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L’angolo dell’esperto
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Il presente articolo si pone l’obiettivo di dare rapide, ma non per questo approssimative, indicazioni sul sistema terreno e dell’interazioni con i fertilizzanti utilizzati in agricoltura.
In questa sede non si vuole assolutamente sostituire i testi di chimica del suolo, che devono rimanere un riferimento per la trattazione dell’argomento con professionalità e completezza.
Piuttosto fornire indicazioni di carattere pratico e nozioni che rendano in grado il lettore, di capire come il terreno sia tutt’altro che un ambiente, un fattore, semplice e scontato; di conoscere cosa accada agli elementi (che come poi si vedrà, quasi mai sono elementi puri) che vengono distribuiti al terreno. Infine verrà trattato come esempio esplicativo il caso dell’azoto.
Questo perché la concimazione azotata è senz’altro la più diffusa ed importante, inoltre il ciclo biologico dell’azoto, permette di fare alcune considerazioni di carattere prettamente pratico.
In questa occasione non verranno presi in esame problematiche o casi specifici, rimandando la loro trattazione in altre sedi. L’intento, infine, è quello di fornire alcune basi tecniche – scientifiche, dalle quali non può prescindere chi si attinge a trattare la concimazione con razionalità e metodo.
Il suolo
Il suolo agrario presenta alcune caratteristiche peculiari che lo differenziano dal suolo inteso comunemente. Una breve ed esauriente definizione del termine risulta difficile, per l’eterogeneità dell’argomento, la complessità dei fenomeni, per la mole di fattori influenzanti la genesi e il dinamismo dello stesso.
Le varie definizioni che si trovano in letteratura, spesso risentono dell’interesse specifico della disciplina per la quale è rivolta, pertanto se come si è detto, in questa sede si baderà agli aspetti pratici, i puristi del settore, perdoneranno alcune dimenticanze.
Queste le più importanti definizioni di suolo delle varie discipline
- Chimica agraria: sistema disperso plurifasico dello stato superficiale roccioso alterato della crosta terrestre, le cui fasi (solida, liquida e gassosa) concorrono a conferire ad esso la capacità di mantenere la vita vegetale, con possibilità di produzione economicamente redditizia.
- Agronomia: lo strato superficiale della litosfera, permeato di humus e dotato di fertilità
- Pedologia: insieme dei corpi naturali esistenti sulla superficie terrestre, in luoghi modificati o anche fatti dall’uomo con materiali terrosi, contenente materia vivente, che sostiene o è capace di sostenere all’esterno le piante. Ha come limite superiore l’aria o acque poco profonde. Passa per gradi, in profondità, alla roccia compatta o a materiali terrosi privi di ogni forma di attività biologica.
Come è possibile vedere in tutti i casi si fa comunque riferimento ad un sistema derivato dalla degradazione roccia madre, unito ad un imprescindibile presenza di attività biologica.
Altresì si evidenziano la presenza di 3 fasi del suolo, che sono interconnesse tra loro, e dalle quali derivano l’attività biologica sia della fauna e flora edafica (del terreno), sia delle piante spontanee, che delle colture agrarie.
Fasi del suolo
- Fase solida: rappresentata dalla degradazione della roccia madre. Sono preponderanti i silicati di Al e Si
- Fase liquida: rappresentata per il terreno agrario dalla soluzione circolante, ovvero le varie frazioni liquide, siano esse derivanti da falda, acque meteoriche, o da apporto artificiale e dagli elementi in essa disciolti.
- Fase gassosa: principalmente O2 contenuto nei macropori. Si ricorda come la percentuale di ossigeno debba essere sempre > 2%.
Le diverse interazioni tra le diverse fasi del terreno, concorrono a formare quella che viene definita come struttura del terreno. Essa viene definita come la proprietà derivata dall’aggregazione delle particelle terrose e della reciproca disposizione spaziale. La presenza o meno di una struttura, influisce pesantemente sulle caratteristiche meccaniche, fisiche e chimiche del suolo.
La struttura del terreno è data in larga parte dalle componenti colloidali del terreno, quali argilla, limo e humus. I primi sono detti colloidi minerali, rappresentanti per lo più da minerali argillosi e idrossidi di Fe e Al. Questi sono i responsabili della formazione degli aggregati primari, i quali daranno origine a loro volta ad aggregati secondari.
Semplificando è possibile indicare come dimensioni ottimali ai fini della formazione e conservazione della struttura diametri compresi tra 1 e 5 mm. Al di sotto di 0,25 mm si è in presenza di astrutturalità, con prevedibili problemi idrici e fisici. Non si tratterà in questa sede di struttura, ma si ricorda come sia essenziale per mantenere la fertilità del terreno.