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13 minuti fa, 409 vario ha scritto:

Con 10 milioni mi ristrutturo la stalla ( recuperando il più possibile dalla struttura vecchia)compro la terra che mi serve per essere autosufficiente e il resto lo tengo da parte . 

Ovviamente ero ironico 😅

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Il dopo 0.28?

Ormai molti impianti sono vicini alla scadenza dei 15 anni a 0.28, cosa succederà dopo?

La conversione a biometano non é remunerativa.

Qualcuno parla che ci sarà un rinnovo della tariffa agevolata addirittura a 0.25.

Per adesso non si sa ancora niente, devono dire qualcosa di definitivo entro fine gennaio.
0,25 mi sembra molto ottimistico, secondo me faranno intorno a 0,23 ma solo fino ad una certa potenza, poi scalano.
Ma poi il problema più grande è che dovrebbero fare un meccanismo con un premio sul valore di mercato della corrente ed un minimo garantito.
Però la tariffa può essere aggiornata ogni anno.
Quindi gli ottimisti sono contenti perché sperano di recuperare l'inflazione, i pessimisti, pensano che non hai garanzie per poter fare investimenti perché comunque ne andranno fatti per aggiornare gli impianti e sistemarli dopo 15 anni no stop di lavori.

Vedremo cosa succederà...

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Conversione a biometano conviene solo agli impianti da 1mw...
Sotto non sta in piedi...
Mi auguro le cifre ipotizzate da djrudy ma dubito...
Più plausibile uno 0,18/0,20..
Gli impianti da 1 me che non hanno forza di convertirsi vengono acquistati da fondi, società di energia etc che convertono....
Il biometano per loro è una grossa opportunità...
Per la questione aria basterebbe interrare sempre liquame ... Cosa che ancora ben pochi fanno...poi la gente se la prende con noi...



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Bisogna considerare anche i piccoli difficilmente possono permettersi un carrobotte nuovo con sollevatore , se il legislatore venisse incontro con la possibilità di omologare aftermarket barre e/o sollevatori su botti ancora sane a prezzi umani ma sono sordi .

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27 minuti fa, vara ha scritto:


 

 


Conversione a biometano conviene solo agli impianti da 1mw...
Sotto non sta in piedi...
Mi auguro le cifre ipotizzate da djrudy ma dubito...
Più plausibile uno 0,18/0,20..
Gli impianti da 1 me che non hanno forza di convertirsi vengono acquistati da fondi, società di energia etc che convertono....
Il biometano per loro è una grossa opportunità...
Per la questione aria basterebbe interrare sempre liquame ... Cosa che ancora ben pochi fanno...poi la gente se la prende con noi...



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Probabilmente i grossi gruppi dell'energia faranno pressioni per avere gli impianti dei privati in modo da pulirsi la "coscienza" per le trivellazioni all'estero.

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Bisogna considerare anche i piccoli difficilmente possono permettersi un carrobotte nuovo con sollevatore , se il legislatore venisse incontro con la possibilità di omologare aftermarket barre e/o sollevatori su botti ancora sane a prezzi umani ma sono sordi .


I piccoli han campi attaccati e poi cosa vuoi omologare che la quasi totalità è comunque fuori perché non MR ma omologati a 200qli...
Ci vuole la volontà non l'omologazione... E se provassero poi direbbero quanto mai non l'ho fatto prima ...


Probabilmente i grossi gruppi dell'energia faranno pressioni per avere gli impianti dei privati in modo da pulirsi la "coscienza" per le trivellazioni all'estero.


Non pensare cose strane...
Lo fanno perché han la forza e soprattutto perché rende se non vai a prendere soldi in banca

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2 ore fa, 409 vario ha scritto:

Con 10 milioni mi ristrutturo la stalla ( recuperando il più possibile dalla struttura vecchia)compro la terra che mi serve per essere autosufficiente e il resto lo tengo da parte . 

Poi apri il macello e vendi in proprio ... il problema è piazzare la carne, il gas  serve il tubo che comunque non te lo passa lo Stato e aver fortuna di avere una gabina di pompaggio entro i 5 Km se no... 

Classica stalla- pannelli solari - biogas per lettiera e reflui ma i 10 Milli Millini servono solo per iniziare. Per fare ingrasso e vita non serve tantissimo ma la vita la passi in stalla o al telefono a piazzare gli animali. La parte meglio è ancora forse il biogas.

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8 ore fa, vara ha scritto:

 

Per la questione aria basterebbe interrare sempre liquame ... Cosa che ancora ben pochi fanno...poi la gente se la prende con noi...



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Ok sono d'accordo, in parte... dovremmo si fare tutti la nostra parte con la corretta gestione degli effluenti ma che si faccia passare che il problema aria sia solo colpa degli allevamenti e dello smaltimento anche no....lo sappiamo benissimo che non è così. Nell'articolo postato da 409 vario si parla per esempio del superamento della soglia di 50 ininterrottamente dal 25 al 31 dicembre  giorni non proprio di smaltimento. Se parliamo dei nitrati in falda e nelle acque superficiali allora ok è quasi solo esclusivamente colpa degli allevamenti( e dell'agricoltura in generale )

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  • 4 settimane dopo...

Ciao a tutti, uscito finalmente il decreto sulle CER, di seguito incollo il link e quello delle FAQ:

Il MASE ha pubblicato il link per il decreto sulle CER https://www.mase.gov.it/sites/defaul...reto%20CER.pdf
Qui le FAQ https://www.mase.gov.it/sites/defaul...%20-%20FAQ.pdf

qui l'estratto (o una piccola parte) relativa al BIOGAS: ( da pag 26 in avanti)

1. Impianti a biogas 1. Per gli impianti alimentati a biogas l’accesso ai benefici è subordinato al rispetto di tutti i seguenti requisiti: I. Biogas ottenuto da digestione anaerobica della biomassa: a) le vasche del digestato degli impianti, di volume pari alla produzione di almeno trenta giorni, come specificato nell’ambito del pertinente titolo autorizzativo, sono dotate di copertura a tenuta di gas e di sistemi di recupero del gas da reimpiegare per produzione elettrica o biometano; b) l’energia termica prodotta è recuperata ed è prioritariamente autoconsumata in sito, a servizio dei processi aziendali, oppure immessa in un sistema di teleriscaldamento efficiente; c) gli impianti utilizzano in misura pari almeno all’80% sottoprodotti di cui alla Tabella 1, Parte A, allegata al presente decreto e per l’eventuale quota residua prodotti di cui alla Tabella 1, Parte B; d) prodotti e sottoprodotti utilizzati, derivano per almeno il 51% dal ciclo produttivo delle aziende agricole che realizzano l’impianto di produzione elettrica.

 

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  • 1 mese dopo...

Biogas, Decreto Pratiche Ecologiche alla Corte dei Conti

 

Dopo la firma del ministro Pichetto il provvedimento è nella mani dei giudici amministrativi per gli ultimi controlli. Tra le misure supportate: efficientamento degli impianti biogas agricoli e promozione dei trattori a biometano

 
Decreto Pratiche Ecologiche
Di Foto: Martina Nolte, Lizenz: Creative Commons by-sa-3.0 de, CC BY-SA 3.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=19456092

Stanziati 193 milioni di euro dal PNRR

(Rinnovabili.it) – È stato ribattezzato Decreto Pratiche Ecologiche perché il suo obiettivo principale è la diffusione di pratiche ecologiche nella produzione del biogas e in agricoltura. Ma il nuovo DM d’attuazione del Piano nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) è molto di più. Il provvedimento è stato firmato la scorsa settimana dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto e ora è nelle mani della Corte dei Conti per gli ultimi controlli economici. Sul piatto ci sono infatti 193 milioni di euro, parte delle più ampie risorse stanziate dal PNRR per incrementare la quota di energia rinnovabile in Italia.

Pichetto aveva annunciato la firma nel corso di Biogas Italy 2024 per poi tornare sulla questione a pochi giorni di distanza. “Questo decreto caratterizza ancor di più il settore agricolo come alleato verso i nostri obiettivi energetici e climatici”, ha commentato il ministro. “Lo sviluppo del biogas e del biometano, assieme alle migliori pratiche agricole ci devono aiutare a vincere la sfida energetica, incidendo in maniera trasversale e positiva sulla salvaguardia di aria, acqua e suolo”.  

leggi anche Biometano PNRR, solo 51 progetti finanziati

Decreto Pratiche Agricole, cosa prevede il testo?

Il nuovo Decreto Pratiche Agricole disciplina diverse misure così come definite dalla linea di intervento 1.4 della Missione M2C2 del Piano di Ripresa. L’obiettivo è: efficientare gli impianti esistenti per la produzione di biogas agricolo e dove possibile riconvertirli alla produzione totale o parziale di biometano; promuovere la diffusione di pratiche ecologiche nella fase di produzione del biogas per ridurre l’uso di fertilizzanti sintetici, creando poli consortili per il trattamento centralizzato di digestati ed effluenti; promuovere la sostituzione di veicoli meccanici obsoleti e a bassa efficienza con veicoli alimentati a biometano. Lo strumento di sostegno? Un contributo in conto capitale, pari a un massimo del 65% delle spese di investimento ed entro il limite di seicento mila euro. La misura è rivolta a imprese e progetti con un occhio di riguardo a quelli del Mezzogiorno, a cui è destinato il 40% delle risorse, (77,2 milioni di euro).

A livello di intervento il budget risulta così suddiviso: 124 milioni di euro sosterranno l’efficientamento degli impianti a biogas esistenti e non convertibili a biometano. 54 milioni andranno all’acquisto di macchinari per la distribuzione efficiente del concime organico e la creazione di poli consortili di trattamento centralizzato per lo sfruttamento del digestato.  Altri 15 milioni invece sosterranno la sostituzione di vecchi trattori con modelli più efficienti, dotati di strumenti per l’agricoltura di precisione e alimentati esclusivamente a biometano. “Uno specifico target PNRR  – sottolinea il MASE in una nota stampa – individua a giugno 2026 la messa in circolazione di almeno 300 trattori” con le caratteristiche appena enunciate.

 Il ruolo del biogas e del biometano in Italia

Le misure convergono verso un solo obiettivo: potenziare l’economia circolare basata sul riutilizzo per raggiungere i target di decarbonizzazione europei. D’altra parte con il solo investimento del PNRR il Governo si aspetta di incrementare la potenza di biometano da riconversione da destinare alla rete gas di circa 2,3-2,5 miliardi di metri cubi.

In questo contesto il biogas agricolo ha un ruolo fondamentale. Secondo i dati presentati nel corso di Biogas Italy 2024, attualmente risultano attivi circa 1.803 gli impianti di biogas agricolo in Italia con una produzione di 2 miliardi e mezzo di m3 destinato soprattutto alla produzione elettrica e termica. Una quota minoritaria, pari a circa 600 milioni di Smc, viene però già immessa in consumo come biometano nel settore dei trasporti.

“Siamo in una fase cruciale per lo sviluppo del settore biogas e biometano, in Italia e in Europa”, ha commentato durante l’evento Piero Gattoni, Presidente del CIB-Consorzio Italiano Biogas. “Quest’anno entreremo nel vivo nella realizzazione delle misure del PNRR con l’avvio dei primi cantieri e degli investimenti. La notizia della firma del decreto sulle misure agroecologiche è un passo significativo verso sistemi agricoli sostenibili, rispettosi degli ecosistemi e a impatto climatico zero. Al contempo, però, è necessario intervenire per definire urgentemente il valore dei prezzi minimi garantiti per gli impianti biogas. Non possiamo più attendere: il ritardo di ARERA sta rischiando di bloccare la filiera, creando ancora più incertezza, minando la stabilità delle nostre imprese. A partire da questo quadro, occorrerà lavorare nel corso dell’anno per predisporre da subito le regole che consentiranno lo sviluppo del settore ‘post PNRR’ e le traiettorie dei prossimi 5 anni”.

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Scusate un aiuto a chi è più ferrato sul tema

Io dovrei far fare uno studio sulla fattibilità di un impianto biogas alimentato ad acque reflue di un'industria alimentare. Quali, tra le mille ditte, è più ferrato sugli impianti a sole acque reflue? 

Seconda cosa: laboratorio al quale far fare un'analisi del potenziale metanigeno di quest'acqua reflua più o meno attorno a Piacenza/Milano?

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  • 2 mesi dopo...
Biometano: a Snam arrivate 183 richieste di allaccio alla rete
Ce.Do.

ROMA

La prossima asta è in programma il 4 giugno. Dopo che, nell’ultima procedura competitiva gestita dal Gse, sono stati ammessi 132 progetti di impianti di produzione di biometano, nuovi e riconvertiti, per una capacità produttiva totale pari a 58.119,32 standard metri cubi orari. Tra questi otto progetti, per un totale di 18 megawatt, fanno capo a Bioenerys, la società controllata al 100% da Snam che si occupa di biometano con l’obiettivo di sviluppare il mercato attraverso l’incremento dei volumi di produzione e per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione.

Il gruppo guidato da Stefano Venier svolge un duplice ruolo. Da un lato, Snam Rete Gas facilita le interconnessioni degli impianti alla rete e, oggi, sono arrivate 183 richieste di allaccio da parte dei produttori per progetti già approvati o presentati in linea con gli obiettivi fissati dal Pnrr e dal Pniec. Dall’altro, attraverso Bioenerys, sviluppa, realizza e gestisce impianti con focus che va dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani a quello, sempre più strategico, delle materie prime agricola.

Un fronte cruciale, dunque, all’interno del business di Snam che, come previsto dal piano strategico presentato a fine gennaio, punta a investire 400 milioni nella messa in esercizio di impianti per raggiungere una capacità complessiva di 80 megawatt e una produzione attesa pari a circa 135 milioni di metri cubi l’anno entro il 2027. Mentre, alla fine del 2023, il gruppo poteva contare già su una solida piattaforma di 36 impianti operativi in nove Regioni - di cui 10 da Forsu (frazione organica del rifiuto solido urbano) e 26 da risorse agricole - con circa 41 megawatt di capacità di biometano e biogas, rafforzando il proprio ruolo di operatore di primo piano su scala industriale.

L’Italia è tra i mercati del biometano in più rapido incremento in Europa: il settore è infatti cresciuto da un impianto nel 2018 a circa 80 impianti operativi alla fine del 2023 con una produzione che si attesta a oltre 550 milioni di standard metri cubi l’anno. Un’ulteriore spinta allo sviluppo del comparto dovrebbe arrivare, come noto, dal Pnrr che destina a questo tassello 1,92 miliardi di euro. Risorse che vengono erogate, come detto, a valle di procedure competitive ad hoc - cinque quelle previste nell’arco temporale 2022-2024 (ed eventualmente 2025 e 2026), attraverso la concessione di sostegni in conto capitale (pari al massimo al 40% delle spese sostenute) e incentivi in conto energia (tariffe incentivanti applicate alla produzione netta di biometano). Nella prima procedura competitiva sono stati assegnati 29.978 standard metri cubi orari, nella seconda 25.881.

Tuttavia, come segnalato più volte dagli operatori e dalle associazioni di settore, non mancano le difficoltà nei meccanismi di accesso perché i produttori lamentano spesso l’impossibilità di arrivare alla procedura competitiva con i requisiti necessari, vale a dire l’ottenimento dell’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio dell’impianto. E questo a causa della farraginosità degli iter burocratici previsti dagli enti locali con il conseguente ritardo nell’ottenimento dei nulla osta necessari. Senza contare, poi, le frequenti difformità tra la normativa regionale e la pianificazione non in linea con le leggi nazionali ed europee, alle quali si aggiungono poi i problemi collegati al diffuso fenomeno del Nimby che possono ulteriormente rallentare il processo.

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come diceva giustamente @vara chi non converte vende.... le grandi aziende o i fondi convertono e vendono i pacchetti a fondi ancora più grandi...

Verdalia Bioenergy rileva sette impianti
Ce.Do.

ROMA

Verdalia Bioenergy, società europea di biometano supportata dai fondi infrastrutturali di Goldman Sachs Asset Management, ha siglato un accordo per rilevare sette impianti situati nella provincia di Brescia dai fondi controllati da Green Arrow Capital, uno dei principali operatori italiani indipendenti nel panorama degli investimenti alternativi, e da Lazzari&Lucchini, azienda leader specializzata nella produzione di energia da fonti rinnovabili e sostenibili presenti in natura.

L’operazione, che sarà ufficializzata oggi, vedrà Verdalia Bioenergy chiudere il cerchio attorno a un pacchetto di asset con una capacità produttiva complessiva di circa 190 gigawattora di biometano derivante dal trattamento di 350mila tonnellate di materie prime all’anno, con la possibilità di ampliare tali volumi di oltre il 50 per cento. Gli impianti sono entrati in funzione nel corso degli ultimi 4 anni e la produzione di biometano avviene esclusivamente attraverso la lavorazione di effluenti zootecnici, sottoprodotti agricoli non destinati all’alimentazione umana e sottoprodotti provenienti da attività alimentari e agroindustriali.

Come si ricorderà, Verdalia Bioenergy è stata lanciata a febbraio dello scorso anno con l’obiettivo di investire, entro il 2026, un miliardo di euro nello sviluppo, acquisizione e gestione degli impianti di produzione di biometano in Europa. Da allora la società ha in portafoglio una pipeline di progetti di sviluppo in Spagna e in Italia con un volume di oltre 2,5 terawattora di biometano l’anno.

Con l’operazione Verdalia Bioenergy rafforza la propria presenza in Europa e si posiziona come uno dei leader nel settore del biometano nel continente, facendo leva su un modello di business infrastrutturale.

«Green Arrow e L&L hanno sviluppato sette impianti di biometano di alto livello - è il commento di Matteo Grandi, country manager di Verdalia Italia -. L’acquisizione di questi impianti rappresenta un importante punto di partenza per dare avvio alle nostre attività in Italia e guardiamo al futuro con ottimismo, continuando a lavorare sulla nostra espansione nel Paese».

«Siamo molto soddisfatti dell’accordo per la cessione del nostro primo portafoglio di impianti di biometano avanzato, raggiunto con un player di rilievo come Verdalia Bioenergy, che investe in un settore strategico per il Paese, di cui siamo stati pionieri - spiegano Daniele Camponeschi, fondatore e cio di Green Arrow Capital, insieme a Anna Lazzari, presidente del Gruppo L&L -. È un’operazione che conferma l’impegno della nostra partnership nel supportare concretamente la transizione e l’indipendenza energetica, nonché gli investimenti nel territorio, come testimonia la nuova pipeline di 6 impianti di biometano che stiamo realizzando».

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