa iniezione (in uscita dal regolatore). Ora vediamo una schematizzazione di un regolatore a masse centrifughe "tipo" (come possiamo notare è a regolatore separato): (immagine 3) Nel caso specifico il regolatore è integrato sull'ingranaggio di comando albero a camme, detto ingranaggio contemporaneamente fa da rinvio per il moto della pompa iniezione (tale sistema è visibile anche nell'immagine 2 , relativa al regolatore Same anni 60-70). Come funziona il regolatore di giri a masse centrifughe? Esso si basa semplicemente sull'applicazione della forza centrifuga quale "determinatore" dell'esatta entità della mandata gasolio necessaria nell'esatto frangente per far mantenere i giri richiesti al motore. Le masse (visibili in immagine 2 e immagine 3) sono il cuore del regolatore stesso. Esse (in genere 2) hanno un peso ben determinato (deciso in fase di studio e messa a punto del sistema). Come potrete notare hanno forma ad "L". Vediamo più nel dettaglio un regolatore "dal vivo": (immagine 4) E piu da vicino, indicando anche i componenti principali (immagine 5) Questo è un regolatore di tipo interno al basamento, prende il moto all'ingranaggio dell'albero a camme (detto albero a camme comanderà poi anche la mandata della pompa gasolio), si vedono le parti fondamentali, quali il regolatore stesso, la leva in arrivo dal comando acceleratore, e la leva in uscita verso la pompa. Ma vediamo più nel dettaglio (immagine 6 ) : dove al: • punto 1 troviamo il fulcro della massa centrifuga (la possiamo vedere bene in questa immagine, ha la classica forma ad L); • punto 2 troviamo la massa soggetta alla forza centrifuga (tradotto, è il peso che permette al cinematismo di aprirsi con la forza centrifuga); • punto 3 il punto della massa che spingera' sul collare (ricordo che tale massa è vincolata al punto 1, se comincia ad aprirsi al punto 2 giocoforza il punto 3 creerà una spinta perpendicolare all'asse della spinta centrifuga); • punto 4 una molla di contrasto che carica il collare dove spinge il punto 3; • punto 5 l'ingranaggio di comando che prende il moto dall'ingranaggio dell'albero a camme. Ora, dando per scontato che il regolatore, con motore in moto, gira su se stesso (ad eccezione della gabbia in cui è contenuto, che è statica) possiamo facilmente capire che il motore man mano che prende i giri fara' "aprire" le masse, queste ultime infatti grazie alla forza centrifuga (radiale all'asse di rotazione) imprimeranno una forza (punto 3) sul collare e molla di contrasto (punto4). Il collare è solidale poi con un tirante che va, tramite il solito gioco di leve, alla pompa iniezione. La menzionata molla fara' da contrasto alle masse, che non si potranno aprire finche' non avranno raggiunto una forza centrifuga necessaria a vincere la resistenza data dalla molla stessa. A questo punto è facile capire che, regolando il carico alla molla, riusciro' a variare la taratura del regolatore, dando origine a tutti i regimi possibili in un motore. Vediamo infatti qui sotto (immagine 7) : Possiamo facilmente identificare una camma che viene comandata dal pedale acceleratore, che andra' a comprimere uno scodellino, tale scodellino fa da "contenitore" alla molla di contrasto, cosi facendo è facile dedurre che, spingendo la molla con lo scodellino, essa rendera' un carico maggiore alle masse centrifughe, che necessiteranno di piu giri per potersi aprire. Viceversa, scaricando la molla, le masse si apriranno con piu facilità. Tutte queste azioni e reazioni danno come risultante un continuo movimento del tirante (gia' menzionato) solidale con il collare su cui premono le masse, il quale adegua la portata di gasolio alla pompa in base alla necessita'. Per concludere questa parte di spiegazione, possiamo dire in sintesi che, al contrario di quanto avviene per esempio in un automobile, in cui il pedale dell'acceleratore comanda direttamente la mandata e di conseguenza il regime, in un motore provvisto di regolatore di giri il pedale (o la leva) dell'acceleratore non comanda direttamente il regime, ma serve solo per predeterminare il regime (teorico) desiderato; a portare e,soprattutto, mantenere il motore al regime impostato penserà il regolatore. Entro chiari limiti. Va fatto presente infatti che il regolatore di giri meccanico a masse centrifughe ha un range di intervento entro determinati limiti, oltre i quali è richiesto l'intervento dell'operatore (che vedremo meglio nell'esempio seguente); diversamente con regolatori di tipo elettronico cio' non è necessario o si affievolisce, in quanto i regolatori meccanici hanno giocoforza dei limiti oggettivi (si basa concettualmente sul principio "dell'equilibrio" tra tutte le varie componenti), mentre nei regolatori elettronici i limiti sono rappresentati solo dagli standards dettati dai progettisti (tecnicamente ad un componente elettronico gli si puo' far fare cio' che si vuole). * = Immagine 1 tratta dal libro di A.Bedosti "Il trattore agricolo"
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