-b4_1600x1200Sul finire degli anni 70, a poco più di10 anni dalla sua presentazione, la funambolica serie Nastro Oro (si noti, era una gamma che spaziava da 28 a 150 cv) cominciava a dare segni di invecchiamento rispetto al forte adeguamento che l’agricoltura stava estendendo, inoltre l’arrivo, nel 1975, della modernissima serie 80 (780, 880, poi ampliata verso il basso e verso l’alto) aveva reso inesorabile lo sviluppo di una nuova gamma che inglobasse le piene caratteristiche di semplicità, economia e affidabilità della Nastro Oro pur offrendo dotazioni tecniche superiori, adatti alle nuove esigenze dell’agricoltore moderno e confort di qualità superiore.
Questa volta, però, senza spaziare universalmente in tutto l’arco delle potenze, ma lasciando le sentinelle delle piccole potenze alle vecchie guardie 300, 420, 480 e le grandi potenze alla serie 80 (dall’880 in su) ma intersecando un affiancamento alla 80 bassa (580, 680, 780) in modo da mettere a disposizione al mercato medio una dualità d’offerta che potesse accontentare sia l’utente classico che quello più esigente.

Va considerato che qualcosa di simile era stato abbozzato qualche anno prima, allestendo la serie 70 (570 e 670 sia pieno campo che frutteto) che avevano, in sostanza, la meccanica dei serie 80 ma senza piattaforma, design specifico della carrozzeria e semplicità di dotazioni.

La serie 66 pieno campo

http://www.youtube.com/watch?v=74jD9uYzSFo&feature=player_profilepage

nasce con 4 modelli base (466, 566, 666, 766)

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a cui fanno capo tutte le varie declinazioni di gamma adeguata ad ogni uso specifico; essa debuttò nel 1981 e nel 1984, con l’introduzione della nuova serie dei motori 8000 con corsa da 115, assunse una nuova denominazione a 4 cifre, diventando “-66” con suffisso la potenza del motore (perciò il 666 diventò 70-66), motori a parte, la differenziazione della nuova serie, in realtà, si limitava ad un minimale restyling della veste grafica.

Durante i 4 anni di produzione non vi furono sostanziali mutazioni delle macchine se non l’adozione di parafanghi più larghi, tegoline paraspruzzi posteriori e minime variazioni nelle dotazioni a richiesta.


LA MACCHINA

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Il 666 ricalca quelle che sono le scelte tecniche prive di avventure alle novità ma un confortante seguire “il solco della tradizione”, volto soprattutto a beneficare di scelte sicure, economiche e rassicuranti anche in confronto dell’utente finale.

Troviamo soprattutto una struttura portante monoblocco

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con un motore ben conosciuto e sperimentato, lo stesso del 640 e 680, di 3,4 litri e 68 cv a 2500 giri min, pompa iniezione rotativa Cav o Bosch, contr’albero di equilibratura, filtro aria bagno d’olio, frizione bidisco a secco con comando indipendente della pdp, trasmissione base a 4 marce sincronizzate più riduttore a 3 gamme avanti e una di retromarcia, per un totale di 12 av + 4 rm,

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con possibilità di super riduttore che porta a 20 av+8rm, oppure inversore meccanico 12+12 con leva separata a lato del parafango sinistro; segue il bloccaggio del differenziale a comando a pedale con sblocco automatico e i riduttori finali a “chitarra”

 

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posti alle estremità dei semiassi, freni a disco all’uscita differenziale,

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pdp a 540 e 1000 giri più sincronizzata al cambio.

Sollevatore idraulico a posizione e sforzo controllati con sensori a barra di torsione sulle parallele inferiori, limitatori di scuotimento a catene registrabili o puntoni di reazione, a richiesta 1 o 2 distributori idraulici a doppio effetto, possibilità di freno idraulico rimorchio.

Impianto elettrico a 12v, batteria da 120 Ah, alternatore da 400 W, motorino elettrico da 3,5 Kw, illuminazione stradale, faro posteriore per lavori notturni, catarifrangenti posteriori posizionati sulle tegoline e ai lati del corpo trasmissione innesto semiassi.

Strumentazione composta da contagiri/contaore, indicatore livello combustibile, termometro acqua e batteria di spie.

Scatola portafusibili posta sul pannello comandi.

Sterzo con idroguida a pompa indipendente, pistone unico e barra di accoppiamento.

Assale anteriore a “U” con carreggiata registrabile, supporto anteriore porta zavorre con gancio di manovra incorporato.

Posto guida tradizionale pedanato, con sedile registrabile con sospensione a parallelogramma e ammortizzatore idraulico.

Cofanatura con incernieratura anteriore dotata di asta sfilabile con nottolino di sicurezza contro chiusure improvvise, telaio di sicurezza a 4 montanti con tettuccio parasole a elemento telato asportabile.

Serbatoio posto tra motore e posto guida, capacità 70 litri.

Gancio di traino registrabile in altezza e adatto ai rimorchi monoasse, a richiesta barra di traino oscillante su settore.

Per DT: innesto trazione anteriore manuale tramite leva assiale, ponte anteriore coassiale con riduttori epicicloidali nel mozzo ruota, a richiesta differenziale anteriore “no spin” con funzione di autobloccante.

Da non sottovalutare le scritte “FIAT” in ogni dove, anche in fusione e componentistica tutta marchiata “made in Italy” (roba da far venire i lacrimoni ai più sensibili….).


ESPERIENZA DI UTILIZZO

Di un FIAT 666 semplice trazione, anno prima immatricolazione 1984, acquistato usato nel 2010; ore lavorate complessive 2065; macchina in allestimento standard + 1 distributore idraulico doppio effetto e puntoni di reazione alle parallele sollevatore.

http://www.youtube.com/watch?v=1wdtHKXJOsw

- CARROZZERIA

Lo stile di queste macchine si basa soprattutto sulla semplicità delle linee tese, dei volumi proporzionati e dei raccordi tra i vari elementi;

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spicca la linea di scarico obliqua che ripete lo stesso taglio del cofano,

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esso deriva da un comune “streamline” stilistico della serie 80 e che ha come ispirazione di base il logo “FIAT” romboidale introdotto nei primi anni ’70.

Il risultato appare ben proporzionato e apprezzabile, non fa notare nessun inciampo visivo se non la discutibile obliquità del già citato scarico, una volta a bordo si nota (e si apprezza) immediatamente la lunghezza del cofano motore a sottolineare la statura fisica del trattore.

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Nella sua semplicità delle linee, tuttavia, si nota una accurato studio di design complessivo e qualche ricercatezza.

Le sezioni piane del cofano e parafanghi possono innescare qualche riflesso solare, specie nel tardo pomeriggio estivo.

Molto belle le tegoline paraspruzzi posteriori applicate ai parafanghi, comunque indispensabili nella marcia su bagnato.

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La verniciatura si è rivelata buona sulla carrozzeria, molto meno efficace nella struttura di sicurezza, dove si nota affioramento di ruggine soprattutto nelle angolature, dovuto ad una insufficiente attenzione in corso di verniciatura (la macchina è sempre stata al coperto); anche i cerchi ruota hanno qualche innesco di ruggine.

- POSTO GUIDA

È di tipo tradizionale, pedanato con trasmissione a vista e leve delle velocità centrali, ciò comporta inevitabilmente qualche compromesso, soprattutto per il confort acustico, che, ovviamente, con motore ad alto numero di giri e sotto forte carico si fa sentire, anche la presa di forza si fa notare molto, specie col motore verso i 1700/1800 giri min palesa una sensibile rumorosità; consigliabile vivamente l’uso delle cuffie o tappi auricolari nei lavori impegnativi.

Per il resto, invece, si gode di una posizione ergonomica, un ottimo sedile (Pisana sedili) dotato di poggia braccia, registrabile sia longitudinalmente che in altezza e molleggio, il calore della trasmissione non è mai fonte di noia, il notevole peso del trattore e la gommatura generosa limitano il disagio nei sobbalzi.

Le pedane e parafanghi fissati con interposizione di tasselli elastici filtrano molto bene le vibrazioni ad alta frequenza ma possono innescare scuotimenti della struttura di sicurezza nella marcia su sterrato duro dove i talloni delle ruote posteriori (in alcuni casi) possono attivare forti ondeggiamenti.

I generosi parafanghi piatti che rientrano nell’abitacolo consentono un buon piano d’appoggio, il cassetto portaoggetti è di dimensioni rilevanti e può contenere molte cose, dispone di chiusura lucchettabile ed è pure asportabile; tuttavia si sente la mancanza di un secondo portaoggetti per gli elementi più delicati (libretto, portafogli, documenti di pesata ecc), inoltre la maniglia per l’asporto posta sul coperchio ne impedisce lo stesso di rimanere aperto autonomamente e risulta fastidioso nella ricerca prolungata all’interno.

Scaletta accesso a 1 pedana prevista solo per il lato sinistro, è stata aggiunta una seconda sul lato destro poiché indispensabile per non fare ogni volta la circumnavigazione del trattore per salire.

Tutti i comandi sono ben raggiungibili; insensata la collocazione dell’alloggiamento leva freno rimorchio posta anteriormente al parafango destro, poiché la maggior parte dei rimorchi non dispone di cavo per raggiungerla e nel caso di utilizzo della leva occorrerebbe alzarsi in piedi per un energico utilizzo.

Strumentazione standard adottata da tutti i trattori Fiat del periodo, abbastanza completa, di grafica chiara e ben leggibile, lieve inerzia del contagiri trai 700 e 1000 giri motore, spie ben visibili anche di giorno; aggiunta strumentazione supplementare (termometro olio motore, termometro olio trasmissione, termometro vaschetta inferiore radiatore, poiché il sottoscritto ha la “fissa” degli strumenti).

Dispositivo spegnimento motore tramite tiretto manuale con fermo di sicurezza da escludere ad ogni successivo avviamento.

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- MOTORE

È il classico 4 cilindri serie 8000 da 3456 cc e 68 cv a 2500 giri min.,

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di sicuro la parte di maggior spicco delle ottime componenti di questo trattore; esso si è rivelato insospettabilmente silenzioso (relativamente), specie a basso e medio carico, pronto all’avviamento a freddo anche nei climi invernali non ostante la pompa iniezione CAV senza supplemento iniezione, la presenza di thermostarter è di valido aiuto e consigliabile con temperature vicine allo zero.

Fumosità molto limitata e presente solo a pieno carico; prontezza all’acceleratore encomiabile e ottima agilità alle variazione di giri, si nota un lieve pendolamento verso i 700 giri con motore a freddo.

Il motore dispone di una forte coppia motrice già dai bassissimi giri e una notevole dose di cv tale da non trovarsi mai d’impaccio.

Consumo di lubrificante praticamente nullo; veloce nella regimazione termica e impianto di raffreddamento ben efficiente.

Accessibilità alla manutenzione notevole, non esistono sovrastrutture che limitano le normali operazioni.

I consumi di combustibile risultano leggermente superiori rispetto al precedente trattore (Fiat 600) a cui venivano delegati gli stessi lavori con gli stessi attrezzi.

- TRASMISSIONE

Cambio a 4 rapporti sincronizzati e riduttore a 3 gamme più retromarce per un totale di 12 avanti e 4 retro, sovrapposizione degli estremi di gamma, per cui (esempio) la 4° lenta è più veloce della 1° media.

La trasmissione si rivela robusta e con rapporti adeguati a tutti gli utilizzi (esclusi quelli richiedenti il super-riduttore), le marce “accavallate” rendono a volte problematico uno schema mentale sull’utilizzo del rapporto giusto, tuttavia consentono alla gamma relativa un ampio range di utilizzo e nella gamma veloce si dispone di una prima sufficientemente corta per poter spuntare ovunque con traini pesanti e trovarsi già nella gamma di trasferimento.

La velocità max di 30 km/h appare oggi limitata, la prima ridotta è adeguata per la maggior parte dei lavori di dissodamento pesante (erpice rotante, zappatrice rotativa ecc); le velocità della gamma media e delle retromarce sono identiche e nella griglia del riduttore sono allineate, consentendo di ottenere una specie di mini-inversore 4+4 con un buon range di utilizzo, tuttavia ci si trova a disagio quando si utilizzano le altre gamme; esempio: se si viaggia in avanti con la 4° lenta (bassa velocità) e si mette la retro, si avrà la velocità RM della 4° media (abbastanza veloce, più della 1° della gamma “veloce” per effetto della sovrapposizione), per cui ci si ritroverà a fare attenzione per il rapido spostamento in retro, specialmente per chi ha l’abitudine di tenere il motore a regime anche nelle manovre.

Trovo che avere la RM sulle marce sarebbe meglio, consentendo una velocità congrua alla selezione del riduttore.

La prima RM si rivela un po’ troppo veloce nelle manovre di retromarcia di precisione con rimorchio.

La sincronizzazione è efficace ma lenta e gli spostamenti della leva del riduttore/RM appare a volte contrastata (la sensazione è di avere un cambio nuovo ancora da rodare), l’escursione per inserire le veloci è corta, invece per le lente è assai ampia.

Solo la 4° velocità emette un leggero sibilo, per il resto non si notano rumori, anche a cambio molto caldo e motore al minimo non c’è il classico effetto raganella in folle.

Frizione dolce, morbida e con innesto progressivo, molto gradito negli avvicinamenti millimetrici per l’agganci degli attrezzi.

Frizione pdp a comando manuale abbastanza comoda ma con sforzo azionamento sensibile e “attacco” nella parte finale.

Rumorosità degli ingranaggi pdp evidente sotto carico a 1700/1800 giri motore, molto meno prima o oltre; impossibilità di selezionare la 1000 giri causa inceppamento leva selettrice; la 540 è posizionata a 2200 giri min e obbliga a tenere il motore più alto di giri (fiat 600 a 1900 giri min), ciò comporta consumi un po’ più alti ma permette di disporre di un maggior n° di cv e trovarsi meno a disagio con l’uso di attrezzature alla pdp.

Incredibilmente, col gancio di traino regolabile in altezza, nella posizione più bassa,la spina passante di fissaggio va ad interferire con la cuffia protettrice del cardano, impedendone di fatto l’uso o comunque danneggiandola.

La soluzione è di staccare il gancio ( o lasciandolo penzolare con solo una spina) con gli attrezzi portati, oppure di sostituire la spina con due corti bulloni di diametro congruo, che però renderebbero di fatto illegale il gancio di traino.

- FRENI

Nel complesso ottimi, silenziosi, agevoli nell’uso sia accoppiati che disgiunti.

- ASSALE ANTERIORE / STERZO

Idroguida leggera e precisa, diametro di sterzata incredibilmente ridotto non ostante il passo della macchina, punti di ingrassaggio ben raggiungibili.

- ORGANI DI TRAINO

Nel nostro esemplare è presente solo il gancio classico, adatto anche a rimorchi monoasse, permette forti carichi assiali e ha pochissimo gioco ma essendo assai vicino all’assale posteriore rende più difficoltosa la retromarcia con rimorchio causa minor direzionalità, inoltre richiede molta attenzione nelle svolte strette per evitare interferenze con il timone o strutture del rimorchiato, inoltre, siccome tutti gli altri trattori aziendali dispongono del gancio a settore che, notoriamente, è più lungo, a volte possono insorgere difficoltà con le lunghezze del giunto cardanico.

La regolazione in altezza del gancio è veloce e pratica stante le due spine orizzontali, che però una di essa interferisce con la protezione dell’eventuale cardano (vedi uso pdp).

- SOLLEVATORE IDRAULICO

Si tratta di un componente ben riuscito, potente e di facile utilizzo;

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la leva della posizione controllata è un po’ dura nell’azionamento ma permette manovre precise; la velocità della discesa è agilmente regolabile ed è consigliabile dosarla attentamente per evitare sobbalzi nella calata con attrezzature pesanti.

La regolazione dello sforzo appare precisa e molto funzionale, con il ripper è sufficiente una regolazione iniziale per poi proseguire agevolmente intervenendo solo con quella di posizione nelle manovre a fine campo.

Le capacità del sollevatore sono assai surdimensionate e lo si nota poiché lo sforzo controllato agisce sulle prime tacche (circa il 20% della corsa) delle proprie capacità; perché adatto anche alla stessa macchina in versione dt e zavorrato, perciò capace di

sforzi di trazione notevolmente superiori.

Dislocazione delle leve un po’ in basso e con ampia escursione delle stesse, che obbliga a spostamenti del corpo; leva del distributore ausiliario che tocca il parafango e non consente una presa ottimale.

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I puntoni di reazione alle parallele appaiono ben dimensionati

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donano alla macchina un aspetto energico e permettono di tenere fermi i bracci non utilizzati anche senza la molla antiscuotimento, ma durante l’aggancio degli attrezzi obbliga sempre a togliere le spine per permettere l’oscillazione dei bracci, sotto questo punto di vista le classiche catene registrabili sono più funzionali.

- IMPIANTO ELETTRICO

Fari normalmente funzionali, le luci di posizione anteriori site sul parafango rendono fastidiosa la guida notturna per il riflesso indotto dalla luce che investe il guidatore e non fanno percepire lo spazio attorno le ruote motrici, consigliabile una parziale schermatura interna al trasparente nella zona periferica.

Il faro posteriore per i lavori notturni dispone di una lampada insufficiente (solo 35w) e di difficile reperimento (innesto a baionetta), che ho sostituito con una alogena da 55w e alloggiamento auto costruito.

I fanalini sui parafanghi permettono l’entrata della polvere e necessitano di pulitura con frequenza almeno annuale.

La presa di corrente sulla plancia non riporta la corrente prelevabile dalle varie utenze.

Incredibilmente la luce targa non è allineata e perciò non compie il suo dovere.

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MANUTENZIONE ORDINARIA

LA semplicità della macchina non pone problemi, punti di ingrassaggio ben raggiungibili, sostituzione lubrificanti e filtri assai facile; accesso batteria e filtro aria, agevoli

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Cofano ribaltabile verso avanti

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con asta di sicurezza e nottolino da spingere per la chiusura; il fissaggio del cofano tramite due cinghiette di gomma, rende lente l’operazione di apertura poiché richiede di spostarsi in entrambi i lati del trattore per lo sgancio.

Il bocchettone di rifornimento gasolio è posto un po’ in alto, specie se si hanno travasatori o fusti pesanti, inoltre (mancanza grave) non è presente il tubo interno per evitare che lo sciabordio del combustibile investa direttamente il tappo, per cui si hanno sempre trasudamenti di gasolio durante l’uso, con la conseguenza d’ imbrattare la parte circostante, specie a serbatoio pieno.

La verifica del livello olio trasmissione è posta nella parte posteriore della trasmissione e l’asta, essendo avvitata, richiede sempre l’uso di una chiave, cosa che richiede tempo e voglia di farlo rispetto alla classica soluzione dell’asta infilata a pressione.


GUASTI, ROTTURE e INCONVENIENTI

Dalla data d’acquisto, sono stati sostituiti l’interruttore delle luci di stop, il rubinetto serbatoio combustibile e l’accumulatore gasolio del termostarter; dal precedente proprietario si riscontra solo la sostituzione dell’elettromagnete motorino avviamento, tutta la bulloneria ha la vernice originale.

La leva commutazione 540/1000 giri pdp appare “inchiodata” sui 540 e non permette nessuna selezione, nemmeno con proporzionale forzatura.


PAGELLA FINALE

- PREGI

  1. Trattore di semplice concezione e di uso universale
  2. Macchina “grintosa”
  3. Motore azzeccato
  4. Meccanica robusta
  5. Sollevatore potente
  6. Confort di guida
  7. Estetica gradevole
  8. Macchina sempre piazzabile.

- DIFETTI

  1. Rumorosità pdp
  2. Verniciatura telaio protezione
  3. Telo copertura tettuccio, soluzione troppo economica
  4. Strumentazione povera
  5. Riflessi luci posizione anteriori durante la guida notturna
  6. Mancanza tubo antisciabordio serbatoio gasolio
  7. Solo una scaletta accesso posto guida


CONCLUSIONI

Oltre 30 anni di progettazione e non sentirli!, il 666 può considerarsi ancora la macchina “grossa” per le piccole aziende che sopravvivono ai trambusti della globalizzazione, oppure ancora un tuttofare per le chi si accontenta e non storce il naso se non c’è l’aria condizionata, l’impianto stereo e comandi “soft touch”.

Sull’altro piatto della bilancia mette una meccanica a tutta prova, senza rogne elettroniche e idrauliche, robusta e dai costi di gestione contenutissimi; inoltre gratifica l’uso con una meccanica spumeggiante e sempre pronta, nel bisogno, all’arrembaggio.