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una domanduccia..........sicuramente stupida..


emicaster

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per quanto riguarda il grano so' che per prendere gli aiuti europei (pac) bisogna per forza comprare il grano certificato con regolare fattura. La quota minima di grano da seminare per ettaro, ammessa dalla pac, dovrebbe essere, non sono proprio sicuro, di 2 quintali ad ettaro. Se si utilizzano quantita' diverse e' possibile aggiungerlo con del grano proprio o non certificato.

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oltre alle colture elencate c'e anche la soia che puo essere riseminata..

il mais prodotto puo essere riseminato pero si avra una vigoria e una produzione molto molto bassa!!il mais aquistato invece è un seme ibrido prodotto dalla fecondazione di 2linee pure...

per capirne un po inserisco 2 link:

http://http://www.ducabruzzi.it/materialididattici/Molari/mais/miglioramento_piante_allogame_ibridi_mais.pdf

http://http://www.agraria.org/coltivazionierbacee/mais.htm

O0O0

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per quanto riguarda il grano so' che per prendere gli aiuti europei (pac) bisogna per forza comprare il grano certificato con regolare fattura. La quota minima di grano da seminare per ettaro, ammessa dalla pac, dovrebbe essere, non sono proprio sicuro, di 2 quintali ad ettaro. Se si utilizzano quantita' diverse e' possibile aggiungerlo con del grano proprio o non certificato.
Il grano certificato aggiunge un premio che più o meno dovrebbe coprire il costo del seme, altrimenti se non hai fatture di seme certificato prendi solo la quota che ti hanno assegnato.

 

Per quanto riguarda riseminare quello che si è trebbiato ovviamente si può fare, tranne che la trebbia non lo ha danneggiato, cosa più probabile con il mais.

Se si tratta di sementi incrociate, a forza di riseminare si potrebbe ritornare al seme originario, che di solito ha caratteristiche inferiori.

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parte del raccolto si puo' riutilizzare come seme???

 

Mais e girasole è bene non riutilizzarli, si tratta di ibridi ottenti dall'incrocio di due parentali (otteniti da linee genetiche conosciute solamente dalle multinazionali e coperte da brevetto) che non raggiungono i livelli produttivi della generazione F1 (ovvero quella presente nel sacchetto che si compra). Se vai a riseminare quello che viene raccolto nella seconda generazione spunterebbero dei caratteri sfavorevoli presenti nei due parentali e avresti una produzione del 30% inferiore rispetto al seme acquistato.

 

Nel caso di orzo, grano, loietto, soia e altri si può effettuare tranquillamente la risemina senza grossi problemi, in questo caso non si tratta di ibridi e comunque la selezione genetica non è spinta come quella del mais. Molti agricoltori tagliano il seme acquistato con quello autoprodotto in azienda, questo permette una scorciatoia per accedere al pagamento dell'articolo 69 (utilizzo di semi certificato)

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Per il GRANO

 

Per avere l'aiuto supplementare della PAC (che varia da anno ad anno circa da 35 a 50 €/ha) serve il seme certificato, per il grano servono 180 kg/ha. Se consideriamo quanto costa in più il grano da seme certificato e quanto costa il seme aziendale, il contributo non copre la differenza. Il premio base si ha anche senza seme certificato.

Una strada è quella di usare 180 kg/ha per la superficie coperta da titoli ed ammissibile a premio e poi grano aziendale per il resto della superficie e per arrivare alla dose voluta (dalle mie parti si usano tradizionalmente 250 kg/ha).

 

Il seme di grano certificato dal suo ha il vantaggio che sei sicuro che è pulito e che è sano (non ci sono cariossidi malandate e già con spore di malattie funginee), inoltre è ben conciato (cosa che in azienda è difficile da fare). Inoltre il seme certificato è di "seconda riproduzione", questo vuol dire che deriva da seme di prima riproduzione che è seme in purezza per la varietà.

 

Quindi il seme certificato ha altri vantaggio rispetto a quello aziendale, vantaggi che volendo si potrebbero avere anche con il seme aziendale adottando alcuni accorgimenti. Il primo è quello di andare da un sementiere e comprarsi il seme di prima riproduzione (ovviamente più caro di quello normale da seme, ma ne basta poco) e poi coltivarlo seminandolo rado e dandogli poco concime e poi fare un trattamento fungicida in levata e uno in fioritura, poi bisognerebbe ventilarlo e a questo punto avremmo un seme di seconda riproduzione pari a quello fatto dai sementieri (concia a parte).

Si dovrebbe valutare i costi e la mancanza di contributo... Oppure usarne un po' è un po' come fanno in tanti ... (soluzione che ritengo un buon compromesso fra costi e complicazioni per farsi un buon seme).

Modificato da Rico
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  • 3 settimane dopo...
Il grano certificato aggiunge un premio che più o meno dovrebbe coprire il costo del seme, altrimenti se non hai fatture di seme certificato prendi solo la quota che ti hanno assegnato.

 

Ragazzi ma anche quest'anno con la fattura e il tagliando posto sul sacchetto si riceve il premio sul seme oltre alla quota pac??

Nelle ultime settimane parlando con i terzisti mi hanno detto che da quest'anno non c'è più alcun premio sul seme, allora tanto valeva seminare il vecchio seme di raccolta!!!???

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  • 2 settimane dopo...
Per il GRANO

 

Per avere l'aiuto supplementare della PAC (che varia da anno ad anno circa da 35 a 50 €/ha) serve il seme certificato, per il grano servono 180 kg/ha. Se consideriamo quanto costa in più il grano da seme certificato e quanto costa il seme aziendale, il contributo non copre la differenza. Il premio base si ha anche senza seme certificato.

Una strada è quella di usare 180 kg/ha per la superficie coperta da titoli ed ammissibile a premio e poi grano aziendale per il resto della superficie e per arrivare alla dose voluta (dalle mie parti si usano tradizionalmente 250 kg/ha).

 

Il seme di grano certificato dal suo ha il vantaggio che sei sicuro che è pulito e che è sano (non ci sono cariossidi malandate e già con spore di malattie funginee), inoltre è ben conciato (cosa che in azienda è difficile da fare). Inoltre il seme certificato è di "seconda riproduzione", questo vuol dire che deriva da seme di prima riproduzione che è seme in purezza per la varietà.

 

Quindi il seme certificato ha altri vantaggio rispetto a quello aziendale, vantaggi che volendo si potrebbero avere anche con il seme aziendale adottando alcuni accorgimenti. Il primo è quello di andare da un sementiere e comprarsi il seme di prima riproduzione (ovviamente più caro di quello normale da seme, ma ne basta poco) e poi coltivarlo seminandolo rado e dandogli poco concime e poi fare un trattamento fungicida in levata e uno in fioritura, poi bisognerebbe ventilarlo e a questo punto avremmo un seme di seconda riproduzione pari a quello fatto dai sementieri (concia a parte).

Si dovrebbe valutare i costi e la mancanza di contributo... Oppure usarne un po' è un po' come fanno in tanti ... (soluzione che ritengo un buon compromesso fra costi e complicazioni per farsi un buon seme).

 

 

Non solo assolutamente daccordo e ti spiego il perchè.......

L'anno scorso ho seminato il bellissimo e conciatissimo grano dei cosidetti geni del grano.

Dire che ne è nato 1/3 è dire poco.

 

Avevo per fortuna o sfortuna del grano mio che volevo dare alle galline(si proprio cosi), bucato........pieno di animaletti(calandra se non erro) insomma......era na schifezza.....

Ho detto , si semina il buono e poi con cosa lo confronto?

Bene , seminato anche quella schifezza.....

Risultato? la schifezza ha fatto 50 quintali ettaro

il super grano , 10 quintali ettaro con 1000000di problemi , carte , guai.

 

Vorrei dire per chi non ne fosse a conoscenza che se trattano il grano con la Fosfina, con dosi piene, facilmente non germina, infatti lo trovai intatto sotto terra.

 

Quindi andiamoci piano con la qualità ......prima, seconda , concia e miracoli....

perchè i commercianti oltre a non capirne nulla di agricoltura, fanno miscugli e porcai incredibili

 

scusate la rabbia, ma ai film io non ci credo.

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Vorrei ribadire che:

 

- Il caso del Conte è stato un caso isolato e del nefasto risultato è responsabile solo l'imperiza, ,volontaria o meno, di chi ha lavorato il seme. Mica per niente ci sono liste di prodotti consentiti per la concia e se non sbaglio la Fosfina è autorizzata per i trattamenti post-raccolta e disinfestazione, cosa diversa dalla concia.

- Investite un po' del vostro tempo e qualche € nelle liste varietali e conce consigliate. Generalmente i consorzi o enti vari ogni anno lo fanno, in alternativa affidatevi alle riviste del settore che male non fanno...e permettono di accorgersi magari per tempo di qualche "anomalia".

- La concia fatta in casa, salvo dovute eccezioni di chi si attrezza bene, non avrà mai l'efficacia di quella industriale.

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infatti ci sono prodotti come il real geta che fa aumentare il costo del seme anche di 5 euro al quintale, però fino al momento del "diserbo" il seme "dovrebbe" essere salvaguardato.

maso hai capito perfettamente .

 

Hai proprio detto bene, DOVREBBE! Quest'anno ho diviso un campo esattamente a metà, da una parte Normanno trattato con Celest, e dall'altra quello conciato con Real Geta. Bene, era ristoppio, quindi ho deciso di provare questa concia al prezzo di 13 Euro in più al quintale. I risultati sono stati abbastanza evidenti, peccato solo che sono stati il rovescio di quelli sperati. Quello trattato con RG si è ammalato di fusarium del piede prima dell'altro, e è rimasto più brutto dell'altro fino alla fine! Visto che sembra che il contributo sulla rotazione (art.68) non è più vincolato alla semente selezionata, già per il prossimo anno mi sto organizzando per piantare tutto grano fatto in casa!!! Alla facciaccia loro!!!!

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