Temporanee e permanenti

Per quanto riguarda il primo aspetto (posizionamento delle colture di copertura nell'avvicendamento, le colture di copertura si possono dividere in due gruppi: permanenti o temporanee.

Permanenti

Quelle permanenti trovano prevalentemente spazio nell’ambito delle coltivazioni arboree, come nel caso dell’inerbimento del frutteto; in questo caso gli effetti positivi delle coperture vegetali sono riconducibili essenzialmente al maggior controllo dei fenomeni di erosione idrica ed eolica, ad una migliore trafficabilità degli appezzamenti, minore compattazione del terreno, incremento della S.O., controllo della flora infestanti nell’interfilare, assorbimento dell’azoto potenzialmente lisciviabile, apporto di azoto nel caso di colture di copertura leguminose.
Le principali perplessità relative all’inerbimento degli arboreti derivano dalla possibili forme di competizione che la coltura di copertura può esercitare nei confronti di quella principale, soprattutto per quanto attiene l’umidità del terreno. Per evitare fenomeni di questo tipo, in assenza di irrigazione, occorrerebbe indirizzare la scelta della specie o del miscuglio verso perennanti caratterizzate da stasi vegetativa sincrona con quella di maggiore sensibilità allo stress idrico della coltura principale (Trifolium subterraneum L.) oppure che riducono o sospendono il loro sviluppo vegetativo in corrispondenza del periodo di massimo fabbisogno idrico del frutteto (Trifolium repens L., Lolium perenne L., Festuca spp. ecc.).). Per quanto attiene al problema dei costi, questo può essere riconducibile essenzialmente alla preparazione del letto di semina ed all’acquisto della semente, visto che l’eventuale controllo del cotico erboso potrebbe implicare costi analoghi a quelli della lavorazione dell’arboreto. Il problema della semina e della semente potrebbero essere superati attraverso l’impiego di specie autoriseminanti.

Temporanee

Le coperture vegetali temporanee, invece, occupano il terreno per un periodo di tempo relativamente breve determinando, tra l’altro, un maggiore dinamismo all'interno dell'avvicendamento stesso. Queste possono essere a loro volta suddivise in intercolturali e coordinate.
Le intercolturali sono seminate dopo la raccolta di una delle colture principali e, qualora il loro ciclo non fosse ancora terminato, vengono devitalizzate prima della semina della coltura successiva.
Le coordinate svolgono invece il loro intero ciclo, o parte di esso, in consociazione temporanea con la coltura principale (intercropping) e possono essere seminate contemporaneamente a questa oppure traseminate con tecniche diverse (per es. bulatura, distribuzione del seme con l’ultima sarchiatura oppure attraverso l’idrosemina).