peremme Inviato 6 Marzo Condividi Inviato 6 Marzo Buongiorno, E' l'unico forum a cui sono iscritto, e complice la mia ignoranza mi permetto di farvi questa domanda che mi frulla da un po' in testa e non so rispondermi. Il moto alla ruota viene trasmesso al giunto omocinetico. questo ovviamente è solidale con il mozzo da una parte e con il differenziale dall'altra. In frenata ho ovviamente un repentino blocco del moto della ruota, supponiamo istantaneo. Ecco quello che vorrei sapere è: il semiasse a che "punto" si blocca? Si blocca a livello del giunto omocinetico? ovvero continua a ruotare ma la parte dopo il giunto rimane ferma o si blocca a livello differenziale? Scusate la domanda ma non ho mai capito questa cosa. Grazie Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
SAN64 Inviato 6 Marzo Condividi Inviato 6 Marzo Ma il giunto omocinetico è sempre solidale al differenziale e alla ruota sia in tiro che in frenata del motore....è sempre un corpo unico...così come se inchiodi con i freni e non pigi la frizione di conseguenza il motore si spegne....quindi il giunto omocinetico si chiama così perche permette di snodarsi apiamente molto piu di un normale giunto a crociera 1 Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
450V Inviato 6 Marzo Condividi Inviato 6 Marzo Non ho capito di quale giunto omocinetico parli Da quello che scrivi mi sembra la descrizione del semiasse che non ha giunti ma è solidale al riduttore che è solidale al differenziale che tramite il cambio è solidale al motore Il giunto omocinetico si può trovare in certi assali anteriori e più sovente si applicano alla pto per l'azionamento delle operatrici Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Tiziano1 Inviato 6 Marzo Condividi Inviato 6 Marzo In efetti non riesco capire la situazione; magari se ci dici di che tipologia di macchine e relativo organo stai accennando. Comunque un giunto, omocinetico o cardanico, ha il compito di rendere solidale (e di trasmettere una coppia positiva o negativa) due alberi ruotanti e di permettere una angolazione tra di loro. Poi una precisazione: il giunto omocinetico, sarebbe quello che, indipendentmente dall'angolazione assunta, riesce a mantenere la rotazione angolare identica all'albero che dà il moto; l'esempio più classico sono quelli a sfera tipo "RZEPPA" montati sulle autovetture a trazione anteriore. I giunti cardanici (tipo quelli degli alberi di trasmissione del moto trattore-attrezzo, oppure montati sulle dt dei trattori) hanno il difetto, nella rotazione con angolo accentuato, di "restituire" il moto con continue accellerazioni e rallentamenti in funzione della posizione della crocera, infatti chi usa l'erpice rotante, se alza molto l'attrezzo facendolo funzionare - e di conseguenza col cardano molto angolato- prende a sbatacchiare rumorosamente proprio per la diseguaglianza di moto indotto dal cardano. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
cj7 Inviato 7 Marzo Condividi Inviato 7 Marzo Il 06/03/2025 at 23:31, Tiziano1 ha scritto: In efetti non riesco capire la situazione; magari se ci dici di che tipologia di macchine e relativo organo stai accennando. Comunque un giunto, omocinetico o cardanico, ha il compito di rendere solidale (e di trasmettere una coppia positiva o negativa) due alberi ruotanti e di permettere una angolazione tra di loro. Poi una precisazione: il giunto omocinetico, sarebbe quello che, indipendentmente dall'angolazione assunta, riesce a mantenere la rotazione angolare identica all'albero che dà il moto; l'esempio più classico sono quelli a sfera tipo "RZEPPA" montati sulle autovetture a trazione anteriore. I giunti cardanici (tipo quelli degli alberi di trasmissione del moto trattore-attrezzo, oppure montati sulle dt dei trattori) hanno il difetto, nella rotazione con angolo accentuato, di "restituire" il moto con continue accellerazioni e rallentamenti in funzione della posizione della crocera, infatti chi usa l'erpice rotante, se alza molto l'attrezzo facendolo funzionare - e di conseguenza col cardano molto angolato- prende a sbatacchiare rumorosamente proprio per la diseguaglianza di moto indotto dal cardano. bravo...spiegazione ineccepibile di cosa è realmente l omocinetico. Gli RZEPPA probabilmente li abbiamo visti qui in talia nell immediato dopoguerra montati sull anteriore delle jeep willys che gli americani hanno lasciato. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Tiziano1 Inviato 8 Marzo Condividi Inviato 8 Marzo Grazie!😊, Nella willis mi pare avesse l'assale anteriore DANA 25, ma non so se avesse gli rzeppa; ad ogni modo, nelle auto a trazione anteriore arrivarono a metà anni 60, perchè molto costosi, e le trazioni anteriori erano utilitarie, perciò la cosa "cozzava" dal punto di vista dei costi (e per quello esistevano tante trazioni posteriori) Infatti la R4 aveva i doppi cardani, che però inducevano vibrazioni alla guida in certe particolari situazioni. L'elevata industrializzazione ha poi fatto il resto. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
peremme Inviato 18 Marzo Autore Condividi Inviato 18 Marzo Grazie per le risposte. Mi sono espresso male, provo a esprimermi meglio Sto chiedendo per una generica auto TA. Se il semiasse è solidale con il differenziale e questo con il cambio, la coppia inversa instantanea generata da una brusca frenata (per semplicita assuminamo che il bloccaggio è instantaneo) in cui non viene usata la frizione, da chi viene assorbita? Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
450V Inviato 18 Marzo Condividi Inviato 18 Marzo Ovviamente è tutta la catena cinematica a sopportare lo shock Per fortuna parte dell energia si disperde nel calore generato dallo strusciamento dei pneumatici sull'asfalto atteso che un auto è sufficientemente leggera. Nella ipotesi che l attrito fosse altissimo,per i componenti a monte dei dischi non cambia niente,salterebbero i pneumatici piuttosto che dischi e o pinze o braccetti e sospensioni Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
luca santolamazza Inviato 18 Marzo Condividi Inviato 18 Marzo Dall'altro lato il motore cala di giri e va a spegnersi Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Tiziano1 Inviato 18 Marzo Condividi Inviato 18 Marzo Nella trasmissione, la parte più sollecitata sarebbe quella che (sospensioni indipendenti) comprende differenziale-giunto-semiasse-giunto, poichè con una marcia corta, esempio la prima, la coppia motrice viene moltiplicata tante volte quanto è demoltiplicato il primo rapporto; è nel caso di partenza da fermo con veicolo a pieno carico e in salita, attraverso quella linea, transita tutta la coppia motrice del motore. In caso di rallentamento, o percorso in discesa, cioè utilizzo del motore come elemento frenante, si ha una coppia motrice inversa, ovvero che dalle ruote va al motore, e come valore massimo abbiamo la resistenza che oppone il motore al trascinamento (attriti vari e perdite dovute al pompaggio dell'aria nei cilindri) che è notevolmente inferiore di quando il motore è attivo (appunto "motore", che dà il moto). Nel caso di frenata, più o meno brusca, vale il concetto del freno motore, visto che nel mentre si frena, buona parte del tempo non si stacca la frizione, ma in funzione della velocità si cambia anche marcia per aumentare il freno motore. Se, eventualmente, non si preme la frizione, il motore si spegnerà, magari con scossoni, ma la coppia trasmessa dalla trasmissione sarà modesta. Tutto ciò se si hanno i freni direttamente a contatto con le ruote. Se, invece si hanno i freni "onboard", ovvero vicino al differenziale (es Citroen 2cv/Dyane ecc, Alfa Romeo col ponte De Dion posteriore, Alfasud anteriore, Lancia Aurelia/Flaminia), in questo caso, il freno trasmette la propria forza frenante alla ruota attraverso il semiasse e il relativi giunti e perciò tanto più sollecitante tanto più vigorosa è la forza frenante. Stesa cosa, potremmo dire, per il freno di stazionamento posizionato su una puleggia in uscita del cambio (soluzione ormai desueta e usata negli anni 50 su Fiat 1100 et similia, e anche su autocarri), che andava a frenare la trasmissione e perciò anche le ruote posteriori, essendo queste rigidamente collegate; però questa soluzione aveva il difetto di essere più blanda come efficacia (se usata come freno di soccorso) e che nel caso una ruota fosse su superfice scivolosa, l'effetto differenziale porrebbe la ruota in rotazione inversa, lasciando l'altra libera di ruotare per il verso giusto e il veicolo di muoversi egualmente. Al di la di tutti questi discorsi, in sede progettuale (teoricamente) il tutto viene dimensionato per sopportare le varie sollecitazioni, in un senso o nell'altro, senza che i vari componenti ne abbiano a risentirne. Il problema più grande del sistema trasmissione che abbiamo preso in considerazione, è la mancanza di olio nel cambio differenziale per problemi ai paraoli, oppure la rotture delle cuffie in gomma dei giunti, con seguente perdita del grasso lubrificante e usura dei componenti a strisciamento. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
peremme Inviato 25 Marzo Autore Condividi Inviato 25 Marzo tiziano, che spiegazione! Limpido. grazie mille a tutti ed in particolare a TE! Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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