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Prezzi prodotti agricoli e strategie di mercato


DjRudy

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Il 23/2/2024 at 06:42, DjRudy ha scritto:

Comunque dopo aver perso al TAR i pastai stanno rifacendo la richiesta di eliminare origine del grano in etichetta e sembra che questa volta ci riusciranno... e allora i contratti di filiera diventeranno carta igienica.

SEMPRE PEGGIO.

Ma qual'è la fonte di questa informazione?

Per cambiare una legge dello stato fanno una richiesta? E a chi?

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Comunque tieni presente che anche dove c'è scritto grano italiano di italiano c'è ben poco. Il nostro grano lo usano solo per tagliare. 

Poi vedremo cosa succederà se dovesse arrivare in parlamento una cosa del genere sull'abolizione dell'origine del grano in etichetta. La presenza del grano italiano andrebbe provata con mezzi certi e non smantellata la tracciabilità. 

Modificato da 1760michele
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Basterebbe una semplice legge dove la pasta italiana è un bene dell'umanità, la fai diventare una DOP, dove in Italia si fa solo pasta con grano italiano, poi barilla vuole fare pasta con grano russo, o canadese o ucraino? Apre dei pastifici la, e poi importa qui invece di navi di grano, navi di pasta, ma nell'etichetta deve essere ben specificato da dove arriva....

Quindi è solo una cosa prettamente politica, che non lo si VUOLE fare, non che non si PUO' fare!

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Generalmente non sarebbe più corretto dire che se vuoi fare un prodotto made in Italy deve rispettare i disciplinari italiani? Fanno due grano pessimo per esportarlo, ma alla fine va via come made in Italy quindi non con stessa qualità.  Per fare la pasta DOP, non credo si possano rispettare le quantità di consumo o meglio non credo basti il solo duro italiano (immagino)

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1 ora fa, DjRudy ha scritto:

No no serve una DOP seria, come fosse parmigiano reggiano ma a livello italiano e allora vedrai che il grano non costerebbe 28 €... si perchè a giugno preparatevi quello sarà il prezzo del duro in Italia.

Infatti De Cecco, come ho scritto prima, fa contratti a prezzo min 28 e siccome il prezzo lo fanno loro, quello sarà!

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3 ore fa, DjRudy ha scritto:

Basterebbe una semplice legge dove la pasta italiana è un bene dell'umanità, la fai diventare una DOP, dove in Italia si fa solo pasta con grano italiano, poi barilla vuole fare pasta con grano russo, o canadese o ucraino? Apre dei pastifici la, e poi importa qui invece di navi di grano, navi di pasta, ma nell'etichetta deve essere ben specificato da dove arriva....

Quindi è solo una cosa prettamente politica, che non lo si VUOLE fare, non che non si PUO' fare!

•Barilla sono decenni che ha delocalizzato in giro per il mondo i suoi stabilimenti, non per niente ultimamente dichiara di fare pasta solo con grano italiano, è perché cerca disperatamente di associare nel mondo la sua immagine ad un prodotto che di italiano in realtà non ha più altro che il nome.

https://formiche.net/2023/09/barilla-aziende-italia-olanda-crosetto-maffe/?amp

• recentemente il tentativo di far cadere l’obbligo dell’indicazione dell’origine del grano nell’etichetta della pasta è stato di nuovo respinto.

https://terraevita.edagricole.it/featured/lorigine-del-grano-duro-rimane-in-etichetta/#:~:text=L'etichetta di origine è,chiede il 96% dei consumatori.

L’ETICHETTA DI ORIGINE È SALVA.

L’indicazione della provenienza, nazionale o meno, del grano duro impiegato per la produzione della pasta rimarrà in etichetta come chiede il 96% dei consumatori.

 

È quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente le sentenze del Tar del Lazio. Il tribunale amministrativo ha infatti respinto i ricorsi di alcune industrie nei confronti del decreto con il quale il Ministero delle Politiche Agricole e il Ministero dello Sviluppo Economico a metà 2017 hanno imposto ai produttori di pasta l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di coltivazione del grano e il Paese di molitura al fine di garantire un'informazione completa e trasparente, funzionale a consentire una scelta libera e consapevole.

• la pasta italiana non diventerà mai una dop perché va esattamente contro gli interessi di pastifici e molini che al contrario si sono sempre arricchiti raccattando il grano più schifoso possibile in giro per il mondo; più fa schifo meno lo pagano, tanto viene miscelato con quello nazionale, anzi barilla per prima ha introdotto le filiere per alzarne il tenore proteico, unica cosa che in passato mancava al nostro, proprio per fare miscele più facilmente.

Chiaramente non possono fare pasta decente all’estero perchè l’Italia è il primo produttore al mondo di grano duro ( o lo era ) e solo in Italia si possono fare miscele per abbassare le micotossine di quello estero… insomma oggi noi produciamo il miglior grano al mondo al prezzo più basso al mondo.

•inizialmente temevo pure io che la filiera potesse calmierare il prezzo del grano se tutti la facessero, perché ha un prezzo minimo di riferimento; poi ho cambiato parere ( e faccio filiera da 5 anni con granoro ed agr Apricena ) perché mi sono reso conto che granoro in realtà di grano di filiera più di tanto non ne vuole dalla cooperativa, essa anche se stocca 600K q non ne vende in filiera più di 120k. Insomma gli serve solo come marchio 💯 dedicato granoro, per immagine e per poter accedere ai fondi della filiera all’industria.

•Le filiere come quella granoro Apricena sono più uniche che rare perchè la cooperativa stoccando lei il grano ha il coltello dalla parete del manico e se il mercato non tira, come nell’anno in cui divella inventò il mandorlato, e non voleva più pagare adeguatamente il proteico, chiude la fornitura del grano al molino, che compra da lei mensilmente.

Questa filiera ( e solo questa agr Apricena intendo ) ha il vantaggio di poter decidere di vendere quando vuoi tu, si prende di riferimento le quotazioni mensili e si decide a fine mese se vendere o meno; quest’anno ho venduto a fine agosto e fine gennaio sfruttando i mesi in cui era risalito il prezzo.

Questo di poter vendere quando vuoi, vista la volatilità dei prezzi negli ultimi anni, è molto importante visto che in alcuni momenti dell’anno il prezzo è raddoppiato. Oggi non basta più saper fare quintali ma anche saper vendere bene…

 

• lo stato non ha interesse a proteggere l’agricoltore dalle importazioni di grano perché guadagna di più con l'esportazione della pasta, che rappresenta in valore un introito maggiore, dicamo 3:1…per questo favorirà sempre l’agroindustria

purtroppo.

Modificato da Giancarlo60
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9 minuti fa, ansimoni ha scritto:

Comunque se arriva davvero a 28 € penso che difficilmente si compenseranno le spese

adesso il canadese in Canada quota sotto 400 https://www.pdqinfo.ca/

ma già si parla come prezzo di 370 dollari canadesi a tonnellata… diciamo 25€/q

 

IMG_3195.jpeg

Modificato da Giancarlo60
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Io questa settimana entrante, SE piove, vado per fare il contratto di filiera qua nel mio paese e vediamo cosa dice. Però le rogne arrivano da ogni parte. Qualcuno sa dei prezzi al dettaglio del carciofo nei vari supermercati diciamo dal lazio in su ? A me stanno già stoppando il taglio dei carciofi. Non ci sono vendite e c'è troppamerce. Almeno così dicono

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41 minuti fa, Giancarlo60 ha scritto:

•Barilla sono decenni che ha delocalizzato in giro per il mondo i suoi stabilimenti, non per niente ultimamente dichiara di fare pasta solo con grano italiano, è perché cerca disperatamente di associare nel mondo la sua immagine ad un prodotto che di italiano in realtà non ha più altro che il nome.

https://formiche.net/2023/09/barilla-aziende-italia-olanda-crosetto-maffe/?amp

• recentemente il tentativo di far cadere l’obbligo dell’indicazione dell’origine del grano nell’etichetta della pasta è stato di nuovo respinto.

https://terraevita.edagricole.it/featured/lorigine-del-grano-duro-rimane-in-etichetta/#:~:text=L'etichetta di origine è,chiede il 96% dei consumatori.

L’ETICHETTA DI ORIGINE È SALVA.

L’indicazione della provenienza, nazionale o meno, del grano duro impiegato per la produzione della pasta rimarrà in etichetta come chiede il 96% dei consumatori.

 

È quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente le sentenze del Tar del Lazio. Il tribunale amministrativo ha infatti respinto i ricorsi di alcune industrie nei confronti del decreto con il quale il Ministero delle Politiche Agricole e il Ministero dello Sviluppo Economico a metà 2017 hanno imposto ai produttori di pasta l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di coltivazione del grano e il Paese di molitura al fine di garantire un'informazione completa e trasparente, funzionale a consentire una scelta libera e consapevole.

• la pasta italiana non diventerà mai una dop perché va esattamente contro gli interessi di pastifici e molini che al contrario si sono sempre arricchiti raccattando il grano più schifoso possibile in giro per il mondo; più fa schifo meno lo pagano, tanto viene miscelato con quello nazionale, anzi barilla per prima ha introdotto le filiere per alzarne il tenore proteico, unica cosa che in passato mancava al nostro, proprio per fare miscele più facilmente.

Chiaramente non possono fare pasta decente all’estero perchè l’Italia è il primo produttore al mondo di grano duro ( o lo era ) e solo in Italia si possono fare miscele per abbassare le micotossine di quello estero… insomma oggi noi produciamo il miglior grano al mondo al prezzo più basso al mondo.

•inizialmente temevo pure io che la filiera potesse calmierare il prezzo del grano se tutti la facessero, perché ha un prezzo minimo di riferimento; poi ho cambiato parere ( e faccio filiera da 5 anni con granoro ed agr Apricena ) perché mi sono reso conto che granoro in realtà di grano di filiera più di tanto non ne vuole dalla cooperativa, essa anche se stocca 600K q non ne vende in filiera più di 120k. Insomma gli serve solo come marchio 💯 dedicato granoro, per immagine e per poter accedere ai fondi della filiera all’industria.

•Le filiere come quella granoro Apricena sono più uniche che rare perchè la cooperativa stoccando lei il grano ha il coltello dalla parete del manico e se il mercato non tira, come nell’anno in cui divella inventò il mandorlato, e non voleva più pagare adeguatamente il proteico, chiude la fornitura del grano al molino, che compra da lei mensilmente.

Questa filiera ( e solo questa agr Apricena intendo ) ha il vantaggio di poter decidere di vendere quando vuoi tu, si prende di riferimento le quotazioni mensili e si decide a fine mese se vendere o meno; quest’anno ho venduto a fine agosto e fine gennaio sfruttando i mesi in cui era risalito il prezzo.

Questo di poter vendere quando vuoi, vista la volatilità dei prezzi negli ultimi anni, è molto importante visto che in alcuni momenti dell’anno il prezzo è raddoppiato. Oggi non basta più saper fare quintali ma anche saper vendere bene…

 

• lo stato non ha interesse a proteggere l’agricoltore dalle importazioni di grano perché guadagna di più con l'esportazione della pasta, che rappresenta in valore un introito maggiore, dicamo 3:1…per questo favorirà sempre l’agroindustria

purtroppo.

Hai toccato molti punti tutti giusti che confermano quello che ho detto: la dop non è che non si PUO' fare ma NON SI VUOLE fare per tutti i motivi da te illustrati.

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Comunque se la Russia diventa il "nuovo Canada" probabilmente il 2024 sarà il peggior anno per il duro, ma se continuasse a durare il prezzo basso, i canadesi calano le superfici, e forse nel 2025 qualcosa potrebbe riprendere di prezzo. Ma con sta storia della Russia penso sia impossibile mediamente nei prossimi anni che stia sopra i 35.

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49 minuti fa, ansimoni ha scritto:

Comunque se arriva davvero a 28 € penso che difficilmente si compenseranno le spese

Per quello devi fare il contratto a prezzo chiuso, perchè a 35-38 qualcosa ti rimane, ma se crolla a 28-30 ti ciucci le dita.

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6 minuti fa, DjRudy ha scritto:

Curiosità quanti ettari di grano duro coltivi all'anno?

azienda di 120 ha, in passato ad ortaggi, oggi do in fitto perché anziano e mio figlio non vuol fare l’agricoltore;

prima seminavo a duro anche 90 ha, oggi 40, senza più ringrani perchè la produzione media è 30q/ha , pur con punte di 84 e 7.

se per riprendere le spese devo produrre non meno di 35 l’unica alternativa è rinunciare al ringrano.

Si vive anche d’altro, favino, orzo, veccia avena, avena, di fitto visto che sono irrigui.

Sono in Capitanata, fra Foggia e Manfredonia

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9 minuti fa, DjRudy ha scritto:

Per quello devi fare il contratto a prezzo chiuso, perchè a 35-38 qualcosa ti rimane, ma se crolla a 28-30 ti ciucci le dita.

Il nazionale è troppo indispensabile, per miscelarlo, e l’accaparramento alcuni anni fa salire ad inizio campagna il prezzo; la volatilità dei prezzi finora c’è stata

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4 minuti fa, ansimoni ha scritto:

Ho ancora roba in magazzino, di qualità discreta. Pensavo di aspettare a vendere. In quale peiodo i compratori smettono di comperare per aspettare il mercato della prossima campagna?

Questo il punto critico, noi a maggio siamo costretti a svendere perché non stoccandolo privatamente ci costringono a chiudere i conti perché devono liberare i silos per la nuova campagna, silos in realtà spesso pieni di merce importata al saldo, ma funziona così visto che di vere op e cooperative son pochissime

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13 minuti fa, Giancarlo60 ha scritto:

azienda di 120 ha, in passato ad ortaggi, oggi do in fitto perché anziano e mio figlio non vuol fare l’agricoltore;

prima seminavo a duro anche 90 ha, oggi 40, senza più ringrani perchè la produzione media è 30q/ha , pur con punte di 84 e 7.

se per riprendere le spese devo produrre non meno di 35 l’unica alternativa è rinunciare al ringrano.

Si vive anche d’altro, favino, orzo, veccia avena, avena, di fitto visto che sono irrigui.

Sono in Capitanata, fra Foggia e Manfredonia

Pieno EDEN del Tavoliere, da me rinominato TAVOLIEREDEN!

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9 minuti fa, Giancarlo60 ha scritto:

Il nazionale è troppo indispensabile, per miscelarlo, e l’accaparramento alcuni anni fa salire ad inizio campagna il prezzo; la volatilità dei prezzi finora c’è stata

quindi dici che è sbagliato fare contratto ora a prezzo fisso?

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21 minuti fa, DjRudy ha scritto:

Comunque se la Russia diventa il "nuovo Canada" probabilmente il 2024 sarà il peggior anno per il duro, ma se continuasse a durare il prezzo basso, i canadesi calano le superfici, e forse nel 2025 qualcosa potrebbe riprendere di prezzo. Ma con sta storia della Russia penso sia impossibile mediamente nei prossimi anni che stia sopra i 35.

Sono entrambi paesi a clima continentale quindi micotossine e glifo a gogo…

mi dispiace per loro ma il grano duro vuole clima mediterraneo, quello buono è il greco, spagnolo, messicano…

per questo ripeto l’unica pasta decente è quella italiana, perché possono miscelare metà metà solo in Italia, all’estero solo porcate, addirittura in turchia ora la fanno solo col tenero

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