Ogni volta che arriva l’inverno emergono tute le difficoltà che comporta l’avviamento di un motore diesel, ma non mi riferisco ai motori “freschi” e pimpanti, bensì a quelli con molte ore di lavoro sul groppone, con batteria così, così, magari fermi da un mese in un capannone freddo come la Siberia.
Inoltre il funzionamento dei primi minuti è fonte di notevole usura per la disomogeneità delle temperature interne al motore, combustioni incomplete, difficoltà di lubrificazione, dilatazioni termiche poco controllabili, ecc.
Alcuni motori destinati ad uso particolare e che debbono essere sempre “pronti” ad erogare la massima potenza istantaneamente (gruppi elettrogeni d’emergenza) vengono tenuti sempre caldi attraverso l’uso di resistenze elettriche immerse nell’impianto di raffreddamento nel monoblocco, così da rendere sempre disponibile la potenza occorrente senza aspettare il riscaldamento del motore e la relativa fase tribolatissima della dilatazione termica testa-basamento e pistoni-canne.
In alcuni campi ferroviari i motori sono asserviti da apposite caldaie a gasolio che si incaricano di portare a temperature prestabilite il motore prima della messa in moto da parte del personale di condotta (procedura tassativa, esclusi eventi emergenziali).
Nei motori raffreddati ad aria esistono apposite resistenze da posizionarsi sotto la coppa dell’olio.
Anche nei motori dei nostri trattori è possibile inserire una resistenza elettrica, alimentata dalla corrente di rete, che rende possibile l’innalzamento della temperatura del motore.
In alcuni casi vi sono apposite predisposizioni con fori filettati nel basamento motore, mentre in altri viene creato un piccolo circuito idrico in parallelo in cui viene inserito un contenitore con all’interno presente una classica resistenza elettrica.
In due trattori della nostra azienda ho applicato entrambe le soluzioni ricavandone, sostanzialmente, un ottimo risultato; non ho operato questa scelta per difficoltà d’avviamento, ma per un cruccio e curiosità mista a desiderio prettamente personale.
Nel NH45-66 il motore della serie 8000 con corsa da 115mm, nel monoblocco (lato iniezione) è presente un foro filettato chiuso da tappo dove può essere posizionata una resistenza elettrica appositamente conformata (DEFA scaldiglie) dalla potenza di circa 800 W (vedasi immagine).
Il kit apposito l’ho reperito da un concessionario IVECO-AIFO di Calderaia di Reno (BO), poiché la rete di vendita e ricambi NH non prevedeva simile componente accessorio dedicato post vendita.
La scatola di montaggio prevedeva la resistenza elettrica (dotata di terminali pin appositi), un interruttore termostatico da inserire sulla pompa acqua, un bocchettone elettrico passaparete e il restante cavo per congiungersi alla rete.
La resistenza elettrica l’ho fatta montare dal meccanico di fiducia, mentre l’interruttore termostatico elettrico non è stato posizionato poiché della resistenza ne viene fatto un uso saltuario e non ho la necessità di lasciare 24 ore su 24 acceso l’impianto, inoltre non credo che se anche la lasciassi accesa inavvertitamente, abbia a danneggiare il motore per surriscaldamento.
Nel Fiat 600, che non dispone della predisposizione del basamento, ho comprato un dispositivo specifico composto da un cilindro metallico contente un resistenza elettrica e dotato di quattro uscite filettate, due di servizio e due per lo sfogo aria ed eventuale drenaggio.
Il collegamento al motore è stato effettuato sfruttando i rubinetti originali di drenaggio del circuito di raffreddamento, togliendone però uno per comodità di collegamento, mentre quello presente nel gomito uscita radiatore è stato lascito in sede per evitare che a motore in moto il liquido refrigerante circuiti all’interno del riscaldatore invece che nel radiatore.
Poi ho approntato la parte elettrica predisponendo un spina elettrica classica (occultata nella carrozzeria) per la corrente di rete, che raggiungo con una prolunga.
In entrambi le soluzioni i tempi per portare il blocco motore e testata ad una temperatura di circa 30° (partendo da 0°) si attestano sulla mezz’ora, logico quindi attenersi ad un minimo di programmazione per non farsi trovare impreparati; in alcuni casi risulta utile dotarsi di un timer giornaliero (5-8 euro) in modo da delegare all’automatismo l’inserimento del riscaldatore nel caso di avviamenti programmati.
La soluzione con resistenza annegata nel basamento è di gran lunga più efficiente, e con minore assorbimento di energia elettrica riesce a garantire eguale risultato, mentre la soluzione “esterna” incontra difficoltà per le strozzature dovute alle tubature e al fatto che la circolazione (per semplicità di esecuzione) avviene per semplice principio del termosifone.
Si noti che il cilindro è stato posizionato obliquamente (originariamente era orizzontale) per favorire la circolazione dell’acqua sempre nella stessa direzione, in quanto è capitato che col trattore parcheggiato non in piano, la circolazione partisse in direzione rovescia con effetti negativi sul rendimento.
Sempre con questa soluzione, la resistenza elettrica (1500w) è dotata di interruttore termostatico incorporato.
Potete ben capire quale differenza vi sia tra avviare un motore a 0° o a 30°, anche in termini di usufruibilità dello stesso, poichè i tempi di riscaldamento risultano quantomeno dimezzati.
Articolo a cura di Tiziano