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Genealogia Fiat


DELFO

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Considerando il buon apprezzamento avuto con il Post “genealogico” dei cingolati di Fiat ho pensato di provare a proporre qualcosa di simile anche per i gommati. E’ evidente che in questo caso il discorso e’ decisamente più complicato e difficile in quanto sono in ballo tantissimi modelli, molti dei quali creati come ibridi tra un modello e l’altro ed in alcuni casi con modelli prodotti per pochissimo tempo e pochissimi esemplari. Però siccome la passione è tanta ci proviamo lo stesso.

In ogni caso ho deciso di fermare la narrazione alla Produzione Fiat-Fiat-Agri escludendo i modelli successivi alla nascita di New-Holland anche se colorati terracotta come Serie G, L, S, ecc. infatti ho reputato che per i modelli citati potrebbe essere più giusto considerarle macchine a se stanti di un marchio diverso.

 

Come si potra' notare mancano anche alcune serie prodotte all'estero come la Serie E spagnola e altre serie prodotte in giro per il mondo come la Serie Concord Argentina o quanto venduto in oriente con vari marchi o modelli principalmente esteri in quanto ho ritenuto che gia' sarebbe stato difficile mettere insieme con un pò di ordine "genealogico" 0ltre 150 modelli e decine di serie figurarsi pescando anche nel resto del mondo.

 

Naturalmente confido nella vostra pazienza perchè nel mettere insieme tutto quanto qualcosa puo' sfuggire, siamo a disposizione per eventuali correzioni.

 

Saluti

 

 

 

PRIMA PARTE

 

Per la storia genealogica dei gommati Fiat si deve partire dal modello da cui tutto iniziò nella notte dei tempi nel lontano 1919 (anche se come prototipi e preserie siamo in ballo dal 1917 )con il lancio del modello Fiat 702 che con le sue varianti fu prodotto fino alla fine del 1925, aveva un propulsore di 6235 cm3 4 cilindri con potenze che andavano dai 30 Cv dei primi esemplari fino ai 35 delle ultime versioni. Con il peso eravamo intorno al solito parametro di 1 Qle per cavallo e anche questo era salito con la potenza.

 

Nel 1926 fu messo in produzione il Fiat 700 il quale in confronto al suo predecessore ara un salto nel futuro di qualche decennio, infatti era stato progettato da zero con un spirito piuttosto poco conservatore, infatti propulsore nuovo di 3570 Cm3 con 28 Cv peso sotto i 20 Qli, nuovo telaio nuova impostazione. Il 700 resterà in produzione con alcune varianti fino al 1950 con piccole modifiche al motore che chiuderà la carriera con 3970 Cm3 e oltre 30 Cv. La longevità del modello dimostra la modernità del progetto (dalla serie 700 scaturirà nel 1932 anche il primo cingolato di casa Fiat) .

 

Nei primi anni del dopoguerra si avvertì l’esigenza di trattori agricoli che avessero dimensioni e costi minori per poter mirare ad un bacino più ampio di clienti considerando che all’epoca i trattori esistenti erano rivolti al pubblico limitato delle grandi aziende e delle grandi associazioni agricole istituzionali. Fiat riuscì a coprire questa esigenza con un’altra pietra miliare della meccanica agricola il Fiat 600 le cui caratteristiche permisero l’avvio dello sviluppo della meccanizzazione agricola di massa nel nostro paese e che entrò in produzione nel 1948.

Il 600 a differenza del 700 non fu così innovativo ma fu un successo proprio perché rispondeva alle domande del mercato in maniera ottimale. Era un trattore leggero, circa 1200 kg, maneggevole, veloce, il motore era ancora a petrolio di 2270 cm3 e sviluppava 22 Cv con l’avviamento a manovella.

Insieme alla versione standard fu presentato anche al versione cosiddetta Triciclo che riprendeva lo schema di alcuni trattori americani con le due ruote anteriori “gemellate insieme”.

Nel 51 con poche modifiche Fiat lanciò il modello 25 (sempre con motore a petrolio) e nel 1953 finalmente arrivò la versione Diesel con motore sempre 4 cilindri di 1991 cm3 e 24 Cv .

Il 25 rimase in produzione fino al 1959 e con migliaia di esemplari venduti rimanendo per anni il modello più venduto in assoluto nel nostro Paese (il peso intanto era arrivato intorno ai 14 Qli a seconda delle versioni).

Nel 1959 venne lanciato il Fiat 311 R (con il derivato stretto 331) che altro non era che una ricofanatura del Fiat 25, anche se con motore potenziato a 33 Cv, ma ebbe vita breve perché già nel 1960 prese la nuova numerazione e ben pochi aggiornamenti con il Fiat 312 da cui derivò anche il Fiat 342 DT. Entrambe le versioni resteranno in produzione fino al 1964 anno in cui la Fiat lancio la nuova serie Diamante-15 che innoverà molto la produzione Fiat e che quindi per la maggior parte dei modelli tratteremo a parte.

 

Torniamo un po’ indietro e seguiamo un altro filone che nasce con un altro modello di notevole importanza che fu il Fiat 18 molto più conosciuta come “La Piccola”. Questo modello fu lanciato in quanto altri costruttori proponevano in listino trattori meno performanti ma più economici della 25 così anche Fiat decise di completare la sua offerta; nacque nel 1956 aveva 19 Cv e un motore 2 cilindri di 1135 Cm3 (cod. 615) e pesava 850 kg. Della piccola ne fu predisposta anche una versione a benzina con un motore (cod. 103) 4 cilindri di 1221 Cm3 di 20 Cv che motorizzerà anche modelli successivi.

L’anno successivo furono lanciate anche le derivate (vigneto e frutteto) e fu data la licenza alla Calzolari di produrre la versione “montanina”.

La 18 fu prodotta fino alla fine del 1958 quando divenne il Fiat 211 con piccole modifiche di dettaglio che restò in produzione fino al 1964 (con motore portato a 20 Cv); anche per questo modello fu approntata una versione a benzina sempre con il motore di 1221 Cm3 precedente.

Stessa sorte tocco ai soliti derivati che questa volta adottarono un codice loro, infatti oltre ad avere la “solita” versione diesel e quella Rb ( 4 cilindri 1221 cm3 benzina) , il 221 (frutteto), il 241 (Doppia Trazione), il 231 (vigneto) e il 251 (versione montagna sul solito schema Calzolari).

Nel 1964 venne alla Luce la nuova Serie Diamante che come abbiamo gia’ sottolineato creò delle nuove macchine creando alcuni nuovi Capostipiti della nostra storia ma che nel caso relativo al filone della Piccola invece non cambiò praticamente nulla, tanto che venne lanciato il nuovo Fiat 215 con il nuovo “family feeling” ma la meccanica rimase praticamente la stessa con pochi aggiornamenti al motore e potenza portata a 22 Cv (il peso era arrivato ai limiti dei 10 q.li). Le versioni speciali restano anche se perdono la loro denominazione specifica tornando ad essere “vigneto”, “frutteto” “DT” e “montagna-Calzolari”.

Resterà in produzione fino all’avvento della Serie Oro Alla fine del 1967.

Con la nascita della Serie Oro nacque il 250 che pur mantenendo inalterate le caratteristiche di base rispetto al 215 ebbe un nuovo motore (825/8025) di 25 Cv sempre due cilindri di 1559 cm e un peso che per la prima volta superò di slancio i 1000 Kg. Anche per il 250 furono lanciate le varie versioni “vigneto”, “frutteto” “DT” e “Montagna-Calzolari”.

Nel 1970 il 250 prese il nuovo motore 8025 con alesaggio maggiorato e con poche altre modifiche diventò il Fiat 300 (28 Cv 2 cil. 1728 cm3) che rimase in produzione fino alla fine degli anni 70 con le solite varianti vigneto, frutteto, DT, per il Montagna–Calzolari da quanto mi risulta ne sono stati approntati solo pochissimi (c’e’ chi addirittura sostiene che ne sia stato costruito uno solo) esemplari per le omologazioni ma non furono prodotti in serie.

Ricaviamo uno spazietto anche per il Fiat 220 R che come per il suo omologo a cingoli e’ stato prodotto in pochi esemplari verso la metà degli anni 60 e nonostante avesse l’estetica della serie diamante e riprendesse della componentistica del Fiat 215 (motore 614, 2 cilindri, 1135 cm3 22CV) era in realtà un trattore snodato a se stante e venne prodotto su commessa all’esterno della Fiat ed aveva un peso di circa 1.100 Kg.

 

Nei primi anni 50 in Fiat si sentì l’esigenza di inserire in listino una macchina Grande e pesante in modo da offrire un’ammiraglia gommata che potesse rappresentare per le grandi aziende ciò che per i cingolati era stato il Fiat 55 C. Fu così che proprio partendo dal fortunato trattore cingolato con poche modifiche Fiat creò il 55 R con 55 Cv con il solito motorone da 6546 cm 4 cilindri ed oltre 35 Q.li di peso, fu prodotto fino al 1955 (senza ottenere il successo sperato). Nel 1956 seguendo le modifiche del cingolato di origine fu trasformato nel 60 R con lo stesso motore portato a 60 CV e rimase in produzione fino al 1958 quando venne lanciato il 70 R con motore portato a 70 Cv; nel 1961 furono rimesse le mani sul trattore aggiornando alcuni particolari , il motore crebbe di alesaggio arrivando a 6872 cm3 e 84 CV creando il mitico 80 R, anche il peso crebbe arrivando ai 3700 Kg e rimase in listino senza grosse modifiche fino ai primi anni 70.

 

Un altro Filone interessante e longevo fu quello che fu originato dal Fiat 411 che venne messo in vendita nel 1958 con il motore 4 cilindri diesel di 2270 Cm3 e 41 Cv a 2300 Giri. Era una macchina fatta per durare, veloce e prestazionale (tra i 1500 e i 1800 Kg di peso a seconda delle versioni)e fu talmente azzeccata da rimanere sul mercato fino al 1964 rimanendo sempre tra le macchine più vendute. Furono sviluppate anche alcune varianti come il 441 Dt, il 431 vigneto, la versione Triciclo da cui per alcuni mercati derivò anche il modello 481 che aveva un ponte anteriore normale ma imperniato davanti al muso sfruttando il castello del “triciclo” con un passo molto lungo.

Da questo inizio scaturì tutto un filone che portò in dote grandi macchine, infatti nel 1964 all’interno della serie Diamante vennero lanciati il 315 e il 415 (anche in versione Dt senza numerazione specifica) che riprendevano molta componentistica del 411, e nel caso del 415 motore compreso anche se aggiornato e portato a 45 Cv (il 315 montava invece il motore del 312 con 35 Cv 4 cilindri e 1901 cm3). Sia il 315 che pesava tra i 15 e 18 Q.li di peso a seconda delle versioni che il 415 che invece pesava tra i 16 e 19 Q.li di peso a seconda delle versioni restarono in produzione sino all’avvento della Serie Oro nel 1968 e sebbene con molte modifiche diedero origine ad un’intera famiglia di trattori, infatti ci fu il Fiat 400 dal 1968 al 1970 3 cilindri 2339 Cm3 40 Cv, il Fiat 450 dal 1968 al 1972 con 45 Cv 3 cilindri e 2339 cm3, il Fiat 480 dal 1973 al 1982 con 48 Cv 3 cilindri e 2592 Cm 3, il Fiat 500 dal 1969 al 1974 con 50 Cv 3 cilindri e 2592 Cm 3, il Fiat 540 dal 1973 al 1980 con 54 Cv 3 cilindri e 2592 Cm 3. Naturalmente tutti i modelli citati furono proposti anche in versione Dt e nel caso del 480 fu proposta anche la versione Vigneto.

In questo filone bisogna inserire anche il Fiat 420 (42 Cv 3 cilindri 2339 cm3) che e’ stato prodotto tra il 1976 e il 1985 (Quasi esclusivamente in Romania) e fu una macchina ibrida nel senso che riprendeva parte della meccanica derivati dal 450/480 (motore, idraulica) e parte con componentistica alleggerita (ponte anteriore, riduttori, ecc derivanti dal 350) e questo ha comportato un minor peso e naturalmente un minor valore.

 

.....SEGUE....

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SECONDA PARTE

 

 

Dalla Stessa genealogia dei trattori già citati nella Serie Oro vi furono anche le macchine 4 cilindri ed il tutto originò dal Fiat 550 prodotto dal 1968 al 1970 con un 4 cilindri di 3119 con 55 CV; nel 1970 il 550 con pochi aggiornamenti e un nuovo motore fu trasformato nel Fiat 600 con 4 cilindri di 3456 cm3 e 60 Cv e fu prodotto fino al 1972 quando fu aggiornato di nuovo lanciando il mitico Fiat 640 con lo stesso motore portato a 64 Cv rimase in produzione fino al 1982 ( il cui peso nelle varie versioni era ricompresso tra i (2300 Kg fino ai 2800Kg); e’ curioso notare come si sia arrivati ad uno dei trattori più diffusi e stimati al mondo attraverso l’evoluzione minimale di modelli precedenti in realtà poco ricordati. Va ricordato che per tutti e tre i trattori citati ci sono stati delle versioni particolari oltre al Dt infatti sono stati prodotti sia in versione compatta che in versione Granluce.

 

Nel 1982 trovandosi nella necessità di aggiornare i modelli residui della Serie Oro (già da qaulche anno alcuni modelli erano stati mantenuti in affiancamento alla nuova Serie 80) fu lanciata la nuova Serie 66 che pur mantenendo inalterate alcune idee di base, rispetto alla Serie precedente (semplicità, economicità, riduttori a cascata, ecc) mutuava alcune soluzioni nuove dalla nuova Serie 80 (trazione, ponti anteriori schema del cambio, ecc) e pertanto non possiamo far altro che considerarla una nuova famiglia a tutti gli effetti. A livello motoristico e di potenze in molti casi però la Serie 66 non fa altro che clonare quanto già visto nella Serie Oro e nella Serie 80 creando di fatto anche qui delle sottofamiglie e cosi abbiamo la seguente composizione: il 466 con 54 cv 3 cilindri e 2592 cm3 e il 566 con 58 Cv e motore sempre 3 cilindri di 2750 Cm3 che vennero prodotti fino al 1984. Nel 1984 i modelli citati presero la nuova numerazione e nuovi motori diventando 55-66 con 55 CV 3 cilindri e 2710 cm 3 e 60-66 con 60 CV 3 cilindri e 2931 cm3 rimanendo in produzione fino al 2002.

 

Allo stesso modo fu creata la sottofamiglia dei 4 cilindri e più specificatamente il 666 con 4 cilindri di 3456 cm 3 e 68 CV ed il 766 con 4 cilindri di 3666 cm3 e 78 Cv; entrambi rimasero in produzione fino al 1982 quando furono aggiornati creando rispettivamente il 70-66 con il nuovo motore sempre di 4 cilindri con 3613 cm3 e 70 Cv e nell’80-66 con il nuovo motore di 3908 Cm3 e 80 Cv. Nel 1986 Fiat decise di fare un ibrido tra sottofamiglie cr eando il 65/66 con motore 4 cilindri di 3613 cm3 tarato a 65 Cv e resto della meccanica preso dai 3 cilindri in modo da avere un 4 cilindri più leggero e manovrabile del 70-66 (26 Q.li contro 28). Rimasero in produzione fino ai primi anni 2000 anche se alcuni scampoli di 80-66 venduto in serie speciale Vigor arrivò anche a prendere il colore Blu New Holland.

 

Sulla stessa base di alcuni modelli della Serie Oro nel 1984 venne approntata un’altra serie di trattori (più economica e basica)che furono denominati Serie 46 e più precisamente il Fiat 446 prodotto tra il 1983-1984 con motore 3 cilindri 2592 e 50 CV che sebbene avesse un’estetica simile alla Serie 66/80 meccanicamente riprendeva quasi totalmente lo schema dei tre cilindri della Serie Oro con motore 3 cilindri 2592 e 50 CV. Nel 1984 per aggiornare la nomenclatura delle varie serie il 446 si trasformò in 55-46 con il motore che fu aggiornato e diventò un 3 cilindri di 2710 cm3 con 55 Cv e fu affiancato con un modello nuovo con le stesse caratteristiche ma un motore 4 cilindri il 65-46 che aveva la stessa componentistica del 55-46 ma con il motore 4 cilindri di 3613 cm3 e 65 Cv e la produzione fu cessata nell’89.

 

Al posto della serie 46 con piccoli aggiornamenti la Fiat lanciò la Serie 56 che era composta da 4 modelli che erano il 55-56 (stesso motore e potenza del 55-46) il 60-56 con 3 cilindri da 2931 Cm3 e 60 Cv, il 65-56 (con lo stesso motore e potenza del 65-46) ed 70-56 con il solito 4 cilindri da 3613 Cm3 e 70 Cv; erano macchine che ancora una volta attingevano dalla Serie Oro erano prodotte e destinate ai Paesi più poveri ma come al solito Fiat con i suoi “pasticcetti commerciali” non ha mancato di venderne qualche esemplare anche da Noi. La produzione è terminata nel 2001.

 

In quest’ambito non si puo’ non citare il 35-66 che sebbene ricompreso nella serie 66 nulla aveva a che fare con essa, anzi a ben guardare quasi nulla aveva a che fare con Fiat considerando che aveva il motore 3 cilindri Lombardini di 1551 cm3 con 35 Cv e cambio specifico (di origine Agrifull-Toselli); fu prodotto dal 1989 al 2001 (il suo peso si aggirava intorno ai 14 q.li); anche questo modello come per tutta la Serie 66 esisteva anche in versione DT.

 

Arrivati a parlare della Serie 66 non si può fare a meno di citare una sotto famiglia che ha il suo capostipite nel 45-66 del 1985 45Cv 3 cilindri e 2710 cm3 che sebbene ricompreso nella Serie 66 era in realtà un trattore in scala ridotta sia di dimensioni che peso, superava di poco i 20 q.li (con perfino cabina dedicata era quella del 35-66); al 45-66 partendo dalla stessa base nel 1990 fu lanciato il 50-66 con lo stesso motore portato a 50 Cv ed infine nel 1996 fu lanciato il 56-66 con motore portato a 55 Cv. Tutti resteranno in produzione fino al 1999, almeno sulla carta, sebbene con il passare degli anni i modelli più potenti tendevano a fagocitare i modelli meno potenti.

 

Nel 1985 insieme al succitato 45-66 fu lanciata anche la versione Vigneto che era accompagnata anche dal 55-66 V sempre con lo stesso 3 cilindri di 2710 cm 3. Contestualmente furono lanciati anche dei modelli più grandi denominati “F”frutteto ed erano il 60-66 F con 3 cilindri 2931 Cm3 e 60 Cv, il 70-66 F con 4 cilindri 3613 cm3 e 70 Cv e l’80-66 F con 4 cilindri 3908 Cm3 80 Cv.

Insieme ai modelli Vigneto/Frutteto furono lanciati anche 3 modelli Low Profile (Profilo Basso) che avevano la caratteristica di essere più bassi delle versioni normali ed in particolare il 55-66 LP con 3 cilindri da 2710 Cm3 con 55 Cv, il 60-66 LP con 3 cilindri da 2931 Cm3 con 60 Cv, il 70-66 LP con 4 cilindri da 3613 cm3 con 70 Cv. Tutti questi modelli saranno prodotti fino al 1990 quando saranno sostituiti interamente dalla nuova Serie 76 che si componeva delle solite tre sottofamiglie:

Vigneto, Frutteto, LP; avendo il 45-76V con 3 cilindri 2710 Cm3 45 Cv, il 55-76V con 3 cilindri 2710 Cm3 e 55 Cv, il 70-76V con 4 cilindri 3613 Cm3 e 70 Cv; poi avevamo il 55-76 F con lo stesso motore della versione V, il 60-76 F con 3 cilindri 2931 Cm3 e 60 Cv, il 70-76 F sempre con 4 cilindri 3613 Cm3 e 70 Cv e l’80-66 F con 4 Cilindri da 3908 Cm3 e 80 Cv; infine avevamo anche il 70-76 LP con lo stesso propulsore degli altri 70-76.

Tutta la serie 76 verrà rinnovata nel 1992 diventando la Serie 86 inserendo anche nuovi modelli ed infatti abbiamo avuto: il 50-86 V ed il 55-86 V con lo stesso motore 3 cilindri di 2710 Cm3 con rispettivamente 50 Cv e 55 Cv, il 60-86 V con motore 3 cilindri di 2931 Cm3 e 60 Cv, il 70-86 V con motore da 4 cilindri e 3613 Cm3 e 70 CV. Le versioni Frutteto erano invece il 55-86 F con lo stesso motore 3 cilindri di 2710 Cm3 con 55 CV, il 60-86 F con motore 3 cilindri di 2931 Cm3 e 60 Cv, il 62-86 F con motore 3 cilindri di 2931 Cm3 e 60 Cv, il 72-86 F con motore 4 cilindri di 3613 Cm3 e 70 Cv, il 82-86 F con motore 4 cilindri di 3908 Cm3 e 80 Cv; poi c’era la versione LP che nella serie 86 era composta da 2 modelli il 72-86 LP con motore 4 cilindri di 3613 Cm3 e 70 Cv e l' 82-86 LP con motore 4 cilindri di 3908 Cm3 e 80 Cv.

 

In precedenza abbiamo citato a più riprese la Serie Diamante (o15 se preferite) e come si è visto l’abbiamo dovuta spezzare in vari rami considerando le diverse genesi dei modelli che la costituivano, ora la riprendiamo per concluderne la narrazione con i due modelli alti di gamma il 615 ed il 715.

Il 615 nacque nel 1965 e fu oltre che un successo una macchina completamente nuova anche se utilizzava schemi già visti, si posizionava in una fascia di potenza, quella dei 70 Cv (con circa 28 Q.li di peso) che all’epoca era scoperta in casa Fiat, inutile dire che si tratta dell’ennesima macchina con molto di Om, aveva infatti un motore 4 cilindri di 4397 Cm3 di 70 Cv( CO3 D 60 OM appunto) ed un cambio a 7 marce con due retro (sempre di derivazione OM). Nel 1967 con alcune piccole modifiche di rinforzo il 615 prese il nuovo motore (sempre OM CO 3 D) di 4940 Cm3 con 78 Cv e diventò il 715 con il peso che arrivò ad oltre 29 Q.li di peso(su alcuni mercati il 715 poteva montare in opzione un motore Om raffreddato ad aria di 4503 cm3 e 66 Cv siglato CO1K) , rimasero in produzione entrambi fino alla fine del 1968 quando furono sostituiti dai nuovi modelli della Serie Oro ed in particolare dai Fiat 650 e 750 . Entrambi ripresero la meccanica dei modelli precedenti (che poi sarà aggiornata nelle successive versioni Special con piccoli aumenti di potenza) con motori nuovi il 650 prese il 3 Cilindri da 3701 cm3 65 Cv(OM CN3) e il 750 prese il 4 cilindri da 4562 cm3 75 Cv (OM CO3). Entrambi i modelli con le loro versioni Special rimasero in produzione fino al 1975 quando fu lanciata la nuova Serie 80.

 

Un filone a se stante e speciale fu lanciato nel 1969 e riguardava le tre ammiraglie della Serie Oro e cioè i modelli 850, 1000 e 1300. Tutti e tre i modelli avevano della componentistica comune ma anche differenze notevoli, infatti tutti erano dotati di Riduttori epicicloidali posteriori cambi con comandi al volante ma l’850 (con pesi ricompresi tra i 32 Q.li e 38 Q.li a seconda delle versioni) era motorizzato Om (CO3 D 80) 4 cilindri 4940 cm3 85 Cv; il 1000 (che era stato anticipato da un preserie denominato 900 con un motore diverso sempre Fiat da 4670 cm3 codice 856)aveva la stessa componentistica dell’850 ma con il motore 6 cilindri Fiat di 5184 cm 3 e 100 Cv (con pesi ricompresi tra i 35 Q.li e 40 Q.li a seconda delle versioni) . Entrambi restarono in produzione fino al 1976 e furono sostituite dalle rispettive serie Super con lievi aggiornamenti e motori potenziati, infatti l’850 rimase con lo stesso motore ma fu portato a 92 Cv ed il 1000 super prese il motore superiore sempre 6 cilindri Fiat ma con 5499 Cm3 e 110 Cv; entrambi i modelli restarono in circolazione fino al ai primi anni 80. Su alcuni mercati l’850 Super e’ stato anche venduto come Fiat 940 ma si trattava di una semplice ridenominazione.

A questa famiglia appartiene anche il 1300 nacque nel 1972 e oltre ad una meccanica riforzata ebbe in dote il motore Om più performante il CP3 6 cilindri di 7412 cm3 e 130 Cv. Nel 1976 anche per Lui fu lanciata la versione Super con lo stesso motore portato a 150 Cv e varie migliorie(con pesi ricompresi tra i 54 Q.li e 62 Q.li a seconda delle versioni). Anche lui terminerà la sua corsa nel 1980 con il lancio dei trattori alto di gamma della Serie 80.

 

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TERZA PARTE

 

Nel 1975 Fiat esordisce con un’altra nuova Serie che fissa nuovi parametri in tutto, ergonomia, estetica, trazioni, sollevatori e che quindi prenderemo come un nuovo filone genealogico anche se alcune caratteristiche meccaniche essendo nel Dna di Fiat le ritroviamo anche in questa serie.

La nuova Serie inizialmente si compone di due modelli centrali il 780 e l’880 (naturalmente anche Dt) entrambi dotati di 4 cilindri ma mentre il primo aveva il nuovo (per l’epoca) motore Fiat di 3666 cm3 e 78Cv l’880 montava il motore OM Co3 di 4562 cm3 portato a 88Cv.

Nel 1977 furono lanciati altri due modelli il 680 ed il 580 ma mentre il primo riprendeva l’impostazione del 780 con un motore sempre 4 cilindri meno potente 68 Cv e 3456 Cm3 il 580 aveva il motore 3 cilindri da 58 Cv e 2750 cm3 con una meccanica più leggera e adeguata alla minore potenza.

Nel 1979 Fiat rinforzando la meccanica del 880 e innestando un motore di 6 cilindri crea il 980 con il motore di 5182 cm 3 e portandolo a 98 Cv. Nell’anno successivo viene aggiornato anche l’880 e gli viene installato il nuovo propulsore 5 cilindri Fiat di 4583 Cv e 88 Cv dando vita all’880/5 e creando di fatto la serie 80-media che sull’eredità della quale con l’avvento della Serie 90 saranno costruiti alcuni dei trattori più amati di sempre.

Sempre sul finire del 1979 vennero commercializzati anche tutti i modelli della serie 80 di gamma alta che si componeva a sua volta di due sottofamiglie che erano composte da una parte dal 1180 e il 1280 (anche se presentato in un secondo momento) con motore Fiat 6 cilindri di 5499 cm3 con rispettivamente 115 Cv e 125 Cv; dall’altra vi erano i tre modelli Top che erano il 1380 con lo stesso propulsore da 5499 degli altri modelli più piccoli e carro rinforzato in comune con i due modelli più grandi che erano il 1580 con motore 6 cilindri Fiat da 8102 Cm3 e il 1880 con lo stesso propulsore con Turbo con 180 CV. Nel 1982 il 1580 ebbe in dote lo stesso propulsore Turbo del fratello maggiore arrivando a 160 Cv. Come detto tutta la Serie 80 terminò la sua corsa con l’avvento della Serie 90 alla fine del 1984 anche se alcune immatricolazioni sono continuate ancora per molti mesi.

 

Da una costola della Serie 80 nacquero 2 nuovi modelli nel 1978 più semplici e basici il 570 e il 670 che riprendevano la meccanica dei rispettivi modelli sella Serie 80 (infatti il 570 aveva il 3 cilindri da 58 Cv e 2750 Cm3 e il 670 aveva il 4 cilindri da 68 Cv e 3456 Cm3) ma erano senza piattaforma e con una cofanatura più semplice ed economica e rimasero in produzione fino al 1982.

Sempre nel 78 Fu approntata anche un modello da Vigneto-Frutteto con la denominazione di 460 di derivazione Agrifull-Toselli ma motorizzata con il solito 3 cilindri 2339 Cm 3 48 Cv (anche se prodotto in Romania) successivamente prese anche Lui la denominazione della serie 70 anche se in realtà era una macchina di tutt’altro genere prendendo il nome di 470 (3 cilindri 2339 Cm 3 48 Cv e derivava ) e rinnovato successivamente in 474 con alcuni aggiornamenti, successivamente nel 1980 fu lanciato nella stessa versione; anche se componentistica interamente Fiat, il 570 ( 3 cilindri 2750 Cm3 58 Cv) e il 670 (4 cilindri 3456 Cm3 68 Cv) e tutti rimasero in produzione fino al 1985.

 

Dalla Serie 80 con poche modifiche in alcuni modelli quasi esclusivamente estetiche in altri più sostanziose si passò alla Serie 90 che con il passare degli anni si è guadagnata sul campo la stima e l’ammirazione un po’ di tutti Fiattisti e non.

 

Nel 1984 la serie 90 partiva con due modelli derivati dal 580 il piccolo 55-90 motore Fiat 3 cilindri di 2750 cm3 e 55 Cv e il 60 -90 con motore sempre 3 cilindri ma di 2931 Cm3 e 60 Cv (naturalmente con il nuovo cambio la rinnovata cabina tipiche della Serie); poi avevamo 2 modelli 4 cilindri che erano il 70-90 con motore Fiat di 3613 cm3 e 70 Cv e l’80-90 con motore da 3908 Cm3 da 80 Cv. Da questi modelli si passava direttamente ai grandi di Casa che erano praticamente dei Serie 80 rinominati e aggiornati con poche altre modifiche e quindi avevamo il 115-90 con il nuovo motore di 5861 cm 3 e 115 Cv, il 130-90 con lo stesso carro e lo stesso propulsore con l’aggiunta del Turbo da 130 Cv (resteranno in produzione fino al 1990) e il 140-90 che aveva lo stesso propulsore Turbo da 5861 Cm3 e 140 Cv ma mutuava il “Carro” dai fratelli superiori che erano il 160-90 ed il 180-90 con motore di 8102 cm 3 e 160 Cv per il primo e 180 Cv per il secondo (resteranno in produzione fino al 1995).

Nel 1985 la serie fu integrata con due ulteriori modelli il 90-90 con motore 5 cilindri da 4885 cm3 e 90 Cv (prodotto fino al 1992)ed il 100-90 che manteneva lo stesso carro del 90-90 ma con motore 6 cilindri da 5419 Cm3 e 100 Cv (prodotto fino al 2003). Nel 1987 sulla stessa base meccanica venne installato il motore 6 cilindri di 5861 Cm con 110 Cv dando origine al 110-90 (prodotto fino al 2005) completando di fatto quella che per anni è stata definita la Serie Ponte e che oltre ad essere una delle serie di Fiat più longeve anche una di quelle di maggior successo in assoluto.

Sul finire del 1987 la Serie fu arricchita di un ulteriore modello il 65-90 un ibrido tra le famiglie dei tre cilindri (stessa meccanica) e 4 cilindri il propulsore era lo stesso del 70-90 (motore Fiat di 3613 cm3)ma con 65 Cv. Nel 1990 fu lanciato quello che è l’ultimo modello (in ordine di tempo) della Serie 90 e cioè l’85-90 praticamente un 80-90 con motore Turbo 3908 Cm 3 e 85 Cv.

 

Sul finire del 1989 Fiat creò un’altra serie che replicava di fatto in maniera integrale i modelli della Serie 90 medio bassa e fu la Serie 88. Tale serie era stata approntata in quanto secondo Fiat vi era troppa differenza tra la Serie 66 la più evoluta Serie 90 anche a livello economico. Fu così che non si fece altro di creare l’ennesimo ibrido accoppiando il posteriore della Serie 90 con l’anteriore della Serie 66, inoltre fu semplificata la dotazione di accessori ottenendo un prezzo di vendita più basso. I modelli che così nacquero furono il 55-88 (3 cil. 2710 Cm3 55 Cv), il 60-88 (3 cil. 2931 Cm3 60 Cv), il 65-88 (4 cil. 3613 Cm3 65 Cv), il 70-88 (4 cil. 3613 Cm3 70 Cv), l’80-88 (4 cil. 3908 Cm3 80 Cv). L’esperimento non ebbe il successo sperato in quanto il prezzo di queste macchine non era molto distante dalla Serie 90 e nel 1993 ne fu terminata la produzione.

 

Nel 1990 Fiat lanciò la serie Winner-F che era destinata da una parte a meglio rispondere alle richieste di macchine medie più evolute e potenti senza sconfinare nel campo delle pesanti ammiraglie, dall’altra a creare sia la nuova estetica delle macchine Fiat Agri sia a recuperare quel gap tecnologico che la longevità della Serie 90 aveva permesso di accumulare nei confronti dei principali Concorrenti. Le caratteristiche base rappresentavano un bel salto nei confronti di quanto fino allora prodotto in seno a Fiat sia esteticamente che tecnologicamente (nuovi cambi, nuovi sollevatori elettronici, nuova idraulica, nuova cabina, nuova piattaforma, nuovi ponti anteriori, nuove tarature dei propulsori a regime inferiore).

I modelli della nuova Serie furono: F-100 motore Fiat 6 cilindri 5419 cm3 e 99 Cv, F110 stessa meccanica dell’F100 ma con motore da 5861 cm 3 e 110 Cv, F120 con motore da 5861 cm3 portato a 120 Cv ma con meccanica rinforzata, ponte anteriore, cambio ecc, ed infine il Top di gamma che era l’F130 turbo con motore portato turbocompresso di 5861 Cm3 con 130 Cv.

 

Nel 1993 la Serie Winner fu aggiornata con l’affinamento di alcune caratteristiche ed alcune migliorie e fu riproposta con un’estetica modificata solo nelle verniciature con i seguenti modelli:

F 100 con il motore da 5861 cm 3 dei fratelli superiori, F 115 che condivideva la meccanica con l’F100 con la potenza di 115 Cv , venne mantenuto l’F130 turbo (prese il posto dell’F120) e fu inserita una nuova ammiraglia con l’F 140 Turbo sempre con il motore da 5861 cm3 ma portato a 140 Cv. Il peso dei Winner si posizionava tra i 42/45 Qli dell’F100 fino ad arrivare ai quasi 54 Q.li del F 140.

 

Oltre a questa evoluzione la Serie Winner fu ampliata anche se con una diversa denominazione creando la Serie 94 che altri non era che l’ennesima evoluzione della Serie 90 “bassa”. Infatti furono lanciati il 60-94 con il motore 3 cilindri da 2931 cm 3 e 60 CV, il 65-94 con motore 4 cilindri (su meccanica del 60-94) da 3613 cm3 e 65 Cv, il 72-94 più pesante con propulsore sempre di 4 cilindri e 3613 cm3 e 70 Cv, l’82-94 con il solito motore da 3908 Cm3 e 80 Cv ed infine l’88-94 turbo che era dotato del motore 4 cilindri Turbo di 3908 cm3 da 85 Cv.

Tutti i modelli della Serie 94 oltre ad avere qualche tocco in più a livello tecnologico avevano subito piccole migliorie generali ma, pur mantenendo la stessa cabina della Serie 90, avevano preso una nuova colorazione ma anche la nuova cofanatura simile alla Serie F. Gli stessi modelli con lo stesso propulsore ma estetica diversa (cofanatura simil Serie 66 erano venduti principalmente senza cabina) e diversa dotazione di accessori furono proposti anche nella serie “economica” 93 e quindi abbiamo il 60-93, il 65-93, il 72-93, l’82-93 e l’88-93 turbo.

 

Tornando un pochino indietro parliamo di 4 trattori che nulla ebbero di Fiat fatto salvo il colore ed il nome ed erano i famosi articolati della Versatile che vennero importati in Europa con il marchio inserendoli nei listini Fiat ma venivano prodotti in Canada, infatti non erano altro che la ridenominazione d4ei modelli del costruttore Nord Americano con le solite motorizzazioni turbo di Cummins in particolare l’835 che diventò il Fiat 44-23 con motore 6 Cilindri di 14.016 cm3 e 230 Cv, l’875 diventò il Fiat 44-28 con motore 6 cilindri di 14.016 Cm3 e 280 Cv, il 935 diventò il 44-33 con 8 cilindri a V di 14.800 Cm3 e 330 Cv per finire con il più prestazionale 950 che diventò il 44-35 con motore 8 cilindri a V di 14.800 Cm3 e 350 Cv. L’iniziativa che era iniziata nel 1979 terminò nel 1983 senza avere il successo sperato anche perché decisamente anticipata nel tempo.

Le macchine erano grandi, pesanti, ingombranti e stentavano a trovare attrezzature che potessero sfruttate a pieno le loro potenzialità, tenete conto che il loro peso di oltre 100 Qli era per l’epoca del tutto fuori dalla umana comprensione così come le altre dimensioni di queste macchine in ogni caso straordinarie.

 

fine

Modificato da DELFO
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Complimenti sì, in effetti è difficile scrivere e delucidare la gamma completa dei modelli Fiat Trattori cercando di essere esaustivi e non commettere sbagli; in genere queste cose impongono di buttare per aria l'archivio per verificare il tutto.

Di nuovo complimenti a Delfo.

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Intanto un ringraziamento a tutti per i complimenti ed in effetti è proprio come dice Tiziano ( che saluto) ho messo sottosopra un pò il mio archivio sia cartaceo che elettronico il che non e' di per se negativo visto che ogni volta capita che si ritrova qualcosa che non sapevi neanche più di avere.

 

Per quanto riguarda quanto proposto dal Buon Dj rudy riguardo la pubblicazione di foto era una cosa che avevo pensato ma che ho rinviato a causa di mancanza di tempo considerato che si tratta di un lavoro fatto nei ritagli di tempo.

 

Saluti.

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...... ed in effetti è proprio come dice ......... ho messo sottosopra un pò il mio archivio sia cartaceo che elettronico il che non e' di per se negativo visto che ogni volta capita che si ritrova qualcosa che non sapevi neanche più di avere.Saluti.

Proprio così, poi capita che per verificare una cosa da poco, si prenda in mano un faldone con i depliant di tutta la serie 66 (esempio) e si cominci a sfogliare, riguardare, ricordare, considerare (perchè no, sospirare); così si rimane imprigionati in una specie di sfera magica del tempo.........e passano le ore senza accorgersene.

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Gia' poi come mi e' capitato proprio per i dati della Genealogia rientra tua moglie con la quale avevi concordato di uscire a cena e ti ritrova perso tra mucchi di materiale mentre guardavi estasiato questo o quel depliants e ti dice ....va bene ho capito preparo la cena...

Ah le donne....

 

Saluti

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bellissima storia sono 25 anni che non guido ma dico io cavalco (100/90 e 466 senza cabina e doppia trazione) mi hai fatto tornare indietro nel tempo ,però che musica il 6 cilindri spero duri ancora a lungo

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In accordo con Delfo copio in questa discussione anche la genealogia dei Fiat cingolati trattata precedentemente in un'altra discussione (Fiatagri 180-55), in modo tale da avere tutta la produzione fiat in un unico argomento.

 

Dopo aver visto qualche incertezza nei precedenti Post ho deciso di provare a fare un albero genealogico dei trattori Cingolati di Fiat/NH al fine di provare a fare un po’ di chiarezza.

Naturalmente alcuni passaggi da un trattore all’altro possono risultare opinabili e al contrario considerare un certo trattore innovativo a tal punto da fare famiglia a parte lo puo’ essere altrettanto ma cercheremo di spiegare le motivazioni, in ogni caso restiamo aperti ad ogni eventuale contributo.

 

Per i Cingolati il capostipide della famiglia FIAT e’ il famoso 700 C prodotto dal 1932 al 1950 anche detto “Tipo 30” con motore 4 cilindri di 3570 cm3 da 30 CV. Nel 1935 venne messo in produzione il 708 C piu’ stretto del 700 (120 cm contro 150cm) ma con il motore di cilindrata inferiore di 2520 cm3 e 20 CV. Sempre da questo ramo derivo’ il famoso Fiat 40 poi rinominato Boghetto dal nome del talentuoso ingegnere che aveva sviluppato per questa macchina un motore che oggi chiameremmo policarburante (considerando che era in grado di funzionare con molti combustibili diversi) di 3970 cm3 e 41 Cv.

 

Nel 1949 Fiat apre un’altra strada nei cingolati lanciando il Fiat 601 piccolo cingolato con motore a 4 cilindri di 2270 Cm3 e 18 Cv dal quale nel 1951 senza grandi modifiche nascera’ il piu’famoso Fiat 25C con tutte le sue varianti con lo stesso motore portato a 23 CV.

Il 25 C restera’ in produzione fino agli inizi del 1960. Nel 1960 dallo stesso schema costruttivo e con molte similitudini compresa la cingolatura nascera’ il Fiat 311 C con le sue varianti (331 C e 351 C larghezza e cingolatura) e propulsore di 1990 cm3 e 33 CV che gia’ nel 1962 evolvera’ nel piu’ conosciuto e longevo Fiat 312 C che insieme alle solite varianti (332 C e 352 C oltre al 322 C versione ribassata) restera’ in produzione fino al 1967. Il motore in questo caso era un 4 cilindri di 1901 cm3 con 30 cv.

Nel 1968 con l’avvento della Serie Oro il 312 sara’ sostituito dal 355 C che mantiene molte similitudini (cingolatura, impostazione) ma porta anche molte novita’ come il motore di 3 cilindri e 2340 Cm3 della prima serie 800 con 35 Cv.

 

Intorno a questa serie ci fu un modello unico il 220 C a se stante (anche in versione industriale) dotato di un motore bicilindrico diesel di 1135 con 22 Cv che aveva una diversa genetica considerando che era stato pensato e costruito dalla Calzolari tra il 1968 e il 1969.

 

Nel 1946 ad opera dell’Ing. Tascheri la Fiat crea una nuova linea genealogica con una macchina cingolata che avra’ negli anni molti eredi il Fiat 50. Macchina grande e pesante (oltre 45 q.li) aveva 50 Cv sviluppati da un motore OM 4 cil. di 5320 cm3 sara’ prodotto fino al 1950 insieme alla sua variante larga Fiat 52. Nel 1950 viene lanciato il Fiat 55 che altro non e’ che un 50 con un nuovo propulsore 4 cilindri Fiat di 6546 cm3 da 55Cv. Nel 1956 il Fiat 55 si trasforma nel nuovo 60 C con aumento di 5 Cv e restera’ in produzione fino al 1960. Nel 1961 arriva il famoso 70 C come evoluzione del 60 C con il nuovo motore 4 cilindri di 6870 Cm3 con 74 Cv. Il 70 C restera’ in produzione quasi immutato fino al 1972 con la sua variante indutriale.

 

Nel 1971 sulla stessa base della 70 C vengono lanciati sia il nuovo 80 C con un 4 cilindri OM di 5401 cm 3 da 80 CV che il 100 C con cingolatura allungata e motore OM 6 cilindri da 7412 Cm3 da 100 Cv (naturalmente anche per questi modelli ci saranno le varianti industriali (rispettivamente Ad 7 e Ad 9). Nel 1975 i due modelli citati saranno evoluti nel 90 C e nel 120 C ( con rispettive versioni ind. A7d e AD10) con propulsori invariati e potenze aumentate resteranno in produzione fino al 1981.

Nel 1981 sulla base del 120 viene svluppato il “nuovo“ 1355 C impiantando il nuovo propulsore 6 cil. Fiat da 8102 da 135 CV e con alcune modifiche al cambio che restera’ in produzione fino al 1987.

 

Dal 1967 al 1970 venne omologato come trattore agricolo la Fiat AD 12 che prende il nome di 130 C con un propulsore di 130 cv e 9161 cm 3 che nelle intenzione della Fiat doveva costituire la punta di diamante della produzione dei cingolati anche se a causa del costo elevato se ne sono venduti ben pochi.

 

Nel 1970 con un altro modello unico preso dalle macchine industriali, il 150 C, sostituisce il 130 C infatti Fiat agricolizza la AD 14 creando un trattore di 150 Cv (poi 160 Cv) con un motore 6 cilindri di 9819 cm 3; restera’ in produzione fino al 1976.

 

Un’ altra linea genealogica dei cingolati Fiat e’ quella che origina con il Fiat 411 C che nasce con le sue varianti 441 C, 451 C e CI; nel 1958 con un 4 cilindri Fiat da 2270 Cm3 da 40 Cv e restera’ in produzione fno al 1967. Nel 68 con l’avvento della Serie ORO vengono presentati il 455 C (3 cil.- 2339Cm3 - 45 Cv), il 555C (4 cil.- 3119Cm3 - 55 Cv. Il 455 restera’ in produzione fino al 1982 mentre il 555 C nel 1970 lascera’ il posto ai piu’ famosi e longevi 505 C (3 cil.- 2339 Cm3- 50 Cv) e 605 C (4 cil.- 3456 Cm3- 56 Cv) . Per il 505 e il 605 ci furono anche le versioni Super che furono potenziate (rispettivamente 58 e 66 CV) che rimasero in produzione fino al 1984. Tutti i trattori dell serie 5 C citati avevano propulsori di 3 e 4 cilindri Fiat serie 800/8000.

 

Un’ altra linea genealogica nasce direttamente dalla Om e ha dato i natali ad alcuni modelli Fiat, infatti dalla famiglia Om 35/40- 45-50-58 C sono nati due trattori commercializzati interamente con il marchio Fiat il 655 C praticamente un Om 58 C con motore 3 cilindri sempre OM da 3701 Cv con 62 Cv e cofanatura nastro Oro, nato nel 1968 restera’ in produzione fino al 1975 quando mantenendo praticamente la meccanica invariata con cingoli allungati verra’ dotato di un nuovo motore sempre OM 4 cilindri da 80 cv di 4562 cm3 dando origine al conosciuto e citato 805 C che uscira’ di produzione nel 1980 (che quindi possiamo definire l’ultimo cingolato tutto OM) .

 

Dal 1981 viene prodotta la Serie 65 che in molti considerano un rinnovamento della precedente serie 5 C in realta’ e’ da considerare una serie nuova considerando che le innovazioni apportate sono state pesanti (cambio, riduttori, motori, idraulica, sollevatore, ecc) e anzi sara’ l’origine dei moderni cingolati Fiat. I modelli che la componevano sono il 465 C(3 cil.-2592 Cm3- 54 Cv) , 565 C (3 cil.-2750 Cm3- 58 Cv), il 665 C (4 cil.-3456 Cm3- 68 Cv) ed il 765 C(4 cil.- 3666 Cm3- 78 Cv) . Restera’ in produzione fino al 1984 quando si trasforma nella nuova Serie 65 con il 55/65 (3 cil.- 2710 Cm3- 55 Cv) , 60/65(3 cil.- 2931 Cm3- 60 Cv) , 70/65(4 cil.- 3613 Cm3- 70 Cv) , 80/65 (4 cil.- 3908 Cm3- 80 Cv) che a sua volta nel 1989 si trasforma nella Serie 75 (con l’avvento dello Steering o matic) con i modelli 55/75, 60/75, 70/75, 80/75 che restera’ in produzione fino al 1992 quando sara’ lanciata l’ennesima evoluzione con la Serie 85 con i modelli 55/85(3 cil.- 2710 Cm3- 55 Cv) , 60/85(3 cil.- 2931 Cm3- 60 Cv) , 62/85 (3 cil.- 2931 Cm3- 60 Cv) , 72/85 (4 cil.- 3613 Cm3- 70 Cv ) , 82/85(4 cil.- 3908 Cm3- 80 Cv) , 88/85(4 cil.- 3908 Cm3- 85 Cv turbo) .

 

Sempre nel 1981 la Fiat lancia anche un’altra serie piu’ pesante diciamo “indipendente” formata da due modelli l’855 C con motore 4 cilindri Fiat 3666 cm3 e 78 Cv e 49 q.li e il 955 C con motore 5 cilindri di 4583 cm3 di 98 Cv e 59 q.li di peso). Questi due modelli nell’84 furono sostituiti dai nuovi 85.55 C con il motore 4 cilindri Fiat di 3908 Cm3 di 80 Cv (uscira’ di produzione nel 1990) e il 95.55 C con il motore 5 cilindri Fiat di 4885 cm3 di 90 Cv che rimane in produzione fino al 1995 anno in cui sulla meccanica del 95.55 venne installato il propulsore 6 cilindri di 5419 cm3 di 100Cv lanciando il 100.55 che restera’ in produzione fino al 2000.

 

Anche recentemente sono esistiti dei modelli unici il primo e’ appunto il nostro 180/55 con il propulsore ed estetica del 180.90 cabina dedicata cingolatura originale con cambio di velocita’ completamente idrostatico (mai visto prima e costruito specificatemente). Ne vengono costruiti 17 e sono da considerare una preserie ma decisamente ben fatta e pronta per la grande serie. Il problema nasce dal costo di produzione considerato piuttosto elevato (per la componentistica esterna) e per la ricca dotazione montata (cabina, sollevatore, sottotelaio, ecc). Per questo Fiat lo ha ucciso nella culla preferendogli il molto piu’ economico, ma meno innovativo 160.55.

 

Per quanto riguarda il citato 160.55 a molti piace farlo discendere dal 1355 C in realtà con quest’ultimo ha in comune poco con l’ultimo dei grandi cingolati Fiat infatti siamo in presenza di un trattore che cilindrata a parte e’ completamente diverso: motore turbo, nuova piattaforma, nuovo cambio, nuovi riduttori, nuovi cingoli, nuova idraulica, ecc.

A mio modo di vedere quindi e’ da considerare un modello del tutto nuovo e a se stante.

 

Dopo le macchine citate e’ iniziata l’era dei TK sui quali c’e’ ben poco da dire considerando che sono attualmente ancora in produzione più o meno invariati.

 

Nella famiglia dei TK e’ ricompreso anche lo sfortunato TK 130 idrostatico per il quale però dobbiamo tornare a parlare di modello unico, infatti nulla ha in comune con gli altri componenti della serie TK e motore a parte (Nef 4 cilindri 4,5 litri) nulla ha in comune neanche con NH considerando che si tratta di un prodotto interamente sviluppato e costruito dalla Macmoter.

 

Sperando di non aver annoiato nessuno e scusandomi per essere anche un pochino fuori tema...

 

Saluti

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Fantastico! Complimenti!. Ah quanto mi manca il ruggito del 1300 super nelle orecchie , e la maneggievolezza e la grinta del 70-90. Questi si che erano dei gran trattori, purtroppo per me ora sono solo dei bei ricordi. E il rimpianto di non essere mai riuscito a provare un 180-90.

Comunque lasciando stare le mie emozioni, complimenti davvero gran bel lavoroO0

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  • 3 settimane dopo...
  • 2 settimane dopo...
  • 4 settimane dopo...

Complimenti delfo da appassionato Fiat devo dire che non ce nulla di poiu comleto nella tua descrizione io stesso ho fatto una tesi sulla fiat trattori e mi mancava qualcosa ma or grazie a te sono aposto

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mi associo ai complimenti!!!!!!!bravissimo delfo!

ps.sono molto contento di una cosa,che hai citato la vera storia del 640....che non era che un 600 modernizzato che a sua volta era un 550!il mio ex trattore che macchinaa!quante soddisfazioni........nei lavori leggeri era imbattibile

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Non mi pare i modelli da te citati sono elencati tutti nella Genealogia dei cingolati che il buon MCT ha allegato in questa discussione e che in origine era stata inserita in quella del 180-55.

 

Son particolarmente lieto che la sperimitura di meningi fatta a suo tempo possa aiutare il nostro amico 605 C nei sui studi.

 

Saluti e auguri.

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  • 11 mesi dopo...

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