Vai al contenuto

lavorazione uliveto


BAFILE

Messaggi raccomandati

Sul fatto che in caso di siccità è peggio, il discorso va bene.Nelle mie zone situate tra i 400 e 700 metri il fattore siccità non è molto rilevante nonostante sia in Calabria.Quindi tale aspetto, ripeto, è da valutare in base a terreni e tempo metereologico.Un altro aspetto è la conformazione delle radici delle piante : nella zona jonica gli ulivi si allargano molto alla base con i capillari e quindi sarebbe da evitare avvicinarsi con l'aratura,ma essendo terreni molto morbidi arare è un surplus.

Il fattore praticabilità che dire, in tali terreni se fresati, la prima pioggia ammassa il terreno, il primo sole la indurisce quindi arando in giugno o luglio a settembre non è proprio impraticabile.

Sul fatto che diminuisca il fabbisogno di concime mi incuriosisce in modo particolare, ci sono erbe che favoriscono la riserva di sostanze come i sovesci?

Modificato da Centauro55
Link al commento
Condividi su altri siti

  • Risposte 188
  • Creato
  • Ultima Risposta

Miglior contributo in questa discussione

Miglior contributo in questa discussione

Sono d'accordissimo con Baccio56. Difatti un noto esperto mi disse che trinciando annualmente per 6/7 anni, creando uno strato vegetale di qualche cm di spessore, riesce ad apportare tutti gli elementi nutrizionali alla pianta nonché migliorandone la struttura del terreno. Ma oltre a ciò, si eviterà di concimare, quindi risparmiare €€€

Link al commento
Condividi su altri siti

Buongiorno ragazzi, leggendo la discussione avete un pò ragione tutti, ora mi spiego, il sul discorso di trinciare ci può stare, perchè si evita di il dilavamento della sostanza organica, però nel frattempo avvengono fenomeni quali: AUMENTO DELLA VELOCITA' DI DEFLUSSO SUPERFICIALE NELLO STESSO TEMPO DIMINUISCE LA FILTRAZIONE NELL'APPOSITO TERRENO ESSENDO "INCOLTO" (cioè privo di lavorazioni, solo trinciatura).

 

La trinciatura come dice BACCIO56, si può utilizzare nel periodo della raccolta, perchè favorisce di entrare nel terreno subito dopo una pioggia, finita la raccolta è meglio eseguire una piccola lavorazione tipo: erpice a dischi, aratro a dischi, tiller, sconsiglio la fresa "perchè essendo in periodi invernali si possono verificare fenomeni di erosione, almeno per i terreni non propio pianeggianti. Queste lavorazioni favoriscono il drenaggio e areazione del terreno, molto importante nei terreni argillosi.

 

Il potenziale nutrizionale nel terreno non aumenta lasciandolo incolto, cioè "gli elementi nutrizionali non aumentano grazie alla trinciatura, ben sì, effettuando CONCIMAZIONI OPPORTUNE". Il prodotto della trinciatura si trasformerà in sostanza organica, molto favorevole, ma purtroppo è poca:( Per cui, ad aumentare la produzione la pianta ha bisogno di specifiche concimazione, altrimenti avremo poca produzione, e in questo periodo di crisi meglio produrre qualcosa non è male.

 

Un fatto molto importante, che accade nella mia zona, non so da voi, nel periodo estivo "ESTATE" non è opportuno trinciare uliveti, vigneti e altri tipi di frutteti, perchè diciamo che ci sono delle persone con la testa di C.....o che amano il fuoco e per evitare di perdere ettari e ettari di piante di oltre 100anni ma anche piante giovani, è meglio effettuare una lavorazione per essere sicuri che il fuoco non entri.

 

Per il resto vi racconto la mia esperienza nel mio uliveto.

 

Io solitamente faccio tutte le lavorazione cioè: in questo periodo, subito dopo concimato; passo con il tiller per coprire il concime e far prendere aria al terreno; continuo di trattamenti; fine maggio o metà giugno eseguo una fresatura e in fine nel periodo della raccolta faccio una trinciatura, per far si che si possa entrare anche con il terreno bagnato.

 

Scusate se mi sono dilungare nel discorso.

Modificato da pooh1989
Link al commento
Condividi su altri siti

I discorsi sono relativi : valutazioni e quindi azioni conseguenti al tipo di esigenze...

Per il fatto della sostanza organica "povera" avevo buoni fondamenti allora.

Comunque non avevi trinciato prima e fresato dopo raccolta che ricordo io??Quando scendevamo giù da Lamezia l'ultima volta mi parlasti di fresa o sbaglio?

Link al commento
Condividi su altri siti

I discorsi sono relativi : valutazioni e quindi azioni conseguenti al tipo di esigenze...

Per il fatto della sostanza organica "povera" avevo buoni fondamenti allora.

Comunque non avevi trinciato prima e fresato dopo raccolta che ricordo io??Quando scendevamo giù da Lamezia l'ultima volta mi parlasti di fresa o sbaglio?

 

Centauro55, io con la fresa lavoro solo all'inizio dell'estate, poi prima della raccolta passo con la trincia "sempre se non è utilizzata da mio zio" (spero tanto di comprare una trincia buona in futuro), comunque, a fine raccolta passo con il tiller......come ho già spiegato poco fà....!!!!

Link al commento
Condividi su altri siti

Ospite baccio 56

Sul fatto che il terreno inerbito assorbe meno l'acqua e rimane più compatto io la penso all'esatto contrario come del resto la pensano i vari agronomi, infatti la coltre di erba trinciata che si forma nel tempo, diventa come una spugna,trattiene il fresco e favorisce l'assorbimento, oltre a non far passare i raggi solari in piena estate e il terreno rimane sempre fresco, provate a fare una buca di luglio nel terreno inerbito e in quello lavorato e vedrete la differenza. Inoltre può essere vero che l'erba trinciata ha poche sostanze nutritive, poche, ma non nessuna, di certo il terreno lavorato ne ha di meno.

Inutile parlare del lato economico credo non ci sia bisogno.

Idem sulla fresatura degli oliveti, meglio sorvolare.

Modificato da baccio 56
Link al commento
Condividi su altri siti

Sono un povero pirla e tale voglio rimanere.

 

I nostri avi, non erano proprio delle capre, la maggior parte delle tecniche che attualmente usiamo derivano dall' esperienza, secoli di coltivazione(giusto per ricordare che qui in Puglia ci sono ulivi ultrasecolari 300-400 anni che in altre zone d' Italia e DEL MONDO non esistono).

 

Mi ricordo mia nonna quando raccontava dei tempi passati, uomini nei campi con la zappa, a farsi il culo tutto il giorno per cercare di affinare il terreno così da raccogliere i frutti, non avevano trattori da 100 cavallie e pto sincronizzata o inversore elettropizza.

Quindi mi immagino la faccia di un nostro avo con la schiena spezzata dalla fatica che sente parlare di inerbimento, minima coltivazione e semina su sodo.:nutkick:(e vede nel garage il trattore e gli attrezzi)

 

Non credo che i nostri predecessori siano stati così stupidi, da non pensare ad evitare lavorazione faticose e pensare all' inerbimento.(anche io a volte penso all' inerbimento, ma è un' altra cosa) ( potevano tagliare l' erba come mietevano il grano)

 

L' uliveto và lavorato, i capillari superficiali vanno tagliati ed è ovvio che in un uliveto non c'è bisogno di una lavorazione profonda 30-40 cm, ma 15-20 sè pò fà, magari prestando attenzione sotto l' albero, ma quei capillari superficiali vanno tagliati:leggi:, affinchè siano le radici interrate a dare nutrimento alla pianta e non una vena superficiale esposta al sole.(spezzare una radice non ha mai ucciso un olivo, ovviamente s'è la pianta è giovane10 anni, eviti di avvicinarti troppo con il trattore e gli dai una passata con la motozzappa per TAGLIARE I CAPILLAri superficiali)

 

L' uliveto, come tutti gli alberi da frutto và concimato, anche con il letame, anzi magari c'è ne fosse a sufficenza. :ave:

 

Ovviamente tutte le lavorazioni devono essere effettuate nei periodi giusti, aratura entro fine aprile metà maggio, dopo d' estate livelli il terreno e sett. vai di trincia, mentre ultimamente si andava molto solo con il disserbante e lasciare i residui di potatura trinciati e dopo un pò di anni sono iniziati i primi problemi.

 

Con tutto il rispetto, siamo dei pirla a commercializzare l' olio e non siamo in grado di unirci in un unico consorzio che gestisca la produzione, controlli la qualità ed eviti che quattro pirla dalla toscana od altra regione del nord con una forte produzione di exstra, scendan giù dai terrun a comprare l' olio a quattro soldi per poi rivenderlo come prodotto della loro terra, ma soprattutto che ci diano consigli sulla coltivazione dell' uliveto!

 

Ripeto, rispetto l' opinione atrui, ma essere criticati con spirito di superficialità senza portare dati concreti o risultati obbiettivi mi fà incazzare, soprattutto dopo che in una zona dove non si coltivava, si potava a tempo perso e cocimazioni inesistenti ci sono malattie che non sì sà da dove provengano, che hanno già attaccato e distrutto una fascia di circa 15 km e si continua a cercare la possibile causa della lebbra degli ulivi, forse non capendo che la causa siamo noi e la nostra superbia nel non ascoltare i consigli di chi ci ha preceduto, che hanno lasciato degli uliveti a regola d' arte e produttivi, potati da persone che sapevano cosa sono le scalate e la faccia dell' albero e che sono diventati terreno ideale per "sciangamacchi" (potatori incompetenti) e gente interessata a percepire l' integrazione ed a spendere il meno possibile nell' uliveto.

 

Un altro pò e l' integrazione sparirà e poi vedremo come i grandi proprietari riusciranno a vivere da grosse estensioni di terreno abbandonate o trascurate da anni.

 

P.s. Trinciare i residui di potatura e non raccoglierli è un altra cagata pazzasca, quando si pota si tende a togliere il ramo vecchio e malato per lasciare posto al giovane, quindi nei residui di potatura ci sono malattie e batteri che si lasciano fermentare sul terreno.

"m raccomand vuagnù, luviti u giovn e lassit u seccat" "mi raccomando giovani potatori, togliete il giovane e lasciate il seccato" Quando il maestro diceva questa frase valutava le

capacità dei componenti della sua squadra. Guardandoli in faccia, sè ridevano bene, sè erano seri non avevano capito un cazzo!

Modificato da 85 60 L
Link al commento
Condividi su altri siti

Ospite baccio 56

Certo i nostri predecessori non erano stupidi, ma gli ulivi belli, erano quelli che crescevano nelle macchie dove la fresa l'aratro e altro non sapevano neanche cos'era, e l'unico concime era il terriccio che si formava nel tempo, poi c'è stato i disboschimento ed ecco gli ulivi di trecento anni meno belli di allora. I capillari, sono una forma di equilibrio naturale della pianta, se ci sono è perchè servono, quindi dire che non sono utili e che vanno tagliati mi sembra un modo di andare contro natura. Le piante di olivastra qui da noi crescono ancora nelle siepi e nei terreni imboschiti, vengono ripuliti sotto al momento della raccolta, producono olio di qualità eccelsa, sono piante che hanno diversi secoli e sono ancora bellissime.

Modificato da baccio 56
Link al commento
Condividi su altri siti

Dove non c'erano aratri e frese i miei avi (come penso tutti), ricordano la cara vecchia zappa, capostipite degli attrezzi oggi più fedeli a noi altri.

Il concime si traduceva invece in molto letame : tutte le famiglie nessuno esclusa, avevano le galline e qualche capra o mucca per produrre latte per uso personale, poi qualcuno aveva un asino per i trasporti o un mulo o cavallo ( stesso discorso per i bisognini personali).

A detta di mio nonno che era un mulattiere, avendo molti muli si produceva molto letame e la gente passando dalla stalla, si portava un po' di letame via per le proprie piante/colture tutte le mattine.

Il nostro 85 60 L è riuscito ad individuare una delle chiavi madri delle superficialità odierne. Il letame è solo letame per noi, ma per i nostri avi era "oro" da conservare anche in quantità minime perchè avrebbe dato buoni frutti...Diamo pèiù valore a ciò che loro ci lasciarono ed ai loro sacrifici.

I tempi sono cambiati ma ci adattiamo male, è una triste verità.

Link al commento
Condividi su altri siti

Ospite baccio 56
Dove non c'erano aratri e frese i miei avi (come penso tutti), ricordano la cara vecchia zappa, capostipite degli attrezzi oggi più fedeli a noi altri.

Il concime si traduceva invece in molto letame : tutte le famiglie nessuno esclusa, avevano le galline e qualche capra o mucca per produrre latte per uso personale, poi qualcuno aveva un asino per i trasporti o un mulo o cavallo ( stesso discorso per i bisognini personali).

A detta di mio nonno che era un mulattiere, avendo molti muli si produceva molto letame e la gente passando dalla stalla, si portava un po' di letame via per le proprie piante/colture tutte le mattine.

Il nostro 85 60 L è riuscito ad individuare una delle chiavi madri delle superficialità odierne. Il letame è solo letame per noi, ma per i nostri avi era "oro" da conservare anche in quantità minime perchè avrebbe dato buoni frutti...Diamo pèiù valore a ciò che loro ci lasciarono ed ai loro sacrifici.

I tempi sono cambiati ma ci adattiamo male, è una triste verità.

 

Certamente il letame sarebbe la migliore forma di concimazione, si restituisce al terreno quello che gli si è tolto, purtroppo il mondo è cambiato, prima ogni famiglia aveva le sue vacche, i maiali , le pecore le capre , i polli e tutto quello che serviva per andare avanti e la concimaia era tenuta a regola d'arte ed era la costruzione che veniva fatta insieme all'abitazione. Oggi si trovano poche stalle e allevamenti a livello "industriale" altrimenti non si vede un animale nei campi, quindi il letame chi è che lo produce, è molto più facile andare a comprare un quintale di chimico, anche se viene pagato un occhio della testa e rovina il terreno, inoltre se si porta il letame nel campo va subito coperto, altrimenti puzza e da noia, viene l'asl e magari ti fa la multa, tutto ciò viene chiamato progresso, una parola molto difficile da pronunciare.....

Modificato da baccio 56
Link al commento
Condividi su altri siti

Certamente il letame sarebbe la migliore forma di concimazione, si restituisce al terreno quello che gli si è tolto, purtroppo il mondo è cambiato, prima ogni famiglia aveva le sue vacche, i maiali , le pecore le capre , i polli e tutto quello che serviva per andare avanti e la concimaia era tenuta a regola d'arte ed era la costruzione che veniva fatta insieme all'abitazione. Oggi si trovano poche stalle e allevamenti a livello "industriale" altrimenti non si vede un animale nei campi, quindi il letame chi è che lo produce, è molto più facile andare a comprare un quintale di chimico, anche se viene pagato un occhio della testa e rovina il terreno, inoltre se si porta il letame nel campo va subito coperto, altrimenti puzza e da noia, viene l'asl e magari ti fa la multa, tutto ciò viene chiamato progresso, una parola molto difficile da pronunciare.....

 

Scusami sè ho usato un tono scortese!

 

vedi che ci ritroviamo sul letame ed il letame và interrato.

 

Condivido la tua opinione ed è vero che la tecnica dell' inerbimento porta i suoi vantaggi, ma credo che la via corretta sia quella di mezzo.(nel mio campo inetnsivo ho un paio di alberi posti sul cofine, tra la roccia che sono più rigogliosi degli altri, quindi capisco il tuo esempio, il sottuosulo è favorevole, ma non posso prendere ad esmpio la coltivazione di due piante per coltivarne centinaia, nello stesso campo intensivo due piante poste a 6 mt una dall' altra sono totalmente differenti, per produttività, vegetazione.. .)

 

Ad esempio: ho potato gli alberi di ulivo, marzo aprile, evito di correre a comprare concime chimico ed arare ed interrare visto l' arrivo dell' estate, controllo le infestanti con trincia ed aspetto l' inverno, magri con un trattamento fogliare.

 

Arriva ottobre- novembre, prendo uno spandi letame e vado di 150 q ad ettaro di letame ed artura come si deve. Rame.

 

Dopo la potatura gli alberi saranno pronti per l' anno di carico, avranno sostanza organica disponibile e dovrebbero caricare a dovere.(salvo potature tremende. vedi voce "sciangamacchi" post precedente)

 

Ovviamente, il tutto deve essere rapportato alla composizione del terreno ed è sempre consigliabile effettuare le analisi per capire di cosa è carente.

 

Di certo non arare per anni non apporta solo benefici, soprattutto dopo che le piante hanno superato i 10 anni.

 

Le malattie fungine trovano facile gioco nell' intensivo. Poca aria, umidità eccessiava, il clima cambia, scirocco d' inverno e maestrale d' estate.

 

Buona notte e speriamo che Dio c'è la mandi buona!

Link al commento
Condividi su altri siti

Ospite baccio 56
Scusami sè ho usato un tono scortese!

 

vedi che ci ritroviamo sul letame ed il letame và interrato.

 

Condivido la tua opinione ed è vero che la tecnica dell' inerbimento porta i suoi vantaggi, ma credo che la via corretta sia quella di mezzo.(nel mio campo inetnsivo ho un paio di alberi posti sul cofine, tra la roccia che sono più rigogliosi degli altri, quindi capisco il tuo esempio, il sottuosulo è favorevole, ma non posso prendere ad esmpio la coltivazione di due piante per coltivarne centinaia, nello stesso campo intensivo due piante poste a 6 mt una dall' altra sono totalmente differenti, per produttività, vegetazione.. .)

 

Ad esempio: ho potato gli alberi di ulivo, marzo aprile, evito di correre a comprare concime chimico ed arare ed interrare visto l' arrivo dell' estate, controllo le infestanti con trincia ed aspetto l' inverno, magri con un trattamento fogliare.

 

Arriva ottobre- novembre, prendo uno spandi letame e vado di 150 q ad ettaro di letame ed artura come si deve. Rame.

 

Dopo la potatura gli alberi saranno pronti per l' anno di carico, avranno sostanza organica disponibile e dovrebbero caricare a dovere.(salvo potature tremende. vedi voce "sciangamacchi" post precedente)

 

Ovviamente, il tutto deve essere rapportato alla composizione del terreno ed è sempre consigliabile effettuare le analisi per capire di cosa è carente.

 

Di certo non arare per anni non apporta solo benefici, soprattutto dopo che le piante hanno superato i 10 anni.

 

Le malattie fungine trovano facile gioco nell' intensivo. Poca aria, umidità eccessiava, il clima cambia, scirocco d' inverno e maestrale d' estate.

 

Buona notte e speriamo che Dio c'è la mandi buona!

Sono d'accordo, speriamo che dio ce la mandi buona e che il prossimo anno ci sia una raccolta decente, è quello che auguro a tutti, le fatiche e le spese sono sempre più alte, poi credo che le scelte di coltivazione ognuno di noi le faccia in base alla tipologia del terreno e del clima, uno dice la propria opinione, ma non è detto che la mia sia oro colato, parlo per la mia esperienza, mi sono trovato bene e mi sono permesso di dare un consiglio

Link al commento
Condividi su altri siti

Sono d'accordo, speriamo che dio ce la mandi buona e che il prossimo anno ci sia una raccolta decente, è quello che auguro a tutti, le fatiche e le spese sono sempre più alte, poi credo che le scelte di coltivazione ognuno di noi le faccia in base alla tipologia del terreno e del clima, uno dice la propria opinione, ma non è detto che la mia sia oro colato, parlo per la mia esperienza, mi sono trovato bene e mi sono permesso di dare un consiglio

 

Pienamente d'accordoO0

estendo l'augurio di pronta risoluzione dei problemi agli olivicoltori salentini!!

Link al commento
Condividi su altri siti

Partecipa alla conversazione

Puoi pubblicare ora e registrarti più tardi. Se hai un account, accedi ora per pubblicarlo con il tuo account.

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Sono consentiti solo 75 emoticon max.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Pulisci editor

×   Non puoi incollare le immagini direttamente. Carica o inserisci immagini dall'URL.


×
×
  • Crea Nuovo...