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PROTESTA AGRICOLTORI EUROPEI!!! Tutti in STRADA!


thedavidesame

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IO andai a Roma come vidi Danilo Calvani tagliai la corda
E proprio questo il problema di credibilità del settore, che ci sono persone come Calvani davanti e dall'altra parte i gialli che sono ancora peggio.

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[quote post=829292" timestamp="1738017945" name="@gianlu@" userid="49878]E proprio questo il problema di credibilità del settore, che ci sono persone come Calvani davanti e dall'altra parte i gialli che sono ancora peggio.

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Se è per questo c erano poco di buono anche dentro nomentana….

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Io sono uno degli organizzatori della manifestazione di Portogruaro(Veneto orientale). Mi dispiace dirlo ma ad oggi invidio e concordo con i vari amici che nel corso di quest'anno hanno avuto il coraggio di aprire gli occhi e cambiare settore. Per me l'agricoltura è morta. Non c'è niente NIENTE che funziona, ci prendono per il culo perfino le nostre cooperative che sono lo zerbino della gdo o dei vari esportatori in caso di produzioni vinicole. Qua si campa finché ci sarà il DIO PROSECCO e finita questa pacchia addio a tutti, se non cambia qualcosa (e difficilmente e utopisticamente cambierà).

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Il 23/01/2025 at 23:27, Ninjarosso ha scritto:

Per giunta è cominciato ieri dal TG1 e al question time di oggi in Parlamento la controinformazione che certifica che con questo governo va tutto meglio in agricoltura. Perciò cosa vogliono protestare pochi agricoltori.....non ci sono motivi 🤡

Si parte dal presupposto che se uno è contento della situazione agricola attuale fa bene a non protestare..chi detiene il controllo economico/legislativo del settore agricolo  sa bene che per mantenere il potere il metodo migliore è la manipolazione dell opinione pubblica; le apparenze sono più importanti della realtà e quello che conta non è quello che è vero ( es: magazzini portuali pieni di grano estero trattato col glifosato,etc), ma quello che il popolo crede vero!(Es pasta fatta con tutta farina 100% grani made in Italy)

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Quoto la citazione di un utente che era stata fatta… questo km 0 o filiera corta rimane e rimarra sempre la piu grande barzelletta di sempre… questo implicherebbe che ogni azienda cerealicola divrebbe avere il priprio mulino, ogni azienda olivicola un frantoio, ogni azienda che produce latte il proprio caseificio e cosi via…. Ma daii…. L agricoltore deve fare l agricoltore, fine.

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1 ora fa, 8320T ha scritto:

Quoto la citazione di un utente che era stata fatta… questo km 0 o filiera corta rimane e rimarra sempre la piu grande barzelletta di sempre… questo implicherebbe che ogni azienda cerealicola divrebbe avere il priprio mulino, ogni azienda olivicola un frantoio, ogni azienda che produce latte il proprio caseificio e cosi via…. Ma daii…. L agricoltore deve fare l agricoltore, fine.

Bhe non sono del tutto d'accordo....indipendentemente dal km zero che mi interessa poco niente sono tutte cazzate il fatto di avere o partecipare alla trasformazione e commercializzazione del prodotto penso  non sia una bestemmia o un eresia ma l'unica strada per sopravvivere. Nessuno dice che devi metterti a trasfornare o fare te personalmente ma aderire o pensare a realtà che possano fare ciò. Se non valorizzi ciò che produci è impensabile andare a fare concorrenza a produttori esteri.  Devi crearti un canale di produzione trasformazione e vendita che ti permetta di raggiungere quei consumatori che possano pagare un prezzo che sia remunerativo al punto da valorizzare il tuo prodotto.  È brutto da dire ma il prodotto italiano deve essere dedicato a quelle persone in Italia e all'estero che possano permettersi di pagarlo. L'italia è uno sputo con una produzione ridicola a confronto del resto del mondo. La ferrari non vende all'operaio di 1200 euro al mese ma nel mondo clienti ne ha eccome. Anzi hanno la fila. Prendi il grana padano ad oggi con le quotazioni odierne il latte che ha questa destinazione ha una remunerazione che arriva vicino ai 90 centesimi al litro ivato. In Italia calano i consumi, all'estero aumentano a doppia cifra. Il latte industriale in molti casi arriva a poco più di 60 al litro ivati. Capisci che essere socio di cooperative che producono gp (e ancor più parmigiano reggiano) fa una differenza abissale. BIANCO86VE prima diceva del dio prosecco ecco questo è unaltro esempio, come il franciacorta ecc ecc. Ovviamente ci vuole lavoro un consorzio di tutela, una campagna pubblicitaria, ci vuole lavoro. Da soli non si può fare. 

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Nel caso del settore cerealicolo puoi aderire a dei contratti di filiera per avere appena appena di guadagno in piu… poi che vuoi fare.. fai trasformare il tuo grano a terzi.. e poi quella pasta o altro a quanto devi venderla per avere un guadagno….

Valorizzare il made in italy è una cosa..
prendersi tutta la filiera in carico è un altra cosa….
Ricordiamoci che poi dobbiamo fare i conti con il prezzo finale, e apparte la clientela di nicchia che spendere di piu non gli pesa, la maggior parte delle persone quando fa la spesa guarda cosa costa meno, è giusto? Questo è un altro discorso


Non fate esempi di vino perche è una categoria a se e non ha niente a che vedere con il resto dell agricoltura… chi fa brunello con 2 ettari è tranquilla per almeno due generazioni..

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14 ore fa, #VG# ha scritto:

Bhe non sono del tutto d'accordo....indipendentemente dal km zero che mi interessa poco niente sono tutte cazzate il fatto di avere o partecipare alla trasformazione e commercializzazione del prodotto penso  non sia una bestemmia o un eresia ma l'unica strada per sopravvivere. Nessuno dice che devi metterti a trasfornare o fare te personalmente ma aderire o pensare a realtà che possano fare ciò. Se non valorizzi ciò che produci è impensabile andare a fare concorrenza a produttori esteri.  Devi crearti un canale di produzione trasformazione e vendita che ti permetta di raggiungere quei consumatori che possano pagare un prezzo che sia remunerativo al punto da valorizzare il tuo prodotto.  È brutto da dire ma il prodotto italiano deve essere dedicato a quelle persone in Italia e all'estero che possano permettersi di pagarlo. L'italia è uno sputo con una produzione ridicola a confronto del resto del mondo. La ferrari non vende all'operaio di 1200 euro al mese ma nel mondo clienti ne ha eccome. Anzi hanno la fila. Prendi il grana padano ad oggi con le quotazioni odierne il latte che ha questa destinazione ha una remunerazione che arriva vicino ai 90 centesimi al litro ivato. In Italia calano i consumi, all'estero aumentano a doppia cifra. Il latte industriale in molti casi arriva a poco più di 60 al litro ivati. Capisci che essere socio di cooperative che producono gp (e ancor più parmigiano reggiano) fa una differenza abissale. BIANCO86VE prima diceva del dio prosecco ecco questo è unaltro esempio, come il franciacorta ecc ecc. Ovviamente ci vuole lavoro un consorzio di tutela, una campagna pubblicitaria, ci vuole lavoro. Da soli non si può fare. 

Concordo. Oppure chi governa dovrebbe controllare veramente chi produce e chi vende generi alimentari nel proprio territorio. E questo già lo si faceva poco figurati adesso che di fatto ufficio dogane è smantellato. Oppure chi realmente paga dovrebbe riuscire a riconoscere la qualità in quello che compra e a esigerla. Però la gdo non la vedo così vigile a tutela dei consumatori. Anzi.....

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1 ora fa, 8320T ha scritto:

Nel caso del settore cerealicolo puoi aderire a dei contratti di filiera per avere appena appena di guadagno in piu… poi che vuoi fare.. fai trasformare il tuo grano a terzi.. e poi quella pasta o altro a quanto devi venderla per avere un guadagno….

Valorizzare il made in italy è una cosa..
prendersi tutta la filiera in carico è un altra cosa….
Ricordiamoci che poi dobbiamo fare i conti con il prezzo finale, e apparte la clientela di nicchia che spendere di piu non gli pesa, la maggior parte delle persone quando fa la spesa guarda cosa costa meno, è giusto? Questo è un altro discorso


Non fate esempi di vino perche è una categoria a se e non ha niente a che vedere con il resto dell agricoltura… chi fa brunello con 2 ettari è tranquilla per almeno due generazioni..

Nessuno dice dia semplice o che non bisogna investirci tempo e soldi. Ma è l'unica strada. Che piaccia o meno. Se aspetti che chi ritira trasforme e commercializza ti renda partecipe del suo utile non arriverai da nessuna parte. La concorrenza dei prodotti esteri c'è non pensate che qualcuno li fermerà.  Bisogna creare un alternativa. Questa è una proposta sensata da fare.

Non mi piace per nulla il discorso che fai sul vino che non ha nulla a che vedere con l'agricoltura. È agricoltura anch'essa e sono stati bravi a crearsi un nome, a pubblicizzare il prodotto e a venderlo. Non gli ha regalato niente nessuno. La Franciacorta era la zona più povera della provincia di Brescia, chi faceva vino e uva 40 anno fa era con le pezze al culo( classico francesismo) oggi hanno i cancelli dorati all'ingresso di casa. Per comprare qualche ettaro li probabilmente  gran parte delle aziende di questo forum devono essere vendute completamente. Sono stati bravi. Vale per tanti altri vedi il consorzio della mela del Trentino l'esempio del pr e gp che ho già fatto dove recuperi 20 centesimi al litro contati male che su 10000 qli di latte( una stalla da 100 vacche neanche tanto gestite bene ) sono 200k in più annui,i  suini del circuito dop di Parma e San Daniele dove un suino di 180kg viene pagato circa 60 euro in più alle quotazioni odierne.... 60k ogni 1000 suini. Ma di realtà c'è ne sono tante altre. Sono realtà non chiacchiere. Ripeto non è semplice né scontato.

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Bello ma purtroppo impossibile fare quello che dici, lo stai paragonando infatti con prodotti di nicchia fatti in zone circoscritte..... il grano che si produce in italia supera a volte i 5mil di q.... impossibile da gestire nel modo che dici tu, e se anche un territorio si mettesse a fare un prodotto ben definito, quello vicino poi farebbe altrettanto e così via e quindi si annullerebbero i vantaggi facendosi concorrenza tra loro.

Oggi c'è poco da fare, ci siamo rovinati da soli avallando questo sistema fregandoci anno per anno dei soprusi lasciando tutto scorrere........

Il futuro sarà marginalità molto basse, cambiali sempre più alte, e accesso al credito solo con i vari bandi etc etc...i piccoli spariranno a brevissimo,  i medi nel giro di 10 anni, i grandi faticheranno e dovranno anche loro prima o poi cedere....

Soluzione?..... italia è sulla bocca di tutti per il suo prestigioso made in italy.......quindi abolizione delle borse merci e totale scollegamento con quelle internazionali che non tengono certo conto della situazione e condizione orografica italiana....

A quel punto via tutte le sovvenzioni e mancette e il prezzo fissato da una commissione agricola fatta da agricoltori che anno per anno fissano un prezzo giusto di vendita.... 

E guardate che è fattibilissimo, perché anche se il grano andasse a 60/70euro al q la pasta costerebbe 6/7 cent di più,  niente di drammatico , anche perché comunque aumenta lo stesso visto che gli industriali non sono fessi come noi.

Solo questo salverà le aziende agricole.

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Se non ho capito male nelle Marche era nato una specie di pastificio cooperativo tra agricoltori..anticipava i mezzi tecnici agli agricoltori (seme, concimi, etc) che poi conferiscono il grano e infine partecipano al dividendo della vendita della pasta.. l idea non sembra male se amministrata per bene.. per le oleaginose bisognerebbe fare una sorta di oleificio cooperativo.. che ne dite? Potrebbe funzionare?

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16 minuti fa, Cat power ha scritto:

Se non ho capito male nelle Marche era nato una specie di pastificio cooperativo tra agricoltori..anticipava i mezzi tecnici agli agricoltori (seme, concimi, etc) che poi conferiscono il grano e infine partecipano al dividendo della vendita della pasta.. l idea non sembra male se amministrata per bene.. per le oleaginose bisognerebbe fare una sorta di oleificio cooperativo.. che ne dite? Potrebbe funzionare?

Forse in Emilia-Romagna potrebbe funzionare....lo spirito di cooperativa o cmq di unione di singoli produttori in Italia non funziona a lungo: parte, apre, prendono i vantaggi fiscali, poi ritorna forte l'individualismo,quel male che in campagna misuri col "c'ho il trattore più grosso del tuo" e perciò chi si sente più furbo e grosso comincia ad uscire dal progetto coop e così il sistema filiera va a gambe all'aria....

Ovviamente ho generalizzato ma la testa degli italiani deve cambiare prima di fare queste cose così opportunamente vantaggiose...

Modificato da Ninjarosso
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Il 28/01/2025 at 22:15, BIANCO86VE ha scritto:

Io sono uno degli organizzatori della manifestazione di Portogruaro(Veneto orientale). Mi dispiace dirlo ma ad oggi invidio e concordo con i vari amici che nel corso di quest'anno hanno avuto il coraggio di aprire gli occhi e cambiare settore. Per me l'agricoltura è morta. Non c'è niente NIENTE che funziona, ci prendono per il culo perfino le nostre cooperative che sono lo zerbino della gdo o dei vari esportatori in caso di produzioni vinicole. Qua si campa finché ci sarà il DIO PROSECCO e finita questa pacchia addio a tutti, se non cambia qualcosa (e difficilmente e utopisticamente cambierà).

Si hanno novità?!?! Sono giorni che non ho più notizie da nessuno....

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