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Innestandone le marze non perderesti comunque la "tipicità". Il prodotto e la pianta che andrai ad ottenere è esattamente lo stesso (salvo diversa vigoria).

In ogni caso se quelle non sono innestate e non hanno avuto problemi fino ad ora, d'altronde "durano" da più di cent'anni, evita pure l'innesto.

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Trovate:clapclap:O0.

Ieri ho inviato ancora alcune richieste a vivaisti, e mi ha risposto la \"Vivai viticoli trentini\", confermandomi la disponibilita'.

A costi un po' elevati, ma vista l'esiguita' dell'ordine, non posso pretendere piu' di tanto.

Ora ho un dubbio, le barbatelle le hanno disponibili con il portaiinesto 420A, o Kober 5BB, quale e' il piu' adatto alla mia situazione.

Di seguito riporto i dati delle analisi del terreno effettuate nel 2004, spero che siano di aiuto per consigliarmi.

t9329_analisi.jpg

 

Se devi prendere 25 barbatelle fai 13 di un tipo e 12 dell'altro...io si circa 2500 ho comperato 7 portainnnesti differenti.

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Probabilmente faro' come dici tu', in quanto essendo poche e sperimentali in questo modo posso rendermi conto di quale portainnesto si comporta meglio.

 

Ma nel tuo caso, dici che hai ordinato 7 portainnesti differenti su 2500 barbatelle, quindi in media 350 per tipo, e se poi vedi che tra questi, alcuni non si comportano bene, cosa fai, li espianti?

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La proporzione non è propio come dici tu ma il discorso non è così diciamo così drastico.

 

Usare differenti portainnesti è per garantire omogeneità di rendimento del vigneto.

Poi uno quando ha fatto esperienza allora si può regolare ma diferenze strabilianti tra vari portainnesti non ci sono, come dicevo prima è solo un discorso di bilanciare la produttività del vigneto.

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Ok, , quindi in teoria in questo modo ti troveresti, per esempio,che anche avendo annate alternate, tra siccitose o piovose, la produzione sara' sempre abbastanza costante.

Ottima soluzioneO0.Grazie per i consigli, sempre graditi.

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Piuttosto dato che ti riferisci ad un modo adeguato di utilizzo, perchè non ce lo illustri ?

Agli ordini !! Secondo le mie esperienze dalla chiusura grappolo in poi và somministrata acqua con turni frequenti e brevi, fin qui tutto normale , continuando anche durante la raccolta, logico diminuendo un poco sui litri erogati.. anni addietro in settembre chiudevo il rubinetto e immancabilmente la gradazione scendeva , questo è quel che è successo "dove lavoro io". Continuando l'irrigazione durante il raccolto ogni giorno, anche la domenica:asd:, questo inconveniente non si è più verificato..

il tutto con produzioni di 300 quintali ettaro e oltre

Scusate il ritardo per la risposta

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Mah, una qualche idea me la son pure fatta ma non la dico per paura dire castronerie colossali!!!:asd: di sicuro portare avanti una buona quantità di apparato fogliare attiva e una buona quantità di uva e poi abbandonarla lasciandola a ""secco""negli ultimi 15\20 giorni con temperature relativamente alte come le ultime annate è un mandare all'aria tutto quanto fatto di buono.. OK??

Sempre secondo le mie piccole esperienze s'intende

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e dagliee:asd: non saprei che dire per non incappare in ca**ate tremende, ma sembrerebbe che quando và un pò in crisi la vigna per campà si riprenda dal grappolo ciò che le serve:cheazz: quindi lascio a tè la palla che hai studiato moolto più di mè, di sicuro il sistema a goccia è il più indicato , al contrario del sottochioma per aspersione

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Premesso che anche in questi casi occorrerebbe fare le opportune distinzioni, ad esempio - correggetemi se sbaglio - i disciplinari DOC vietano l'irrigazione per aumentare le rese, ma solo irrigazioni di soccorso, nel tuo caso mi sento di dare questa motivazione.

 

L'uva è un frutto aclimaterico: questo significa che durante il processo di maturazione accumula all'interno dell'acino zuccheri semplici (glucosio, fruttosio ecc) e quando questo viene staccato dalla pianta la maturazione viene interrotta e non può essere ripresa. *

L'aumento del tenore zuccherino negli acini, misurati ad esempio con rifrattometro che restituisce un valore in °brix è dovuto si ad un crescente accumulo di zuccheri, fotosintetizzati dalle foglie e traslocati nel grappolo, ma anche ad una costante perdita di acqua man mano che la maturazione procede. Senza di questa "perdita" idrica - che altro non fa che concentrare la soluzione contenuta nell'acino - non si avrebbe infatti un innalzamento dei ° brix così elevato, in così poco tempo.

 

Tornando al tuo specifico caso, l'irrigazione potrebbe apparire un controsenso, in quanto andrebbe a "diluire" il contenuto dell'acino, abbassando così la gradazione. Questo, però, non è sempre vero. Infatti nel caso si abbia a che fare con forme di allevamento particolarmente espanse, un n° di gemme produttive/ha alto ed in definitiva da una abbondante parte aerea (soprattutto foglie), può portare in caso di carenza idrica nel suolo in annate siccitose, ad un calo/blocco dell'attività fotosintentica. Pertanto la pianta smette di produrre e traslocare nell'acino gli zuccheri.

Da qui la tua osservazione in merito alle irrigazioni e all'aumento della gradazione.

 

20090205-dmw5fummyhajs6qchcmwcmp89k.preview.jpg

 

 

* Al contrario i frutti climaterici, come le mele, accumulano anche zuccheri complessi come l'amido. Il quale anche a frutto staccato, in determinate condizioni può essere scomposto dai processi fisologici del frutto in zuccheri semplici. Ovvero la maturazione delle mele, pere ecc...

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Ciao FIAT 27.....

ovviamente....quando c'è erba ma, battute a parte , io ti consiglio di eseguirlo prima che l'erba ti ""scappi"", cioè diventi troppo alta da far un lavoro del cavolo

Personalmente dove bazzigo io abbiamo saltato l'intervento di ottobre novembre ,

il contrario di ciò che i tecnici raccomandano!!

VANTAGGIO? in potatura , data la presenza modesta di erba non facciamo il -zampalone- con gli scarponi , insopportabile !

Saluti da :martini:

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Grazie, caro Martinaz, per aver considerato la mia risposta...:martini:

 

Ma nemmeno di una smentita mi degni ? :2funny:

Heilà , ho letto adesso , ma che vuoi che ti dica!! Riguardo al tuo discorso sul rallentamento della attività fotosintetica in casi di deficit idrico son pienamente d'accordo!!!!!! Quindi in questi casi la pianta si riprende ciò che ""ha dato"".

Che dire!! Son d'accordo, non è una mancanza di considerazione:n2mu: da parte mia , per carità .

Poi sarei curioso se esistessero sperimentazioni in merito anche dove bisogna rispettare rese ad ettaro, io scommetterei 1€ sul no!! A te la palla Mapomac

 

Salùt da....:martini:AZ

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E fai bene a scommettere solo un' euro...Le sperimentazioni ci sono. E' trovarle che è più difficile. Se trovo, vedo di inserire qualcosa.

Ma per "rispettare le rese ad ettaro", intendi ad esempio le doc ed altri disciplinari, dove hai un tetto massima per ettaro, o altro ?

Perchè pensi non ce ne siano ?

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questo mese ho deciso di trattare col diserbo pre emergenza, poi verso marzo darò il concime e poi freserò tutto così da tenere lavorato quest'estate data l'aridità del mio terreno, a novembre ho dato il ripper in mezzo alle file così tutta l'acqua che ha fatto e la neve sel'è bevuta tutta O0

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Come siete messi con la potatura?

 

Io, che ho l'impianto a Guyot semplice, negli ultimi 2 fine settimana ho effettuato una prepotatura, eliminando i tralci inutili, cioe' ho eliminato tutti i tralci che hanno fruttificato sul tralcio di 2 anni, il tralcio di 2 anni l'ho lasciato, mentre i 2 tralci, che andranno a fruttificare, nati dallo sperone a 2 gemme,sono da accorciare ancora.

Spero di esser stato chiaro,

I tagli definitivi li faro' entro i primi 20 gg di marzo,dove andro' a legare il capo a frutto.

Opero in questo modo, in quanto cosi, la vite non dovrebbe subire danni da gelo sulle ferite del ceppo derivate dai tagli.

Per chi ha poche viti, credo che sia un procedimento valido. Cosa ne pensate?

Modificato da Mikis70
Corretto errori ortografici
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  • 2 settimane dopo...

ciao a tutti!

vorrei un consiglio su un piccolo lavoro da fare.

premetto che sono totalmente ignorante in viticoltura in quanto l'unico lavoro che ho mai fatto sul piccolo vigneto di famiglia e' la raccolta.

adesso il piccolo vigneto (copre un area di crica 1500 m) dopo aver pregato piu persone per gestirlo, negli ultimi 7 anni senza chiedere mai nulla in cambio, neanche una bottiglia di vino, o qualche grappolo da tavola, ho deciso di togliere tutto e mettere una nuovo uliveto.

mi dispiace tantissimo perche e' un vigneto che mi hanno lasciato i miei nonni e io ho un bel ricordo di giorni passati ad aiutarli a dare il ramato o a sfrondare! ahh bei tempi!!!

ma da me si dice la vigna e' na tigna! ed e' vero, ma io non ho tempo per dare tutti quei trattamenti estivi ne sono un appassionato del vino.

esclusivamente per questo motivo affettivo vorrei mantenere le viti che sono poggiate sui due terzi della rete di confine, tanto gli ulivi non posso metterli cosi vicino al confine e non dovrebbero darsi fastidio. per il trattamento di solo queste viti ci penserebbe mio suocero (tutto il vigneto proprio non ce la fa, altrimenti avrei gia risolto).

dopo avervi annoiato con tutto questo racconto vi pongo il quesito vero e proprio:

posso espiantare una ventina delle viti che dovrei tagliare e completare il giro della rete di confine?

lo posso fare adesso che e' il periodo della potatura?

cosa ne pensate?

ciao!

 

ho dimenticato di dire che le viti di confine hanno gia pali, tiranti e cavetti a filare. in pratica la vite che e' al confine ha i rami meta' disposta a pergola e meta a filare.

per adesso penso di troncare a 1 metro le viti che devo togliere per evitare che inizì la vegetazione.

pensate vada bene?

poi non so' quando, consigliatemi voi, lego la vite con una corda al trattore per estirparla con tutte le radici. è necessario per evitare che rinasca in continuazione? vorrei poi metterci un uliveto.

ciao!

Modificato da MCT
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Visto che le dovrai estirpare le puoi tagliare anche ora cosi non hai il problema di dover smaltire anche i tralci verdi e il fogliame.

Per l'estirpazione aspetta la tarda primavera o l'estate quando il terreno asciutto, permetterà all'apparato radicale di separarsi dal terreno senza che porti con se molta terra.

Pereliminare il fenomeno del ricaccio delle viti anche dopo estirpate a causa della presenza nel terreno di radici, l'unico modo sicuro è quello di scassare il terreno ed asportare fisicamente a mano, le radici che vengono portate in superfice a seguito del passaggio dell'aratro, per poi bruciarle come si fa con i tralci della potatura.

Se però non devi fare lo scasso su quel terreno allora triterai i ricacci quando passerai con attrezzi attaccati al trattore se ne sei in possesso.

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Per l'estirpazione aspetta la tarda primavera o l'estate quando il terreno asciutto, permetterà all'apparato radicale di separarsi dal terreno senza che porti con se molta terra.

 

Però c'è il rischio che le radici si possan stroncare sotto terra , essendo il terreno più duro. ....credo ..

Saluti da :martini: AZ

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