covercroprollerIn questo articolo parleremo di cover crop  o colture di copertura che sono una cosa un po' diversa rispetto alle colture da sovescio, certo un sovescio nel periodo che è in campo può avere anche la funzione di copertura, ma per definizione stessa di sovescio una coltura da sovescio prima o poi in determinati stadi fenologici verrà interrata, invece una coltura da copertura rimane per tutta la sua vita sul terreno e i residui non vengono interrati per seminare la coltura successiva che quindi viene seminata direttamente su sodo.


Vantaggi e svantaggi delle Cover Crop
Alcune specie erbacee (principalmente appartenenti alle famiglie delle leguminose, delle graminacee e delle crucifere) possono essere coltivate come intercalari (nel periodo compreso tra due colture principali in avvicendamento al fine di conservare o aumentare la fertilità fisica, chimica e microbiologica del terreno agrario.
Tra le cover crop più usate sono le seguenti:
  • Graminacee: orzo, segale e avena.
  • Leguminose: veccia, trifoglio incarnato, e trifoglio subterraneo, favino.
  • Brassicacee: colza, brassica carinata, e la senape.
Il loro ruolo principale è quello di apportare sostanza organica al sistema attraverso l’organicazione della CO2 e dei nutrienti presenti nel terreno in un periodo dell’anno in cui il terreno risulterebbe privo di vegetazione (periodo di intercoltura).
In genere, la presenza di una copertura vegetale nel periodo di intercoltura o durante la stasi vegetativa della coltura principale (arboreto), può offrire i seguenti vantaggi:
  1. incremento del contenuto in S.O. del terreno
  2. miglioramento della struttura del terreno
  3. miglioramento dell’infiltrazione dell’acqua
  4. miglioramento della trafficabilità
  5. controllo dell’erosione idrica ed eolica (riduzione scorrimento superficiale, deflussi)
  6. controllo della flora infestante
  7. aumento della diversità biologica all'interno dell'agro-ecosistema
  8. assorbimento dei nitrati e di altri nutrienti altrimenti persi per lisciviazione o scorrimento superficiale
  9. migliore ciclizzazione dei nutrienti
  10. possibile incremento della disponibilità di nutrienti per le colture in successione

e svantaggi:
  1. competizione con la coltura principale
  2. riduzione delle disponibilità idriche
  3. possibile riduzione della disponibilità di nutrienti (immobilizzazione dell’azoto)
  4. effetti allelopatici
    5. incremento dei costi variabili
I vantaggi e gli svantaggi offerti da questo tipo di coltura dipendono dalla "posizione" assunta all’interno dell’avvicendamento, dalla specie (o dalle specie) utilizzata e dalla "gestione" della coltura di copertura.

Temporanee e permanenti

Per quanto riguarda il primo aspetto (posizionamento delle colture di copertura nell'avvicendamento, le colture di copertura si possono dividere in due gruppi: permanenti o temporanee.

Permanenti

Quelle permanenti trovano prevalentemente spazio nell’ambito delle coltivazioni arboree, come nel caso dell’inerbimento del frutteto; in questo caso gli effetti positivi delle coperture vegetali sono riconducibili essenzialmente al maggior controllo dei fenomeni di erosione idrica ed eolica, ad una migliore trafficabilità degli appezzamenti, minore compattazione del terreno, incremento della S.O., controllo della flora infestanti nell’interfilare, assorbimento dell’azoto potenzialmente lisciviabile, apporto di azoto nel caso di colture di copertura leguminose.
Le principali perplessità relative all’inerbimento degli arboreti derivano dalla possibili forme di competizione che la coltura di copertura può esercitare nei confronti di quella principale, soprattutto per quanto attiene l’umidità del terreno. Per evitare fenomeni di questo tipo, in assenza di irrigazione, occorrerebbe indirizzare la scelta della specie o del miscuglio verso perennanti caratterizzate da stasi vegetativa sincrona con quella di maggiore sensibilità allo stress idrico della coltura principale (Trifolium subterraneum L.) oppure che riducono o sospendono il loro sviluppo vegetativo in corrispondenza del periodo di massimo fabbisogno idrico del frutteto (Trifolium repens L., Lolium perenne L., Festuca spp. ecc.).). Per quanto attiene al problema dei costi, questo può essere riconducibile essenzialmente alla preparazione del letto di semina ed all’acquisto della semente, visto che l’eventuale controllo del cotico erboso potrebbe implicare costi analoghi a quelli della lavorazione dell’arboreto. Il problema della semina e della semente potrebbero essere superati attraverso l’impiego di specie autoriseminanti.

Temporanee

Le coperture vegetali temporanee, invece, occupano il terreno per un periodo di tempo relativamente breve determinando, tra l’altro, un maggiore dinamismo all'interno dell'avvicendamento stesso. Queste possono essere a loro volta suddivise in intercolturali e coordinate.
Le intercolturali sono seminate dopo la raccolta di una delle colture principali e, qualora il loro ciclo non fosse ancora terminato, vengono devitalizzate prima della semina della coltura successiva.
Le coordinate svolgono invece il loro intero ciclo, o parte di esso, in consociazione temporanea con la coltura principale (intercropping) e possono essere seminate contemporaneamente a questa oppure traseminate con tecniche diverse (per es. bulatura, distribuzione del seme con l’ultima sarchiatura oppure attraverso l’idrosemina).


Gestione delle Cover Crop

Come accennato in precedenza, il destino delle colture di copertura temporanee intercolturali è quello di essere devitalizzate prima della semina della coltura in successione(qualora non si intendesse attivare una consociazione sia pure temporanea con la specie in avvicendamento).
La devitalizzazione della biomassa della coltura potrà essere realizzata in modo diverso in funzione del sistema colturale e quindi degli obiettivi che si intende perseguire; ad esclusione dei sistemi convenzionali, che in genere non utilizzano colture di copertura confidando su risorse esterne al sistema (fertilizzanti e fitofarmaci), differenze sostanziali nella gestione della cover crop si possono individuare tra i sistemi organico-biologici e quelli low-input-sostenibili.
Infatti, laddove si intende conservare e/o migliorare la fertilità del terreno abbinando l’impiego delle colture di copertura alla tecnica di non lavorazione (confidando nell’interazione positiva tra le due tecniche), la devitalizzazione della coltura di copertura potrà essere realizzata con erbicidi di contatto al fine di lasciare i residui sulla superficie del terreno sul quale la coltura principale verrà poi seminata senza alcuna lavorazione.
Di contro, nei sistemi organico-biologici che non ammettono l’impiego degli erbicidi, la biomassa delle cover crop viene in genere trinciata e successivamente interrata più o meno profondamente con l’aratura formando nel terreno un deposito di sostanza organica mineralizzabile con tempi e modalità diverse in relazione alla qualità della biomassa ed alle condizioni pedo-climatiche (classico sovescio, concimazione verde o green manure).
Da una decina di anni in varie parti del mondo è iniziata una sperimentazione per riuscire ad effettuare la semina su sodo anche in agricoltura biologica grazie all'utilizzo di cover crop e alla loro devitalizzazione meccanica tramite specifici rulli chiamati: roller/crimper o croproller

Ecco un esempio:


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qui: http://newfarm.rodaleinstitute.org/depts/notill/roller_gallery/index.shtml potrete una galleria di vari prototipi di rulli, e qui un produttore con relativo video di presentazione: www.croproller.com

http://www.youtube.com/watch?v=PW4mwVJPS9A


Tutt'ora gli studi continuano su vari filoni dato che la tecnica è ancora da ottimizzare sotto molti aspetti, infatti vi sono molte variabili:
  1. specie cover crop utilizzata (graminacee a maturazione lattea molto più semplici da devitalizzare rispetto a una leguminosa),
  2. velocità di avanzamento (se troppo veloce limitato effetto crop killer),
  3. peso dei rulli (variabile con aggiunta di acqua) in relazione dell'umidità del terreno),
  4. numero di alette e relativa inclinazione,
  5. epoca di intervento,
  6. eventuale doppio o triplo passaggio di rullo nel caso delle cover crop più ostiche.
Chiaramente l'accoppiata migliore è il rullo posto anteriormente al trattore e dietro subito semina su sodo con seminatrici a doppio disco specifiche per la semina su sodo delle colture estive, in questo modo con un unico passaggio si effettua diserbo meccanico e semina, inoltre la seminatrice lavora molto meglio con la cover crop già schiacciata a terra.
Un altro problema della semina diretta su cover crop senza l'utilizzo del rullo, è la filatura delle giovani piantine. Infatti le giovani piantine "ombreggiate" dalla cover crop tendono a filare (maggiore crescita in altezza rispetto al normale) in termini scientifici chiamata anche fuga dall'ombra, in poche parole la plantula cresce più del normale in altezza e questo può comportare degli squilibri nel successivo sviluppo della pianta, l'utilizzo del rullo permette di schiacciare a terra la cover crop eliminando il problema della filatura.


Foto scattata su girasole seminato su cover crop non disseccata chimicamente e non schiacciata con rullo si nota chiaramente l'eccessiva crescita dello stelo che comporterà successivamente a uno squilibrio vegetativo e una ridotta produttività senza dimenticare una maggiore predisposizione all'allettamento.


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Esempio di semina su cover crop con combinata rullo-seminatrice:
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Un altro filone di studio è l'utilizzo dei Rulli per cover crop anche in agricoltura convezionale ma conservativa quindi dove si semina su sodo su cover crop ma queste devitalizzate con disseccanti, in modo particolare per cercare di ridurre la quantità ad ettaro utilizzata per disseccare la cover crop che generalmente essendo molto accresciuta ha bisogno di elevate dosi di Gliphosate (soprattutto se parliamo di cover crop a base di leguminose).
Ecco un grafico che mette in evidenza la % di morte delle cover crop in relazione alla specie (Avena, Orzo, e Grano), dello stadio fenologico (foglia verde, fioritura, maturazione lattea) e della tecnica adottata, (solo disseccante, disseccante più rullo, solo rullo).


schemi


Ecco invece un esempio di passaggio di Roller Crop su leguminosa (Veccia):


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Dopo 20 giorni dal passaggio con rullo

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Alcuni video interessanti:

http://www.youtube.com/watch?v=-lcwB9h-MCA&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=-GgTPMeiXic


Nella nostra azienda quest'anno abbiamo provato la semina diretta di Girasoli su cover crop di veccia.

Tecnica colturale


Coltura precedente grano duro, a settembre minima lavorazione con grubber, passaggio di erpice rotante, semina veccia con seminatrice a righe (circa 100 kg-ha di seme, costo seme poco meno di 1 €/kg), rullatura.
20 Aprile 4 kg/ha di Gliphosate su veccia
23 Aprile semina Girasoli su sodo con seminatrice SEMEATO SPE 06 (6 file 45 cm)
Video semina su sodo su cover crop:

http://www.youtube.com/watch?v=Ni_KpgMio8c

Ecco il risultato dopo circa un mese:

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La mancanza di un rollercrop si fa sentire infatti con tale attrezzo si potrebbe diminuire la dose di gliphosate, e facilitare l'emergenza del girasole che rimarrebbe meno soffocato durante i primi stadi di sviluppo dalla cover crop.
In questo campo chiaramente non verrà fatto nessun intevento di sarchiatura, inoltre data l'elevata quantità di biomassa presente che copriva totalmente il terreno non è stato fatto nessun intervento di diserbo pre-emergenza con i classici principi attivi utilizzati su girasole (Oxiflurfen, Pendimetanil, Linuron ecc).

La tecnica è ancora all'inizio e va ben sviluppata e ottimizzata, ad esempio provare l'utilizzo di favino proteico come cover crop che potrebbe essere devitalizzato quasi totalmente solamente dal passaggio di un rollercrop.

Raccolta di siti web e documenti di prove fatte con i rollercrop


Articolo a cura di Dj Rudy