trincia seppi m 175 cm di lavoro 640x480

 La trincia, o trinciastocchi, trinciasarmenti, trinciatutto o come la si voglia chiamare, è un gran attrezzo, che permette di tener pulito dalle sterpaglie gli incolti, le interfile, di trinciare i residui colturali e non solo, per ridurre il loro volume, per permetterne la più rapida degradazione, per poterli interrare con maggior facilità, per utilizzarli come pacciamante naturale.

 


INTRODUZIONE

Esistono vari tipi di trincia, ad asse verticale o orizzontale, che possono utilizzare lame, coltelli, catene o zappette per ridurre in pezzetti il materiale da trinciare.

Bella macchina il trincia, sì, ma necessita di una certa manutenzione.

Nel caso specifico si parlerà di un trincia ad asse orizzontale, che usa martelli (detti anche zappette) per lavorare ma che può essere allestito anche con coltelli, particolarmente adatti all’utilizzo su stocchi di mais.

La manutenzione si divide in due tipi: ordinaria e straordinaria. La manutenzione ordinaria è quella giornaliera, o che magari si effettua anche più volte in un turno di lavoro e comprende la lubrificazione, la pulizia ed il controllo visivo della trincia.

La manutenzione straordinaria viene eseguita meno spesso, non sempre si possono definire intervalli precisi, in quanto varia molto anche in funzione del lavoro che si va a svolgere, a volte può avvenire in concomitanza con le riparazioni da effettuare, oppure quando non si utilizza la macchina.

trincia seppi m 175 cm di lavoro 640x480

Nella manutenzione straordinaria consideriamo il tensionamento delle cinghie, la sostituzione delle parti di usura (cinghie, utensili taglienti, slitte) e la sostituzione/rabbocco dell’olio.

Con il tempo i perni e le boccole dello spostamento laterale (se presente) tendono a prendere gioco: non sempre è economicamente conveniente cercare di ridurlo, se il problema non è grave ci si può convivere, altrimenti spesso conviene la sostituzione della trincia.


LA LUBRIFICAZIONE

Il primo consiglio è di dare un’occhiata la Manuale Uso e Manutenzione, troppo spesso (io per primo) si trascura pensando di sapere già tutto quello che serve sapere perché si usano attrezzi simili da anni, in realtà un’ora in poltrona prima di partire in quarta con il nuovo attrezzo si può tranquillamente spendere.

Da eseguire normalmente ogni otto ore di lavoro, ma in pratica ogni volta che si utilizza la macchina, è essenziale per preservare al meglio perni e spinotti, cuscinetti di rotolamento e di strisciamento, oltre che per ridurre le perdite di potenza: un cuscinetto mal lubrificato causa più attrito, un minor rendimento, oltre che deteriorarsi più rapidamente e poter portare anche a surriscaldamenti della macchina, che in alcuni casi possono essere molto pericolosi, specie lavorando su prodotti molto secchi.

Per lubrificare tutti i punti più importanti sulla macchina sono presenti vari ingrassatori, ma non tutti necessitano della stessa quantità di grasso: i perni dello spostamento laterale sono sicuramente meno sollecitati rispetto ai cuscinetti del rotore e necessiteranno di meno grasso, possono anche non essere ingrassati tutte le volte, anche se per sicurezza è sempre meglio provare a dare del grasso (se non ne serve si sentirà una certa resistenza).

Particolare ingrassatore rullo:

particolare ingrassatore rullo 640x480

Particolare ingrassatore albero di trasmissione

particolare ingrassatore albero di trasmissione 640x480

Ingrassatori cerchiati in bianco

ingrassatori cerchiati in bianco 640x480

Al contrario il rotore, che ruota a velocità particolarmente alte, avrà bisogno di un ingrassaggio accurato e così anche il rullo posteriore (per le macchine che ne sono dotate): molte volte si trascura il rullo in quanto rispetto al rotore gira meno, è sbagliato perché su di esso poggia una buona metà del peso della macchina (quando viene usata come una semiportata, con il perno del terzo punto nell’asola lunga), e anche più del peso della stessa macchina in alcuni casi; inoltre se il rullo non gira bene tenderà a trascinare il materiale, anziché farlo scaricare dal retro della macchina, aumentando il rischio di intasamento del rotore.

Altro punti importanti da lubrificare sono sicuramente le crociere del giunto cardanico, oltre che l’albero di trasmissione del moto dalla cassa del cambio della trincia alle cinghie.

In generale, gli ingrassatori sono visibili sul corpo della trincia, alcuni possono essere protetti da carter forati per facilitarne l’accesso, una buona regola per trovarli (su alcune macchine sono evidenziati) è pensare a tutte le parti in movimento della trincia, per ognuna normalmente c’è un apposito ingrassatore.

Esistono anche kit per l’ingrassaggio centralizzato, cioè con condotti che da un unico ingrassatore portano il grasso in tutti i punti dove serve: non è però proprio economico ed inoltre la trincia ha relativamente pochi punti di ingrassaggio e tutti facilmente accessibili, gli unici punti ostici sono le crociere del cardano, ma i nuovi alberi hanno quasi tutti una prolunga per facilitarne l’ingrassaggio.

È inutile dire che la lubrificazione va fatta a trincia ferma, ben appoggiata a terra e con presa di potenza disinnestata (in folle, non semplicemente con la frizione innestata), in quanto si vanno a mettere le mani in posti pericolosi, oltre al fatto che il movimento del rotore potrebbe lanciare materiale ad alta velocità.

In campo è utile avere un bastoncino (basta un rametto) per pulire eventuali accumuli di sporcizia attorno all’ingrassatore, specie per quelli molto vicini al terreno.

Un piccolo trucco per ingrassatori bloccati è di premere sulla pallina che fa da valvola con un cacciavite, per smuoverla, quando la pressione del grasso non è sufficiente per sbloccarla.

La cassa del cambio normalmente è in bagno d’olio e non necessita di ingrassaggio: ad intervalli più lunghi (qualche decina di ore) si procederà al rabbocco o eventualmente alla sostituzione dell’olio lubrificante, seguendo il Manuale di Uso e Manutenzione o anche le decalcomanie o targhette normalmente applicate vicino alla cassa cambio, che riportano le specifiche del lubrificante necessario e gli intervalli di lavoro.

Durante l’ingrassaggio (sono necessari pochissimi minuti) è opportuno anche procedere a un controllo visivo dell’esterno della trincia, per evidenziare rotture, eventuali parti piegate, bulloni non ben serrati, perdite di olio dai sistemi di traslazione ecc..

Particolare decals

particolare decals 640x480

Alzando la trincia si può ispezionare anche la parte sottostante, per verificare eventuali usure eccessive degli utensili, avvolgimento di cavi sul rotore, accumulo di materiale trinciato ecc..

Al termine della giornata di lavoro si può lavare la macchina con un getto d’acqua ad alta pressione per i più meticolosi, mentre per chi bada più alla sostanza (come me) è sufficiente un lavaggio a stagione, per evitare che ci sia un accumulo eccesivo di materiale che può marcire o fermentare, ovviamente tutto in funzione del lavoro che si va a fare.

Spesso sull’interno della cassa rotore sono saldati dei denti metallici per migliorare lo sminuzzamento dei materiali più duri: lo spazio tra i denti tende a riempirsi di materiale trinciato e soprattutto di terra (qualche volta succede di toccare fino a terra con gli utensili), e va pulito per far rendere al meglio l’attrezzo.

 


TENSIONAMENTO DELLE CINGHIE

 

Le cinghie che trasmettono il moto dall’albero che esce dalla cassa cambio al rotore hanno una duplice funzione: trasmettere il moto e proteggere la macchina dai sovraccarichi, oltre che spesso moltiplicare il numero di giri della presa di forza per dare la giusta velocità al rotore. Infatti le cinghie possono trasmettere la potenza fino ad una certa coppia, oltre la quale slittano sulle pulegge: questo limite, stimato all’atto della progettazione della macchina, fa sì che il rotore si fermi quando incontra un carico troppo elevato, preservandolo, proprio come lavorano le frizioni sui giunti cardanici.

Carter cinghie

carter cinghie 640x480

Particolare oblò ispezione carter cinghie

particolare oblò ispezione cinghie 640x480

Un tensionamento eccessivo delle cinghie (normalmente sono più di una) comporta un ciclo affaticante maggiore per gli organi di trasmissione, che alla lunga li può danneggiare, oltre che impedire la funzione di protezione del resto della trincia dai sovraccarichi, viceversa, una tensione insufficiente comporterà maggiori slittamenti, perdita di efficienza, surriscaldamento ed usura precoce delle cinghie di trasmissione.

Senza entrare troppo nello specifico, in realtà la cinghia ha sempre uno slittamento in uscita dalla puleggia, sia motrice che condotta, per questo durante il lavoro appoggiando una mano sul carter di protezione delle cinghie questo è tiepido, una giusta tensione mantiene lo slittamento al giusto livello, un metodo empirico per verificare il tensionamento delle cinghie è fletterle con una mano sui lati lunghi, il movimento dovrebbe essere di circa 2-3 centimetri.

Per accedere alle cinghie normalmente è sufficiente sbullonare il carter di protezione, a forma di chitarra, spesso alettato, che è fissato lateralmente al corpo macchina, tra l’albero superiore e il rotore.

Se la tensione non è sufficiente, si deve sbullonare l’albero che parte dalla cassa cambio e supporta le pulegge, una volta allentato si può farlo alzare ruotando il corpo albero e coppia conica con una vite normalmente posta sotto all’albero; un piccolo spostamento (anche un millimetro) ristabilisce la tensione corretta delle cinghie, da verificare per eventuali aggiustamenti.

Le cinghie hanno una loro vita utile, dopo di che vanno sostituite: se le cinghie appaiono molto usurate, sfilacciate o slittano nonostante la tensione sia corretta, è opportuno sostituirle (tutte) con altre della stessa misura.

 


SOSTITUZIONE DEGLI UTENSILI

 

Può accadere di voler cambiare gli utensili della trincia, per montarne di più adatti al lavoro da svolgere (coltelli, zappette, zappette pesanti, zappette dentate, martelli veri e propri) o più spesso di doverli sostituire perché usurati: questa è forse l’operazione di manutenzione più difficile e per la quale bisogna usare maggiormente la testa.

La sostituzione degli utensili quando usurati è molto importante: un utensile consumato non si stacca e parte facendo danni, ma un’usura non perfettamente omogenea può sbilanciare il rotore (la macchina vibra di più e  si sovraccaricano i cuscinetti), oltre che diminuire la capacità di taglio ed aumentare lo sforzo di lavoro e di conseguenza i consumi, riducendo anche la velocità di lavoro.

Confronto tra mazza nuova e mazza consumata

differenza tra mazza nuova e consumata 640x480

Prima di tutto bisogna procedere all’acquisto dei nuovi utensili, personalmente consiglio di sentire più prezzi e non semplicemente di rivolgersi al concessionario di fiducia: girando più rivenditori potreste avere delle belle (o brutte se non si sta attenti) sorprese, e anche uno o più preventivi sul web possono essere una buona alternativa.

Prezzi eccessivamente bassi possono essere indice di prodotto di scarsa qualità: personalmente uso sempre zappette forgiate e bonificate, cerco il prezzo più basso ma sempre prodotti di qualità, se il prezzo è molto basso ma anche la durata lo è vi potreste trovare a spendere più tempo a cambiare utensili che a lavorarci.

Non sempre i ricambi originali sono i migliori, esistono alternative leggermente più economiche ma ugualmente di qualità, spesso gli zappettifici che vendono i ricambi non originali sono anche i fornitori delle case produttrici delle trince, l’importante è che il peso dell’utensile sia lo stesso, più pesante potrebbe sovraccaricare il rotore, più leggero potrebbe non lavorare al meglio.

Una volta procurati i ricambi (a volte vanno sostituiti anche i bulloni) si comincia il lavoro vero e proprio: la trincia va posizionata in sicurezza, non sospesa ma appoggiata su qualcosa di robusto, mantenendo la possibilità di accedere al rotore comodamente (se non siete comodi lo rimpiangerete più volte durante il lavoro).

Appoggiare la trincia sul rimorchio rende il lavoro più sicuro

appoggiare la trincia a un rimorchio rende il lavoro più sicuro 640x480

Personalmente consiglio di usare una buca per il cambio dell’olio, siccome nel mio capannone ci sono ancora lavori in corso ho utilizzato il pianale di un rimorchio per appoggiare il rullo della trincia, in maniera che il peso si scarichi sul rimorchio e sul terzo punto: un eventuale cedimento dei sollevatori non crea pericolo.

Per svitare i bulloni serve la chiave della misura del dado (ne basta una, normalmente il bullone è in un incavo che lo blocca), del lubrificante spray (se è un po’ che non cambiate gli utensili ce ne vorrà molto), un bel martello pesante, una prolunga per la chiave (di sicuro vi servirà), un puntello per bloccare il rotore (non basta inserire la pdf), del grasso e una spazzola da metalli per il rimontaggio, una torcia da meccanico/faretto, una mola a disco con lama da metalli (detto anche flessibile).

Prima di infilarvi sotto la trincia potete pulirla bene, per evitare che vi cadano troppe sporcizie addosso, oppure se siete stoici vi basterà una tuta da lavoro ed un cappellino, comunque in ogni caso alla fine del lavoro vi servirà una bella doccia.

Ungete tutti i bulloni facendo attenzione a non riempirvi gli occhi di lubrificante spray, lasciate il tempo di far effetto e cominciate a svitare i bulloni e togliere i vecchi utensili, che potrebbero essere anche abbastanza diversi dai nuovi, se è molto tempo che procrastinate la sostituzione.

Usate il puntello per fare in modo che il rotore non giri mentre svitate i bulloni, potete puntarlo a terra e su un attacco di un altro utensile sul rotore, oppure sul rotore e sulla cassa della macchina.

Se trovate un bullone particolarmente bloccato o insistete: conviene ungerlo di nuovo e continuare con gli altri, alla fine se non riuscite a sbloccarlo, piuttosto di rompere qualche attrezzo tagliate il bullone con la mola, probabilmente la filettatura si è rovinata e dovreste cambiarlo comunque.

Quando avrete finito questa fase, avrete dei bulloni più o meno rovinati in mano: se il bullone è sano potete spazzolare il filetto con la spazzola per metalli, lubrificarlo con grasso (per impedire che si ossidi) e riutilizzarlo; se invece si è svitato a fatica, o è piegato, o molto usurato dallo strisciamento dell’utensile, no esitate a sostituirlo. Ricordate che quel bullone è l’unica cosa che impedisce all’utensile di schizzar via durante il lavoro e fare gravi danni!

Da sinistra: bullone intatto, bullone piegato, bullone con filetto rovinato.

Da sinistra bullone intatto bullone piegato bullone con filetto rovinato 640x480

Per sostituire i bulloni mi sono trovato davanti ad una scelta: usare bulloni originali Seppi a passo fine, con ribattitura della testa, o utilizzare bulloni con passo normale e dado autobloccante.

bullone autobloccante e bullone seppi si notano i dentini da ribattere2 640x480

Ho usato i bulloni originali perché no ho ancora una bella scorta da parte, anche se non vedo l’ora di finirli, i bulloni autobloccanti sono più facili da smontare e si possono riutilizzare, mentre per quelli originali se si ribatte la testa poi va limata prima di smontarli.

Montate i nuovi utensili e stringete bene i bulloni, una cosa sciocca ma molto utile e veloce è contare gli utensili montati, per verificare che ci siano tutti (può capitare di dimenticarne uno).

Se gli utensili non sono molto usurati potete affilarli leggermente con una mola a disco (o flessibile che dir si voglia), ma evitate di sostituire solo alcune lame: l’usura comporta una perdita di peso,montare lame nuove e vecchie potrebbe sbilanciare il rotore, dando origine a pericolose vibrazioni.

Normalmente alcuni utensili si usurano più rapidamente, se la trincia ha lo spostamento laterale quelli più esterni dal lato della traslazione saranno più usurati, sia perché si tende ad usarli maggiormente, sia perché quando si apre l’attrezzo lo sbilanciamento di peso tende a farlo lavorare più vicino al terreno ed è più facile colpire sassi o toccare sui dislivelli del terreno.

Se ci sono dei cavi avvolti attorno ai bordi del rotore, vicino alla cassa, rimuoveteli e verificate che sia il rullo che il rotore girino senza impedimenti.

Se ci sono bandelle di protezione o carter piegati è il momento giusto per raddrizzarli, come per sostituire le paratoie anteriori e/o posteriori mobili (che siano di lamiera, gomma o formate da catene) che si dovessero essere rotte, piegate o consumate.

Bandelle piegate

bandelle piegate 640x480

Una volta finito il tutto la trincia va provata su terreno pulito, con motore al minimo: se vibra fermatela immediatamente, potrebbero mancare uno o più utensili, sbilanciando il rotore.

Zappette nuove montate

Le nuove zappette montate 640x480

Se non ci sono problemi si può procedere a una breve prova in campo, ricordando che con lame nuove la macchina potrebbe essere da registrare, tenendola leggermente più alta da terra, in quanto il diametro di lavoro si era ridotto nel tempo per l’usura dei taglienti.

Dopo una mezzora di lavoro, se non si registrano inconvenienti, ricontrollate la tensione di tutti i bulloni.

Ora la vostra trincia è pronta per riprendere a lavorare al massimo!

ARTICOLO A CURA DI PURIN