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Bruciatura delle stoppie


DjRudy

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Fortunatamente nella mia zona da qualche anno ormai questa pratica è sparita, ma soprattutto nel Sud Italia tale tecnica è non solo ancora molto praticata ma spesso è vista come la panacea di tutti i mali.

 

Vediamo di riassumere i vantaggi:

 

  • Riduzione della flora infestante
  • Riduzione incidenza malattie fungine
  • Azzeramento dei residui colturali (facilitazione delle successive lavorazioni)
  • Disponibilità immediata degli elementi nutritivi (più che un vantaggio è uno svantaggio perchè è molto più facilitato il dilavamento del poco azoto presente nelle paglie).

 

Gli svantaggi agronomici sono molto maggiori:

 

  • Riduzione attività batterica (e relativa capacità di rendere disponibili gli elementi legati ai colloidi organici)
  • Elevata riduzione della sostanza organica ---> ulteriore abbassamento della carica microbica, riduzione elementi nutritivi del terreno, riduzione capacità di ritenzione idrica, maggior tenacità per le lavorazioni estive ecc
  • Maggiore facilità dilavamento elementi nutritivi
  • Minor presenza di residui colturali nel terreno ---> maggiore capacità erosiva delle piogge
  • Rischio che l'incendio sfugga al controllo con relativi disastri ambientali

 

Ora mi chiedo come mai in molte zone d'Italia si vedono ancora mietitrebbie (anche di recente acquisto) senza trinciapaglia, e quindi relativa bruciatura delle andane perchè chiaramente poi è una rottura di scatole e perdita di tempo andare a trinciarla con il trattore (mi chiedo io ma quanto costerà mai un trinciapaglia per la trebbia?).

 

Spesso la scusa più frequente è: brucio la paglia perchè altrimenti l'aratura non viene bene. E mi chiedo: e come fanno allora al nord ad interrare senza problemi anche 100 q.li/ha di stocchi di mais? Forse perchè usano aratri con avanvomeri efficenti?

In altri casi addirittura viene fatta la bruciatura delle stoppie giustificando il fatto che così l'anno dopo si può fare di nuovo grano con la minima lavorazione, magari passando con coltivatore o erpice a dischi poi capita un'annata piovosa come quest'anno e senza nessun tipo di residuo colturale e a causa bassa rugosità del terreno lasciata da tali lavorazioni ----> via giù mezza collina.

 

Fino a 50 o più anni fa poteva essere una pratica "giustificata" considerando che:

 

non c'erano diserbi,

non c'erano fungicidi,

si arava con buoi o cavalli (e la paglia poteva rompere le scatole) allora in quel caso i vantaggi del debbio erano tangibili proprio perchè non vi erano mezzi alternativi di controllo, ma continuare con questa pratica ancora oggi non ne vedo proprio l'utilità tanto più che in molte parti d'Italia è divenuta pratica proibita e se non sbaglio anche per avere l'ecocondizionalità della PAC non bisognerebbe bruciare le stoppie.

 

Scusate il tono leggermente polemico ma a mio parere continuare a bruciare le stoppie nel ventunesimo secolo non mi sembra una gran cosa.

 

Ecco qualche documento relativo all'argomento trovato in rete:

 

http://www.oseap.it/Lupo/La%20brucia...%20stoppie.htm

 

una visione "moderna"

 

http://www.lagazzetta.info/archivio/...o_20081201.pdf

 

le conseguenze

 

http://www.uncem.it/gems/art_08_02_18-1.pdf

 

normativa di Foggia

 

http://www.provincia.foggia.it/files/File/st2.doc

Modificato da DjRudy
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Che bello argomento!

Inizio col dire che in Sicilia da quando sono nato ad oggi , moltissimi danno annualmente fuoco alle stoppie.

 

I motivi possono essere :

 

1) impossibilità di usare trincia (attrezzo portato) dati terreni con presenza di pietrisco o per meglio dire non omogenei(non son tutti ma c'e' ne ).

 

2)la maggior parte di mietitrebbie a stento ha i cavalli(del suo motore) per tirare il motore e l apparato trebbiante altro che trinciapaglia e chi c'e' l 'ha (lo usa come contropeso per le discese).

 

3)ove c'e' pietrisco i mezzi vengono facilitati dalle operazioni di raccolta(pietrisco) proprio perchè i terreni sono "puliti" .

 

4)non sempre si può trebbiare con la "barra" a terra perchè molte volte ci si ritrovano frane, dislivelli , scalini .....quindi un terreno ripulito non fa ingolfare gli attrezzi.

 

5) molti non usano ripuntatori anche perchè non ci sono molti mezzi grossi e la maggior parte va col cingolo che può tirare un bivomere trainato (per chi ha mezzi piu grossi cingolati 3 vomeri) e data l impossibilità in certe zone di usare erpici rotanti (che poi a chi li mettono se i cingoli non hanno pdf tipo 70c) si usa il "coltivatore " che ove non si è bruciato il terreno col suo lavoro fa fuori uscire tutte le stoppie..........addio seminare, w le porcate, ingolfamenti col bagnato....

 

6)il fuoco in sicilia è anche provocato da persone .....per invidia, per far danno a terzi, per altri vari motivi. Proprio questo è il vero problema, dato che non essendoci fatti (i taglia fuoco con l arato) può essere veramente pericoloso. (dare la colpa a chi?)

 

7) qui si dovrebbe poter dar fuoco in un certo periodo (tipo inizi di ottobre) , comunque ci son leggi che parlano di fare i taglia fuoco in tutti i terreni (in larghezza rispetto al tipo di strada che lo limita).

 

8) questione arato e avanvomeri: perchè nessuno li fa?

qui la maggioranza usa arati con pistoni non stop, basta un corpo estraneo che è capace di mozzare un ala di un qualsiasi arato che non sia non stop idraulico, quindi un avanvomere in molte zone durerebbe poche decine di minuti.

 

Queste non sono affatto scusanti, comunque chi da fuoco ai propri terreni difficilmente da guai a terzi poichè tutti fanno i taglia fuoco con l arato.

 

C'e' anche una realtà qui che è diversa da altre zone, ci son terreni poco produttivi che non avrebbero reddito , quindi neanche li arano da diversi anni e con il solito coltivatore impossibile lavorar la terra in modo decente.

La realtà siciliana non sono i 100 quintali ad ettaro di grano che si fanno in francia , molti per farne 40 firmerebbero carte false, non tutti posso permettersi mezzi gommati grossi(come la maggioranza italiana ha) non tutti hanno disponibilità per comprare attrezzi costosi,perchè la produzione non ripaga molto(sempre in alcune zone).

Riportando un esempio pratico per farvi un esempio da noi un 3 vomeri portato costa al incirca 8 mila euro di buona marca e per molti è un assurdita (troppo caro).

Infatti molte persone hanno oggi difficoltà ad acquistare un erpice a dischi ultima generazione, un mezzo con pto da 40 mila euro, rivoluzionare le lavorazioni , quindi figuriamoci se si eviterà mai di dar fuoco alle stoppie.

 

Può esser anche un problema di ignoranza in materia (perchè la Sostanza organica se ne va.....ma il carbone ....) di non conoscere cosa si va a distruggere(che è piu facile di bonificare) però vi assicuro che nessuno lo fa per "piacere" o per moda, a tutto c'e' un vero motivo .

 

Cosa ne penso io?

Che non si può tirar il collo alle persone o fare una legge senza conoscere le caratteristiche morfologiche delle varie zone d 'Italia.

Riportando un esempio pratico, son stato a vedere le colline del pisano.

Totalmente differenti dalle nostre , pendenze irrisorie, terreni con pochi dislivelli, molto piu semplice da lavorare .......insomma tutto ciò per farvi capire , anche se da lontano è molto difficile che la passione dei piromani non è uno spasso .

 

Io per esempio quest anno la maggior parte dei miei terreni li ho arati con le stoppie ,la paglia la imballo con la rotopressa , l arato lo calo a telaio, dopo sul ripasso zero problemi(ma ho le ali da 50cm che non tutti possono avere perchè potrebbero andare tutti di monovomere). infatti cercherò sempre di far cosi perchè si deve crescere anche mentalmente e non solo dire non c'e' rimedio.infatti monterò delle ali (deflettori sui versoi) che fanno ribaltare prime le stoppie.

 

se avete qualche altro quesito a disposizione.

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i motivi sono quello detti sopra, soprattutto per quanto riguarda le problematiche relative alle lavorazioni. se vogliamo scendere nel particolare poi, si deve tenere conto del rapporto carbonio azoto nella catena del detrito, che appunto per la scarsa presenza di azoto nei terreni meridionali rende più lenta la decomposizione delle paglie, ricche di carbonio e anch'esse povere di azoto.

pertanto ciò si aggiunge a una serie di cause, come ad esempio la mineralizzazione spinta della sostanza organica che fa si che i suoli mediterrani si caratterizzino per un basso contenuto in humus. ciò pertanto innesca un vortice che porta i suoli a impoverirsi e le produzioni a scadere qualitativamente.

dal punto di vista gestionale molte aziende per tutelarsi da incendi o da una bruciatura incontrollata delle stoppie si avvalgono di copertura assicurativa contro incedi; nel mese di luglio bastano pochi minuti per veder ridotto in fumo il lavoro di un anno.

per quanto riguarda la paglia, il suo utilizzo varia da area in area. ad esempio nelle zone del palermitano e del nisseno dove l'allevamento del bestiame è abbastanza presente, la paglia viene andanata e imballata per poi successivamente essere venduta. ciò spesso non avviene nelle zone dell'agrigentino dove la carenza di allevamenti rende la paglia un sottoprodotto scomodo che deve essere eliminato. la convenienza nell'imballare o meno la paglia può variare anche di anno in anno, quindi, anche l'uso di un trinciapaglia è abbastanza variabile nel tempo. inoltre da non sottovalutare il risparmio di costi..."tanto poi ci pensa il fuoco". storicamente nei tempi addietro la bruciatura delle stoppie poteva avvenire unicamente dopo il ferragosto. nel periodo che andava dalla mietitrbbiatura al ferragosto sulle stoppie (un tempo molto alte) si facevano pascolare le pecore.

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proprio per questo ripeto sempre : non generalizziamo col dire che i terreni siciliani fanno scarsa produzioni, perchè anche l 'uomo come dice giustamente il giuba, ha le sue colpe nel l impoverimento dei terreni e non tutti usano queste tecniche ed oltretutto , l incendi dolosi in estate sono al ordine del minuto e non sempre la colpa è del proprietario.

Sicuramente la cenere delle stoppie fertilizza il terreno (credo per poco tempo) ,però i suoi effetti distruttivi (accellerando le erosioni,ed abbassando sempre piu humus)si hanno proprio sul habitat.

 

Infatti oggi ci son leggi severe , fino al punto di non ricevere la cosidetta "pac" (per dirla facile) e secondo me fanno benissimo .

Dal mio punto di vista cercheremo di abbandonare questa pratica a favore del aumento del tenore in humus del terreno(microflora, sostanza organica, azoto presente, quindi analisi ....) ma anche per dare un esempio in una "cultura" che ahimè ha piu contro che pro.

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...non so forse sarebbe meglio parlare di bruciatura dei residui colturali... per dire che nella mia zona è ancora diffusa la pratica di bruciare le "sgarbazze" dei pomodori....e mapomac lo può cofermare..., mentre nel basso ferrarese si bruciano le stoppie (con paglia annessa) delle risaie, per eliminare le pericolose spore del brusone.

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...non so forse sarebbe meglio parlare di bruciatura dei residui colturali... per dire che nella mia zona è ancora diffusa la pratica di bruciare le \"sgarbazze\" dei pomodori....e mapomac lo può cofermare..., mentre nel basso ferrarese si bruciano le stoppie (con paglia annessa) delle risaie, per eliminare le pericolose spore del brusone.

 

Putroppo posso confermare.

Ma posso aggiungere come solo nella realtà piacentina (a mio avviso una delle realtà agricole più avanzate d'Italia) ho potuto constatare come alcuni avessero previsto la trincia, anche dietro alle raccoglitrici da pomodoro (e se non sbaglio Sandei la proponeva come optional). Inutile dire come questa piccola modifica, faccia svanire molti problemi inerenti alla vegetazione del pomodoro, che una volta seccata (dopo anche solo alcuni giorni) è praticamente ingestibile anche con normali trinciastocchi.

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Qualcuno mi spiega come si semina una foraggera tipo veccia sulla paglia del grano?

Bisogna arare il terreno? e il conto chi lo paga?

Se si riesce a vendere la paglia allora è possibile, altrimenti si deve fare il maggese e a primavera interrare le infestanti verdi e la paglia.

Mi pare che non ci sono discussioni sui erpici a dischi, qualcuno che li conosce potrebbe iniziare un report? Mi interessa qualcosa di leggero, che si potrebbe usare sulla paglia e che faccia un lavoro tra 5 e massimo 10 centimetri

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Qualcuno mi spiega come si semina una foraggera tipo veccia sulla paglia del grano?

Bisogna arare il terreno? e il conto chi lo paga?

Se si riesce a vendere la paglia allora è possibile, altrimenti si deve fare il maggese e a primavera interrare le infestanti verdi e la paglia.

Mi pare che non ci sono discussioni sui erpici a dischi, qualcuno che li conosce potrebbe iniziare un report? Mi interessa qualcosa di leggero, che si potrebbe usare sulla paglia e che faccia un lavoro tra 5 e massimo 10 centimetri

 

 

potresti informati da siderman che fa un ripuntatore con una dischera posteriore(dentata) che dopo averlo provato fa veramente un bel lavoro. in caso prima della semina veccia apposto del ripasso una botta di erpice a dischi e addio paglia.

senno comprare un trincia e trinciare le andane di paglia .

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Per tornare in tema dico che qui non si è mai visto, almeno a mia memoria, incendiare i terreni. L'aratura rimane la principale lavorazione e quindi vengono interrati tutti i residui senza problema alcuno. Anche per i pomodori chi ha premura di arare passa col trinciastocchi subito dopo la raccolta, altrimenti aspettando un po' di tempo, come facevo io, con le piogge si attaccano al terreno e vengono rivoltati assieme ad esso. Stesso discorso vale per gli stocchi di mais.

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  • 5 mesi dopo...
ma nei residui di pomodoro non hai l 'ala gocciolante??????

Se la Tua perplessità è riferita alla mia risposta tengo a precisare che nella mia zona il sistema principale di irrigazione è per aspersione, comunque credo che, anche se vi fosse la manichetta di irrigazione, ci penserebbe la macchina raccoglitrice a separarla o sbriciolarla. Non so bene come funziona alla raccolta, i pomodori li coltivavo anni fa e irrigavo a pioggia.

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Come non sai come funziona ? Vai a leggere la bibbia...:leggi:

 

http://www.tractorum.it/forum/macchine-da-raccolta-f8/raccoglitrici-pomodoro-da-industria-279/

http://www.tractorum.it/forum/coltivazioni-erbacee-f21/pomodoro-da-industria-tecniche-colturali-e-scelte-agronomiche-1169/

 

La manichetta come detto in precedenza può essere "risolta" in diversi modi:

 

- asportazione pre-raccolta. In questi casi quasi tutta manuale, in quanto il passaggio di macchine rovinerebbe il raccolto.

- asportazione post-raccolta:

1 nel caso di manichetta interrata, subito dopo il passaggio della raccoglitrice onde evitare che il terreno si secchi e che ci passino sopra i rimorchi. In questo modo la manichetta è ancora sotto 2-3 cm di terreno soffice e la rimozione mediante avvolgitori portati da trattore è agevole e veloce.

2 se la manichetta non è interrata e non è stata raccolta prima, c'è chi la fa passare letteralmente nella macchina per poi raccoglierla successivamente. Pare, non ho mai visto direttamente, che non vi siano particolari problemi.

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2 se la manichetta non è interrata e non è stata raccolta prima, c'è chi la fa passare letteralmente nella macchina per poi raccoglierla successivamente. Pare, non ho mai visto direttamente, che non vi siano particolari problemi.

 

Anche se siamo O.T., confermo che non ci sono particolari problemi, a parte che ogni tanto può succedere che si debba scendere dalla macchina e tagliare con un falcetto gli eventuali accumuli di manichetta dal pick-up...

 

Comunque, nelle mie zone questa pratica si faceva anni fa, ora va scomparendo al massimo si dà il fuoco ai fossi...

Parlando di stocchi di mais, il sottoscritto ricorda che qualche anno fa i miei vecchi diedero fuoco a questi perchè il nostro aratro non era dotato di avanvomere...poi si trovò una specie di disco da frangizolle che applicato al posto del coltro faceva circa il lavoro dell'avanvomere

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  • 4 settimane dopo...

ora spiegatemi una perplessità ;

io ho visto l anno scorso terreni in zona colpiti da mal del piede poi trebbiati e l anno dopo di nuovo seminati a grano.......ma se non avesse bruciato il campo, secondo voi , avrebbe racolto un solo chicco di grano senza ammalarsi?

no perchè arando con le stoppie io personalmente non seminerò piu grano dove c'e' il campo "malato".

 

evidentemente ci saranno sia i pro che i contro, ma lasciare le spore fungine in superfice non credo sia la migliore delle ipotesi , perchè anche seminando leguminosa con minima lavorazione(erpici a dischi o combinato) l anno dopo te le ritrovi sul grano......

quindi è una pratica sbagliata, che impoverisce, ma per chi fa 20 25 quintali a ettaro di grano, secondo voi spende dei soldi ad ettaro per i trattamenti ? in posti poi dove ci puoi andare con le barre da 8 metri senno ti sbattono nelle pendenze?

 

io non sono per il fuoco , però se ci fosse una realtà diversa, non credo che qui le persone si divertirebbero a bruciare tutti i campi......e dico tutti!

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Ciao Conte.

Una curiosità, nella tua zona la concia delle sementi la fanno tutti?

Usate seme già conciato o lo conciate voi.

Perchè io problemi di malattie non ne ho avuto, quest'anno c'era un spiga ogni tanto che aveva una specie di carbone, ma bisognava cercarle, erano poche.

In alcuni terreni dove c'è un po di pianeggiante ho il problema dell'effetto allagamento, il frumento rimane basso con pochi chicchi.

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da noi tutti usano la concia o seme conciato , lo vendono cosi o usano la polvere caffaro.

il carbone sul grano io non lho mai visto , in qualche campo vicino raramente.

ma per esempio come si fa a lavorare su terreni sassosi col disco per seminare leguminosa?

impossibile, quindi tutti danno fuoco, passano un coltivatore pesante , poi ripassano di nuovo e poi seminano le leguminose.

non penso che lo fanno tanto per giocare.

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Parlare di bruciare stoppie con questo caldo mi manda a 60°. Non so da quante generazioni ma anche noi abbiamo sempre bruciato la paglia, tranne che venga raccolta e il terreno rimane pulito, forse quando era giovane mio nonno non si usava perchè i contadini erano tanti e a volte con la paglia cuocevano anche, praticamente la zona era un giardino e tutto veniva pulito e coltivato. Negli ultimi anni la richiesta di paglia e di foraggio è diminuita, e dunque il destino della paglia è inevitabile. interrarla a cosa serve? arando tiro fuori la paglia di due anni prima, che sostanze ha dato? forse ha fatto un po di drenaggio, ma visto che ruba azoto c'è solo da perdere. L'unica coltura che portei provare in mezzo alla paglia è la sulla, e quest'anno una prova la faccio, ma per veccia o favino la paglia deve sparire. E chiaro che la bruciatura della paglia non va fatta in estate ma dopo le prime pioggie, quando inizia a spuntare qualche filo di erbetta. Ci vuole prudenza, pulendo i bordi del terreno, e un solco con l'aratro, di solito in zona preferiscono la sera perchè non c'è vento, la mattina c'è umidità e quando incomincia ad asciugare spesso esce il vento.

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Qui penso non si sia mai usato questo modo.... cioè , io non ho mai visto fare lavori del genere!! Se si da fuoco a un campo non so cosa succede , abbiamo pochi campi e intorno solo e solo grandi boschi , quindi tutti effettuano l'aratura.

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a beh qui prima di dar fuoco tutti fanno 3 - 4 giri con l arato , non ho mai visto disastri , di nessun tipo .

gli unici disastri li fanno i gran lavoratori che danno fuoco ai boschi per assumere nuovo personale, ma li l agricoltore non ha interesse e non darebbe fuoco assolutamente.

 

tutt oggi si vedono i fuocherellini sparsi......ma inutile intervenire........tanto ci son i giri con l arato , il fuoco dove scappa?

 

non credo che da noi sparirà quest usanza , non credo che ci sia un rimedio , per la zona il tutto è normalissimo. .......

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a beh qui prima di dar fuoco tutti fanno 3 - 4 giri con l arato , non ho mai visto disastri , di nessun tipo .

gli unici disastri li fanno i gran lavoratori che danno fuoco ai boschi per assumere nuovo personale, ma li l agricoltore non ha interesse e non darebbe fuoco assolutamente.

 

tutt oggi si vedono i fuocherellini sparsi......ma inutile intervenire........tanto ci son i giri con l arato , il fuoco dove scappa?

 

non credo che da noi sparirà quest usanza , non credo che ci sia un rimedio , per la zona il tutto è normalissimo. .......

 

Conte, ma che tu sappia, esiste qualche altra tecnica per combattere il fusarium del piede oltre alla bruciatura delle stoppie?

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Mah sai Conte , qui qualcheduno ogni tanto accende fuocherelli per bruciare un po di sterpaglie in un campetto di paglia.... si capisce perchè dopo un po' o passano i pompieri e l'elicottero oppure vedi un gran fumo :fiufiu:...il fuoco è tremendo scappa dappertutto...poi ti fanno anche belle multe!

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Conte, ma che tu sappia, esiste qualche altra tecnica per combattere il fusarium del piede oltre alla bruciatura delle stoppie?

Se il tuo problema è nel ringrano, la migliore tecnica è la rotazione con foraggera o leguminosa, e aratura per il grano.

Se il problema è su, grano dopo foraggera o leguminosa allora la tua zona ha un clima particolare, in questo caso proverei l'aratura, seme buono magari acquistato in una zona che non hanno di questi problemi, concia del seme, raffinare il terreno ma non impastarlo, e se il clima collabora forse risolvi il problema.

 

x nh72-85 In Sicilia passato settembre se il clima cominicia ad inumidirsi anche in montagna quando c'è fumo la forestale capisce di cosa si tratta e non c'è neanche bisogno di avvisarli, e se c'è fuoco di piromani i primi a telefonare sono gli agricoltori, tieni presente che già due volte mi sono ritrovato a fianco dei pompieri e forestale (con il mio trattore) a spegnere fuoco.

Già da un 3 giorni è un continuo via vai di autobotti ed elicotteri che spengono incendi nelle scarpate delle strade statali, uno l'anno arrestato nel comune confinante.

Il problema non sono gli agricoltori meccanizzati, ma i nullafacenti/rom...alle

Modificato da HP90
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L'unica coltura che portei provare in mezzo alla paglia è la sulla, e quest'anno una prova la faccio, ma per veccia o favino la paglia deve sparire.

 

Per fare le sulla qui da me imballano la paglia e poi la seminano su sodo e viene bellissima (qui da me la sulla la fanno da seme non per fienagione).

 

Mentre il favino e la veccia nascono senza problemi anche sulla paglia trinciata, basta un passaggio di erpice a dischi (pesante) a 15-20 cm, un paio di passate di vibro e pronto il letto di semina per veccia e favino, in questo modo ogni anno qui ne vengono seminati migliaia di ettari e nessuno brucia la paglia come facciamo? Siamo alieni?

 

Negli ultimi anni la richiesta di paglia e di foraggio è diminuita, e dunque il destino della paglia è inevitabile. interrarla a cosa serve? arando tiro fuori la paglia di due anni prima, che sostanze ha dato? forse ha fatto un po di drenaggio, ma visto che ruba azoto c'è solo da perdere..

 

E la sostanza organica che perdi te ne freghi? Ma hai idea di quanto sia importante la sostanza organica per la produttività di un terreno?

 

Per far prima riporto quelle riassunte su Wikipedia, ma le puoi trovare tutte su qualsiasi libro di agronomia:

 

Fermo restando che le proprietà chimiche e fisiche si espletano in gran parte nello stato di humus, alla sostanza organica sensu lato si attribuiscono varie funzioni che, in generale, contribuiscono a migliorare la fertilità di un terreno.

 

Fra le funzioni fisico-meccaniche si segnalano da un lato gli effetti benefici sulla struttura e da un altro l'attenuazione dei difetti derivanti da una tessitura non equilibrata:

 

  • Attraverso la formazione dei complessi argillo-umici, la sostanza organica umificata migliora la struttura del terreno, specie in presenza di una buona dotazione in calcio, permettendo la formazione di aggregati strutturali primari di dimensioni ottimali e tali da far evolvere la struttura verso il tipo grumoso.
  • Nei terreni sciolti migliora la capacità di ritenzione idrica. Va specificato in proposito che l'humus ha una capacità d'imbibizione tale da assorbire e trattenere quantitativi d'acqua fino a 20 volte il proprio peso.
  • Nei terreni argillosi migliora la permeabilità e il rapporto fra macro e micropori e riduce la tenacità. Questi effetti derivano per lo più dal passaggio da una struttura granulare ad una struttura grumosa.
  • In generale riduce la predisposizione all'erosione superficiale, sia per l'eventuale presenza di una lettiera, sia per la formazione di aggregati strutturali più stabili.
  • Aumenta la capacità portante del terreno, riducendo i danni dovuti alla compressione esercitata dalle macchine agricole e dal calpestamento da parte di uomini e animali.

 

Fra le funzioni chimiche e fisico-chimiche si segnala in particolare il ruolo svolto nelle dinamiche che regolano la disponibilità e l'assorbimento degli elementi nutritivi, in gran parte dovuto all'aumento del tenore in colloidi:

 

  • Aumento della capacità di ritenzione delle basi (potassio, calcio, magnesio) in virtù dell'elevata capacità di scambio cationico dell'humus.
  • Aumento della capacità di ritenzione dei fosforo per adsorbimento anionico.
  • Aumento della capacità di ritenzione degli elementi nutritivi per assorbimento biologico. Questa funzione è fondamentale per il trattenimento degli elementi molto mobili (azoto e zolfo), ma in generale interessa anche gli altri elementi nutritivi, soprattutto quando il terreno ha una bassa capacità di scambio.
  • Rallentamento delle dinamiche relative alla retrogradazione del fosforo.
  • Protezione dei microelementi dall'insolubilizzazione grazie alla chelazione.
  • Aumento del potere tampone.

 

 

Quindi siamo proprio sicuro che valga la pena bruciare tutto? A forza di bruciare sempre, pian piano si riduce anche l'humos stabile nel tuo terreno, che diventerà sempre più duro da lavorare, ci vorrà sempre più energia per raffinarlo, e in più trattenerà sempre meno acqua e il tuo grano soffrirà sempre di più la stretta a maggio.

 

E' vero che il terreno ha più "fame" di azoto se interri la paglia, ma una volta degradata quell'azoto ritorna disponibile nel terreno, bruciando la paglia invece l'azoto è subito disponibile, peccato che non ci sia nessuno in quel momento che lo usa, e alle prime pioggie di settembre se ne va via tutto soprattutto in collina.

 

Volete risolvere il problema del fusarium? Prima cosa rotazione, l'anno che fate ringrano arate (non serve fare 50-60 cm) bastano anche 30 cm ma un'aratura come si deve dove la paglia viene totalmente sotterrata, usate seme conciato, e una buona difesa, e vedrete che mediamente le spighe bianche non le vedrete. Quest'anno non fa molto testo, perchè erano 180 anni che non pioveva così tanto, e se mentre il grano è in fioritura per 10 giorni ci piove sopra c'è poco da fare si ammala.

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